Verso nuove conquiste di Virginio Gayda

Verso nuove conquiste Ili COIVltyiERCIO ITAUIAflO USL TURCHIA Verso nuove conquiste (Nostra corrispondenza particolare). Costantinopoli, dicembri). Il problema della nostra espansione commerciale ih Turchia — che ho proposto nella mia ultima corrispondenza — s incardina su -due termini precisi: l'introduzione e la diffusione dei nostri prodotti — la conquista di nuovi mercati. Questi duo termini Si integrano e si condizionano: devono essere analizzati minutamente. Lo studio più sistematico che se ne possa fare, mi: sembra, è quello che considera contemporaneamente le singole zone commerciali con le merci che vi sono preferite. Data la vastità dell'Impero ottomano, con i diversi climi delle sue regioni e il vario grado di civiltà e di ricchezza e le differenti consuetudini di -vita delle sue popolazioni, non è possibile definire, con un concetto e una »numerazione unitari, i vari tipi di prodotti, che potrebbero alimentare la nostra esportazione. Ogni regione ha i suoi tipi. Conviene dunque studiarla partiUwnente. Rimangono però alcune osservazioni generali preliminari. Per i tipi di merci da importare si può dire che essi non hanno limitazioni di categorie. Tutto le produzioni hanno aporta la via. In Turchia non v> 6 e non vi sarà ancora per molto tempiuna Industria indigena : non, vi si trovane un'abile maestranza operaia, e un solid' nucleo di capitali : il vecchio sistema d. legislazione fondiaria, che non accenna mutare, comper.etrato com'è di rigidi isti tuti religiosi, vincola eccessivamente ne; beni vakuf la libera disposizione dei fon di: le barriere doganali elevano a cifr*fantastiche il costo d'impianto del più sem •plicè macchinario: il disastroso sistema turco delle concessioni, che non sembra molto migliorato nel nuovo regime, scori volge le più solide amministrazioni. M'anca dunque una causa indigena di concorrenz-t alle importazioni straniere. Ma queste pe rò hanno un limite nel loro prezzo. Datili minimo coefficiente di ricchezza medi!' in Turchia, solo i generi a buon mercati hanno rapida e sicura espansione. Di soli to, i compratori antepongono il buon meicato alla qualità di un prodotto. Questo uso corrente smiega il successo dell'Austria e della Germania, maestri nei generi di eamelols. Dove è possibile, per i generi di merce, e poi assolutamente necessario cuirare i tipi di «fantasia» e i colori vivaci. Le popolazioni alquanto barbare non hanno i sobri gusti severi dei cittadini dj Londra, e danno pure molto valore alle etichette, ai tappi dorati, a tutto ciò che splende con poca spesa. Su questo punto credo bene insistere. Il commercio in Levante si fa sempre più battagliero per la concorrenza — in questi ultimi anni sono entrati in campo, a canto i grandi rivali tradizionali, il Belgio, l'Olanda e la Spagna, e i clienti, com'è naturale, si fanno più difficili a conquistare. Occorre dunque seguire scrupolo Bamente i bisogni dei mercati e conformare la fabbricazione ai gusti dei compratori bisogni e gusti, che spesso non sono quelli conosciuti in Italia. Quanto ai mercati, bastano poche osservazioni preliminari. Come ho già notato, è manifesta la tendenza al decentramento nel commercio levantino. Costantinopoli non è più l'unico centro dei truffici turchi. Gli esportaiori devono dunque studi aire attentamente le nuove zone già consolidate di assorbimento e quelle che si vanno ogni giorno formando, e iniziare con esse, pir quanto è possibile, un giro diretto di alf.iri, senza il tramite di altri centri. Per quanto scettici ci possa trovare il nuovo regime politico, bisogna pur riconoscere che esso ha suscitato un vasto risveglio economico. Fra pochi anni, nuove linee ferroviarie apriranno al commercio sterminate regioni, oggi ancora quasi vergini : basti ricordare la grande linea che congiungerà, a traverso l'Anatolia e la Mesopbtaimia, i! Mar Nero al Golfo Persico. E' necessario che l'industria italiana, se vuole annrolittarne, faccia conoscere i suoi prodotti prima che ne sia aperto l'esercizio-. In questo, i tedeschi ci In mio dn maestri. I loro commessi viaggiatori piombano doves'iniziano i lavori d'ogni nuova ferrovia, laiseguono passo passo nel siio lento conimi- no e avanzano trionfanti. I nuovi mercati- non si conquistano d'un colpo. Le grandi vittorie devono essere lungamente prepa- rate. La rapida analisi che segue non pretende di essere completa: riassumendo informazioni e osservazioni dirette, tenta solo di precisare le condizioni fondamentali dei diversi mercati turchi. Turchia d'Europa. — Costantinopoli: E' un mercato oramai troppo conosciuto, perchè sin ancora necessario definirlo. Osser verò, tuttavia, che il commercio italiano, già molto consolidato, ha ancora infiniti mezzi di espansione. I tessuti possono dif-fondorsi, specialmente nei rami dello ma-glierie per molta parte oggi in mano ai-l'industria tedesca. Anche l'introduzione dei fez — oggi forniti dall'Austria — po-trebbe tentarsi con successo. I setifici, che già trionfano, non hanno ancora tentato le Sorttrcs (damaschi laminuti) in cui liaFrancia lavora con molto profitto; ar.a forsequesta indi stria è oggi limitata in Italia dal dazio doganale sui filati laminati. Nei •cordami l'Itola, e poco rappresentate: è vinta nei generi'ili Manilla dalla concor-'ronza inglese e da quella belga e russa nei cordonatl: potrebbe però avanzare in qual- che ramo solo curando, a pari qualità, unarhifrliàre apparenza dei suoi prodotti. I bottoni. che avrebbero un vasto campo di smercio, sono ancora poco introdotti. I ve- tri cominciano bene. I mobili, specialmente di stilo, non hanno a temere che la con-lcorrenza austriaca. Ai lavori metallurgici è aperta la via a rapide conquisto: in tut-:ta la Turchia non esiste ancora un forno!metallurgico con impastatrice meccanica. IV'e una ducretn richiesta di automobili, ma la nostra industria è assente. I vasti im-,tanti dell'ultima ora, chiamiano d'urgenzajil materiale elettrico, che assicura buona fortuna, pur che non perda tempo. Sareb-jbe buono il commercio delia carta di pa-jglin: quello della carta di legno per i orior- bali è ?ià aspramente contrastato fra l'Au-ìstria ola Svesiu. |L'industria delle candele steariche, così:fìorente in Lalla, non può sostenersi in Tnrchin. dove in>vecé lavorano molto l'O-1landa, la Francia.e il Relsio: ma onesta1depresslor.p ha rn.uoe oiù generali, che'meritano di essere studiate a parte. Nei prodotti chimici, l'Italia ha perduto la sua [trndizi riente ca. P 6erva forma ancora Nette conserve alimentari si polirebbe, Iil senza troppa difficoltà, vincere la Grecia enei « sotto-aceti », che hanno molto smer-ciò, è abbastanza fa.cile, con i prezzi cor-buon smercio le acque e gli di minerali. Adriannpoli: Consiglierei vivamente una visita, sia pure sommaria, ci questa città, centro della Rumelia orientale, capitale disono cose ancora quasi nuove e non hanno per ciò perduto il loro fascino tradizionale. L'Austria e la Germania, con questo sistema, che salino sfruttare con molta ahilità, moltiplicano attivamente i loro affari. In ogni genere, senza eccezione, il commercio di Adrienopoli vuole il buoni i seni e incrlesi. E pure, il commercio italia nò potrebbe avere molta fortuna: I corti italiani sono, assai più che quelli esteri, i vicini a Salonicco, l'articolo italiano è^più conosciuto, e anche la lingua italiana* ha buone tradizioni. Sarebbe assai consiglia-I nile uno visita, anche sommaria, al vi-i [ i : 1 '1 ! i l. ii . m:'-1lij. - Per i vini da pasto, invece, il mercato èvolutamente chiuso: i liquori si consu- ». l i .nmano relativamente poco: trovano inveceun vilayet importantissimo. I mercanti in-digeni vanno emancipandosi dalla servitùdi Costantinopoli e preferiscono trattanecolori, naturalmente scritti in turco, che.ercato .E' .sopra tutto sensibile la richìe-mercato .E .sopra tutto sensibile la rtchie-sta di satin per fodere, di cascami e di teladi cotone, oggi quasi tutta provveduta dall'Inghilterra. -Hanno pure facile smercio i pellami), la tela cerata, a buon mercato, che viene oegi solo dalllnghillterra; le stufe per le°ma (non per carbone), di cui finora solo il Belgio si occupa, i fonografi, le candele steariche e le armi da fuoco, che provengono per il 70 0/0 dalla Spagna. L'Italia è conosciuta quasi solo tier il chinino, di cui ha quasi un, monopolio. Macedonia: Tutto il. traffico per la Turchia orientale era un tempo diretto a Salonicco, che provvedeva poi tutto l'ainfer, land. Ma oggi i mercati interni, sopratutto di Monastir e di Kossovo, tendono a emanciparsi. I produttori italiani che, irrigiditi dalla tradizione, si arrestano a Sa-lonicco, vedranno la loro 'zona di infl Monastir e di Oskub (Kossovo). A Monastir non esistono quasi ancora veri rappresentanti commerciali, all'infuori di pochi austriaci per i vestiari, e qualche inglese per le macchine aerricolei. l>e importazioni avvengono per i due terzi ancora per il tramite di Salonicco. Di qui un successo assicurato alle contrattazioni dirette. Lo hanno dimostrato le Case marsigliesi, esportatrici di farina, eh© sono riuscite a soppiantare quasi intertrmeinte il commercio itafliano, prima assai fiorente. Fra le merci più richieste noto sopratutto: i prodotti chimici e saponi, i cuoi conciali, le maioliche, le passami an ter te, i fazzoletti, i tessuti di lana e di cotone e legarze per abiti femminili. Specialmente leione, si arresta,no a sa»sempre più restringersi ...luenzn. Credo sopratuttobuoni, per il nostro commercio, i centri disovo, le importazioni straniere raggiungo r.o la cifra annua di trenta milioni di fran. chi. Nel tflOi, l'Italia occupava, frale Nazioni esportatrici, il secondo posto: oggi è scesa al quinto. La sua decadenza è dovuta, sopratutto, all'emancipazione del vilayrt dal commercio di Salonicco. L'Austria ha conservato ili suo giro d.i affari, che alimenta direttamente da Belgrado: l'Inghilterra ha abbandonato gli intermediariì di Salonicco: ma gli italiaml non hanno voluto iniziare trattative con i com-me.rcinnti indigeni o sono stati, rapidamente sostituiti dai produttori austriaci, tede- fodero in colore (drilìs) assicurerebbero al-l'Italia buone fortune. Nel vilayet di Kos-enttn lo i-m nnH fiTtnni cittì ri mro rn n-rrln n-rr ii_layet. Fra le merci più ricercate noto i filali di lino e cotone, le lanerie, gli impermeabili e le macchine agricole. Epiro: L'Italia supera, per la sua vicinanza geografica, i concorrenti. Nel 1907, sugli 8.-168 mila franchi, che rappresentar no il commercio totale del vilayet, essa compare con 2.960 mila franchi. Ma in Al- i bania e in Epiro potrebbe avanzare anche ' più, in ogni campo. Invece è languida.. A ; Jnnina, l'importazione delle farine italiaIne, cresciuta fino al 1907 (da 212.500 fran1 chi, noi 1905 a 775.800), va oggi decadendo, I battuta dalla concorrenza francese e ame|rLcana Turchia d'Asia. — Trebisonda; Il merca-jto di Trebisonda è già conosciuto dagli esI portatori italiani: ma non ancori intera | mente sfruttato. Pure, è centro importan• tissimo. Schiude, per Erzerum e Tabris, una dielle più notevoli e facili vie alla Per'sia. Sarà presto il punto terminale della linea ferroviaria diretta a Erzerum, e a priirà con essa vaste regioni dell'Anatolia, iO"~i quasi ancora vergini. L'Italia vi im porta già i suoi tessuti, ma potrebbe facil mente introdurvi prodotti farmaceutici, s?a poni, derrate alimentari, porcellane, terra glie, vetri e mobili. l Armeriia-Curdistan: Ricordo sopratutto le tre città di Erzerum, Bitlis e Mosul, cen. : ti-i di regioni popolose, schierate sul con!fine orientale della Persia, I La strada abituale, che conduce a Er zerum, parte da Trebisonda: sarebbe nero ,da studiare .credo con successo, una nuojva via, che fa capo a Rizah, pure sul Mar Nero, preferibile perchè più diretta e me jno accidentata. Fra le importazioni più j correnti e consigliabili noto gli sampati, prima solo proceduti dall'Inghilterra ed ìogKi anche introdotti dalla Germania, che |ha trionfato con i suoi tipi detti di bazem. : Por il clima aàisai1 temperato, anche d"e state, dovuto all'elevazione montuosa del1 In regione, si ricercano tessuti alquanto 1 spessi. V'è richiesta anche di flanelle e di ' oelour, in cui già sono rappresentate al- cune Case inglesi e italiane. Preferibili i [colori vivaci, I abitanti v ! fa capo a Beirut, conduce Alenpo, donde si inizia un , niera per cammelli, diretta I mercanti indigeni si provvedono oggi a Basrdad, ma inizierebbero assai volentieri contrattazioni dirette. Le lingue d'uso commerciale corrente sono l'araba e un poco la francese. Le vie di accesso a. Mosul sono tre: la prima, partendo Nero'», .tocca Diarbekir (.strada e ijuindi. Mosul, scendendo ra ri corso superiore del —- — - j.w..w-a uui i^um uiv,^sjto persiano, i due centri meritano dunque i tutta l'attenzione degli esportatori. Pure ein'n» ennn clnl! „ », „*_..U...: ! sin'ara sono stati ancora poco sfrattati ij.iin.j...iLi. abbastanza il frariceseVla lingua^ómmer"- 1 ciale indigena e l'araba. I prodotti più ri- : cercati sono: abiti di lana, tessuti dijseta, dall'industria europea Conoscono scilo, per rade visite, qualche commlesso viaggiatoreinglese, ^s™i.^st^?: _Y»_ ?_ 'ino e cotone, corde e cordoncini^ carta di !'."- Essa lavora, sopratutto, sulla base delbuon mercato. ' Stria.- Non mi occupo di Smirne, giàtroppo conosciuta dal commercio italiano: noto che l'Italia lavora troppo poco nel- l'Arcipelago- e mi fermo a considerare più minutamente la Siria, per i nuovi orizzonti che apre e i problemi che vi sono da ri- solvere. Nella Siria in genere l'Italia va già solvere. Nella Siria in genere l'Italia va già! progredendo, a spese della Francia e del-1 l'Inghilterra,' ma ha ancora un largo camooaperto alla conquista. Il porto di Beirut è centro di molte carovane che vengono dal-l'interno- Damasco SDecialmenteTalmentainumino, uamasco speciaimeme^ aumentain buona parte i commerci degli Irak-A- — " i —, * - - sondretta, che nel porto di Beirut, perchè importa una minor spesa di sbarco e di K«lli „„,.l„,l» i À!~ltf. „.™».,> ..ne! ,li bolli ed esclude i diritti, spesso gravosi, di -. '. solo tó'ad-liÀ^di^'lir^rrBdratnon è più l'unico punto della costa che schiuda una via all'interno: certo non è porto realizzando un beneficio complessivo del 60 0/0. Lo scarico di sei balle di cotone, ^ esempio, costa. 137 piastre a Beirut e ogffi il Diùconsi(?liabile. Per le merci dirette ^.^^bitta Percorsa _dalla ferrovia che si è progettata. Alessandretta è il vero portonaturale di Alcppo e Aleppo è, si può dire, Più importante centre orientale di rifor- cimento della Mesopntamia : di qui il suo alto valore commerciale, *"'* Tenterò di definire, in un'altra prossima corrispondenza, i vari metodi che si im- corrisponaenza, 1 vari metodi che si ìm- Pongono alla nostra esportazione. Dietro l'arida e schematica enumerazione di dati c di fatti che precede, v'è uri fervido ri- r-hif)mo all'industria italiana per le nuove,vaste» ffloriose battaglie che 'attendono, > <= Virginio Gayda.

Persone citate: Aleppo