Nomina di una Commissione Reale per la riforma degli studi superiori

Nomina di una Commissione Reale per la riforma degli studi superiori Nomina di una Commissione Reale per la riforma degli studi superiori (Per telefono alla Stampa). Hoitm. ::o, ore 10. Su proposta del ministro dell'istruzione, onorevole Dauco, il Re ha oggi firmato 11 decreto col quale, ritenuta la convenienza di promuovere una riforma negli ordinamenti delle Università o degli Istituti superiori universitari, viene nominata una commissione coll'iucarico di preparare e formulare uno schema di proposte adatte ad essere tradotte in un disegno di legge per il riordinamento degli studi superiori nel loro vario aspetto professionale, scientifico, disciplinare ed amministrativo. I membri della Comimss.one La Commissione è presieduta dal vice-presidente del Consiglio supcriore della pubblica istruzione prof. Ulisse bini, senatore del Regno, ed è composta dei signori : Baccelli Guido, professore ordinario di clinica medica alla regia Università di Roma, deputato al Parlamento; Bianchi Leonardo, professore ordinario di psichiatria e clinica psichiatrica e nevropatologica nella regia Università di Napoli, depulato al Parlamento Boselli S. E. prof. Paolo, presidente del Consiglio di amministrazione del regio Politecnico di Torino, deputato al Parlamento; Brusasco Lorenzo, professore ordinario di patologia clinica medica veterinaria e direttore della regia Scuola superiore di medicina veterinaria in Torino; Chironl Giampietro, professore ordinario di diritto civile alla regia Università di Torino, senatore del Regno; Colombo Giuseppe, professore ordinario di meccanica industriale, presidente del Consiglio direttivo e direttore del regio Istituto tecnico superiore di Milano, senatore del Regno; Credaro Luigi, professore ordinario di pedagogia e preside della Facoltà di lettere e filosofia nella regia Università di Roma, deputato al Parlamento; Del Giudice Pasquale, professore ordinario di storia del diritto italiano nella regia Università di Pavia, senatore del Regno; Del Lungo Isidoro, socio della regia Accademia dei Lincei ed accademico della Crusca, senatore del Regno: Durante Francesco, professore ordinario di cllnica chirurgica e medicina operatoria nella regia Università d; Roma, senatore del Regno; Del Pozzo Pasquale duca di Caianello, professore ordinario di geometria proiettiva con disegno e rettore della regia Università di Xapoli; Fusinato prof. Guido, consigliere di Stato, deputato al Parlamento: Kerbeker Michele, professore ordinario di storia comparata di lingue classiche neo-latine alla regia Università di Napoli; Manna Gennaro, professore libero docente istituzione diritto romano alla regia Università di Roma, deputato al Parlamento; Maragìiano Edoardo, professore ordinario di clinica medica e rettore della regia Università di Genova, sonatore del Regno; Masi dottor Vincenzo, direttore generale dell'istruzione sufliHore; Pigorinl Luigi, professore ordinario di paleo-etnologia alla regia Università di Roma, direttore del Museo etnografico, preistorico e kirkeriano di Roma; Piutti Arnaldo professore ordinario di chimica farmaceutica e tossicologica della Scuola di farmacia della regia Università di Napoli; 'Polacco Vittorio, professore ordinario di diritto civile, rettore della regia Università di Padova, senatore del Regno; Pnllc conte Francesco Lorenzo, -professore ordinario di filologia indoeuropea alla regia Università di Bologna; ■Riccobono Salvatore-, professore ordinario istituzione di diritto romano, rettore della regi?. Università di Palermo: Tonelli Alberto, professore ordinano ai calcolo infinitesimale e rettore della regia Università di Roma; „ , Torre dottor Andrea, deputato al Parlamento. La Commissiono, per agevoVire ' 5"o' '!iv(?r;> ha la facoltà di dividersi in Sot.to-Commlsslont, nominandone i relativi presidenti. Il lavoro di segrteria, di cui ha Insogno la. Commissione, sarà disimpegnato da funzionari da nominarsi con decreto ministeriale. La relazione del mimsì.o Il decreto di nomina della Commissione è preceduto dalla seguente relazione: ■-» Il costante, fervido consenso onde la nuova Italia, lin dai p.imi albori dalla conquistata libertà, ha confortato l'opera dello Stato rivolta ad assolvei* l'arduo dovere ael rinnovamento dell'istruzione nazionale impone dì perseverare, con moltiplicata energia, nel fecondo cammino fino ad ora percorso, armonizzando ini una perspicua unità d'intenti e di propositi le aspirazioni storiche del nostro glorioso passato con le più vive esigenze moderne. L'unità, verso cut si orientano miti i complessi problemi dell'istru zione, esprime l'unanime volontà di ooueeguire una forte c sempre più alta educazione nazionale, la quale tragga ir primo impulso dal modesto m*. provvido magistero della scuola elementare popolare, abbia incremento nella scucii meaia, trov' un degno coronamento di dottrina, di sapienza e di idealtà negli istituii d'i, siruzione superiore. T problemi dell'istruzione i si compenetrnno a vicenda, percbl fondamental; nieuie unico è il loro contenuto come unica, peri quamo ardua, è la loro soluzione. La scienza è 1 promotrice di libertà, e la libertà è suprema maestra del dovere; e l'Italia ha un lucido riflesso di ^ìuesto principio nella sapiente t'-adizione della sua legislazione scolastica, in cui » diversi gradi d'istruzlo te non furono mai considerati estranei o disgiunti gli uni dagli nitri. Alla premura onde lo Stato provvede a confinuare e provvedere con rinnovato zelo all'istruzione elementare popolare e alle istituzioni sussidiarie, che ne sono un necessario completi ieni to, sono stati paralleli, in questi ultimi anni, I da un lato i provvedimenti per la scuola media i con le due leggi sullo stato giuridico ed econo : mioo degli insegnanti e con gii 6tudi ora coni | pimi dalla Commissione rpale, da cui il Goi verno della M. V. trarrà profitto per il fiord! ; tiamento di quella scuola, dall'altro i provveai menti per l'istruzione supe-i-.-e con la legge de! 19 luglio 1909. a. 49C. - Questa Ipgge. che fu studiata con largo ùite1 resse dal ministro proponente,' e che ebbe, nei due rami del Parlamento, una profonda discussione ft larghezza di suffragio, assolse sopra tutto il de-.' buo dello .«tato per il miglioramento economico] dell'intero personale universitario, dai professori! Uno ai gradi più modesti degli assistenti, tecnici* subalterni. T;ile miglioramento era atteso ed in-\ vocato da anni, e precisamente da che vigeva? l'ordinamento, che avrebbe dovuto essere provs • isono. della legge Maùèucci. dei 31 luglio dei iSG2. Ma adempiuto e soddisfatto questo dovere del migliora;.lento economico della grande e be' «emerita famiglia univerafaria, si avverte -oggS! ancora più viva ed urgente la necessità di provvet aero con criterio organico a quell'ordinamento didattico e amministrativo delle Università, e dé-li Istituti superiori di grado universitario, che. ?ià reclamato, con antichi e recenti voti, dal Parlamento e d.i uomini eminenti, e ora formo proposito del Governo della Maestà Vostra di non protrami ulteriormente. La preparazione dovrà essere adeguata all'ultissimo compito. L'odierna tara, a cui partecipa ogni grande nazione, pel progresso della scienza e per la diffusione deità ultiira, riconferma all'insegnamento superiore un'importanza e una funzione preminente. Se l'insegnamento superiore segna il culmino dell'assetto didattico, che lo Staio dà al sapere, e se l'Università ha l'uflicio di custode e di promotrice nella scienza, ò pure l'Università, che. con diretta funzione sociale, stimola, disciplina e tempra le energie intellettuali e monili, che. alla loro volta, saranno dispensate da altri più modesti, ma non meno importatiti gradi del magistero didatlieo, o dall'esercizio professionale. Pertanto, un ordinamento organico dei nostri studi superiori, che voglia tener conto non solo delle nostre più ite tradizioni storiche e dei molteplici precedenti jgislativi sull'argomento, ma anche, e sopra tutto, delle odierne, intime esigenze della funzione Iella scienza, non può e non deve prescindere dal vivo, diretto contributo recato dal Consiglio di competenze scientifiche e tecniche particolari e1 della sapienza di uomini, che abbiano la visione sicura della rispondenza, che ogni elevata questione pedagogica e didattica ha con la vita individuale e sociale. . .,>, Sarebbe vano e sarebbe sterile proporsi • ir olo rinnovamento formale dell'organismo amministrativo o didattico degli alti studi. Una riforma esterna, e dall'esterno non avrebbe nessuna virtù dinamica, e vigoroso e duraturo rinnovamento. Ne seguirebbe una perturbazione piuttosto che una feconda rinnovazione. Occorre invece una sagace e sapiente disamina, che approfondisca e affermi se e come sia didatticamente op: porluna una rielaborazioue del contenuto degli alti/smdi, se le intime necessità della scienza moderna reclamino un aggruppamento più omogeneo delle varie discipline, se alcune materie .1i insegnamento siano più atte di ogni altra; come infine l'Università italiana possa giungere a rinvigorire, per la grandezza della patria, quel complesso di generose idealità che già hanno tanto contribuito all'elevazione della coscienza nazionale. E attorno a questa questione centrale altre ne germogliano non meno importanti, nè meno degne di studio: la questione dell'ordinamento amministrativo delle Univer sita; quella delle Università libere; quella dell'ordinamento dell'insegnamento libero rispetto all'insegnamento ufficiale; quella dell'insegnamento disciplinare. Non una sola di queste questioni particolari è forse stata singolarmente trascurata negli importanti progetti legislativi sull'istruzione superiore, onde l'Italia ha diritto di aridare orgogliosa: ma, mentre le discussioni e le vicende parlamentari non sempre permisero che ogni disegno (11 legge sull'istruzione superiore recasse alla prova la riforma che proponeva, la produzione dottrinaria sull'argomento, che in Italia è nostro vanto, non fu mai interrotta. Lo studio e l'esempio dell'assetto dato agli studi superiori da altre nazioni, il rapido progredire della scienza e delle sue applicazioni tecniche ci hanno dato la piena consapevolezza della vastità e della complessività del problema universitario, insieme colla chiara visione delle attuali nostre deficienze e la coscienza del dovere di ripararvi. Per queste ragioni l'onorevole Daneo scrive iAie si palesa evidente qmnto possa essere utile ed anzi necessario affidare lo studio del vasto problema dell'ordinamento didattico ed amministrativo delle Università e degli Istituti di grado universitario ad una Commissione che abbia mandato di presentare proposte motivate e concrete. Di tale Commissione sono chiamati a fare parte uomini di indiscussa perizia in particolari rami di studio e di riconosciuta competenza nelle questioni pedagogiche e didattiche, ed un degno rappresentante di quell'insegnamento libero, del quale la Commissione dovrà fare oggetto, non ultimo, dei propri studi. L'on. Daneo soggiunge che anche altri nomini illustri, oltre quelli designati, potrebbero portare un contributo prezioso all'opera della Commissione, ma non ft sembrato opportuno di eccedere i1 numero di 25 membri, già di per.sè non esiguo, ma necessario per comprendere nella Commissione un conveniente numero di rappresentanti delle diverse Facoltà e delle principali Università del Regno.