L'intemperanza d'un difensore

L'intemperanza d'un difensore L'intemperanza d'un difensore causa il rinvio del processo Cuocolo (Per teletono alla Stampa) Viterbo, 27, nette | cL'aw. Lioy appena apertasi l'odiai» chied^ ma parola per presentare del documenti f^j^- Cosi, - commenta il PKMidente. - mancai o scopo per sapere perchè fu affittato quel ne- ozio durante il 1906, Oliando il Baa'beUa \ arebbe stato a bere ed a mangiare in una rattoria di via Nardones Procuratore generale: Sarebbe oppc-rtu- po farse sentire il Tramontana perchè po- ■ rebbe avere una proroga delta locazione oInosì m Barbetta avrebbe ragione. cPresidente: — Valendomi dei miei poteri di- ncrezionaE otto Giuseppe Tramontana ed il oroprietario dello stabile la via Nardones 102- I 1 orali rha f"cimentava Ranl ol locali cne i.equeniava napi &E' chiesto II teste Antonio Guzzo, portiere del ipeflàzzo del vicolo Trere a Toledo, dove. el 1908 il' Talami ha messo una bisca. Co-1 dobbe come frequentatore della casa Tajani pGiovanni, Rapi ed aggiunge che in segui.o t dli stessi locali furono affittai;! a Talami, il uale impiantò 51 circolo di Napoli, pure frequentato attivamente dal Rapi. Fortunato Setolila, cameriere dell'Hotel de Londra a NapoH. ricorda che nel 1906 prese alloggio nell'Hotel un certo Levy, il quale parti 'lasciando un debito di 500 lire. & n Levy fu visitato dal prof. Rapi alMBio 4 5 volte, poi 11 Levy, senza pagare, fuggi. IH portiere dell'albergo dice che quando u Rapi andava a visitare Levy era accompagnato a Erricene. U quale restava ad attenderlo ulla via. Un teste ex ufficiale Viene quindi chiamato il teste Paolo Cdliomotti. che dice di aver conosciuto il Rapi n<£ ennaio del 1908. —i Io, prosegue il teste, fui matto ed usceno dall' ospedale di Napoli sentii dire che caua dell'arresto di Rapi ero quasi stato io per iscorsi da me fatti all'ospedale. a lo non ricordavo infatti niente e chiesi piegazioni al dottor Pastorelli ed all'avvoato 'De Cesare, due miei amici, che vedevo pesso all'ospedale. Essi esclusero che io aveo riferito' discorsi 6iul Rapi. Più tardi il marchese De Gito affermava di aver saputo al dottor Pastorello di aver saputo da me all'ospedale che Rapi, alludendo a Cuocolo, abbia detto : « Sto combinando 11 servizieEo he se ci accade non avrà piacere ». Ciò non affatto vero, del resto il 'Pastorello ed il De Cesare non esclusero di aver sentito da me quella frase. •Presidente: — Eppure nel suo confronto il dottor Pastorello sostenne di aver udito proprio da liei quelle parole. Il Cdtombotti ripete di non aver pronunziato affatto quella frase. Presidente : — Che concetto aveva del Rapi ? — Ottimo. Presidente: — Non sa che il Rapi eserciasse al lotto clandestino 7 — Nossignore. — Eppure — aggiunge 11 presidente. — pare che voi avreste confidato ciò al delegato Caalano. — Non ho fatto mal confidenze al Catalano, oltanto parlando in Questura dopo l'arresito di Rapi, ilo dissi che questi era soìlMo scommettere 500 lire col Gennaro Amendola, e che giocando «Ola ruota di Milano era riuscito a vincere qualche migliaio di lire. L'aw. Pistoiesi chiede al teste, che e un ex-ufflciale deltfesercito, la ragione del 6uq allontanamento dall'esercito. Il teste prega di non essere interrogato su cose sue particolari. Un incidente L'aw. (Pistoiesi dice che fu in seguito alle denunzie del capitano Fabroni, che deieri a teste come uno sfruttatore di donne, che u Colombotti fu destituito dall'esercito. Presidente: — Prego l'aw. Pistoiesi ad atendere la presenza del capitano Fabroni per fare delle affermazioni che possono offendere un assente. Il procuratore generale avv. Santoro, si oppone alila domanda e spiega le raglonij morali giuridiche della sua opposizione; replica l'avvocato Bovio, contro replica l'aw. Pantoro e poi per la parte civile parla l'aw. Rota, opponendosi_alla domanda formulata dal difensore e rivolta' al teste. Aw Pistoiesi: — Discutendo, intanto io dico che Tìf tesi dilla Difesa in questa causa sarà quella di dimostrare il capitano Fabront o cav. Carlo Fabroni dei reali carabinieri come un falsario. — Badi. — dice il presidente — che ques-a tesi vi può costar cara. — Io, — risponde il difensore. — assumo tutta la rtsponsa'btlita di quanto ho affermato e credo interessante per la causa indagare come il capitano Fabroni abbia perseguitato il tenente Colombotti. In questa Ipotesi — dice l'aw. Pistoiesi, — bisogna dare due Indagini, ugualmente profondo. Vedere se i carabinieri agirono secondo le leggi e se costoro in che modo e quando sono riusciti a scoprire gìassassini'! di Cuocolo e CutàneiId. Ctie importa d-dll circolo del Mezzogiorno, della casa Stentardo, del Barbelly e di altri simili verni', della caserma di Monte Oliveto. Interessa sapere se il principale accusatore sia un falsario, o un galantuomo. E osereste voi procuratore generane di ostacolare il nostro diritto, osereste voi della accusa, a cui aprknmo tutte le porte per assicurare la venia? Ora, come fate od opporvi 7 Non è pertinente alla causa, direte. iMa è vero che sotto la stessa divisa, v', è lo stesso onore, lastpssa coscienza, lo stesso cervello la stessa mano che colpisce, che ferisce e che uccide. Che importa all'accusa sentire il Colombotti come un tenente dei carabinieri e non come un verbalizzante del processo Ouocolo. Bisogna fare la tace e non fuggire dinanzi alla luoe. L'aw. Pistoiesi continua sostenendo la necessità di rivolgere la domanda al teste Colombotti intorno alla sua destituzione come sfruttatore di donne e chiede che sia richla> mato «1 Fabroni. La discussione prosegue, Parla con molto sobrietà l'aw. Battaglia so stenendo che Sita rivolta la domanda al teste come era stala formulata dall'aw. Bovio. Finalmente parla l'aw. Lioy, scagliandosi, spesso interrotto dal presidente, contro i me todi dei carabinieri. Il presidente alle 13 sospese 1 udienza. " Mi si lasci in pace... „ L'udienza pomeridiana si apre alle ore Ili. L'aula è affollatissima: è presente anche il capitano Fabbroni e al banco della Parte civile siede anche l'aw. Romualdi. Sale alla pedana l'ex-tenente Colombotti Paolo. Il presidente legge l'ordinanza sull incidente discusso stamane a proposito della domanda formulata dall'aw. Bovio. Il presidente riconoscendo nel teste il diritto di non rispondere dichiara di non potere rivolgersi al teste la nota domanda. La Difesa protesta. Avv. Lioy. — Il teste prima della sua deposizione ha voluto conferire col capitano Fabroni? — Sissignore, due volte nel 1908, ma per fatti personali, che non avevano alcuna relazione col processo Cuocolo. Romualdi. — Il teste ricorse contro la deliberazione del Consiglio di disciplina? Colombotti. — So che mi si è chiamato biscazziere. Avv. Bovio. — Nessuno lo ha detto. Teste. — Tanto meglio. Riguardo all'accusa che mi si è fatta di essere sfruttatore di donne, so che nel rapporto dell'Autorità militare si trovava un accenno a questo fatto. Io nii recai a Napoli e trovai la persona che aveva messo iti giro quell'accusa e quel tale che aveva deposto il falso si ricredette dinanzi u colui che aveva redatto il rapporto. Certo io ho conosnulo troppe donne ed ho speso molto e questo fu un appunto che ini si fece e non u torto. Riguardo ad unti relazione con una donna di Canea io feci di tutto perchè quella donna, avendo avuto rapporti con un cristiano, non fosse slata uccisa. Io rapii quella ragazza e fui messo agli arresti, non avendo mai voluto fare il nome di un signore che aveva in Cirenaica tenuta quella ragazza per qualche tempo. Il Ministero della guerra in- vdpcvcvfpvTFmdsstuuvnIdscmgmdclmlccpdltucbafssscdTsncsfncdFicBac p caricò un tenente-generale di esaminare la mia ^f,S&nW^Ì^^ffl5^ j^^jSSS^^Sff& *7 nosfaVlmDYo fi teste per il momento è licenziato e sale u pedana ix capitano Fabroni. l'cu Un gravissimo incidente Avv. Pistoiese. — Io desidero sapere dal capitano Fabroni se l'ex-tenente Colombotti si da lui in caserma accompagnato dal gior naiata Durante e questi dovette riconoscere cne n capitano Fabroni si era servito del suo nome senza che mai gli avesse rilasciato al ouna djchtarazione. Fabroni. —Io mi meraviglio che un avvocato ohe stamane si è permesso di chiamarmi fal& u coragglo di rivolgermi una domanda, xw. Pistoiese. — Io ho il diritto di doman dare al teste quello che ritengo che sia op portuno e anche ai falsari si rivolgono delle domande. Fabroni, alzandosi e slanciandosi verso l'avvocato Pistoiese. — Ed io dico che voi siote doppiamente vile e mascalzone. Il capitano Masi, che è nell'aula a pochi pàssi dal capitano Fabroni, si avvicina per calmare il suo collega. L'aw. Pistoiese, eccitatissimo, grida. — Io vi disprezzo e non mi curo di voi, falsario centomila volte, falsarlo e pazzo. Capitano Fabroni. — E voi centomila volte vile. Vedremo se avrete 11 coraggio di ripetere fuoTl dell'aula quello che diceste stamane coprendovi sotto la toga. Voi, coperto della toga, vigliaccamente aggredite ! Il presidente non riesce a stabilire la calma. Tutti gii accusati insorgono contro il capitano Fabroni, il quale resta al suo posto, pallido, ma tranquillo. Errioone al solito più eccitato di tutti gli altri grida, rivolto ai carabinieri: — Ci volete sparare, vigliacchi! Signor presidente, fate perquisire il brigadiere Dell'Isola, che ha osato minacciarmi con la rivoltella. Avv. Lioy. — Qui, signor presidente, avviene un fatto grave, un carabiniere ha minacciato un detenuto con la rivoltella. Il capitano Masi, che, come si è detto, è vicino al capitano Fabroni, assicura che il fatto non è avvenuto. Il presidente, alzandosi, a sua volta dice. — Impongo il silenzio a tutti e sospendo l'udienza. I giurati abbandonano il loro banco, ma restano nell'aula e cosi la Corte, tutti gli avvocati, il pubblico e tutti gli accusati, che si mostrano eccitatissimi. Don Ciro urla agli avvocati. — Pensate a garantire la vita del mio difensore. Dopo pochi minuti il presidente fa richiamare i giurati, e dice che si prosegue nell'udienza. " E' un vile! ripeta inori di qui..., Quando tutti sono ai loro posti il cav. Bianchi dice cosi. — Io deploro che un teste abbia lanciato delle ingiurie contro un difensore, ma deploro altresì che un difensore abbia lanciato delle ingiurie contro un teste. Io raccomando a tutti la calma e lasciate che la causa vada innanzi, nessuno prima che la prova sia completamente escussa ha diritto di sospettare della onorabilità dei testi. Avv. Felice Bataglia. — Il teste ha detto che la Difesa si ricopre vigliaccamente sotto la toga; io dichiaro come uomo e come gentiluomo di essere solidale col collega Pistoiese, che ha assunta la falsità del capitano Fabroni per i suol intenti difensivi; sono pronto a. togliermi la toga ed a rispondere qui e fuori di quello che ho detto. Fabroni. — lo non ho parlato che di una soia persona, gli altri difensori sono stati sempre verso di me rispettosi. Domanda la parola l'aw. Pistoiese.-' Presidente. — Glie la concedo, awocato Pistoiese, però la prego di non ritornare sull'incidente, che ritengo esaurito. Avv. Pistoiese. — E' vero che lo stamane ho detto che il capitano Fabroni è un falsario... Fabroni, eccitatissimo, torna ad alzarsi e Tacendo segno di slanciarsi contro l'aw Pistoiese dice. — Ella mi eccita. E' un vile. Mi ni?»e,a-„fuorl di ?ui' 56 ha n coraggio, quello che dice ora; prima di accusare deve provare Presidente (all'avv. Pistoiese) : - Le ripeto! smetta; Ella non deve ritornare sull'incidente. Avv. Pistoiese: — Debbo spiegare la mia frase. Presidente: — Potrà non qui. anstche defavbrgnmsiququre11MdesaEavpdgalutaadcpseè v6 Mfarlo ' dove crede, 'Non è possibile andare avanti così!,, Gli accusati tornano a gridare. Il cav Bianchi dice:. — Tolgo l'udienza e rinvio il processo a domani. II pubblico è fatto uscire dall'aula. 11 cap. Fabroni si avvicina al Procuratore Generale e i difensori rimangono ai loro posti. GU avvocati Vecchini e Bovio si avvicinano al cav. Bianchi per chiedere il suo intervento acche l'incidente non abbia strascichi. Il Presidente risponde: — Non è possibile andare avanti cosi; i testi vanno rispettati. Il cap. Fabroni non poteva rimanere calmo sotto una accusa cosi grave come quella lanciatagli dal difensore. L'aw. Bovio osserva che anche il capitano Fabroni è stato eccessivo e provocante. Presidente: — Ha fatto benissimo E' stata una ritorsione di ingiurie; del resto sappiano che seguitando cosi io rinvio il dibattimento di tre mesi. Non ne posso più. Si discute ancora sul grave incidente e poi adagio, adagio l'aula si sfolla. Gli accusati sempre eccitati vengono accompagnati al carcere e l'udienza è tolta, alle 19 meno un quarto tosrnddilcpznstodvdvsesisumcbscscCsuRfeg-vmcsgtmtg5psLpgqBssIrnam

Luoghi citati: Cirenaica, Londra, Milano, Napoli, Toledo, Viterbo