I 72 miliardi di entrate

I 72 miliardi di entrate LA FINANZA ITALIANA DAL 1862 AL 1908 ___________ I 72 miliardi di entrate Parlando delle spese ordinarie sostenute in. quarant'anni di regno, abbiamo incidentalmente notato come, attraverso alla disformità profonda della storia, dei partiti, delle classi e delle costituzioni, tutti gli Stati moderni presentino l'uniforme caratteristica che le spese per la costituzione, cioè, lista civile, camere legislative e interessi del debito pubblico, difesa e riscossione, formano assieme la massa preponderante, sicché ben poco ne resta per quei servigi che invece sembrano i più importanti, per gli scopi che si prefiggono di cultura, giustizia, prevenzionc sociale, lavori pubblici, sviluppo del benessere materiale. Difatti quelle tre prime categorie di spese rappresentano: per l'Italia il 68% del totale per la Francia il 67% » » per l'Inghilterra il 68% » » per la Germania il 70% » » per gli Stati Uniti il 70% » » <|Besto parallelismo è certamente impressionante, perchè dimostra che anche in materia finanziaria vi sono certe leggi sociali superiori di tendenza, le quali sono superiori alle volontà dei singoli uomini e pereino delle singole nazioni. „X Ma l'impressione cresce e la credenza nella legge superiore si consolida quando noi passando — come qui ci proponiamo di fare — dalle spese alle entrate, vediamo un altro fenomeno delinearsi identico in tutti orli Stati odierni, malgrado la disparità delle tendenze democratiche o aristocratiche succedentesi al potere: ed 6 la contemporanea preponderanza assunta dovunque dalle imposte indirette. X Sui 72 miliardi cho l'Italia ufficiale ha spremuto come entrate ordinarie dai cittadini, dal 1862 al t908, il 72 per cento deriva da imposte indirette. Pari in questo all'Inghilterra, nella quale detti tributi rappresentano il 71.8 per cento del totale delle entrate; alla Germania, dove essi costituiscono l'80 per cento; alla Francia (70 per cento); agli Stati Uniti d'America (80 per cento). E si noti un fatto: che mentre in Italia il sistema tributario è caotico e privo di un qualsiasi nucleo centrale, negli altri paesi — e specialmente in Inghilterra e in alcuni Stati della Germania — un pensiero organico presiede all'ordinamento fiscale, coordinato di solito intorno a una grande imposta diretta sul reddito, quale la «'income lai» inglese, o la «progressive Einkommensteuèr » introdotta dal von Miguel in PrnssWr Noi additiamo, senza addentrarci, questa costanza di fenomeno finanziario, allo studioso di dinamica sociale. Se analizziamo le fonti delle nostre entra te scorgiamo che esse si sono quasi triplicate dal 1868 al 1898; ma l'aumento percentuale maggiore ò dato dalle imposte dirette cresciute del 380 per cento, seguite dalle tasse sugli affari (300%) e dalle imposte sui consumi (287%),/\comc si rileva dalla seguente tabella: Nel 1868 Redditi paitr moniali Imposte dirette Tasse sigi: affari imposte consumo: tassa di fafbbr.cazione e vendita dogane e dir. marti, dazi intorni di consumo Privative : polveri tabacchi sul: lotto chinino Proventi di servisi pubblici ■Rimborsi e concorsi Entrate diverse Entrate per-reintegra. zione di fond: Differenza 1907-908 per coni 46 63 61.80 750/0 166.11 436.81 3800,0 95.68 281.71 300 0/0 146.01 287 0/0 74.68 274.27 Id. 62.33 51.53 Id. a50 > 80 0/0 95.93 258.52 Id. 72.15 80.75 Id. 60.65 83.41 Id. . 2.01 Id. 31.39 149.63 209 0/0 15.70 53.64 — 17.C6 32.26 0.30 17.03 741,11 1.930,58 Se però differenziamo le imposto dirette nelle saie tre maggiori fonti, troviamo che l'aumento del gettito non è uniforme, anzi per l'una di esse abbiamo una diminuzione. Difatti esse rendevamo: N»l 1868 Imposta sui fondi rustici 114.95 Imposta sui fabbricati 36.72 Imposta di r. m. (per niolil 2.91 Ditterà nza 1908 In milioni 84.08 — 30.87 95.90 + 59.18 184.33 + 181.42 Impressionante fra queste cifre è l'ascendere formidabile dei redditi tassabili con ricchezza mobile. Quando si osservi che qui non è considerato che quel gettito che deriva dalla riscossione operata per ruoli, cioè sui redditi industriali e commerciali, dobbiamo dedurre che — pur tenendo conto deill'aumento dell'aliquota, portata dal 13.20 al 20 0/0 con la legge 22 luglio 1894 — l'incre mento economico del nostro paese è stato veramente considerevole: tanto più che l'ascesa più marcata si ha dal 1900 in poi. Ora è appunto da questo anno che si notano gli incrementi più ragguardevoli in tutti quei cespiti che si usano assumere come indici indiretti del movimento della ricchezza. Così le tasse sugli affari, che impiegano un trentennio per rendere 100 milioni in più, aumentano in soli dieci anni, dal 1899-900 al 1907-908, di 50 milioni, passando da 199 a 249 milioni: e questo salto è dato principalmente dalle tasse di registro e bollo e da quelle in surrogazione del registro e bollo (da 11 a 25 milioni in nove anni), le quali, come è noto, si applicano principalmente sulla circolazione dei titoli industriali. Lo stesso passo accelerato si n< ta nella tasse di fabbricazione, specialmente in quella, più caratteristica per la nostra dimostrazione, sulla produzione del gasluce ed energia elettrica, la quale, malgrado la bassissima misura unitaria, sale dal 1899-900 al 1908 da 4 a 11 milioni. E se noi vogliamo trovare un altro indice inequivoco del maturantesi sviluppo d'Italia, basta che esaminiamo cosa è avve¬ nuto nei proventi dei servizi pubblici delle poste e dei telegrafi. Malgrado l'istituzione delle cartoline e la elevazione del limite di peso delle lettere da 10 a 15 grammi — avvenuta nel 1874 —- e malgrado le riduzioni di tariffe apportate dalla nota leggo 9 luglio 1905, le poste, che nel 1868 rendevano 16 milioni, ne davano nel 1908 ben 93. Anzi è qui da rilevare un fatto, che appeena In tesi di coloro che, al pari di noi, sostengono l'utilità della riduzione al minimo di tutti gli aggravi fiscali che colpiscono la circo, lazione. Difetti, mentre il progresso nel gettito delle tariffe postali è di circa 2 milioni all'anno, non appena la tassa viene diminuita nel 1905, noi vediamo che nell'esercizio successivo il progresso si eleva a 6 milioni e di altri 5 milioni nel 1907-908. Meno marcato invece è l'aumento dei proventi telegrafici, che passano nel quarantennio da 5 a 20 milioni, a causa probabiilmente deialtissima tariffa — una delle più elevate d'Europa — e, negli ultimi anni, della concorrenza dei telefoni. * * Ma quasi altrettanto importante quanto l'esame delle cifre, sarebbe il tener dietro alla evoluzione della legislazione tributaria. Dal 1868 in poi è un caos sempre più avviluppantesi di disposizioni spesso contraddicentisi, sempre rigidamente) fiscali. L'imposta fondiaria ha subito sei variazioni ed eccezioni; le tasse sugli affari vennero modificate da non meno di venti leggi, con relativi regolamenti; la tassa sugli spiriti subì 14 rimaneggiamenti: e il resto è in proporzione. Come osservammo di già, la caratteristica che risalta in tutto questo svolgersi di attività legislativa — che potrebbe pittorescamente delinearsi come una lotta epica fra il contribuente e la rapacità del Fisco, inteso a colpire il reddito in tutte le sue manifestazioni, persino in quelle figurative—è la mancanza assoluta di una visione organica: mancanza del resto che si riflette in tutti indistintamente i campi della attività spirituale italiana, pubblica e privata. A mano che i nuovi bisogni si affacciavano, si andava alla ricerca del reddito relativo. Esaurite di numero momentaneamente le fonti dell'entrala, si » rimaneggiavano » le imposte esistenti. Appena l'economia italiana, nel suo faticoso evolversi, creava una via nuova di guadagno, tosto il Fisco vi piombava addosso, reclamando la sua parte leonina. In una parola, cessate-le guerre per l'indipendenza, incominciava la guerra finanziaria. Ed essa, al pari della prima, portava seco tutte le sue dure necessità. Come in guerra, l'esercito si approvvigiona come si può e senza badare alle finezze della legislazione civile, con le leggi eccezionali, le quali tolgono la possibilità di una larga e serena visione dei bisogni o dei mezzi organici per farvi fronte, che anzi i bisogni stessi sono in continua oscillazione: così la pressura finanziaria delle necessità che da ogni dove pullulavano sul giovane e povero regno toglievano l'animo a un riposato quadro delle entrate e delle spese. Si viveva sotto al'e tende. Le necessità balzavano imperiose. Si ritagliava su di esse sino ai limiti del possibile, e poi, per il resto si improvvisava l'entrata indispensabile. E' questo quadro di pittoresca e disordinata miseria che bisogna tener sempre presente agli occhi, per giudicare equamente il confusionismo garibaldino del nostro ordinamento fiscale, che assaliva i contribuenti alla baionette. / Ciò serve a spiegare, d'altra parte, i due fatti delle frequenti liti fra contribuenti ed erario e delle altissime spese per l'accertamento e la riscossione. Poiché è proprio dei paesi ricchi accontentarsi delle dichiarazioni dei contribuenti, mentre duelli poveri inducono da una parte i colpiti all'occultamento, dall'altra spingono i pubblici agenti a torturare i cittadini per conoscere la verità. Noi attendiamo con vera impazienza la promessa statistica del Ministero sulle fi nanze degli Enti locali. Perchè allora la complicazione odierna del nostro sistema fiscale ci parrà in tutta la sua estensione; la gravezza effettiva totale dei contribuenti ver rà alla luce; le disparità si faranno più stridenti; e comparirà l'altra caratteristica della dura finanza nostra: la tendenza a riversare tutte le spese possibili sui Comuni e le Provincie, per girare la difficoltà di esasperare ulteriormente i contribuenti. Allora il torchio fiscale ci si mostrerà in tutta la sua vera efficacia ed i sacrifizi sostenuti dagli italiani per fare il regno si paleseranno in tutta la loro epica dolorosità. E ci sarà forse possibile trarre qualche conclusione sulla riforma tributaria, vero debito d'onore per i nostri legislatori, oggi che il periodo dei bisogni incalzanti sembra, dopo quarant'anni, trascorso. 11 enso giudiziari* di Canili e un'interrogazione ironica (Per telefono alla Stampa). Romii, 8, ore 28. •La Direzione del partita socialista è convocata io Roma nei giorni* 17. 18 e 19 corrente e la , Direzione esaminerà e discuterli sulla condotta |e sull'azione del partito socialista di fronte al ! gabinetto Sonnino. Questa discussione cadrà cc! sì proprio tncl periodo in cui l'on. Sonnino aj vra fatto le sue nuove dichiarazioni alla Ca' mera. L'on. Guido Podrocca si trova a Cantù od e Como per un'inchiesta sullo scandalo giudiziario ed ha inviato alla, presidenza della Camera là seguente interrogazione : «Interrogo il ministro di grazia e giustizia sulle risultanze del processo dei Concettinl di Cantò e sui provvedimenti che intende prendere nei riguardi di I quel sostituto procuratore del Re di Como, che la stampa clericale designa quale mascalzone 1 togata, che si prestò a fare gli interessi delle ! sètte anticlericali nel processo slesso anziché i quelli della giustizia ».

Persone citate: Guido Podrocca, Sonnino