"La bella Risette"

"La bella Risette"Operette nuove a Torio* "La blla Risette"i Operetta di Wilner e Bodansy Pli musica di Leo Pali {Teatro Alfieri -16 Novembre) i d di l Il prologo, o primo quadro, di ila bella Risette» ci riconduce al secolo undecime cioè un po' indietro per le consuetudini della operetta moderna viennese. Ma nel secondo quadro eccoci già al 1400, e una nota del libretto ci avverto che il terzo quadro si svolge tre settimane dopo il primo, e 11 quarto un unno dopo il terzo. Tutta questa matematica non ò atta certamente a predisporci alla semplicità. Invece il libretto dei signori Willner e Bodansky è tutto ciò, che di meno complicato s'è avuto nel campo dell'operetta in questi ultimi anni. Tuttavia, anche semplice come è, ha ancora qualche cosa di troppo. Poiché del primo quadro — quello del mille — si potrebbe fare molto bene a meno, se esso non giovasse al compositore come trama per ricamarvi su qualche fioretto sentimentale con l'aria di spiegarci la causa per cui noi, quattrocento anni dopo, avremo 11 piacere di as sistere alla festa di «la bella Risette», cio-ì ad una specie di commemorazione allegra dell'amore infelice di Re Guiscardo: di re Guiscardo di Burgundia, che per avere troppo amato la pastorella Risette ebbe molti e non lievi crucci in vita, fra cui quello, abbastanza importante, di vedere la fanciulla amata suicida per lui, con rischio anche di oerdere il trono, se pure non lo perdette, come sanno certamente tutti coloro, che ri sono occupati della storia di Burgundia. Cose del mille, naturalmente, ma non per ciò meno commoventi. Sembra dunque cita a ricordare degnamente tanta storia d'amne i buoni pronipoti di Re Guiscardo noti trovassero di meglio dell'Istituire una fèsta, rinnovatesi ogni diciassette anni, a beneficio di diciasette ragazze del villaggio di Beausèjour. che in quel giorno avrebbero avuto 11 diritto di scegliersi un marito a Corto senza conoscerlo. Cloe — veramente — la scelta era connessa con una piccola clausola: l'uomo prescelto doveva andar prima a passare tre mesi con la fanciulla, che gli aveva ofi.ìrto il pomo, in piena libertà campestre per constatare... la possibilità di un matrimonio felice. Una cosuccia da nulla, come vedete. Re del paese — ove vige la gentile e onesta costumanza — è Pietro. Ma a quanto ,*?.re egli è un uomo evoluto; e da lui apprendiamo che egli a Risette preferisce le •grisettés», che conobbe in un viaggio a Bologna. Ed anziché assistere alla festa, va a caccia e lascia che altri lo sostituisca facendosi credere il re. Còsa facile, perchè le ragazze non sanno nrplo facria egli pbbia. Ecco dunque il Conte Edgardo trasformato provvisoriamente in re. mentre il re vero si trasforma in un semplice Nembi-otte del secolo undicesimo. Ora vedete le combinazioni! 'Re Pietro deve sposare una principessa Margot, ed i fidanzati non si conoscono affatto. Viceversa la principessina è capricciosa. E fra i capricci,-che si annidano nel suo cervello, c'è .questo: Di conoscere il re in incognito, per vedere se la sua ilgura le è simpatica. Cosi si trasforma in contadina (evidentemente il mille aveva già i suoi Frégoli anche nel sesso debole), e compare a Corte fra le diciassette fanciulle. Il re — o quello almeno, che essa crede il re - le va a genio. Alla sua volta tra le sullodate ragazze c'è anche una Giannetta sentimentale e di puro sangue contadinesco, di cui il vero re — creduto un semplice bracconiere — si innamora. Cosi ecco i quattro filare l/idillio trimestrale consentito dalle leggi, che regolano la festa di » la bella Risetta >, fra il profumo del fieno e i teneri belali delle agnello. La principessa Margot ha naturalmente un padre. E questo padre viene appunto a Corte per combinare le nozze. Quando peraltro scopre che sua figlia non ama il re, ma un semp'ice cortigiano, grida, protesta; tanto che Giannetta rinuncia al suo amore e va lontano. Re Pietro rimane solo, sconsolato; ma oramai quello che è fatto è fatto, ed il padre di Margot deve pure decidersi a concedere la mano della figlia ad Edgardo, il finto re. Questi alla sua volta, attraverso una finzione scenica, che si riannoda un po' sii finale di II capitan Fracatsa, e un po' a * Va racconto dMnverno » del Goldmark, riesce a guariie il re vero... E come? ridandogli Giannetta, trasformata (non è mia la colpa se anche qui c'è una trasformazione) nella Risetta della leggenda. Su questa trama il Fall ha scritto una musica df una sentimentaMtà un po' volgare e floscia, alternata per fortuna con qualche vivace ritornello, ebe ci noluama alla mente l'autore .di « La principessa dei dollari' • e di « La divorziata >. Ma ci troviamo quasi sempre fra «moscenze più o meno vecchie, più o meno care. E manca la cosi detta pagina «à sensation ». Il ; .«"clou » cioè, su cui soltanto si può imperniare un grande successo. L'opera corre talora irritandoci con l'enfasi sonora, talora titillando graziosamente l'orecchio; ma non una pagina riesce veramente a trascinarci con sè per originalità o per ricchezza di vena. Nondimeno La bella Risette fu vivamente applaudita, e si volle anche qknicne bis. Ma troppo spesso questo applauso rivelò un po troppo apertamente il partito preso, anche a causa della intempestività. L'operetta, che depo tutto si sente ■con piacere* discreto, perchè agile in molte parti e varia nell'insieme, «bbe un'esecuzione accurata e vivace. L'enfasi musicale e le volgarità si riverberaro'no talora sull'interpretazione, ma non ne faremo grande colpa a- nessuno. Notiamo piuttosto fra gli esecutori la Bassi, ■uu po' timida, ma aggraziata e fine; la CiUag, sempre colorita e vivace: lo Zanesi. 11 Valile, la Bracony, il Navarini. Notevole, carme sempre, l'allestimento scenico, e in qualche punto veramente sfarzoso. L'orchestra fece del suo meglio, ottenendo Kjualche buon effetto in più d'un punto. E l'Istrumentale non. è facile. Ma forse qualche prova di più non sarebbe stata superflua Comunque, anche auesta operetta del Fall è giunta in porto felicemente. Non oseremmo affermare che debba ugualmente irimanere a lungo nel repertorio delle operette più in voga, sovratutto perchè la bellezza In essa è più negli episodi secondari, che non nelle pagine più importanti. E le .manca quel non so che, donde nasce una corrente .immediata di simpatia tra l'autore e il pubblico atta a sprigionare la scintilla dei grandi, degli Indiscutibili successi. fcirnsì I

Persone citate: Bodansky, Conte Edgardo, Fall, Goldmark, Navarini, Re Pietro, Zanesi

Luoghi citati: Bologna