I creditori del Campobello si rivolgono al cardinal Rampolla

I creditori del Campobello si rivolgono al cardinal Rampolla I creditori del Campobello si rivolgono al cardinal Rampolla (Per telefono alla Stampa,). Roma, 'il, «re '-'2 La dan L'affare Camnobello precipita namnlmenta verso 11 sai , piloro, tonai, conoscali., tutti i particolari. a'Ucgri o no, dell'affare, che ha inte•:-;ato ed interessa muto l'opinione pubblica, non rimane < he sentire L'ultima paróla del cardinale Rampolla: rmanclo ez\i, infatti, o avrà il creditore Porciatti Intanto 11 sippior Porciatti, che è detentore dele 50 mila lire in cambiali, che i! duca di Campobello aveva presentato allo sconto a iFirenze, a Roma, e ad un redattore della Tribuna, che Lpatito le cambiali a sua Bravi, o le avrà di- gihiarate fare. 1 affare sarà dennrtiyatnente risei: d& lmpo£uo° Sotffirogf.i^«f%naie Rampolla, a mezzo di usciere, di dichiarare.. suc la firma delle cambiali è autentica, oppure no. ■ qQuesto è il fa:to nuòvo delia Biornata. | bchdritre o ha iiiterroKiito, ha narrato che tempo addie- j ch» iLlHS? ^L9?mP?^.'!0'. <?°?_ r«flS»*s di Ciun-!uinile locodre&a*W»'1Se2K edaacwt?olswbbc U rimestar»., ed accettò | qstaptotopcttosc010 'l'orioli, chiese al Municipio di l-'ireuze, una concessione per una impresa di automobili per ervizio pubblico. Il Porciatti, che rarnresentava ma Casi di forniture, propose al duca l'acquisto di ìó chassis per automobili, al prezzo di L. 4700 'uno; in piiKameuto della prima rata, il duca, .ccompagnato dal Tortoli, gli propose lo sconto: li una cambiale di 36 mila lire a firma Rampolla. Informatosi da un Istituto di credito di Firenze. effetto. Dopo tate accettazione, il 'Duca si feco imprestare circa 17 mila lire da clienti del Banco Tortoli, in attesa della fine dell'operazione di sconto; « ma andato a Bologna col duca — ha continuato il Porciatti — ci recammo ad un Istituto di credito romagnolo, il quale fini col :on accettare' lo sconto, non credendosi abbastanza garantito. 11 piorno appresso a tale rifiuto comparve la prima diffida, n duca non si ccompòse; mostrò una lettera timbrata da Roma e con la data antecedente a duella della cambiale, e fece notare che l'effetto recava il timbro del Rerristrc di Roma, e che la calliprrana deila letora e duella della firma erano identiche. Ma la loquenza del tinca non convinse il Porciatti. il ruta ptisse al duca che si sarebbe recalo a j d■ si affretto invece ,ì partire per Roma, pconsultata, coH'avv Serao. una persona a- efmica del Rampolla. r,uesta espresse i suoi dubbi all'autenticità della firma. In questo frattempo 0 scandalo era scoppiato. — Ed ora che cosa farà lei? — ha domandato 1 giornalista. — Da varii friorni, da ben otto f?iorni, ho sdentato un coUonulO col cardinale, ma non fui "icevuto. Mi si disse che il cardinale era affe'to da bronchite: seppi invece che questa non era che una scusa per non ricevermi. Poi ho saputo che il cwlinnle Rampolla stesso ha detto di non voterai immischiare in nessun modo a ouestoi affare. Mi deciderò a notificare al cardinateRamr.olla un affo pubblico, eheriendopli perentoriamente se la sua firma è vera, o falsa: se vera, non ho nulla da perdere, se è falsa drnunzie.rò senz'altro il duca all'Autorità (riudiziarin. Infatti ouci stesso l'aw. ?erao. patrocinatore del sijmoi' Porciatti. si è recato •". casa del Ramnolla intimando, a mezzo di usciere, ti! cardinate di dichiarare se la firma risultante sulle cambr'i. è autentica, o f-dsa. 11 cardinale avrà ■re m'orni di tempo per rispondere. Le supposte trulle uei duca Ma naturalmente l'affare Campobello no.: è incora finito. C'è ancora qualche strascico. E non ha finito, perchè ogni emonio al dilagare dello scandalo si fanno vivi nuovi e numerosi danneggiati. Stamane un noto avvocato, legato, da Insilila amicizia col Campobello, af! erma va che questi possiede molte lettere della Lepanto, i:e!!e quali essa chiede con assai garbo e dignità nuo\i denari. Aggiunse che il villino ili Saracinesco, il piccolo bianco castello ove l'attrice si riposa n?i suoi ozi estivi all'ombra d»i inorai che la videro nascere, fu costruito in gran parte con denari del duca. Afferma infine che il duca na provveduto perfino a pagare la retta annuale necessaria alia permanenza nel se- che in questo ^ "ertlltu' 7aonU Più nX ^ ^,ompei na aouzia di un'altra supposte tril[[a ller ia quale pende tuttóra ciudi/io. Egl alcuni il dice che il duca gli richiese un giorno 54 mila Uh'? che sarebbero state compensate con unipo teca su una sua rendita di 27C0 lire ali anno U11 pa;i0 di rbcatt<j entro r, anni. Senoncne uBdpEapsitucosoe gl'RedzletiReqggcrsilepqspsclmèatqlt•e Tr scosstoiie, c rfvalci-^i c ^^^*^.jJrt^^AW^*MjSo'ihe lìTtròv tative in proposito"contiuttiaó. ^^«A^mÀlt'^^». ebbe" la ""sgradita t sorpresa d'i sentirsi rispondere, all'atto dalla ri- phe (nulla rendita che prli spettava I ! '^-na ipotecata dal siolelliere Casi polvi alcuni gioielli acquistati dal duca. Egli aspettò cne il gioielliere si fo;so compieta niente rivalso de! suo. e tentò poi di riscattare queUripoteca; ma allora sorse la madre del du or che .le in io spettare i lei la rendita suac- Tonala, u Pompei deve essere .incora pag.ito. Si scoprono Intanto filtra marachelle del duen. Egli fu parecchie volte a Genova, pi uneen dovi to automobile da'Flren»..Dueim«^ leccio all'Hotel Vrisoi. il duca, dopo alcuni S**ni di permanènza, riparti, ma primi d p,vl'K;ero commiato dal diirettore dell'ilbergo, p?r pagare consegnò uno r/ifyi.v di «01 lire della Banca Commerciale. La Direzione «ielValbergp noo fe.-o allora alcuna obbiezione, perche an- ™ ^.itMvolta il due aveva pagato in ri miu, maniera. In questi friorni però 11 carcere dell'albergo esibì lo cìiéaiie alla Ranca Com mereiaio, ove si rispose che a nome del duca non esistevano più fondi. La Direzione dell'.-.l- La danza delle cambiali Il dolore di Pio X Roaa, 97, ore ti. -, (A.) — Nel fondo del curioso, più che tra»' gico quadro del caso Campobello si vanno' di giorno in giorno delineando curiose ed; %5re figure di preti trafficanti poco cri, suanamente in cambiali a sconti elevati,, quando non si tratti di firme false in cam«: biall. Non e più un solo ecclesiastico isolato' che tratti affari, che nulla hanno a che ve« dere con il suo ministero, quello che comparisce nell'affare Campobello ; sono tre, quattro prima, poi addirittura un istituto retto e diretto da preti, poi ancora è un prete che riunisce un Consiglio di usurai, tutta una folla di preti a mano a mano è venuta' in ballo nella faccenda e sta per soffocare il primo prete, gli attori gioiosi, il duellino e Vittorina, e sta gettando una macchia losca sul quadro scandaloso, che ha fatto corrugare cupamente la fronte già rugosa' di Pio X. Qualunque cosa si sia detta, qualunqu» sw^!Ìzlò?e' qualunque illazione, qualun q,Je deduzione si sia voluta ricavtlre dl que. sti giorni dal caso Campobello in rapporto al nomo ed alla figura del cardinale Rampolla non poteva che indirettamente, e molto lievemente, toccare il Vaticano. Dopo tutto, quale 6 lo zio che non ha un nipote scapato 0 mezzo pazzo ? Nello stesso Collegio cardinalizio parecchi porporati hanno nipoti, se non come il duca di Campobello, molto a lui somiglianti. Ma ecco la prima eco fiorentina menar* scalpore sopra un prete affarista; ecco il prete a cena al Vaglioni con il duca e eoa donne; ecco poi il canonico unirsi alla conu pagnia ed offrire a destra ed a manca trai effetti a firma Rampolla; ecco un pievano. un monsignore, un ecclesiastico direttore di Banci inoliarsi intorno óJ cononico fiutand-j un buon affare. Oh! se il cardinale tìampolla (ivci.se bisogno di denaro, ohe colpo?, E non al dieci nò all'otto per cento; e<»lil avrebbe il denaro al sei, al cinque anche! per cento — esclamano in un momento di! sincero aifansmj gli ecc'esiasnci dell'isti^ tuto clericale fiorentino — e non trenta, mai cinquanta, ma centomila ì're anche se ciòl obbligasse a fare uno strappo aiia statuto sociale! — Ma c'è un pievano un po' sca'tro e ben pratico, egli dice, della vita: — Bisogna vedere, osservare, vagliare, non bast* l'induzione logica e positiva che il cardinala Rampolla, ricchissimo non può rilasciare! effetti ad un nipote interdetto; gli uominil d'affari sanno tutti da un pezzo dell'interdir ziohe del Campobello; non basta la piccola) lettera che viene esibita a prova dell'autenticità della firma. Si manda in missione ai Roma un monsignore e quando egli tomai e dice e dichiara in nome del Rampolla cho quelle cambiali sono false, il rimpianto ài grande. Si richiajna il canonico traffichino e gli si riconsegnano meianconicamente quella cambiali che era un reato non solo scontar re ma rimettere in circolazione. E' vero cho si stabilisce di dare al canonico la patente di imbecille come ha fatto ieri, raccontando le cose ad un giornale romano, il pievano pratico della vita del mondo più che dil quella dello spirito, ma ò anche vero che si permette, dopo la dichiarazione del Ram^ pvdla. che «ruesto imbecille, che non è riuscito a gabbare il suo simile, gabbi qualcho cambia-valute laico, qualche ingenuo galantuomo. E le cambiali a firma falsa (or-< mai si sa da tutti a Firenze che la firmi è falsai incominciano a cirare, a via.«""'a.re,! ad andare fra le sottane del clero fiorentino. Sembra che esse abbiano finalmente acquistato quel valore che non avevano se ]w (Irma fosse stata autentica. Accarezzate, allisciate, sono fatte segno all'occhiolino di tutti gli usurai di Firenze, si fanno riunioni, si indicono aste per il loro acquisto. Disprezzato a Pistoia, stanno per passare ad; •morato riposo nella cassaforte di un cleri;alissimo istituto di credito romagnolo a\ Bologna. Occorro che l'arcivescovo della tur Trita città intervenga per non dar loro ri- t)os°- Tutti constatano che quello 85,000 li p di effetti recano firma falsa « Rampola».:' I nessuno pensa a fermarle nel loro scanda- ! 'oso cari can. Se un povero diavolo si pre-, ^ma in una Banca di risparmio per depc-' -itare cinque lire che sono false, perchè egli' ■nn ha la pratica di conoscerle, il cassiere -pletatamente ritira quelle disgraziate cinzie lir;> dalla circolazione, le tàglia, ed il lovero diavolo deve aver fortuna se non l-iisce in calerà. Dalle carte false Rampolla ''itti si distaccr.nn con dolore, cassieri, jrrosi impiegati, usurai constatano la toro falsità o le rimettono in circolazione nel mcr-' ;ato delli strozzinaggio italiano fino a che t preti di Firenze, che le commerciavano, ottengono vittoria. Su di esse un cambiavalute ed un banchiere laici, ma in stretti rapporti con* tutti i prelati .iffurisfi fiorentini versano' diecimila lire. L'affare in realtà è un no' rimpicciolito per il pronrietirio del tesoro, ri contenta de! quinto della somma che dovrebbe avere, che gli è stata elargita dal buon zio in effetti cambiari, anzi, l'ul¬ -