Pio X e il card. Vannutelli

Pio X e il card. Vannutelli Pio X e il card. Vannutelli Il linguaggio patriottico dell'Alto clero e la condotta del Vaticane Roma, U, notte. (A.) — Pio X ha oggi ricevuto il cardinale Vincenzo Vannutelli e si afferma che l'udienza fra l'eminente porporato ed 11 Pontefice sia stata cordialissima nonostante tutte le dicerie corse intorno al preteso dissidio fra il Papa ed il cardinale, che fu uno fra i più abili diplomatici della £ahta Sede." Il dissidio fu' provocato; come ricorderete, dall'avere il Vannutelli, durante le nozze Patrlzi-Odescalchi, fatto voti per il trionfo delle armi italiane in Tripolitania. Questa sera il ricevimento odierno aveva riaperto l'adito alle discussioni sull'atteggiamento del Vaticano, di fronte alla guerra italo-turca e si affermava che il cardinale Vannutelli aveva dato al Pontefice le più ampie spiegazioni sulle parole da lui pronunciate in una riunione di carattere privato, come era il matrimonio celebrato] avanti al soli intimi delle due case principesche e nella cappella privata di caca vsnttttstsrdlalOdescalchi, parole" che ili nulla intende-1mvano coinvolgere la responsabilità politica'cdella Santa Sede. D'altronde il cardinale! avrebbe fatto osservare che, trovandosi di n,_„_♦- „ j j. ^ v, „.,„, „u- „ gfronte ad un discendente di colui che a ELepanto fece trionfare il gonfalone della fChiesa, nell allocuzione gli venne spontaneo dil raffronto con gli odierni avvenimenti'fil'augurio che formulò, se poteva non pia*; dcere alla Porta, presso la quale il cardi- ^ tnaie Vannutelli fu lungamente accreditato ènei euoi primi anni di carriera, ebbe il nie-trito di nartirp dnl rnnr« .vDel restei il[cardinale Vannutelli ai sareb'-'chA n«™.«« £!? JtbI2££i ^l^tA^t' ì? iLJ^cW Jfi. £.h 09servare>. sorridendo, ta! Pontefice, che egli era ormai abbastanza punito dalle parole pronunciate cosi dalla jSanta sede che dalla Turchia: dalla San- èta Sede col comunicato dell'« Osservatore tRomano », che, se non deplorava con pie- scisione il discorso cardinalizio, deploravo .sii suo contenuto, e dalla Turchia con lai nradiazione dai ruoli dei decorati dell'« ì?a-:tuè-., alta onorificenza ricevuta dal Vannu-ietelli allorquando si trovava costretto a Mi.cno. lale radiazione era stata comunicata cpochi giorni or sono a mons. Sardi, attuai- vmente delegato apostolico presso il Sul- ta.no, a cui la Porta a sua volta l'aveva fatto sapere con un comunicato per mezzoLdell ambasciatore di Austria. Pio X, dopo ltutto questo e dopo avere un po' brusca- mente ripetuto al Vannutelli le alte ragioni che J'avevano condotto al biasimo indiretto I si sarebbe rappaciato col porporato c i]icongedo sarebbe stato dei più cordiali. jContinuano intanto da ogni parte d'Italia ! le manifestazioni degli episcopati in favore rtene armi italiane. Domani uscirà, edito'dai Desclèe, un puscolo che tutte queste!manifestazioni riunisce iniziandole con le pnroic di un augusto vegliardo in fin di vita, colle parole del cardinale Capecelatro. I L'opuscolo ha per titolo « Per la spedizione! « italiana a Tripoli, l'amore della patria ! «éd i cattolici particolarmente in Italia ». |particol E contiene l'ultima pastorale del venerando arcivescovo di Capua. Non sarà male in quest'ora solenne riportare quanto il cardinale Capecelatro scrisse rivolgendosi ni clero ed al popolo. della sua archidiocesi e riprodurre quella! sua pastorale che incita con parole gravii ed affascinanti tutti t riltnlipì ri'Ttnii.i ni uascmo testualmente: |« Ora, che parecchi dei nostri cari fratelli Italiani coraggiosamente espongono la loro vita in guerra per il bene della nostra Italiti a me eh a voi, miei'diletti-figliuoli. no'n*levH bastare di accompagnarli col desiderioi-della vittoria e della pace, ma dobbiamo farei qualche cosa di più. Dopo aver dichiarato ad'essi che noi li amiamo e li accompagnamo e l d a i o i l n e e i e e e a con la nostra fede, volgiamoci con fiducia al Signore, Iddio degli Eserciti, e preghiamolo fervidamente affinchè il sangue dei nostri fratelli sia quanto pussibile risparmiato, c che 'issi guardando alla Croce, che sventola sulla loro bandiera, si purifichino nella fede e comprendano bene addentro il significato nobile e misterioso della Croce di 'Cristo. Preghiamolo altresì il Signora, nelle chiese, c mollo più nell'intimo dei nostri cuori, affinino lu vittoria dei nostri non sia soltanto una vittoria della nostre. Patria, ina un trionfo Iella religione cattolica e della cristiana ci-lHiinV i&^L^VLl10 la Vittoria, degli Ita- nini diffonda un aura possente di religione in quell'Africa, che un tempo ardentissima Iella nostra fede ci dette il piti grande dot- iore della Chiesa e forse il più grande tn-:ifegno -della cristianità: Sant'Agostino. Infine, io chiedo a voi, miei rari figliuoli e fratelli, che volgiate preghiera n Dio, affinchè si coni- ì.iu un mio desiderio vivissimo: cioè che uno primi atti d Italia a Tripoli sin l abolizio- et ■ne di quella, trattu degli schiavi, che è certo una vergognosa onta rimasta ancora nel l^dV7òl^~tr^~sacolÌ*arc^iàn^a^ 1m tutto cuore vi benedico. — Firmato: Alfonso!cardinale Capecelatro, Arcivescovo di Capua».!Sarcbbe un errore però dare dell'arcivescovo di Capua ed a quel] episcopati italiani un valore che esorbita da una missione di italianità del clero ita , inéllf. 7wii nllSl e o , , r n y , i 1 i a a t. a o pena ^n^oVsLTV^U^ •iò non è ed è bene che non sia óer il Va SifffilSlS a^niasHiSff &%&b& ^r**uh\ ?^fSfc« » tnr.t; 'ni Vnt^ Sìhì HffiI pagina indelebile nella stona della -nuovaItalia e le loro parole e le-loro idee sono ^^^ì^s^&^aWdannoso per noi appunto perchè si è volutelpresentarle come parole e desideri del ViSticano. Di qui la'straniera credenza chol'Italia voglia far trionfare in Africa qual«che cosa di più che la sua bandierai é'SSsaflié^ro^ il campo internazionale. Si impone quin-di chiara e limpida la differenziazione fra la dimostrazione della Chiesa italiana, che dimostra il suo patriottismo — come luhanno spesso dimostrato per ragioni nazionitali lo chiese cattoliche francesi, quelletedesche, quelle spaguuole e quelle aiue-ricane, — e l'atteggiamento della Santa Se-de, che deve provvedere a salvare il carette-, re internazionale del Pontificato. Ma Pio X se qual internazionale del Pontificato. Ma Pio X si è irremovibilmente deciso a compiere il=insi in.anifesta''ione Qualsiasi niotest-i SSSvSS."^LSr?! 5 ih questo senso, e questo egli crede sia il più grande servizio in esplicazione della sua alta missione, non può dunen- ticare di aver animo e fede di italiano. La nostra è guerra di conquista è solo la malafede dei giovami turchi intende di scambiarla per guerra di religione — e non dei soli giovani turchi! Non è molto, a Bu-dapest era il « Pester Lloyd » che pubblicava un lungo articolo, appunto per dimostrare che non l'episcopato italiano, ma Pio X ed il Vaticano erano per l'impresa di Trìpoli, e che la guerra attuale era una guerra di religione, una crociatal L'appel kì*ìi" questa "guèrra ha carattere religioso, diceva l'articolo. La croce dei Savoja, che si trova nel tricolore e che rappresenta siiti- bolicamente la croce Ira generale, è chia-mata a trionfare sui combattenti. Il Papa,vecchio e sofferente, parteggia per gli arci-vescovi italiani». Occorre smentire, giù- ] tamente afferma Francesco Coppola nella Idea nazionale ». « Andare a Tripoli — gli dice — con la benedizione del Papa saebbe stato deplorevole per l'Italia, deplorevole all'estero, dove i nostri nemici non avrebbero manicato di gridare alla guerra santa per suscitarci contro il fanatismo religioso degli arabi e dei berberi, deplorevole all'interno, dove 1 soliti demagoghi sarebbero stati troppo felici di poter denunziare nella nostra impresa lo sforzo di tenebrosi interessi clericali. L'aperta e categorica sconfessione .di Pio X na dissipato fortunatamente il pericolo». Le manifestazioni patriottiche dei prelati, degli oratori cattolici restino dunque semplici manifestazioni nazionali. Ciò non toglie nulla al loro vero valore, al loro vero significato. Il Papa provvedere, se occorrerà, a mantenere integro l'Indirizzo politico della Sua Sede, dimostrando cosi al mondo l'indipendenza che l'Italia ha saputo dare alla sua missione. Il pilla del [tini iggloito ai capi tribù di Homs Roma, 14, notte. E reso noto il testo del proclama che il colonnello Maggiotto, comandante l'8.o reggi; 1mento bersaglieri, 3m lanciato il 24 ottobre ai 'capi-tribù di Homs. Eccone il contenuto: ! "- Al delle tribù dipendenti da Homs, nel nome di Dio clemente e misericordioso, re- aCSlnbcCc gnando Sua Maestà il potentissimo re -Vittorio Emanuele, che Dio conservi, io, Giovanni Mag fiotto, comandante te forze italiane Incaricate di porre fine al governo dei turchi In Homs. fin nome del tenente-generale Caneva, comnn; dante in capo delle forze italiane in Tripoli ^ tanta, rende noto che il Dio di tutto il creato è il Dio di tutte le .religioni .L'Italia non dntenete fare la guerra contro «li arabi, ira .vuole proteggerli, favorirli, migliorarne le 'condizioni. Saranno rispettate donne, rellgio moschee, proprietà, costumi. Ogni capo trjbù rlmarra Ml flUO diritto a comandare il popolo. Non dovete credere a quello ohe j turchi dicono contro di noi, perchè l'Italia è qui soltanto per il vostro bene. Voi, capi tribù, dovete trattare direttamente con me e senza timore, ma pacificamente, per uon co .stringermi a distruggere, scnzaaltro, col capi none 11 sacro ed 11 profano. Anche il Mti:tasserif venne a parlamentare oon me a bordo ie f« HJgg»} j£822K°L&'■SS^SLySXMiES.'WE&K dtoffl' coX comandante. - F.to: Il comandante Gio vannl Magatalo ». • . Quali SO 110 V©railieilte L • j n „™„i»« *„„„!,; >j le Condizioni degli araDO-tnrclll / Roma, 14, mattino, . „,. . . ox I ^ «Vita» notando che nelle ultame Zi i°re si sono diffuse le affermazioni più nr jbitrarie intorno alla potenzialità ed alle ! condizioni degli arabo-turchi intorno a Tiri Poli> scriv° che in materia ci si deve di'fendere sopratutto dalle esagerazioni. Iri!dubbiamente poi, ad onta degli sforzi degli ufficiali turchi per concentrare il maggior numero di combattenti, non si mantiene 11 I grosso dell'esercito nel deserto della Tri ! Polltanla nè e P0SSll)lle trasportare facil ! men.te » dorso di cammelli armi e muni |zlom Per molte migliaia di soldati. Umili iiii di Hew York contro la stampa anti-italiann . ! Parigi, 14, mattino i Telegrafano da New York ni New iorlt Iie rahi che diecimila italiani, membri di bo- |«izlo ert h;lmK, yotalo m 0,Ainc ^«1 giorno i in cui si biasimò ft linguaggio bugiardo di o peri' giornali di New York, si donunziauo ì conispondeiiii screditjiti che fabbricano notizie n*l^r macchiare il norne italiano c attaccare looi-nore dell'esercito italiano, ei I nomi d-i questi diversi giornali furono acd'coiti da lunghi fischi. Invece grandissimi apo plausi hanno salutato il nome dall' Herald l quando gli oratori vi allusero. L'adunanza era presieduta dal barone San Severino. Telegrammi furono mandati a Re Vittorio e al generate Caneva. La partenza del 37° fanteri tliì Alessandria Alessandria, 14, mattino o e a e c a o -l Alle ore 11 precise è partito, diretto a Nn- poli u 37.0 reggimento fanteria qui di ston e * ' „,,,, si ri„nirà eoi "SO o di euarnieione e a L ' SJ llulfi ■ ! -»l % ? 1 1; - proveniente dalla vostra città. In complesso -:"" totale di mille uomini circa. La dimo, strazione che Alessandria ha fatto ni prodi , che partono per la guerra rimarrà indimcn- ticabile. Mai ho assistito ad una esplosione o sjmue di affeltto c di entusiasmo. Stamane - per temp0) prima di uscire da] quartiere o l della Cittadella dove era accasermato il m reggimento, i! colonnello comandante cava o!nere Prato, arringò i soldati pronunziando .!un elevato discorso d'occasione, discorso a- a scollato religiosamente dall'ufficialità e dali 10 truPPe- Poscia il reggimento, con la ìnnl sica ili testa, uscito dalla Cittadella, attra¬ versava ^ ^ gandoUuogo « delle scene comnio venti' E ™tottti la gran massa del popolo 1 loro cari ^^^^1^^^ suonò to Ma,-Ci" Reale e gli Inni patriottici, compre- SS^2%3T-"" - - a< „,,,,,„,,»; .irii.V.,*»,;* „ j„i r>„ o .-G1-1 .studf!,ltl dell Istituto Ucipco c del Re- gip-^uiceo, con la bandiera, correvano da ci W^. a fondo dei tre110' slattando. Anche i eli" t-i-,.,,.,,,..,.,, JJ,Ma i~ o„i^^h,-. r,.-„.-i! „ J:* Sk^erS w°SÌiS^S;^ o^^^^m^^l^mo^0mB^ «.e E°^?™'r,t°^ -' é^^^^^^J^ -,la* ctì* sv«r'tolava bandiere e fazzoletti. |t| partenza di 600 zappatori per il teatro della guerra a e uioni e! e-i Homa, li, mattino, e-! Stanotte verso le due è partito verso Napoli -, dove s'imiarcherù per Tripoli un distaccamehX to_<tel_r reggimento genio (zappator.) che era X w ac-i i iwinwo ee'uo tzai>pn.or.; cne eri e aqquartierato nella «nanna Luciamo Manara i Numerosa folla plaudente era ad attendere a 5 Portóne della caserma i soldati, che furonc 1 ano stazione al canto di inni si sono rinnovati alla a ^c^m™ti alla e patriottici. Gli applausi n- partenza del treno. | ,cei medesimo convoglio. sono partiti anche a un distaccamento del 2" genio, giunto da Cai sale Monferrato, ed una compagnia del 2* gen aio pervenuta, da. Pavia. In tutto circa 600 sol-,daii e 22 ufficiali a a a l lgrvsddhprfnts: dcalPer i militari che si distinsero con atti di valore Roma, 14, mattino. Il ministro della guerra ha richiesto al o, comandante in capo della nostra spedizione e a Tripoli le proposte per le concessioni delle i- ricompense al valore per i militari che si a-,sono segnalati. a,; Alcune proposte sono già pervenute, altre -: perverranno e saranno trasmesse alla -iCommissione per un ulteriore esame.