Perchè i Giapponesi sono soldati miracolosi

Perchè i Giapponesi sono soldati miracolosi Perchè i Giapponesi sono soldati miracolosi (Servizio speciale della Stampa). Partii, » ore 1. e ui nsli ai orval neate si ca a n ! e ue, onunloiane li el lma, ha flMldrIl capitano Duval, il quale ha prestato un servizio di duo anni nell'esercito del Mikado, fa interessanti rivelazioni sopra l'armata giapponese. Una delle cose che più colpiscono nell'ufficiale giapponese è il senso del dovere. L'ufficiale non ò tanto un istruttore militare, quanto una specie di monaco guerresco. Egli crede anzitutto di avere una missione da adempiere. L'amer di patria e l'amor della "geisha,, Quando il contadino giunge alla caserma, rozzo e ignorante di tutto, l'ufficiale ha per lui la sollecitudine che il maestro avrebbe per un bambino : gli apprende la civiltà prima di apprendergli l'uso delle armi, gli mostra come si gira la maniglia di una porta, conio sj fa un letto, in qual modo deve comportarsi a tavola. Più tardi, sul campo degli esercizi, per gli errori delle reclute ha una pazienza, una dolcezza incredibili: non punisce gli uomini che sbagliano: è sempre indulgente per ciò che chiama « un errore fisico » ; ma è implacabile per ciò che chiama un «orrore contro il cuore». Inutile dire, che dagli ufficiali si esi^e ima abnegazione morale anche più grande. Un giorno un colonnello del reggimento cui era addet lo il capitano Duval prese una decisione che proibiva a tutti i giovani ufficiali di frequentare le case da thè, dove le geishe versano la grazia del loro sorriso con l'aroma delle loro bevande. Il capitano Duval ne concepì. mqualche st- --oro ; ma il colonnello, un vaio-1 roso ufficiale ch'era stato ferito in Mnnciuria, gli rispose: «Io non impedisco ai miei ufficiali di scendere più giù e di frequentare oltre donine: i bisogni del Ioto corpo non mi riguardano ; ma io curo la loro anfana e non voglio che possa scivolare in essi dell'amore profano, ciacche auesto amore non lesiste mai che a spese dell'amor Del resto, quando mai l'ufficiale gianpo- neso troverebbe tempo per i sorrisi delle geishe? Dalle 8 del mattino alle 4 di sera dera essere in caserma ; ma se il servizio tlcpmIgemsprtgcpcNsspnrur2Ztr&™Z^P!Spc:!|r>on voglio che no<aa scivolare in essi del-'cea 1° esige, non è lìbero che nìì'ora di andare n- in letto. La coartazione dell'ufficiale col sol- to dato è continua, di tutti i minuti. Il lavoro ri- ^fò"JS^^S& Sasla^ ai lomeiio, nummo la manovra, non lascia U da S^B^V ft 110 tf1: qimn$°, ivi U dom°- to %^%£%$TA^^JZ£ |&CT*1)inWat É*Pwro chfrlS'° e>l Bercilo^ giapponese l'età media dei colonnelli jva™ tra i '& ed i 45 anni! I srrnndi capi, . * ciii/.i..i:u, uv.iciie sono • to capiscono € ia t.osta bian ri, sn.vla : ma p» ufficiali sono tutti presi nel re flore della loro mnven.ti'i. porenft sono I meni- ! Si, te «is°r ceS^nr più anziani, perchè sonoj cervelli che con- !l- i-Jx" „„, le bri che esatruisr-ono. perchè sono le braccia . ! mn CPmvnnì inolia v»liN ìtioavaca I ia^ SioxavA quelle più vigorose. e-l Ciò c*ie *a P«U'«« ta1 11 capitano Duval si trovò a Nagoya. ac- d.etto- ad una brigata di fanteria, la cui R. ria durante la campagna di Manciuria stata gloriosa, ma sanguinosa: 53 ufficiai, ne del reggimento erano caduti, e uno solo non n- riportò ferito. In una notte, il reggimento esi vicino aveva perduto 700 uomini. Bisogna ito to. Tuttavia, questi uomini, che contano tra te- i più valorosi del mondo, dicevano al capi- Jc'tano Duval: «VI è, vedete, sul campo di ed ^attaglia un senso terribile: quello della so- mudine: la morte giunge in faccia, senza me che la si veda_ UnaB sola volta, durante la a« guerra,, abbiamo scorto i cannoni nemici. di Fu al primo incontro. Al di fuori di ciò noi ho uccidevamo senza saper dove, colpivamo, ca- na Jf^rturfal^baSte àuS* che si mo fti^ffi pianS^VS SO isolato, anche se la pianura sembrava de- e serta, una raffica di fuoco si abbatteva su- Dio ' bito su di lui-. Tutto ciò che nella guerra si ua scorgere, bisogna calcolarlo come co- tà morta- Cl » hM* con ^visibile, si lotta . l'ombra. La tensione di nervi, in un tft, simile duello, è cosi terribile che non ci si a. abitua. Si è anche meno agguerriti all'ulti- di ! ma battaglia che alla prima. jnebri di ripe aln la ri. Nise. uoi re, ha pe. nto te, ni gi ai ati se te. a aosi ni, nalCome si vince. i Quando il capitano Duval chiedeva al suol compagni : « Ma finalmente, a che attrituite i la vostra vittoria '? ». Essi rispondevano : i «Alla pazienza: oggi alla guerra, l'uomo che può soffrire sedici ore, avrà sempre il sopravvento su quello che non può soffrire elio quattordici. Ora, noi giapponesi possia- mo soffrire a lungo: i nostri uomini sanno rimanere per giornate intere dietro le trln- cee esposti al caldo torrido e alla sete atro- ce ; sono capaci di subire il fuoco del nomi- eo per un'intera settimana, avanzando solo.cinquanta metri al giorno. Si è parlato della furia dei giapponesi, dei nostri assalti fot minei: ebbene, si noi abbiamo terminato quasi tutte le-nostro battaglie con la bnIC- netta : ma abbiamo guadagnato con la len- tezza. con la pazienza, con cui nbhian-io nt- teso l'ora della carica finale. Farsi uccidere all'assalto non è nulla ; sht>*t soffrire nelle trlnceo è tutto. Del resto, questa lentezza dui nnstri attacchi è dovuta alle regole inflessi- bili di qualsiasi operazione di guerra nel r-iór.r!ar>I uporuwp_e ai guerra nei inappone». L'ultimo fa,se d^llo grandi manovre non dura meno di cinque o sei giorni ; ma non è. più spesso, che al terzo giorno che ha luogo la presa di contatto tra le due fw. Nulla eguaglia la prudenza dei colonnelli eiapnonesi in marcio ; nulla eeruaerlia la cura di trincerarsi. Le fortifica!!ioni che venerano elevate, che vengono scavate n.l!» pia- novre, come lavoro e come arte, fono idonei- clw a oueUp che verranno scavate -d "rette in tempo di guerra. (Matin). . ^ . '_ ' j, U t l d dti il ciii/.i..i:u, uv.iciie sono o capiscono € ia t.osta bian i Si, te «ispiù anziani, perchè sonoj , Un aviatore ole rade davanti a mila parson(Si (Servizio speciale della Stampa) Vienna* -, ori* '4. Oggi ha avuto luogo a Paraga, sul campo dl corse di Cuchebald, un'ascensione dell'aviatore Gebert, su areoplano Wright. Circa centomila persone si erano dato convegno per assistere alle evoluzioni dell'aviatore. Alle 14.30 il Gebert si elevò all'altezza di 15 metri circa, per un volo di 400 metri. 11 motore subì improvvisamente una pniiiic e Gebert cadde. Soltanto l'apparecchio è stato alquanto danneggiato Si attribuisce la panne del mo° tore alla cattiva qualità della benzina. w<'i„ * • , bali {Silvestro ingannili tinto (Serrino speciale della Stampa). Boriiti», 8. ore 1. Nonostante l'avviso pubblicato dalla Polizia prussiana, la notte di San Silvestro è stata feconda di risse ed arresti: 139 persone arrestate, di cui 90 per scandalo pubblico ed 8 per percosse e ferite. Inoltre, mentro gli uni gridavano e cantavano, gli altri versavano lacrime di sangue: infatti, per questi due giorni soltanto, a Berlino si sono avuti 21 suicidi e >»8sassinli. L'anno è cominciato piuttosto male.

Persone citate: Duval, Gebert, Wright

Luoghi citati: Berlino, Manciuria, Vienna