Una famiglia araba influentissima promette il più largo favore

Una famiglia araba influentissima promette il più largo favore Una famiglia araba influentissima promette il più largo favore air Italia in Cirenaica (Per telefono alla Stampa). Roma, 8, notte. era stato incaricato di una misteriosa m 1 el o1 ai nj e e e e! turchi a Sirti 0 a Sokna, dove aveva cer Come gli arabi sarebbero disposti ad aiutare gli italiani Uno dei corrispondenti della « Tribuna » da Tripoli ecvive -lungamente delle vicende drammatiche occorse in questi ultimi tempi ad una famiglia d\ arabi, quella di Hacmed Boy Montestor Pascià., per i legami di amicizia che la uniscono .all'Italia. La famiglia è composta del vecchio Pascià, di ottanta anni, e di tre figli, il maggiore dei quali, Hacmed Bey, ricopri Botto l'antico regime alte cariche, ed eletto deputato sotto il nuovo non venne convalidato per l'ostilità dei giovani turchi, alle cui idee non aveva voluto aderire, avendo conosciuto di che cosa si trattasse quando aveva vissuto a Slamimi por fare i suoi studi. L'odio dei turchi si manifestò con una lunga serie di' persecuzioni contro lu famiglia, che gode grande autorità nella -regiono sirtica., essendo stretta da legami di parentela con numerosi capi tribù 0 con lo stesso grande senusso di Kufva. Un figliolo del pascià era stato assassinato dai turchi. Al momento in cui il corrispondente si reco nella casa di Montestor Pascià, posta in una località od oriente di Tripoli, questa era in lutto poiché si riteneva che tnmente incontrata la morte. Quella sera Montestor Pascià dava, in segno di attaccamento, un pranzo alle autorità e nota a e e - , mei. ben, a condurre un corpo di rego lari arabi a combattere al vostro fianco contro 1 turchi. Formeremo noi la prima j linea' della battaglia: le vostre forze, che ;bastano anche se limitatissime, devonoaolo ]proteggerci alle spalle. Siamo tre fratelli: - se i-uitimo non è stato trucidato dai tur- chi uno «i avanzerà verso l'interno e oc- . .. tn\.„n i'n,,*ri,.itA ,i=i „„, ^peià 11 Jokna per ì:««ogttàjaal nome ubbidito dalle tribù, o ingrosserà le file ; lungo la strada. Gli altri due, in direzioni : oppóste lungo la costa, si dirigeranno ri spettivamente verso Bangaso e verso Tri il più giovane dei tre figli, il prediletto del- ;la famiglia, non ancora ventenne, g-uérrié- ro e avventuroso, fosse stato catturato dai! bilità italiane, un pranzo che è una spe- eie di cerimonia sacra degli arabi e che ll!corrispondente descrive. Dopo il pranzo vilfu una conversazione sostenuta dal mag- Mgiore dei figli. Hocmftd Bey, che è assai colto. Il corrispondente gli chiese una in- tervistn, che ebbe la sera seguente, per sentire quale era lo spirito degli arabi ver- so di noi e in che cosa poteva valere del-1 la forza vantata dalla famiglia del Pascià e dei suol parenti. Il Bey dunque ha-detto |al giornalista: "Formeremo noi là prima linea di battaglia... „ «Non appena il governatore crederà di occupare la Sirie, che è la regione dove la ?Ia^ìnPviu^ uunb:,'la mia Mta e tutti 11nostra famiglia ha grande potenza, mi o^||W»^W^?;'-> mia vit* 1 poli per Incontrarsi col nemico, dopo averei mazzate il .terreno con le forze italiane, i Le nostre relazioni col capo dei Senussf so-|no tali che siamo Sicuri della piena appro- vazione dei nostri atti da parte eua» I1JBey„dopo riPetuto che parteci- pando alla nostra impresa egli difende 1 suoi interessi (sicché parlo sinceramente), ha detto che l'unione delle forze arabe con a e i;;,.! ti n*v li-, «n»» »n^Mfte7eW^!fcftenènte ne'ì m!sso K&FJi,* r.afnPm*««7Jfnn Imico dell Italia, una vera questione reh- giosa non sorgerà in Tnpolitania, in con- seguenza della nostra occupazione. Gli a-irabi mussulmani non hanno affatto biso-;gno di pregare in nome del califfo di Co-istantinopoli, che. non hanno mai ricono- sciuto per il rappresentante legittimo del Profeta; eche secondo il suo rito può farei te piena fed7te"p7^hiera~'in nom^dV^d'Italia Durante il lungo colloquio con Hacmed Bey, l'inviato della «Tribuna» gli ha domandato notizie del fratello Abdel El Radar, e ne aveva avute risposta chi queeti era stato incaricato di una misteriosa missione. Quando Abdel El Kader fu di ritomo, il giornalista fu di nuovo invitato, in oasa. del Pascià, che questa volta eja in festa, perchè il figliuolo, che àvòva fatto parte dell'equipaggio della «Marco AurelidH-tncaricato delle ricerche della missione Sanfilippo Sforza, era ritornato In compagnia del fratello che dalla famiglia èra stato pianto pei' morto, perchè rltenevasi che lo avessero trucidato i turchi. ... ... Una drammatica fuga Abdel El Kader ha raccontato la varia vicende già noto del piroscafo. Dopo che la fucilate turche non avevano reso possibile lo sbarco sulla spiàggia sirtica, egli'con quattro altri sbarcarono in un luogo' deserto e riuscirono a- comunicare con 1-.nostri. La situazione era là pericolosa, .poiché gli arabi della costa tra Bengasl e'Tripoli non prendono ancora parte alla guerra. I turchi . fanno grandi pressioni sul capi, e si vendicano di quelli che sono dubbiosi di mettersi nelle file dei combattenti. — Mio fratello — racconta Abdel — era quello più tenuto di vista: noi abbiamo molte tribù che lo avrebbero difeso strenuamente.' Il Gaimakan lo invitò a prinzo, con le intenzione di trucidarlo; ma'«alo ; fratello comprese, e fuggi con pochi uptni fldati. guadagnando i paesi dell'interno, ! « K''uppo fu assalito dai turchi; e nella battaglia che. el un pegno, mio fratello col¬ pi gravemente un ufficialo turco e fuggì ancora riparando a Tokna, dove fu accolto dalla moglie dèi Mufcasserif, che 6 nòstra parente, che lo tenne in casa fino a che !non giunsero i turchi a-proclamarlo ribelle, lli giovane riparò. allora, dono avere ga MonPato du,e notti :ertìP6 giorni,. In una aie cote, moschea senussita, che gode del di ritto di as,lo per i ricoverati dì essa. Nella moschea trovò un nostro cugino, ufficiale disertore dal campo, fuggito per salvarsi 1 dalla vendetta turca, "I turchi scoprirono il rifugio e ordina | ^ £loSceik di domandare subito, al 'accompagnavano cedettero i ioro abiti ai 1fuRgUk|*n grupp0) salmodiando, usci dal Gran Senusso à Kufra la consegna di essi. Una notte io èro-alla ricerca della missione, e mai avrei sospettato dell'esistenza ■ di mio fratello: entrai-nella moschea c mi trovai nelle braccia di lui. Ero In compagnia di tre miei «ervi, che vestivano' del |!^a^_?^?^Jdu*id,. ^'.^f m! la moschea, e si diresse verso la riva: una nave ci attendeva In una insenatura: eravamo salvll» Abdel he. concluso la sua intervista dicendo che liei territorio visitato dal fratello le forze turche sono limitatissime: un centinaio di regolari e un trecento arabi.

Persone citate: Abdel El Kader, Botto, Hacmed Bey, Italia Durante, Kader, Profeta, Sanfilippo

Luoghi citati: Cirenaica, Italia, Roma, Tripoli