La commemorazione di Amedeo Avogadro alla presenza del Re

La commemorazione di Amedeo Avogadro alla presenza del Re La commemorazione di Amedeo Avogadro alla presenza del Re i i 'i ' a Alle 10 in punto S. M. il Re, accompagnato ' dai suoi aiutanti di campo, ed ossequiato dalle Autorità, ertivi nell'austera aula dell'Accademia delle Scienze, dove deve aver luogo la commemorazione del grande fisico biellese Amiidco'Avogadro. La saia è rigurgitante d'un pubblico elettissimo di uomini di scienza. L'a spetto è solenne. Tra le Autorità, notiamo 41 mi nistro Catissano. il sonatore Blaserna. il pre*etlo, conto Vittorelli, il generale -Quercia, 1 senateri Foà e Bozzolo, il senatore Ciamisan, il comm. Tacconis, per il sindaco, il comm. Bacchinloni, il iprof. Camerano, >per l'Università, professori, magistratii, scienziati e gran parte dei congressisti chimici. Tosto S. E. Bosclli pronuncia il discorso conimemorativo, ascoltato con vivissima attenzione dal folto uditorio e fragorosamente applaudito. Eg'i dice: Il discorso dell on. Boselll i Maestà 1 « Fu gloria dei Vostri Avi. appena posassero le armi e spesso anche fra lo strepito delle armi, promuovere gli studi, favorire !e scienze. Anche alle arti, baciate dalle idealità, cui la bellezza dà luce e favella, volse generoso il loro pensiero.' Ma non cercarono in esse, come gli altri Principi usavano fasto e splendori che, abbagliando i popoli infelici ed esajisti celassero a questi la visione della servitù e della miseria in cui si travagliavano. « La gente Piemontese combatteva col suo Principe, per Ù suo Principe, queflle guerre, che furono per più secoli salvezza d'Italia. Il Principe mentre aveva attorno a se cavalieri orditi e. nelle funzioni dello Stato, interpreti sapienti, teneva l'animo costantemente inteso a tutto ciò che meglio potesse illuminare l'abilita delle professioni, procacciare i] sapere, a comune utilità, avvalorare ile energie del lavoro a decoro e benefìzio di ogni ceto sociale. « Di ciò gli ordinamenti universitari di buona pra stabiliti e più volte riformati porgono testimonianza preziosa. La carta memorabile cdlla quale Vittorio Amedeo III istaurò questa Accademia, ne è documento solenne: essa creò la tradizione scientifica deli Piemonte, mòsse nelle altre parti d'Italia rispetto a talune discipline un nuovo indirizzo e coMegò il pensiero rinnovatore dell'ingegno piemontese a quello dei dotti che più. cospicua rappresentavano nei due mondi la magistratura del sapere. « NeBa vostra Casa, o Sire, è mirabile intuito che precorre i tempi, e mentre Eulero e D'Alembert c Condorcet presagivano nella sorgente Accademia il procedere luminoso del metodo positivo, il Re ne assicurava la vita rompendo le insidie, sdegnando i sospetti di coloro che nel signoreggiare della scienza temevano l'avanzarsi di novità sovvertitrici dell'ordine antico. « I Principi Sabaudi vollero le armi strenue non solo, ma eziandio gagliarde e dotte negli studi che ad esse s'appartengono. Vittorio Amedeo II, Carlo Emanuele III. insigni re, fondarono scuole dedicate alle edificazioni mi^ litari ed ai progressi delle artigl'erie e celebri maestri le illustrarono. « In esse insegnavano due dei tre fondatori di questa Accademia, Giuseppe Angiolo Saluzzo, uomo di vano e robusto ingegno, e Luigi Lagrange, nato sovrano nei domirtii dolila matematica, legislatore di quei numeri che qui, a' tempi nostri Giovanni Plana condusse a peregrinare pei cieli. « Agli studi dell'artiglieria, cogli esperimenti di Angelo Saluzzo intorno alle polveri, si volse primamente la nuova istituzione e rimasero poi materia prediletta degli studi accademici la storia e gli insegnamenti dell'arte della guerra, che, con Cesare Saluzzo, con Carlo Promis, con L. F. Menabrea, e segnatamente con Giovanni Cavai.li, trovarono copia di ricerche erudite e rinomanza d'invenzioni preclare. « Vertlas et utilìtas. verità d'idee, utililà soc:ale, fu il motto davvero moderno nel Piemonte del secolo declrnottavo, motto clic assunse la nostra Accademia come a smentire il consueto e volgare concetto delle vanità accademiche: e lo smentì poii sempre col nerbo e eoH'indoIe effettiva dei propri lavori, nei quali .la speculazione scientifica va 'di conserto colla attualità pratica. « A suggello del nostro motto vaiga il ricordo della rivelazione scientìfica che qui annunziò Galileo Ferraris, e donde originò uu rivolgimento stupendo ed immenso nella produzione industriale. « La prima volta che il Re onorò di sua presenza quest'aula, eia il giugno del 1789, Prospero Balbo noi negozi delfo Stato specchiatissimo uomo, e precursore nelle indagini economiche dei metodi odierni, riferì un'inchiesta promulgata e condotta dall'Accademia circa la sussistenza degli operai setaiuoli "ridoli! all'inazione per scarsità di materia prima. « Non so di afltre consimili indagini, in quei tempi, in Italia. Ma non fu unico esempio per l'Accademia dove nel 1841 Carlo Barione Peìirti narrò coi fatti da lui raccolti lo strazio de! lavoro nei fanciulli nelle manifatture.. « Di qui il Napione riaccese il culto della lingua italiana, Alessandro Saluzzo la trasportò nelle milizie- il Grassi, il Carena e Giuseppe Manno ne appresero le speciali foggie e le diverse fortune, 6 Vincenzo Globeni portò ai massimi splendori della eloquenza politica. Qui si studiarono gli ordinamenti dell'istruzione ed il Conte di Monesiglio e Prospero Balbo e Carlo Boncoiiipagni e Domenico Berti recarono nelle leggi i meditati consigli. „ Qui dalla mamvigliosa dottrina storica di Cesare Balbo emersero le Speranze d'Italia. Qui. o Sire, durante di regno di Carlo Alberto tanto italianamente fulgido, la storia della" vostra C«sa. che Carlo Botta colori con patriottica musa, ebbe liberi, eruditi, eloquenti cultori, i quali con politica sapienza ne dichiararono le gesta magnanime, le istituzioni civici, le italiche predestinazioni. « Di qui la dottrina giuridica divenne con. Federico Sclopis ne! primo arbitrato internazionale lume dell'invocato rinnovamento nel diritto delle genti. « Nè a simile dimostrazione di pratici effetti contrasta l'immagine di Deodata, poiché in essa valse piuttosto che il suono del verso la vigoria del pensiero. « Il primo dei nostri Presidenti, in una adunanza del 1784, segnalata nella storia dell'Accademia, rivolgeva il suo dire all'esattezza e alla sublimità cui era pervenuta la Chimica e vaticinava « lo studio della chimica raggiungerà uno scojiii dei più interessanti per I Umanità. » « Al sagace vaticinio, alla dotta promessa rispose gloriosamente Amedeo Avogadro. Questo patrizio, nato in Torino, di gente temprata nelle forti aure btellesi, per tradizione famigliare giurisperito, por ardente vocazione scienziato, senz'altro consiglio iranno quello del proprio sapere, senza agevolezza d'esperimenti, tentò le scoperte dell'elettricità, compì quella della legge rinnovatrlce della chimica, .«.cibando tale semplicità nel costume, tale modestia nella penna, da accennare appena a sò stesso • quando altri usurpava il vanto dell'opera sua. La iruale per troppo tempo quasi obliata, sali oramai a nobilissima fama. a Di tale opera, qui dove per oltre quaranta anni PAvogadro ebbe domestica consuetudine, dov'ebbe seggio Raffaele Piria, il maestro di Stanislao Cannìzzaro, dirà ora l'accademico Icilio Giiarescbi, con autorità di scienza, con liamma d'ammirazione, commossa e devota. Il prof. Guarreschl. valoroso nelle discipline della chimica, e delia chimica e dei chimici illustri storico preclaro, scese primamente in lizzi, rivendicando ed illustrando l'originario pensiero dell'Avoiradro, e 'promosse fervidauienle questo onoranze, dedicate a cetlebrare ilo centenaria ricorrenza di una immortale scoperta scientifica. ■ .Di essa io non saprei per cerio determinare II valore, ma 6 indubbiamente vero che colà dove la leggo di Avogadro fu meglio accolta, ivi la chimico si elevò rapidamente a maggiori progressi, e che senza la legge di Avogadro la chimica non sarebbe pervenuta al punto vittorioso in cui oggi si 1rova. creatrice, rinnovairicc. trasformatrice prodigiosa delle industrie . „i, ...„,.. .i..,1,.^ ntftfiflnm itdqsstsspmtpdcsavtlcipipsdmVnditlereldmgceplrPnsimf e o , a i a , n l , a e à , i a e fica come oggi è letizia grande per la scienza italiana, grande letizia per la scienza che è a tutti i popoli di «gitalo ragione. « Di ciò recano tra noi testimonianza gli uomini illustri cho qui convennero, eletti dagli Istituti insigni di Parigi, di Berlino, di Londra, dol Belgi*, delia Svizzera, a parttteipare a questa nostra adunanza, accanto all'esimio presidente dell'Accademia del Lincei, e ai raippresentanti di tutte le Accademie e di tutti gli Istituti scientifici del nostro Paese. « Quando si diffonde la voce della scienza lo spirito umano si eleva, la natura svola forzo sempre maggiori e più feconde all'operosità produttrice, cresce la felicità dell'umana famiglia. « Maestà, l'Accademia delle Scienze, riverente al Re. è grati •■ perchè coll'augusta vostra presenza contestine nuovo lustro alla dignità degli studi; voi. che degli studi esercitate 11 culto e procurate le alte imprese, non solo nella sapienza civile, nelle istituzioni militari, ma ancora nella parte più ardua delflie «tortclie inves'igazdoiii « Ond'è che l'Accodemia delle Scienze, men tre s'inchina al Sovrano d'Italia, si giova dell libertà consentita nella repubblica degli stud per acclamare, o Sire, l'opera colla quale, ricomponendo e interpretando d segni che sono il più certo retaggio dei secoli e la più certa prova delle loro vicende, voi largite un nuovo eccelso monumento alla storia e alla scienza italiana ». Gli altri discorsi Il prof. IcHlo Guarreschi prende quindi la parola per illustrare, con un magnifico discorso, dove l'oratore ha abilmente saputo trasfondere nella dotta esposizione delia teoria del'e molecole deld'Avogadro, un soffio di lirismo entusiasta, l'opera ed il pensiero del' grande nostro fisico, che, con Lagrange, Berthollet e Volta, ha costituito la più grande gloria italiana per l'apoteosi dell'idealità umana. Amedeo Avogadro è figura che il tempo rende più grande e più viva, ed è bello che tutti i chimici del mondo riparino ai torto di dimenticanza che i nostri padri ebbero per la memoria di questa gloria purissima della scienza italiana, che ha apetro nuove vie anche allo studio della biologia. Amedeo Avogadro fu un poeta della scienza, perchè egli è un creatore, e le sue idee dopo un secolo sono rimaste salr de, giuste ed indefettibiili anche nell'evoluzione continua del pensiero -scientifico. Dopo lo splendido discorso commemorativo del prof. Guarreschi, il senatore Ciamician, per •la Società italiana del progresso delle scienze, lia illustrato con un dotto discorso l'ipotesi ardita di Amedeo Avogadro, che è diventata legge naturale. E poi hanno portate calde parole di adesione il prof. Haller, per l'Accademia di Francia: Nioreau, per la Società igienica di Francia, ed un rappresentante della Società delle scienze rumene. E 'la solenne..funzione termina così, dopo che S. M. si e vivamente compiaciuto cogli oratori, e siiecialmente con l'on. Boselll. La folla raccolta nella via. di fronte al palazzo, ha fatto al Sovrano una dimostrazione di simpatia. Il Re ha voluto, come un omaggio alla memoria dello scienziato, assistere, nel pomeriggio, alla inaugurazione del busto in bronzo, che i chimici ed i fisici di ogni Nazione vollero eretto « ad Amedeo Avogadro, cento anni dopo la scoperta della sua legge i. Nel Giardino del Mastio della Cittadella, alle ore 15, fu compiuta la cerimonia. Vi intervennero il Ministro Calissano, il Prefetto senatore Vittorelli, il comm. Tacconis, con gli assessori cav. Pomba e cav. Cauvin, in rappresentanza del Sindaco, S. E. Taglietti, Procuratore Generale della Corte di Cassazione, i generali Quercia e Long, S. E. Boselli, i senatori Blaserna-, Ciamisan, Camerano, Foà, il Rettoip dell'Università, prof. Buffìni, ii commendatore Sclopis, il comm. Carmarino, i professori di chimica partecipanti al Congresso, magistrati, ufficiali, ecc. La famiglia dello scienziato era rappresentata dal pronipote, capitano conte Filippo Avogadro di Quaregna, dalla signora Rubeo Colla, e dall'avv. Luigi Colla. Il Re giunse alla Cittadella in automobile, accompagnato dai generali Brusati e Piacentini, e prese posto sotto un baldacchino di velluto cremisi, innalzato dinanzi al piccolo monumento. L'on. Boselli ha parlato per il primo, rilevando il significato nobilissimo che assume questo omaggio alla scienza di Amedeo Avogadro, ed il Ministro Calissano ha pronunciato il seguente discorso: « Maestà, Signori. « Parve all'uomo illustre, che sta a capo del Governo, non soltanto opportuno, ma doveroso l'intervento d'uno dei suoi colleglli alla cerimonia odierna, nellia quale, col desiderato e solenne intervento di Vostra Maestà, tutta una pleiade di scienziati, d'ogni parte del mondo. 0 personalmente, o per mezzo di autorevoli rappresentanti,' rende omaggio alla memoria di Amedeo Avogadro e consacra al suo nome questo monumento. ii Sia gradita a voif o signori, questa partecipazione del Governo alle onoranze all'uomo insigne, la cui vita e le cui scoperte scientifiche furono stamane commemorate così nobilmente nell'Accademia delle Scienze dall'ornata parola di Paolo Boselli. dai lucidi ricordi e daìllo prefonde riflessioni del prof. Guareschi e dai pensieri del iprof. Ciamiciam, quasi divinante un futuro non lontano di importanti applicazioni di quelle leggi che Amedeo Avogadro scoverse, precisò ed additò. « Era nòstro dovere unirsi a voi in questa solennità, non solo per testimoniare la gratitudine del Paese verso l'uomo benemerito degli studi scientifici, il cui nome e le cui concezioni, dapprima la modestia ed il disinteresse, poi una serie di vicende tennero quasi celale nella loro importanza, ed oggi invece, per legittima rivendicazione risplendono di vivida luce fra le genti, e specialmente fra gli uomini di scienza, me anche per confermare a voi tutti che gli uomini chiamati darla fiducia del Sovrano alla direzione della cosa pubblica, seiguojio con profonda simpatìa queste vòstra manifestazioni in onore dell'ingegno, del samere e della virtù. Da queste manifestazioni, colle prove della giustizia e dei suoi innumerevoli trionfi, sorgono i nuovi incitamenti alla prosecuzione di quegli studi scientifici, dai quali il Paese attende otnri « fortune. « Forse mai come oggi il pensiero scientifico ebbe più numerosi ,e in pari tempo valorosi cultori in ogni parte del mondo ctvfle, e forse mai come oggidì più vasto il campo delle sue osservazioni, più complicata e più varia la serie di fenomeni nei quali nanetra il suo esame, e ad un tempo più libera la scelta del criterio da cui muovere nelle riceri che e delle finalità a raggiungersi ,con esse. » Ma invece, nonostante questo Cosi colos! sale ed intrecciato sviluppo di siudl e di esperienze nel campo scientifico, mai come oggidì 1 sentiamo la unità del pensiero investigatore, • diretto (e speriamo non lontani dal proclamarla) alla constatazione della unità reale di I tutte le cose del mondo. « Di questa unità di tspirast'oni.^di finalità In ogni ramo della attività, ma specialmente ! in quella degli studi, intende di essere espresI slone e tutelai il vostro Governo. Maestà, e 'di darne chiara'la espressione in ogniTJirco! stanza, come fece nella confortante serie di ! avvenimenti dei quali si onorò ed allietò To| rinò in questo memorabile anno. ,' Ouì, davanti al ricordo monumentale di Ai inedèo Avogadro, de! quale un suo degno biografo, non per menomarne il merito, sibbene per giustificarlo ed accrescerlo, scrisse: 'fu ìsua debolezza esseri: più fisico dir chimico», : noi possiamo, io credo, in onore di lui e delle I applicazioni del suo pensiero scientifico, au| gufare che cresciuti i mezzi e lo facilità agli : studi, cadano completamente i limiti, ormai ' deboli e vacillanti, che hanno finora divisi i I due campi, quello della fisica e della chimica, | e cosi, avendo esse identici i problemi a ri; solvere, abbiano, come scrive un illustre scienziato, sempre più chiara la idea dì quella unità verso cui tendono i loro sforzi. ■ Maestà, onore ad Amedeo Avogadro ed a Wuaulia^^aebraaQ,yttuUCjffl..Y.Qi«,le.Je^rieine- gnSimcoArresesutopudisaraheUnintoinzicablsu derdsifemdBti,dglsitariogrTeM. il neraall'enenaCmpoimcizibeectogrgrGeiagnèdegi«estmnavamnipe.mpodesesaieSesichchinfudidmneddtosiiltesia aropBdcledlacladériml'rainqrisutidp'moI cpcpptedubzrsinBCovsbgdiCMPmmIddslmcFficSACcRisie Parlarono quinCi il senatore Blaserna, a new me dell'Accademia dei Lincei, il professore Jy cilio Guareschi, il prof. Nasini, il prof. Nernst di Berlino, che. in nome dei chimici tedeschi, depose una grande corona sul monumento; il prof. Haller, per la Francia, il prof. Guye, per la Svizzera, 11 Rettoro dell'Università, profes-' soro Rufflrti. l'assessore comunale di Quaregna, signor Botta, in rappresentanza del suo Sindaco, ed infine il comm. Tacconis, in nome del Municipio di Torino, per prendere in1 consegna il monumento. Dopo la cerimonia, il Re visito il Museo di' Artjgliuna. nella Cittadella, quindi tornò direttamente a Racconigi. #*• Il -monumento ad Amedeo Avogadro, cosi semplice eppure tanto nob*nente austero nelle sue linee, è opera d'uno fra i maggiori seup tori nostri: Pietro Canonica. L'artista ha saputo una volta ancora, sebbene in un lavoro di piccola mole, la prova del suo acuto e saldissimo ingegno. La medaglia commeme-i rativa dei congressisti .fu modellata da un al-" hevo del Canonica: il trentino Carlo Fait, Una copia in argento fu donata a S. M. il Ra in ricordo della cerimonia.