La "Reuter" comunica che l'esercito turco-arabo è in dissolvamento

La "Reuter" comunica che l'esercito turco-arabo è in dissolvamento La "Reuter" comunica che l'esercito turco-arabo è in dissolvamento Una protesta anglo-franco-russa contro la Turchia (Servizio speciale della STAMPA) f t T pLondra, 4, notte. Telegrafano da Tripoli all'Agenzia Reuter: « Il malcontento e le defezioni vanno estendendosi negli arabi, i quali accusano i turchi di essere rimasti indietro durante i recenti scontri con Vltalia. Le condizioni sanitarie dell'esercito arabo sono estremamente cattive, e sono un'altra sorgente dimalessere. « Forze italiane continuano ad arrivare; ed altre sano attese ». L'Agenzia Reuter ha da Atene: « Corre voce che in seguito ad una protetta fatta alla Porla dagli ambasciatori delVlnghilterra, della Francia e della Russia, Potenze protettrici di Samos, il Governo ottomano ha promesso di ritirare le truppe turche che sono stale sbarcate nell'isola appena la guerra turco-italiana sarà terminata ». Buffonerie turche e verità italiane dichiarate a Vienna ìServizio speciale della Stampa). Vienna, 4, notte. La stampa austro-turec-tedesca, prendendo l'imbeccata dai circoli Giovani Turchi, riprende oggi ancora più ampiamente l'argomento delle pretese atrocità commesse dagli italiani contro gli arabi e le poveri innocenti donne e fanciulli. Si vuole perfino affermare che la Sublime Porta ha diretto contro queste barbarie una protesta alle grandi Potenze. Continua, come vedete, la terza fase della guerra austro turco-tedesca, sussi fiala da qualche piccolo foglio equivoco inglese, e di cui vi ho già parlato ieri (1). Qualche uomo politico, con cui ho o.vuto oggi occasione di discorrere, mi osservava che anche questa nuova arma di diffamazione contro l'Italia, scelta dal Comitato Unione e Progresso, è assai pericolosa per la Turchia La diffusione tendenziosa in Turchia di commesse crudeltà italiane, potrebbe inasprire la popolazione mussulmana sollevandola contro gli italiani, non solo, ma contro gli europei e contro i cristiani. Anche in questo caso è da ripetere che le responsabilità e le conseguenze di questa campagna ricadrebbero interamente sui circoli che l'hanno provocata. Osgi non è a notare alcuna particolare novità. Sono di nuovo in giro, con più insistenza, le voci di un'imminente alleanza della Turchia. Si parla di accordi con la Russia e con l'Inghilterra. Sono, come si vede, cavalli di ritorno. La situazione diplomatica turca in realtà è immutata, e se è mutata, lo è solo in peggio. Tutte le ragioni, che ho già ampiamente poste contro la possibilità di una effettiva alleanza dell'Impero turco con qualche grande Potenza, rimangono inalterate, anzi si consolidano, poiché il mondo politico turco è troppo misterioso in questo momento per ispirare qualche fiducia. Una Triplice in cui la Turchia sostituirebbe l'Italia (!) Raccogliamo perciò solo a titolo di curiosità l'articolo che il deputato turco Gielal Muri Boj ha fatto per il giornale di Costantinopoli « .leun Ture », a proposito della formazione di una nuova triplice, da sostituirsi all'attuale, dove la Turchia prenderebbe il posto dell'Italia. Il deputato scrive: «Non si dirà maiabbastanza che una campagna afavore diuna Alleanza russo-turca non solo è im-possibile, ma anche pericolosa. Noi pos- siamo solo schierarci dalla parte degli av-yersari del nostro nemico ereditario: laRussia. Nonostante la febbrile attività diIgnatiew, questa campagna è condannata a rimanere senza successo, poiché essa ècontro natura. «Un'alleanza deve essere un'assicurato-ne controia gueria. La Turchia, se sarànvtvtbstcrm2s♦tSben cuidata, formerà indubbiamente una grande potenza. Senza sensibili sforzi, la Turchia può mettere in campo un milione di uomini, e perciò non siamo nessuna quantità tr^ourabile, e siamo all'inizio del nostro sviluppo ». Il deputato conclude poi che la soluzione naturale del problema dell'alleanza è la sostituzione della Turchia all'Italia nella Triplice. E' da notare, ancora a titolo di curiosità, che alla stessa conclusione giunge, dopo uno studio sulle relative forze militari dei due paesi, la nota rivista italofoba miluare Ja «Danser's Arme Zeitung». Ma tutto ^vesto, non occorre dirlo, è pura fantavia, e non raggiunge alcuno scopo. Le repu.Ila prima di tutto ogni serio uomo politico e militare austriaco, e da parte sua l'Italia non no tiene alcun conto, e non si impaurisce affatto. Lo schietto hi lancio della guerra Vittorio Vettori, pubblica sulla Neue Wiener Tageblatt, uno dei due giornali viennesi che è lecito nominare in Italia, una lei. (era riguardante l'attitudine italofoba dellaBtampa viennese. Il collega italiano, dopo aver ripetute le ragioni e le constutazioni già espresse nella protesta dei giornalisti italiani di Vienna, fa il bilancio dell'attivo e del passivo quale si presenta fino al 1. novembre per l'Italia. Nell'attivo sono compresi lo sbarco di 40 mila uomini italiani sulla costa della Tripolitania e della Cirenaicu, l'occupazio- ne di Tripoli, di Homs, di Bendasi, di Der- (l) Cioè: il nostro Gayda crede di aver-rene parlalo; ma di questa parte dei suoifonogrammi, che a noi giungono per la viaVi Basilea, noi e il. pubblico dei nostri let-lari fummo privali dalla censura, che c'in-tirrupw. le comunicazioni, propalando tante notizie infamanti l'Italia, continuano a dichiarare di essere partigiani della Triplices alleanza, non pensano che le alleanze tra i sovrani ed i Governi non hanno lo stesso valore di quelle fondate sulla reciproca stima e simpatia dei popoli. Ciò ha un valore sopratutto nel momento attuale, poiché siamo alla vigilia della rinnovazione della Triplice. Commento onesto di un onesto giornale Il giornale fa precedere la lettera da questo commento : « Senza potere nè censurare l'attitudine politica di qualsiasi e a a i e o , , e l iImolto facile conoscere l'origine delle notiijZie. Gl'italiani in principio avevano cre-lduto di potersi fidare degli arabi nell'oasi - di Tripoli, poiché questi si erano formal-jmente%assoggettati: perciò erano stati laaUciati tranquilli. Nell'occasione dell'assalto i| turco, questi arabi si sono sollevati e hanno a !parat0 alle spalle degli italiani. Alcuni araè!uj hanno ancora sparato alle porte di Tri I poli. Queste notizie messe insieme passate -jdi bocca in bocca furono inviate a Costarà;tinopoli, ed hanno dato motivo di credere alle sconfitte degli italiani, alla presa della na, di Tobruk, le vittorie del 23 e del 26, ove a Tripoli i soldati italiani hanno respinto violenti attacchi, la soffocazione della rivolta araba del 29 ottobre nell'oasi, e la battaglia del 29 a Bengasì, la resistenza dei bersaglieri di Home, che per due volte respinsero gli attacchi arabi, senza contare tutti gli arabi e turchi uccisi, le artiglierie conquistate, e le bandiere di guerra catturate. Nel passivo sono annoverati 400 uomini morti fra ufficiali, marinai e soldati. 250 soldati feriti in modo tale da esser messi fuori di combattimento, l'incaglio di una!2♦^t^^j^jo.o , . . '.. „ . f. ttorpediniera nei banchi di sabbia di Tri-. spoli... vSe la siturm'nnp (tAilnnn rnm* aim«n da d„ 81lua«one itauana, come appare da ,questa statistica, in Tripoli e in Cirenaica è cmolta buona, essa può essere constata da'nSir^ gmasppl'Cirndecano dei corrispondenti di guerra inglese Burleigh, quello che già partecipò alla guerra di secessione degli Stati Uniti e del- la spedizione nel Marocco. I giornali che, ! TdmdeA1rmsdaI gvoiere|vgiornale, pubblichiamo volentieri lo scritto di un collega italiano, nell'interesse del mantenimento di buone ed amichevoli relazioni colla nostra alleata l'Italia. «Nel vivo desiderio di servire la sua patria, il noto pubblicista romano si rivolge anche a quella parte della stampa austriaca, la quale, secondo la sua opinione, manca di oggettività verso l'Italia nella discus- | mbup[pntnin-no Hoi nmWo^o +„;„„i; r> „• t.5. „ i ssione del problema tripolino. E poiché eglidsi è rivolto al redattore capo del nostro'egiornale, così noi crediamo che ciò ci dia cil Hi^tt/t aì _„„„„„ , . ,. * " dIl diritto di raccomandare ai giornalisti ita- gliani di non credere erroneamente ' che lai mgrande maggioranza del popolo dell'Au- ; ìstria-Ungheria, abbandonando la sua sicura ed amichevole via, mostri un qualsiasi sentimento non sincero e dannoso all'allea-\ota Italia. Se ciò avvenisse l'ambasciata italiana di Vienna, sempre così bene informata, prudente e vigile, sarebbe la prima a segnalarlo al Governo italiano; e se la politica ufficiale fosse in contrasto coll'opinione amica » 1 della più gran parte della popolazione d'Au- 'stri* il nntirn minic'rr j.„u „j j stria il nostro ministro degli Esteri ed ì circoli dirigenti non potrebbero mantenere quella ferma attitudine che anche gli uomi-1 ni TmiHiri ni,-, oiin.mnntf i „„ .„„ ..„ i ni politici più allarmanti hanno definita | corretta e fedele verso la nostra alleata ed;si preparano le false notizie (Servizio spedale della Stampa). Berlino, 4, notte. La National Zeitung, organo del partito nazionale liberale tedesco, pubblica un'intervista che il barone von Floecker ebbe con un alto uomo di Stato italiano in Berlino sulla causa delle notizie false giunte da Costantinopoli. L'intervistato disse che è a a e a l e a a o i e e a e a ueei. città ed all'arresto del generale Caneva. L'intervistato ha poscia accennato alla necessità che ebbero le truppe italiane di unire alquanto le loro posizioni a causa dei cadaveri che appestavano e corrompevano le acque. Sulle conseguenze dell'attuale coni tt\, l'alto uomo di Stato ha detto: — °' chiaro che il Governo turco riceve notizie esagerate ; e poiché esse si riferiscono favorevolmente all'opinione pubblicarsi il Governo turco non fa nulla per con frollare questa notizia. E' deplorevole però che la slampa europea pubblichi tali notizie, senza osservare che i turchi non hanno alcun mezzo per l'invio diretto di notizie dal paese della guerra, e che le loto informazioni si possono solamente rrtim.ere per via indiretta da.Tunisi o dall'Eg.it"'. Ciò è molto deplorevole, poiché, mentre basta attendere un giorno per sapere e' e Tripoli si trova sempre nelle mani italiane e che il generale Caneva non è mai stato fatto prigioniero, possono tali polemiche dei a. Ri ornali spargere il seme della discordia e e a a, e i a ! del Daily Mail che accenna all'arrivo a Gì- - ! interra di una cannoniera turca. E' bene si - sappia che tale notizia è errata. E' bensì | «ero dell'arrivo a Gibilterra di una canno- r-'niera, ma essa è egiziana e chiamasi Abdel oij Monai e ritorna da Glasgow, ove trovavasi j creare antipatie fra i due paesi, che fortunatamente sono legati da stretta ambizla» Non hìi na mwm tira Homo), 4, notte (affieitle). Alcuni giornali hanno riportato la notizia aìin riparazione. t-\ L'equivoco forse sarà stalo originato doln-ìla grande sqjiLiglianza tra la bandiera turjjff e aueliajj^^ ^

Persone citate: Burleigh, Monai, Turchi, Vittorio Vettori