Le quattordici signore tolte cadaveri dal Lago che le ingoiò

Le quattordici signore tolte cadaveri dal Lago che le ingoiò Le quattordici signore tolte cadaveri dal Lago che le ingoiò er telefono aPerugia, 10, nette Castiglione sul Lago è -costernata per la catastrofe che ha costato la vita a quattordici donne della sua miglior società. Ecco i particolari della tragedia : Erano le 14.30 quando il signor Giovanni Lana accompagnava sulla riva del- lago la sua signora e numerose' amiche, le quali avevano in animo di visitare in motoscafo l'Isola Maggiore e San Feliciano e poi fare ritorno a Castiglione. La signora Alessandrina Lana trovò che il Trasimeno «ra mosso e ne provò un certo sgomento, sgomento che si comunicava alle .altre tredici signorine e signore che l'accompagnavano; ma il signor Lana le rincuorò ed esse cedettero alle lusinghe di ùn cielo divinamente azzurro; anzi, le forti ondu- 1 lazioni del lago finirono per allettarle maggiormente. a l a a o Cosi, la lieta brigata parti. Tanti piccoli euori tremanti Il motoscafo, guidato dallo « chauffeur » Ernesto Fabroni, filava velocemente e potè guadagnare il largo senza incidenti. Ma a circa due chilometri dalla spiaggia, i cavalloni, non altissimi ma frequenti, brevi ma irregolari, cominciarono a scuotere fortemente l'elegante imbarcazione. Allora le signore — cosi raccontano itre uomini superstiti del naufragio — si impaurirono e mandarono dapprima, a ogni urto, piccoli gridi non ancora tutti di paura ma non più tutti di gioia. Ben presto furono costrette a trattenersi ferme, con le mani agli orli dell'autoscafo. Per lungo tratto tecquero: fu un silenzio terribile: il pànico ne approfittò per impadronirsi dei loro piccoli cuori ed in breve le possedè interamente. Esse erano pallide e non riuscivano a profferire parola. Ad un tratto, una disse: «Torniamo indietro! ». Fu il segnale : tutte le altre trovarono la forza di parlare e gridarono, insieme: « Torniamo indietro! ». Lo « chauffeur » sentì dentro di sè l'eco degli appelli disperati e dato il pericolo del momento, benché egli ancora conser- vasse la calma necessaria, si lasciò per- suadere per non incorrere in responsabili- tà nel caso che il disastro fosse avvenuto, continuando. E tornò indietro. La manovra era pericolosa, ma riuscì. L'autoscafo tornò, ed ecco davanti ai gitanti la spiaggia agognata. Via di corsa sulle onde furiose, a sbalzi, a salti, quasi a volo, da una cresta all'altra, per raggiungere la salvezza, per approdare alia spiaggia. E già la spiaggia, la salvezza, era vicina: duecento metri, non più... Giù a plooo, come un corpo solo. Ma qui le onde divennero più minac „ ra a a ciose, investirono il motoscafo dal lato del motore. Le signore, impaurite, cominciaro-no a gettare grida di spavento, e in un supremo atto di disperazione si aggrupparono tutte ad un lato del battello provocando cosi la catastrofe. Il- motoscafo, gravato soltanto da una parte,- si curvò, fu subito inondato dall'acqua, e colò a picco. I gitanti rimasero cosi tutti sommersi'. Le signore, disperatamente, afferrate le une alle altre, caddero come un corpo solo in acqua, galleggiarono per qualche istante, si videro dibattersi sulle onde ed emettere ancora delle grida di terrore. Dei quattro uomini che facevano parte dell'imbarcazione, nessuno sapeva nuotare; ma essendo l'acqua in quel momento alta soltanto un metro e settantacinque centimetri, essi poterono con un supremo atto di energia fare dei passi verso la riva e riuscirono cosi a trarsi in salvo. Il motoscafo è rimasto per metà fuori dell'acqua: è la prova più evidente che se le signore avessero avuto un maggiore sangue freddo, l'immane catastrofe non si sarebbe verificata. Dalla riva nessuno aveva potuto accorgersi del naufragio : solo un ragazzo che si trovava poco distante, e che da un punto alto di una delle rive aveva potuto assistere alla catastrofe, corse spaventato verso il paese a raccontare il fatto alla STAMPA) - » è a i e i a i o o o In paese la notizia non sembrava vera: tutti corsero sulla riva e videro emergere dalle acque parte del motoscafo, nome terribile segno di una sciagura irreparabile. Subito alcuni barcaiuoli, balzati sulle loro barche, corsero sul posto. Il signor Laha, terrorizzato dal fatto che egli stesso era stato colui che aveva incoraggia to le signore a fare la gita, ebbe la forza d'animo di estrarre dall'acqua ben quattro cadaveri nell'angosciosa ricerca della sua signora. Le quattordici salme. Dopo alcune ore di lavoro fra le onde del lago truci e limacciose, si sono a poco a poco estratti i cadaveri. Due giovani fanciulle furono trovate strette in un supremo abbraccio. La più anziana delle signore aveva trentanove anni, la più giovane 17. Degli uomini scampati alla morte'si conoscono l homi del conduttore del motoscafo. Enea Fabroni e del marchese Guido Patrizi, figlio del ricevitore. del registro di Terni. Le signore cosi miseramente annegate facevano parte del Comitato dei festeggiamenti che dovranno aver luogo a Castiglione il Lo ottobre, inaugurandosi un ospedale all'arredamento del quale il paese ha concórso con nobile slancio. Ebbene molte di queste signore e signorine avevano lavorato le lenzuola e le trapunte per i letti dell'ospedale, lenzuola e trapunte che oggi sono loro servite di supremo letto funerario. Le quattordici signore sono distese in una sala del nuovo ospedale, in 14 letti coperti di fiori e bagnati dalle lagrime dei parenti e dei cittadini di Castiglione, che le visitano in mesto pellegrinaggio.

Persone citate: Alessandrina Lana, Castiglione, Cosi, Enea Fabroni, Ernesto Fabroni, Giovanni Lana, Guido Patrizi