Gravissimo incendio al Lingotto Una fabbrica di saponi distrutta

Gravissimo incendio al Lingotto Una fabbrica di saponi distrutta Gravissimo incendio al Lingotto Una fabbrica di saponi distrutta Questa notte, poco dopo le 2i, ci giungeva avviso che un gravissimo incendio erti scoppiato in regione Lingotto, e precisamente sullo stradale di Nizza, N. 286. Recatici rapidamente sul posto nell'automobile del cav. Quagliotti, ci siamo trovati dinanzi ad un vasto edificio ad un solo piano, che era completamente in preda alle fiamme. Lo spettacolo, che queste offriva. no spiccando vivamente sullo sfondo cupo del cielo notturno, era terribile, e si com-l prendeva al primo sguardo come le sostan-ize die le alimentavano dovessero essere' delle più combustibili. [Un'altra constatazione si potè fare subi- to, e cioè che, data la violenza dell'inccn-| dio, sarebbe stato impossibile salvare an- che la più piccola parte dell'edifìcio. In- fatti, quando ci accostammo alla parete esposta verso via Nizza, vedemmo come tutto il caseggiato quadrilatero fosse ormai distrutto: il fuoco, divorandolo con furia spavontevole, lo aveva trasformato in un braciere ardente. Attorno a noi i pompieri lavorando con rapidità, gettavano colonne d'acqua sulle fiamme, che cominciavano a decrescere, non avendo ormai più nulla a cui appiccarsi. Tuttavia i vigili, che erano accorsi col loro comandante cav. Giusto e col vic^-comandante ing. Ceresa, avevano poco prima tentato di far agire la pompa a vanore ternato ai iar agire la pompa a vapore: Ma questa non potè funzionare causa la deplorevole mancanza d'acqua in quella lo caliti. I pompieri dovettero allora limitarsi ad usare le pompe a mano e a circoscriverei l'incendio, per salvare le case vicine. Apprendemmo tosto da alcuni abitanti dei dintorni che il locale incendiato era la fabbrica di saponi Cerutti e Verzino. Essa era composta di una vasta galleria a tettoia — come già abbiamo detto — quadrilatera, a un solo pi^no, della lunghezza di 20 metri per 13 di larghezza. Un anno fa i pronrietart Antonio Vernino, abitante in via Cernain, N. li, e MnTio Cerutti di Luigi, d'anni 25, congiunto deljnoto industriale cav. De Bernardi, vi ave-1 vano impiantato la loro fnbbrica di saponi,Iche aveva cominciato subito a program per l'attività dei proprietari e la dilizenzn I degli operai. |La galleria conteneva alcune mnecbine1 elettriche, un'enorme caldaia, centinaia di botti cariche d'olio e di grnssi. numerosi r?cinienti per depositarvi In Inversione, grandi cnsse di profumi, e infine i colli dei1 saponi pronti per la spedizione, e una di-lscreta quantità di sacchi di regina. Tutto questo materiale poteva avere il valore complessivo di olire 50.000 lire, ed è appunto a tale somma che si fa risalir? il dnnno arrecato dall'incendio. cato dallincendio. T . • • Lori «me t l ntlla non ve Come sia nata la.prima scintilla non ve nessuno che lo sappia, eforse non lo si sa- prà mai. Ecco quali sono le informazioni da noi raccolte in nronosito .Da parecchi giorni nella fabbrica si lavo- rava febbrilmente. Le ordinazioni si succe- devano e si moltiplicavano, l'opera urpe- va. Dodici operai abilissimi non avevano) quasi riposo e dovevano fermarsi in fabbrica in ore straordinarie. lori sera, come in parecchie delle sere 'precedenti, erano rimasti all'opera sino al ple 22, insieme al Cerutti, che aveva la dire- zione tecnica e non abbandonava mai il laboratorio. Uscirono dopo aver spento ogni lume, fermata ogni macchina e chiusi i commutatori della corrente elettrica. Il signor Cerutti era uscito l'ultimo, dopo aver visitato tutto minutamente ed essersi assicurato che nulla era fuori di posto. Poi aveva serrato le porte e si era recato nella sua abitazione, prossima alla fabbrica, dove aveva cenato con la propria moglie. Quindi i due coniugi si erano coricati. IVerso le 23,30 la signora, che ha il sonno'leggero e si desta ai minimi rumori dellaI notte, svegliò il marito, dicendogli: — Sento un crepitio singolare e vedo ri flettersi nei vetri una luce rossa. Ho di un incendio ! A quello parole, il marito guardò dalla Ufinestra e diede un grido: «La fabbrica hmeiat.. Poi infilatosi un nnio di cabnni i nrucia. ». roi, mniaiosi un pnio ui calzoni; I i euo ri lpaura 1 i rlntln Ued una giacca, si precipitò nella via e di li nel recinto della fabbrica. Già parecchio persone erano da qualche minuto raccolte dinanzi alla porta e davano l'allarme: «Al fuoco! Al fuoco!». Il Cerniti quando vide che tutto il suo <-difìcio ora in preda alle fiamme, si precipitò come un pazzo al telefono per avvisare i pompieri. Dovette — lo dichiarò egli stesso — far agire sei volte la suoneria, prima che In telefonista lo mettesse in comunicazione coi pompieri ! Finalmente potè avvertirli. Mentre ne attendeva l'arrivo, aiutato dnij •suoi operni. pur essi accorsi, cercò di mettere in salvo qualche oggetto, qualche collo di merce. Mn fu ben poca cosa. I vigili giunsero prontamente, ma il snnone, i crassi e gli ."ili bruciarono con una tale rapidità, che. al loro apparire, la fabbrica si poteva dire distrutta. Una scena «trasiiante Mentre raccoglievamo '■■•"Hriinsamente.queste note abbiamo assistito ad una scena straziante. II povero Cerutti. a r<-' speranza aveva dato prima qualche po' d'energia si era Infine lasciato vincere dalla disperazione ed innoggiato nd un muro, dinanzi allo s"et ì tacolo tragico della sua fabbrica .agonizzali-le, piangeva come un fanciullo, esclamandofra ine i singhiozzi: «Io «»«- rovinato! è finifu! li' meglio il suicidio! » Per \ questo punto accorse al suo fìnn^o la Btoglie -ho lo cercava da qualche temno. 1 nequnelle tenebre. Egli la strinse tra le sue braccia, baciandola e mormorando: — Povera cara, tutto è finito. Siamo diventati poveri; possiamo mendicare.... — Vieni, andiamo via. fuggiamo di qua — gli andava ripetendo la donna, che non aveva il coraggio di sopportare quello spetta- colo. l Ma il marito non volle, e cogli occhi fissi isulle fiamme minacciose, rispose: ' —No: non mi muovo. Lasciami vedere [ancora una volta la mia fabbrica.... To le volevo bene, | Abbiamo cercato di consolarlo con qtin! lVnuma invano. Potemmo solo otte- vi ohe parolr nere da lui la dichiarazione ch'egli non ,, veva alcun sosnetto su come l'incendio aves- al se potuto prodursi. « E' il destino! » — con eluse con voce rauca, e lasciò cadere il capo sulla sanila della consorte, piangendo anco m. lungamente, Sul posto Sul posto accorsero, oltre i pompieri, molte guardie municipali, i militi della Croce Verde, agenti di pubblica sicurezza 0 carabinieri. Dalla sua abitazione giunse puro in automobile l'a-sessore corniti. Tacconis Molti curiosi assistettero dalla via'al tri¬ -fa „„„tt.,^ i„ . ..u ^ •2^%°?, ^«f!.'to1:l« s"te del povero Cerutti, che nel Linarotto gode moli» simpatie. L'altro socio, il Verzino, fu avvertito più tardi. pompatitepisi trsedaa tarimzipuchgoi * * II Cerutti dice di essere assicurato alla «Società Reale», ma ignora se il suo socio ha rinnovato l'abbonamento pel 1910. Incendio in via XX Settembre i Incendio in via XX Settembre In via Venti Settembre. N. 30, è la sede della ?^let,a.,A?"?n,Àl]n Urt,s- ',Pt commercio di articoli elettrici. Olire ai locali superiori la Società occupa pure anelli sotterranei; 'menò alcune canjffl&jSS ?/^iir,^,f°il° ;ll,?,ltri inouilihi del ca1 sotterranei nei Imerce hanno un miniamo ner I elettrica. Ieri mattina, poco dopo "le 9 venne I segnalalo un principio d'incèndio svilùoDutò 1 |:n uuo de> sotterranei. Le prime pèrsone accorse 1 |.im?Jfl?,.asfa1l jmpressicnate ner la quantità e S^Ì^JtypS»>ilS^en^ d-al cen'ro del » SSrt&WfSaSS ? colo fosse assai più grave di .titanio in realtà 1 non lo fesso la ebbe anche il pubblico che tranl^^'3 "elle vie vicine. Infatti dalle finestre dei 'SKS^SS volur ve-rs? vla,>''-"'' Settembre usci- curiosaiP -^f'in T^', S!,u f'."la cli Poco dopo sopraggiunsero anche empier!, agli ordini del vice-comandante O^sa Iniziata non agevolmente l'opera di suWnimen- an to. si potè rilevare che il fuoco si era aZSi ua !nd una quanti'à di' ca"se piene di vetrerie awolle ' ^ nella paglia. Non si potè accorfcire le cause del- tm l'incendio, ma si desume che sia stato originato do c]a qualche fiammifero acceso gettato forse sba- rnf .datamente da qualche mcruilino disceso nello ! vecantine. Dopo un'ora circa il fuoco fu domato, l'eCinn' E CI Iblidi sa-Vem,*if cn.,J\i1 ™ ' compresi i ! commagazzini della ftizioEun menacaLstaluiginFtereffci i Xon è anrora s(uWHta Venm-d--f ^nno"Sui iUOPo accorsero i commissari Bouvet e Leone e vani funzionari, ) rjn ]Gtro in fi-imma a In lln foggio primo piano di corso Sa vona, N. iO, abitato dai fratelli Bavera si ma¬ e 'infestò — mentre nessuno era in casa — un in pendio ad un letto, provocato da uno scaldino - «sc,lat<> .«navyertitómente acceso. Il signor Ra ^E.f^t.ifTi'f0-?^^™^!^.011? acc:,rse,,'v coll'automobile cli orimo soccorso, e passami per una finestra entrarono nell'alloggio e domarono le fiamme prontamente. 11 danno è lieve, poiché soltanto il letto andò distrutto. Lluom'olemFdpmnun Ine dente in iìii a h riro Al San Giovanni fu medicalo di alcune leggere contusioni certo Vincenzo Custagneri. d'anni 83* I « « addetto all'Atberno della Caccia. Egli dichiaro! il che era staio colpito col calcio d'unti rivoltella in una colluttazione avuta con tre individui sinInieri, che si erano recati a bere nell'albergo 'stesso, I A..'iu«l che sappiamo, si tratta ih tra artisti ria Uh andarsene perchè era tardi e l'esercizio dove- lor va essere chiuso. , sit i .Fu qiies'o il mouvo di una contesa. I tre stra- ; dichiarano di essere stati trattati con mo-1 I caffè-con cerio, uno svedese, un norvegese ed un i tedesco. Costoro hanno dichiarato che erano cu¬ Steadr llratI all'albergo, con le proprie donne, ed aveva- ct, no ordinato quattro bottiglie di vino. Prima che '1 avessero finito cli bere, i camerieri dissero loro ma Uh andarsene nerehè era tarai e l'esercizio dove- lorj di poco garbati, e che ire garzoni avevano perfino brandito minacciosamente dei coilc-lli di tavola. Dno desìi stranieri ebbe strappato il paletot: il norvegese aveva impugnato una rivoltella scarica, ma non aveva colpito con essa. Mto e robusto, aveva con un urtone gettato a terra uno dei garzoni, pare il Castagneri. Ad ogni modo .per sapere da che parte sta la ragione, i tre stranieri furono accorivpagnati in Ouestnra 11 Cautagneri fu giudicalo guariBlle in diec.v giorni. Ieri mattina poi si è recato al San Giovanni un altro cameriere dell'albergo. Giuseppe Ferì raris. ferito da un pugno all'occhio sinistro. Sombra dtinnue che le affermazioni r!oi ire stranieri debbano essere prese con molto benefìcio d'inventario. **# GTETEPOTE1 Lo prime cortse^nonze del cr.rnevale I Sotto i n itici !i via l'i all'angolo di via San Dopo un interrogatorio, i tre stranieri furono| XEinviati alle carceri. Sono Hans Paulson. d'anni 41, Mas Muller, d'anni 40, e Rodolfo Ehraum, gd'anni 28. ;,'•; Tra mnrito e raocjlie | Certa Giovanna Scaverano maritata Taverna '-, d'anni 54\ abituine in corso Vittorio Emanuele, la \. 39, venne a lite per futili motivi c<! proprio S marito, che le scagliò addosso una bottiglia. pro-ijflucendole contusioni multiple. Fu medicata a! $J -,'i Gioavnni V rni. nudicata guaribile in pochi Massimo, neilu confusione della folla che vi si accalcava ieri nei pomeriggio, cèrio Guido Ca- «a

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