Ciò che dice il comm. Carletti della sua azione al Benadir

Ciò che dice il comm. Carletti della sua azione al Benadir Ciò che dice il comm. Carletti della sua azione al Benadir (Per telefono alftonm, 13, ora 22. Fertilità delle terre Il commendatore CarletM, ex-governatore del Benedir, e nuovo ministrò d Italia a reiterar*, Ita narravo, in una conversazione con un redattore del Giornale d'Italia, quale sia il suo pensiero sulle condizioni attuali del Bcnadir, e sulla sua vertenza col rnaagiore Di Giorgio, comandante le trup ptì del Benudir. Intorno al presbite ed al l'avvenire del Benadir, il comm. Garletti, dopo essersi mostrato entusiasta della no sira Colonia dell'Oceano Indiano, ha detto che una parte di essa rappresentai a suo giudizio, la migliore fra le Colonie dell'A frisa Orientale, fornita come e di ccfl Colonia: il problema degli approdi ed il problema delle comunicazioni. Il primo ^rrj blema (bisogne non nasconderselo) r>resen -a difficoltà particolari. Là natura si è ven- dicata del Benadir, dandogli una terra prò. lzkisa.. ma una costa aspra e. difficile: me.n caziom? Esse sono allo stato primordiale, comunicazioni, 350 Km. proseguire tino a ì.ugh on una spesa <li circa venti mi- che-for' Si essa e bello ed assicurato » Il pericolo del Mullah Il Carietti ha parlato pure del pericolo del Mullah, ed ha detto: . «Io non cretto ad un pericolo del MuJ- lab. Per calere nel Benadir. il furbo bri- gante dovrebbe percorrere una non lieve, di-i stanza, fra popolazioni 'che non possono essere amiche al razziatore di mestiere, per j terre sproniate di acqua. Il Mullah è a-ìmalo da lontano, anziché da vicino, dai so-Llsce piuttosto — proseguì il comm. Garletti ]— H Mullah un pericolo alla Somalia del pericolo lab. Per calere gante dovrebbe perco stanza, fra popolazioni che non pol.,> hià'ìi. che lo considerano come una cavallet. • tri. Anche se egli riuscisse a penetrare nel-! ra nostra Colonia, Giungerebbe cosi strema-'tu di forze, che i nostri ascari e lia nonola-!ziotni a noi favorevoli non dovrebbero supe rare assai difficoltà a combatterlo e respin-igerla Questo pericolo del Mullah, che ogni tatilo scatta su, come un diavoletto, ad ec-1 citare la pubblica opinione italiana, non e-jsiste. | « Cosi la situazione politica-delia Colonia è falò che il nuovo governatore De Martino non incontrerà alcuna resistenza. Costituì-1 n6 m unn vera e propria guerra. Sarebbe i nerò migliore politica attendere la sorte del fenomeno mullista, e. nel tempo stesso che e si procede ad una maggiore e più minuta - conoscenza di quella parte delia Somalia, - Svolgere tutte le nostre cure alla Colonia - e e nord. la cui efficienza economica non è da paragonarsi, come ognun sa, stando alla conoscenza attuale che abbiamo di essa, al Benadir: un pericolo, il quale consigiiereb-1 he di seguire la politica di aspettazione che noi stiamo tuttora concretando nei rieuardi. di quella parte della nostra Co!o:.ia "sullo-1 cca.no indiano, dove abbiamo istituito di re-Icento un residente nella sede di Obbia. D!-!fatti un suo ordinamento che portasse, oltre alla soluzione del problema di un porto a Ras Afun e di uu faro a Guardafili, a sta-|bilire in diversi punti distaccamenti militari condurrebbe fatalmente ad un urto onr.ro la gente del Mullah, che si muterei). di prò- del Benadir, che è ricchissima | messo ». Il personale de'la Colonia. i ! ' e i i i o L'ex-governetore del Benadir posso a questo punto a discorrere del personale della nostra Colonia. » Il personale del Benadir —egli disse — si può suddividere da un Olinto di vista morale in tre categorie: la categoria degli ottimi, dei buoni e dei mediocri. Se il personale venisse mutato, il nuovo non risulterebbe che delle ire kto^tich» catione. In verità, l'ambiente della nostra Colonia non è tale quale una legponda vor^bbe far credere, non vi sono persone squilibrate o pescatori nel torbido, come avviene .spesso di incontrare negli ambienti coloniali. Il sole equatoriale, le diverse funzioni, a cui molti immigrati sono neeessaria11 mente chiamati, il senso di autonomia, qn^I senso che conquista coloro che scendono ir un paese barbaro e fra genti primitive, possono far perdere alcune qualità ed acquistarne delle altre. Ma fuori di ciò, non vi è nulla di più. Io non ho «Mie da compiacermi dei miei funzionari. Gli è invero che tutto si riduce all'inevitabile pette.ffolr-zzr che fiorisce in ciascun piccolo centro dov 'e conversazioni sono sempre identiche. 1. faccio che si incontrano .sempre, le stesse c alla Stampa), e a e atol pi, oo o AIsgli spiriti che si trovano quotidianamente aa contatto producono talvolta, ineluttabil- Dmente, col loro attrito, delle scintille». mIl giornalista chiese a questo punto al ncomm. Garletti: s— E sul dissidio, che, secondo taluni, è vinsito nelle leggi, fra il romando civile ed il. emtcomando militare, che può dire? I due comandi. Nulla di più errato, —ha risposto l'ex- slingovernatore, — che le leggi, 0 precisamente dla leggo a proposito, che riguarda il Be- dnadir, rechino nel loro seno questo dissidio. ' cLa legge è chiara: secondo essa al governa-1vnllffn^ parte politica, mentre, al kflco^s» nil rjn somma che sia organico, fatale, direi qua-!1si. che le funzioni dei due poteri si intrec-1 ccinó fra di loro cosicché ne nascano con-l rn- V.?" "» u« »" ' eocene ne ascaro conò. ,™c ™ im S'orno ali nitro scoppino|Lne, tmti_dftgli uomini hanno U loro peso, per-!"i- rche àfii ^totte-aivWuV»a^kÌo^.N' sempl cernente umana cioò di ner^one Le cleggi possonoi essere buonecXTe ciò'taha una importanza relativa Quel «he g Pporta veramente si è che gli uomini siano! Btali da saper interpretare praticamente Io! ispirito della legge,Occorre però mandare in gspose seccamente : — L'inchiesta, che è stata lunga, minuta. lo ciò^ifn^ di 2£ consiefiern n , if t ? lt8"' ma J- dSwSr^i^SMi■^?r,al, non*™° ri- S^VS^j&SJS 11 ^IP0 deÌBei-i 3jB%^ZJr?,fbngare ph ordinao LSI «f1 coso muterà col nuovo er j ffs ™ " ' '. 1 qVale: t a-ìre s%° Sm^Sm^9 o-L ~R dcU inchiesta Di ti el ■ forse, potrà porta e. . Giorgio che cosa t. • pen^a" l-! '-a/domando azzardata non ha ricevuto a-'".11 «intego dal comm. Garletti: egli non ha a-!nspnsta categoricamente; ma ha lasciato e comprendere che delle conclusioni a cui n-i1 inchiesta stessa è pervenuta non debba e ni Possa dolersi. E del resto che cosa ha conc-1 statato l'inchiesta nei suoi riguardi? Nulla e-jpiù di qualche punto di inopportunità a | proposito di alcune questioni, ciò che ine- è vitabilmente deve ritrovarsi nella carriera no di qualsiasi funzionario, ì-1 e » • speranza delusa. Cosicché ella ha sperato fino a quaran- be el he ta a, ia da tot.o ore fa di far ritorno in colonia e di la seguitare la sua opera1' al t,„ „„j,.:( \ ■ ■ , b-1 ..T "° ™d,uto nel 1,110 4animo ~ confesso he i,^;fo;elnatore..~ qv'ertat sPCranza' ?lla di. Tu davano. u.dlto non }ar>}? le conclusioni o-1 de.lla. Commissione di inchiesta quanto il e-I™1.? 111 fimo convincimento di poter essere !-!uU'e aU.a colonia e di raccogliere i frutti re della mia ittica; perche, ora che l'occupa a zione delkl Scebeli e compiuta, la situazione a-|P°''fica del Benadir è divenuta limpida, noi ito i). ò- ela —neri. on oobe ane ooan^I ir osui vi ahe zr v 1. c tvpgdpeadtdobbiamo procedere all'opera più propria mente economica. E a quest'opera avrei voluto consacrarmi dopo il tirocinio fatto al Benadir. dopo la conoscenza e l'esperienza delie cose e delle persone di laggiù, dopo il vivo amore che avevo incominciato a portare alla colonia, non per ambizione: — quale ambizione avrei dovuto cullare? Fra tre o quattro anni avrei avuto una Legazione, quale mi è stata decretata avantieri; tuttavia avrei, come ho detto, desiderato far ritnno al Benadir. Il mio amore e la mia passione alle cose coloniali sono cosi forti che io nutrivo la più profonda fede di poter essere utilo ancora alla patria e di poter smentire la fama che l'Italia non sappia fondare colonie. Non l'ambizione si suggerisce queste parole, ma, ripeto, la mia fede piofonda ed incroDabile ». Il comm. Carletti terminò dicendo: « Si dice che il ministro distillandomi a Teheran abbia voluto, in certo modo, infliggermi un ammonimento. Tutt altro! Il ministro mi ha dato una prova di fidùcia e di estimazione, poiché, come è noto, Teheran, dove, si svolge precisamente uno crisi che interessa specialmente la Russia e l'Inghilterra, costituisce una sede im;ii rtantissima. — Ed ella vi andrà? — Non ho deciso ancora nulla : la mia inrtenzn dipende da ragioni esclusivamei'te rmesticlie e materiali. Come è facile com•uvndere, una residenza cosi lontana ed un viaggio cosi lungo e malagevole esigerei! l.rro la più ampia libertà di movimento, ciò -'•e non è consentito a chi abbia in patria logli interessi ed ima famiglia ancora teucra. Vedremo. nnczudmtnegslnbds

Persone citate: Carletti, De Martino, Di Giorgio, Mullah