Don Giovanni in Danimarca.

Don Giovanni in Danimarca. C^O^ACHE LiETTEftA^IE Don Giovanni in Danimarca. Soercn Kirkegaard, il più misterioso e complicato fra gli scrittori danesi, che pur sono quasi tutti misteriosi e complicati, morì l'il novembre del 1853. Solo dopo cinquautasette anni apparo tradotto in italiano per opera di Luigi Ttedaelli uri piccolo libro suo, il Diario del seduttore, che s'intende meglio se si mette in relazione alla vita del poeta. Malinconico ed agitato come da un incubo perenne, quest'uomo cui la vita parve veramente l'inafferrabile ombra di un sogno, ebbe un unico amore o ma — dice il Redaclli — come una voce unica nel■la notte e nel silenzio, tanto più fortemente sentito. Regina Olsen fu per lui la voce della vita e della giovinezza ». Si fidanzarono. Dopo un anno"Soercn Kirkegaard sciolse bruscamente il fidanzamento. Poiché Regina Olsen viveva gioiosamente e candidamente la vita, poiché mancava di natura religiosa e non era capace di sentire l'esistenza come una folle peregrinazione in tenebrosi sottosuoli, l'infelice fu colto da invincibili scrupoli: gli parve di legarsi ad una creatura troppo diversa da lui, ch'egli avrebbe senza scampo trascinata alla^ disperazione. Preferì troncare, e troncare infuna maniera ferocemente assurda. Per farsi dimenticare fmso d'essere un terribile egoista, un seduttore di professione, che avesse attratto nei suoi lacci la sciagurata fanciulla per un infernale capriccio. E scrisse Zi diario del seduttore. Regina Olsen è ribattezzata in Cordelia Wahl; Soeren Kirkegaard si chiama Giovanni. Don Giovanni, dun¬ que: don Giovanni in Danimarca. *** Il triste eroe annota quasi giorno per giorno, in un commentario perpetuo, i progressi .,. dulie sue imprese, copia le lettere più sigmn-cativc cho le. vittimo predestinate gli invianocome messaggi di dedizione o ch'egli invianlle vittimo designate con l'arto cauta concui il cacciatore predispone l'agguato prcs-f.o alla tana, descrive i gesti e le anime dellefanciullo predato, perche il tesoro risplenda inecssantemonte alla memoria del Vittorio-so. Egli è un esteta, mezzo secolo prima che la parola e la moda dilagassero nello com-consuetudinaria. Ma, mentre per Andreaventurose galanterie consiste nel possessofisico di una donna desiderata, ma non a-mata, il don Giovanni di Soeren Kirke-gaard quasi a nulla aspira fuorché alla con-quista spirituale. Egli e voluttuario, sì, manell'immaginazione cerebrale piuttosto chebriccole letterarie; egoista e voluttuariomolti deeennii prima che dal disfacimentodella vecchia Europa fiorissero la teoria diKietzscbe o l'arte di Oscar Wilde e di Ga-brielo d'Annunzio. Ma, se qualcuno credes- bo di trovare nel Diario del seduttore unche di simile al Piacere e in Giovanni uncnnsuotuuinana.. aia, iuoulic >jci Sperelli, come per il solito don Giovanni da melodramma, la meta e il senso delle av-nel delirio carnale ; è mediocremente sen sua le, nel significato che abitualmente a questa parola si dà; e, se le donne non considerassero la dedizione corporea come il secno definitivo della loro schiavità all'uo¬mo amato, vi rinuncerebbe senza gravesacrifìcio. Accetta quel dono, solo perchéeenza quel dono non sarebbe sicuro di averecompietamerite devastato l'anima a lui sog-giogata. Ma v'è, per esempio, un'altra fan-ciulla, da cui Giovanni non desidera che unEalut.o. « Ogni volta che l'incontro mi la-6cia nell'animo un'impressione tutta specia-le. Quando la, saluto s'inchina in un modotanto celeste e pur così indicibilmente ter-reno : quasi si ferma e sembra che debbacadere al suolo: e nello stesso tempo c'è nelsuo sguardo come un'aspirazione verso ilcielo. Io mi sento preso da un sentimentorravo, eppure pieno di dolce desiderio,Quanto al resto la ragazza non m'interessaeffatto: l'unica cosa che di lei desidero èquel saluto e null'altro, neanche se di piùrni volesse offrire ». Con Cordelia AVahl Giovanni non si con-lenta di un saluto: quella è una creaturatli tal perfezione e profondità cho vai benoia spesa di dedicarle alcuni mesi di tempoc una fantastica somma di attenzione e dicalcolo per contaminarla nell'anima e nelnorpo. Cordelia è pura come Beatrice, leg-friadra come Ofelia, fragile come la piccolafcttri.ee Sibilla Vane, la spaurita colombache Oscar Wilde immortalò nel a ritratto diDorian Gray ». Essa è dolce ed altera, iu-nocente e coraggiosa; è l'ideai tipo dellafanciulla. E Giovanni non ama che le fan-riulle, miracolo della creazione, estasi del-l'anima, frenesia dei sensi, o Por quanto ipadri della Chiesa discutano l'Ascensioneriella Vergine, io non la trovo inconcepibi-fe ; ma del concepibile varca i limiti, e siride d'ogni legge di gravità la vaporosaleggerezza d'una fanciulla ». Giovanni nonama scrivere il suo nome sui vetri delle fi-destre o sulla corteccia degli alberi o sullopanche dei giardini pubblici. Solo le animeinesplorate, solo i candidi deserti della ver-ginità attraggono la sua febbrile e pur dia-bolicamente premeditata avidità : ma, quan-do una giovinezza rorida d'innocenza èsoggiaciuta al caldo fiato della sua corru-zione, quand'egli l'ha abbandonata sul cnni-mino, avvizzita e scomposta, il suo selvag-gio e raffinato cuore esulta di una duplicegioia, di quella del distruttore e eli quelladel creatore, pensando all'indelebile tracciadi fuoco e d'onta che ha lasciata sul fiorefecondato e appassito. In un giorno di aprile Giovanni, che, sulfar della primavera, stana, come una belvaesca di letargo, le suo cupidige, e le coridu-ce a guinzaglio pronto ad aizzarle controla preda, incontra una misteriosa fanciullaavvolta in un mantello verde. Dell'immagi-ne fugace solo il mantello primaverile restaaderente alla sua memoria. Ma la preda ègià designata all'esecranda fame ; con lafredda certezza con cui un geometra prevede che alla fine del foglio le due linee convergenti si riuniranno, egli afferma neCommentario cho quella fanciulla di cuignora pure il nome sarà un giorno suaNon è focoso nè impaziente; egli disprezzaqueili che s'abbandonano al delirium tremens dell'amore, e credo che l'amore nonvalga la pena di essere vissuto so non se nepreordiuano tutte le situazioni « interessanti » e se non se no godono tutte le perfe zioni estetiche. Dopo molto tempo riesce a conoscere- il nome della moravigliosa vergine; dopo altro tempo ancora a incontrarla in una casa di conoscenti. Non ha fretta vi son giorni e settimane e mesi ancora finall'autunno, ch'è la stagione più propizia alla raccolta dei frutti d'amore. Egli predilige lo difficoltà: o tutto ciò che io faccio osserva con spaventevole sottigliezza c l faccio con amore e così amo anche con amo-' re ». Bisogna macerar l'anima di quella fanciulla, bisogna maturarla alla seduzio- ne; ò troppo libera e pura per potersi gradire di primo acchito. C'è un pover mo, un certo Eduardo, che ama Cordelia al- la follìa, e non osa dichiararsi. Giovanni di- venta suo amico, lo incoraggia, lo dirige, lo- nella casa, ove Cordelia vive ■ 1 ag- ruo- accompagna ; con una vecchia zia pratica positiva e ben pensante. I due quasi fidanzati parlucchia- . - . • • . ni discorre gravemente di agronomia con la vecchia. Così, a poco a poco, si crea nel , no con reciproco imbarazzo, mont.ro lìiovan- . K ! vi •_ i-cuore di Cordelia la necessità dell'amore, senza che a questa necessità troppo vasta in un'anima così nobile e prode possa bastare il misero Eduardo. Il momento s'approssi- c. . w. . . r' ., . ma. Senza preamboli Giovanni si sostituì- scc al timido amico che-, non ancora ha osato chiedere ufficialmente la mano della bella, e sottentra ufficialmente al suo posto. Per ingannare la fanciulla? Per sedurla con promessa di nozze? Giovanni è troppo « ca- valleresco .per servirsi di così triviali espo- Ài*~ù. i„ «,,» « «„„ „„„u» aì dienti, le sue frodi non sono quello di un bottegaio; hanno la grandezza eroica delle fiodi di Ulisse. S'e fidanzato, perche in quel- la particolar condizione di cose, nella ca- sa della vecchia zia, dopo l'insuccesso di Eduardo, il fidanzamento eli pareva una disgusto per la ridicola ed ultraborghese commedia del fidanzamento; e, via via che l'amóre di Cordelia per Giovanni ingigan- tisce, tanto più cresce in Cordelia il biso- gno della solitudine e del segreto. Vuole amare fuor degli occhi e delle leggi del mondo. Il fidanzamento e clamorosamente rotto, e Cordelia è, infine, l'amante di Giovanni. per una notte sola. Il 25 settembre ji seduttore scrive gli ultimi righi della bre vo storia: « Una nòtte come questa, oh! perchè non avrebbe potuto durar all'infi njto? — Ora tutto è passato: io non voglio rivederla mai, mai più. — Ora ella nulla ! ha piu dn rifiutarmi. Bello è l'amore solo ;dopo .ivolgono la- Un tempo l'ho ama- : mente coerente al suo carattere ed al suo|g per lui la meta cui deve tendere la sedn- jzjone; è il segno che la meta è raggiunta.' Non gij importa del corpo; gli basta ten ,jer retj ane anime. « Il più grande podimentO' che si possa immaginare nell'amore è quello di essere amati, di essere amati so- I pra ogni cosa al mondo ». **■»_ Tale è don Giovanni in Danimarca: il I fratello spirituale d'Amleto. Giacché non è finché duran contrasto e desiderio, . tutto divien debolezza e abitudine. — Nò,VOg]i0 c;iri0 addio: lagrime e suppliche diffemine m; disturbano, mi sconvolgono l'a-| nimo senza, scopo. jta: ma d'ora in poi l'anima mia più non!pU0 appartenerle. Se fossi un Dio, farei di mente coerente al suo carattere ed al suol programma. Una notte d'amore eli basta 'ed altro non chiede. La notte d'amore nonfe to danese senza che la nostra mente ricorra al fosco amante d'Ofelia. Sia che Shake speare, capace delle più fulminee intuizio ; ni, abbia penetrato con miracolosa sicurez'za l'anima di un popolo a lui straniero; sia 'che il suo capolavoro abbia profondamente 1 ossidato l'immaginazione degli artisti danej si, certo è che progenie dello spettrale ; a principe di Danimarca » sembra il gran! de Jacobsen, ancora ignoto fra noi, e pro genie di Amleto sembra il grandissimo Kir kegaard, la cui fama comincia, con questo o diario », a diffondersi in Italia. Non che l'arte di Kirkegaard somigli all'arte di Sba kespeare : vorrei dire che somiglia all'arte d'Amleto, se Amleto avesse scritto qualche libro. Con questo medesimo stile Amleto avrebbe potuto narrare la a seduzione d'O felia ». Come lui, Kirkegaard si smarrisce 1 nei labirinti dei motivi ; accenna appena al l'azione, si sprofonda in disperati andiri vieni entro l'anima cho agisce, entro il cuo ro cho sente. Perciò la sua arto è velenosa e dissolvente : agisce sull'anima come una goccia di cianuro di potassio sull'organi smo. Questa prosa circonfonde la nostra sensibilità di un'atmosfera simile a quella elio si respirerebbe in un paesaggio di te nera primavera, tutto quanto ondulato in colline soffici o fiorito d'innumerevoli fiori 1 delicatissimi alla vista, ma dai quali erna nasse un lento profumo micidiale. La pairola di Kirkegaard suona come un'unghia acuminata che percorresse sbadatamente un finissimo raso, strusciandolo e sconnetten done la trama. E' un'arte che crea, non già componendo, ma scomponendo ; è una dia lisi d'anime. Quando dice le cose « ineffa bili » Kirkegaard è semplicemente sublime, Leggetelo laddove Cordelia, a quel che dice Giovanni, dev'essersi già accorta dei trop po frequenti incontri col futuro sedutto ro: « forse ora comincia ad accorgersi del la nuova stella che è apparsa sull'orizzonte e che con forza sovvertitrice gravita nel l'orbita della sua vita; ma non ha neppure 1 una vaga idea delle leggi di quel movi' mento. Spesso si sente tentata di guardarsi intorno per vedere il punto verso cui la nuova stella tende; nè mai pensa di essere proprio lei quel punto ». Leggetelo laddo ve, mentre placidamente Giovanni, ancora non fidanzato, declama alla vecchia zia e | alla giovine amica qualche poeta straniero, fa o balenare un lampo che lascia intra vedere un altro mondo lontano e diverso; tanto la zia che Cordelia ne rimangono stu- pite Subito dopo tutto ritorna come pri- ma, e la conversazione tra me e la zia se guita uniforme, accompagnata dal mormo rare monotono dell'acqua nella teiera ». Leggete tutte quelle pagine, nelle quali, mentre il seduttore calmo parla e futile sorride, sentiamo lugubremente la sua dop pia personalità di belva in agguato; e laDosabile riansarfi alla Danimarca ed all'ar possimie pensare alia Danimarca ed aliar- divina lettera in cui si paragona a un mi- tico fiume innamorato ài una vergine, e le divine frasi nelle quali descrive i primi ba-a ci della fanciulla: a Ella mi abbraccia a- stranamente — come il cielo abbraccia unn santo, leggermente — come l'alito del ven-e to abbraccia un fiore. E il suo bacio è an-: cora indeterminato: così il cielo bacia ile mare ». Malgrado lo squilibrio di alcune parti, malgrado la spasmodica raffinatezza di certe-1 analisi che non ogni lettor meridionale è i disposto ad intendere, questo libercolo è o un puro capolavoro. Il Kirkegaard è capace -; allo stesso modo di assurgere, in visione» o all'Empireo, e di sentirsi trasfuso nell'ani ma del serpe che affascina l'uccello. E' unmistico ed è un dannato, è un Swedenborg ed un Baudelaire. Ma nella profondità spirituale, ov'egli getta la sonda della sua anaisi e del suo stile, le origini dolio passioni umano si unificano e si confondono. Da un'unica remotissima sorgente sembrano emanare il bene e il malo; ivi veramente, come per le streghe di Macbeth, il bello è orribile e l'orrv ile è bello; ivi una Sfinge inaccessibile sorveglia sulla misteriosa unisa- della vita e vieta le distinzioni. E' vero e che, scrivendo, il diario del seduttore menti a se stesso ed a lei ? O non è piuttosto vero che selvaggiamente la sedusse e la tradì ? E, d'altro cai . , , eif 1 a ..v!°. lc distinzioni. E vero io che dice il biografo: cho Kirkegaard ; amo Kcgina Olsen di profondissimo amore,!canto, è vero che Giovanni , -• o ™J°rndo ed empio seduttore come Kir-;kegaard lo vorrebbe dipingere? O non Ri„. ~ , .. :-- «- amato Cordelia, e, in un altro momento, potrebbe di sè stesso e del suo amore dire „:„(,„-. , ,,. - piuttosto vero cho Giovanni ha pazzamente 4- . r™ pazzamente le cose solenni che di sè stesso e deTsuo" amo6. re dico Amleto presso alla tomba di Ofelia?! E' una vigliacca seduzione Tll disperai amore? disperatoj , -. Ma qualcuno potrebbe estendere il dub-; solo da quando il cristianesimo "spirituali^ in ^„„„„ ir i- - ll!"'la"^}m" spirituanz zo la donna. Egli e un sacrilego, ma, corno ogn sacrilego riconosce implicitamente la santità dell altare che contamina. Non è un predatore di corpi, come un volgare gaudente o come un pascià proprietario d'harem; e un predatore d'animo r> può nettamente distinguere fra la seduzione e l'amore? Sembrano due parallele ma anche le parallele all'infinito coincidono. E l'arto di Soeren Kirkegaard è l'arte dell'ic finito; coglie i sentimenti di là dalla loro genesi, naufraga Ticcìì il-iioci" negli abissi crepuscolari \dell'incosciente e dell'indistinto ; pencola, sospesa nel vuoto, tra l'anima e l'istinto, tra l'uno e l'altro polo dell'eternità. Un tempo passavano per libri pericolosi quelli fatti sullo stampo del Werther e del Jacopo Ortis. Ma erano libri per fanciullini in pa-racrmiP Hi mio=(-r> H^rir, t 1,-fcri nmVobviragone di questo diario I libri pericoloninon sono quelli onde un degenerato può ca- vare un suggerimento al suicidio o al de- Htto; sono quelli cho indirizzano le anime delicato e malato verso il più funesto dei vizi: verso l'analisi dei propri pensieri e dei ìsi dei propri pens propri motivi. Già: la massima parte degli uomini possono vivere solo a patto di non riflettere mai su so medesimi. Guai, se si volesse prò-staro ascòlto all'insegnamento del filosofo: conosci te stesso! olnuno chiude nel suo «m.uu uu« sutige peggioro ai Mue..a ai xmi- p0 e non f £ nessuno cui ouesta sfin L' „„„ ,^.0-ki,Q a, Ai™ conosci te stesso Ognuno chiude nel suo „„:„„ c • n j- -e i- animo una sfinge peggioro di quella di Edi- po, e non v'è forse nessuno cui questa sfin- 8B lnt°no" non avrebbe ganasce da divo- il a tfe^mo qUCSta ° l"0'1"10110 tlhl m°?d° *oI,era. 0 aP.Pre7fft .° ]°d?. " anche esalta? Erano i nostri motivi nobili o puri, come crediamo e lasciamo credere, o ion a«n,n,o per un istinto rli nemiizia . 8-"-. oenvenao 11 umrxo ai un »wiR>r<volto davvero mentire a Regina Olsen. o, non volle piuttosto in uno slancio di diabol lica sincerità, narrare la verità orribile del- l'animo suo calcolando astutamente che nò i contemporanei nè i nostri crii -,vrebbPro creduto? 5" avluuuc,ur, L * . Vjuesto e 1 orrore e questa e la bellezza i^SSnhSSnSi f d0rl?! Y°!!-Ìrl0-V-Dar: ne un immagino man articolo di critica eun impresa presso cho disperata. Q. A. Borges». Soeren Kiiikegìafd. // diario dr.l ntrìuiiore ^one di Luigi Red " docili). Torino, Bocca, (tradu1910.

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