Nel combattimento di Tripoli descritto da Giuseppe Bevione di Giuseppe Bevione

Nel combattimento di Tripoli descritto da Giuseppe Bevione Nel combattimento di Tripoli descritto da Giuseppe Bevione pp(Per telegrafo alla STAMPA) TRIPOLI. 24. ore 11,45 (consegnato in redazioni all'aria del 25). Por comprendere gli importanti avvenimenti odierni è necessario avere presente la configurazione dell'oasi di Tripoli e la posizione delle nostre linee di difesa. Le linee sono disposte su di un vasto semicerchio, di cinque chilometri circa di raggio, avente la città per centro e terminante a rmfss serma „, cava|,et.ìa e sciarasciat. svdestra e sinistra al mare. Le posizioni prin- tcipali sono, cominciando da destra: lo msbocco della strada di Gargarisc, E umilia- mna, lo sbocco della strada che va alla ca-j pDclle 'quattro posizioni, Gargarisc, Bumilinna e la caserma di cavalleria, sono munite di batterie da sbarco e da monta- ! llm! e „Ra c „et1 pre3idiata, specialmente Burnì-; liana. Sciarasciat era la Cenerentola. I ne-.mici non mostracene mai di tentare l'at- |taoco vcrs3 questa 9&rt0i nonostaittc che questo lato fosse il più vulnerabile, perchèjqui davanti alle linee non si stende il de-i :8ert0i ma contimiano per chilometri i giar-j dini e le oasi favorevoli agli attacchi, per i cespugli di palme e i muretti di argilla. ;Ieri il nemico si valse della posizione di Sciarasciat per dare ai nostri il più for- ta colpo che esso abbia mai tentato. Del piano turco erano giunte informazio- ;ni abbastanza precise al nostro comando : dicevano gii informatori che i turchi a- vreb'oero dato l'assalto agli italiani su tre f.-OMti. ria mare a mare, che l'attacco oa- ti'afoz stato per la prima volti compiuto nila luce del oole, e che gli arabi per prima ìvolta si sars'obero presentati al fuoco a fianco delle truppe ottomane. E infatti jeri mattina i capitani Moizo e Piazza, che com- pirono la prima ricognizione in ai copiano, ] ! ritornarono alle sette, segnalando vari! j j raggruppamenti scorti a 5, 7, 8 e 10 chilo-im^tri nell'interno. \ Era una mattina fresca, pura. Il Cebelj\tontano Prillava le lunghe giogaie cerulej sul cielo senza nubi. Gli aviatori per la prima volta affrontavano il deserto. Erano ,„ un viaggio dì prova più che di ricogni- 1-8 ondoso di sabbia e alle cose sottostanti.; i Non potevano accertare se i gruppi di uo-1 mini veduti dall'alto tersero nemici, sf-b- ibenc il capitano Piazza avesse riportato la impressione d: un colpo di fuoco statogli. sparKt0 m0ntre volava a 301 metri. Erano' \ . i nemici. : Alle ore otto circa, dalla piccola oasi dove si stendono i giardini di Lor.hcw, di j faccia alla «àOsUiait» di Garsarisc. cornila- riva una fila di cavalieri, seguita da una massa grigia compatta, formicolante di anteria. Dalle posizioni di Gargarisc, distanti circa 300 metri, cavalieri e pedoni sembravano minuti puntini frementi al;sommo delle dune. I canocchiali Zeiss rivelarono che il distaccamento portava in esta il vessillo della mezzaluna: per lapri-lma volta si rivedeva la bandiera del ne-'mico. Ma quei minuscoli cavalieri, il cui ! profilo netto spiocava sulla luce oruda del- 'orizzonte, non avevano nulla della cavalleria turca: biancheggiavano in grandi manti svolazzanti al vento del galoppo: erano arabi, avviluppati nel barracano candido, mussulmani che facevano causa comune contro l'infedele, e avanzavano in lento giro, seguendo ia sinuosità dell'avallamenta delle dune, come volessero mo- strarsl senza spingersi troppo sotta i tiri dei nostri, La batteria di artiglieria da montagna at>rt un ,,,oco netto> Preciso, sopra II ne mio°- La '«"terla collaborò vivamente dalle1 t,,nc08, La « Sicilia», alla fonda presso! loa8Ì' s"0*16»"*» >• nemico, gli puntò contro Iì3 0Ke batterie medie- Al rombo terribile deì suoi cannoni, allo strepito tempestante nel combattimento, i cavalieri e la fanteria nemioa allargarono la loro formazione, al- {'uant0 compatta, si ripararono dentro un ìncavo fermato da un letto di torrente, eie- " margine risile dune, e risposero a fucilato. " fuoco turco, sotto il castigo riunito dei cannoni della batteria di Gargarisc e dei Pezzi (iella «Sicilia», durò poco: però fu ben diretto e feri dentro le trincee due sol- '■ dati : il più grave ebbe la punta della baio-, netta spezzata da una palla e cacciata don- tre una coscia : medicato, volle riprendere ! 8Ubit0 ,| 8ll0 posto nella trincea. Un fanciullo che veniva a Tripoli, e che, passato attraverso il campo turco, era ca- avt0 esausto presso Is nostre trincee, dopo l)na corsa pa„a sotto ; oae fuochi, riferi, Ver80 ie nove e me2Z0 |a «Sicilia,, e lajbatteria delle trincee tacevano, poiché non ! si V2d0Va più traccia del nemico e della sua bandiera. a Bumeltana l'attacco tu più bizzarro ei innocuo. Poco dopo ohe il nemico era ap- pars0 davanti a Gargarisc, spuntarono die- tre le dune alcuni gruppi di cavalieri arabi, cne si diressero obliquamente, a gran sa- [loooo. erso i ooui. li -toro •»-♦«•»»• «ww»-»- ben accertato; pare si aggirasse intorno al trecento. Nessuna traccia di fanteria. ■I generale Peoorl, comandante la divisione, si trovava presso la batteria. I cava- Meri avanzano ventre a terra, ingrandendo ad ogni secondo, coi barraoani ricadenti sui due fianchi, sollevati dal vento come veli in una danza serpentina. Lo spettacolo è meraviglioso di audacia, pittoresco, impreveduto, brillante come una fantasia araba piuttosto che come un fatto di guerra. I soldati dell'84.o si stringono nelle trincee. I marinai della «Carlo Alberto» corrono ai pezzi. Quando i primi cavalli sono giunti a ciroa 500 metri di distanza, la batteria apre il fuoco. Dalle trincee di destra parte qualche colpo di fucile. Dalle trincee di sinistra si alza il balbettio rapido della mitragliera: è una magnifica mitragliera « Hotohkiss », presa ai turchi nell'attacco notturno alle stesso posizioni, oon cui si Iniziò il lavoro contro gli antichi proprie- tari. Quando ii primo colpo è partito, gli arabi avanzano ancora, e sarebbe convenuto lasciarli avanzare 3enza far fuoco; ma fuori delle trincee il nostro avantreno sta raccogliendo i proiettili inesplosi, ed è ne cessar! coprire il suo ritorno al campo trin cerato. I tiri sono di una bellezza e di una precisione impressionante. Gli «shrapnell* » scoppiano nell'aria con un tuono seooo, so pra la macchia dei fuggenti, lasciando una pigra nuvoletta bianca nell'aria dorata; sembrano strani fuochi innocui: invece se minano il terreno di un violento cerchio di mitraglia. La batteria tirò 10 salve; ma al primi colpi i cavalieri fecero dietro-front, e spa rirono dietro le onde delle dune lontane non avevano sparato che pochissimi colpisenza raggiungere le trinoee. Il loro obbiet- t'vo era assolutamente incomprensibile; per un momento pareva che ci avessero voluto divertire con una prova della loro bravuraTre ufficiali mandati in rioognizione, ri- ferirono di avere visti tre cavalli morti, crivellati dalla mitraglia: anche i cavalieri dovevano essere morti, ma I cadaveri erano stati portati via dai compagni. Co! telefono, impiantato in una buca sot¬ to un ombroso fico, ohe è bersaglio ai tur - ahi, furono chiamati due squadroni di ca- vaùeria: eli squadroni arrivarono subito; [ma ' nemici, finita la dimostrazione, scom-»»»*»»». Gontemporaneamente( da sinistra ghin geva il rombo del cannone. Anohe lo sbocco della strada della caserma di cavalleria è stato attaccato. I pezzi ddelia batterla da sbarco aprirono un fuoco] l. . | violento; la fanteria, ohe occupa le trln- doee, lo continuò oon energia. Qui, come a MGargarlse al è mostrata accanto al cava- j «., , inlleri arabi anche la fanteria turca. Il ne-:(mico si appiattava dietro le ondulazioni ddelle dune e molestava oon la fucileria H.n. I trincee. I tiri dei nostri erano ottimi, e elog-jcglavano continuamente dallo sue posizioni mil nemico, qui più tenace che nelle altre due 'D\rnposizioni. Il cannone taceva da un pezzo a Qarga-'.trito e a Bumillana, che la batterla della «_ , - , ncaserma di cavalleria Inviava ancora i suoi H«shrapnel»» sulle dune lontane, dove si nnotava un lieve pullulare di piccole forme 4. .._ . i ■ .. „„„_, , ed un lampeggiare di spari. \ mAlle dieci anche qui tutto ritornava In lcalma nel nostro campo. Non è possibile aooertars le perdite nemiche, perchè l'at- ■">"»»"»i f«»»"«> «» taoco è avvenuto In posizioni troppo lon- iane, La notte è passata calma. Stamane arrestati per Cucciolone di soldati, eono stati fucilati. Oontlnuano gli arresti in massa e il disarmo dogli arabi. : Moizo ha volato sino ad Azfzia, a 60 ohi- lomstrl nell'Interno, od ha scoperto 3000 ar- mati. Piazza è volato sugli avamposti. -•Tutto è tranquillo; Bengasi è tranquilla. Le truppe nemiche si sono ritirate verso l'interno ^TIT«PT»t>li' 'l>l?\rTriAfT? iTlUferjl'rJii JBJtj;y-l<JX||JSi (Covvritthl in Enaland bn the DaUy Chronicle). \

Persone citate: Carlo Alberto, Moizo, Pezzi, Piazza

Luoghi citati: Azfzia, Bengasi, Sicilia, Tripoli