Le due metà delluomo d'ordine

Le due metà delluomo d'ordine Le due metà delluomo d'ordine Questo brillante articolo del nostro Bergereti ilcontiene un acuto esame delle diverse impres- stiónl che la politica dell'on. Glolitti fa n«U'dr j cnlmouteali italiani. Il iehornenofleUe dve'tiW-'sion'l per cui.liberali e conservatori si argomentano di' scorgere nella politica giolittidna un poco della propria poiilica è, a nostro avviso, più che altro, un fenomeno soggettivo, anche in politica, come nella fisica, accade dovente che altra cosa è la realtà, altra cosa è la percezione che ne hanno i nostri occhi. Ora, nella politica dell'on. Giolitii la realtà è questa: che l'uomo si è trovato sempre sulla medesima direttiva dal'giorno in cui ha pensalo per la prima volta ad una politica tributarla più democratica ed egualitaria. a quello in cui ha annunciato di voler chiamare tutti l cittadini al diritto del voto. Nella sua azione di goverrio ha avuto il merito, ormai riconosciutogli anche dagli avversari, di dare alla politica interna quell'indirizzo paci ca1gvamprglnltsGSJT^ a tutti i singoli cittadini, non meno che al'tutte le classi, di confidare nell'imparzialità.]*derò Stato. L'on. Gioititi, guidato da questo \ «principio pacificatore, ha cólta l'occasione di]*incanalare nell'orbita dèlie istituzioni il par- j atito clericale ed ha avvicinalo ad esse il par-igitto socialista, cosi da renderlo quasi maturo,«al Governo. In questa sua azione, bisogna ri-:. «conoscerlo, egli ha fatto opera di vero uòmo'*di Stato, il quale, deve sapersi talvolta anche *elevare al disopra dei partiti. Facendo entrare ! «nell'orbita delle istituzioni partiti che fino altpochi anni or sono erano ,c si vantavano dl\tissere extra-legali, eoli non sólo ha integrato. ril suu programma di pacificazione sociale, ma ha reso un grande servizio alle istituzioni. Anche senza la maestà della barba e della filosofia ciaschedun uomo civile è tormentato come Faust da Un suo problema insolubile. Per il conservatore italiano l'enigma è l'onorevole Giolitti. Non già che questi sia stato generato dalla bocca di una sfinge e usi parlare per indovinelli: l'on. Giolitti non ha alcunché di ermetico ed esprime pensieri comuni in parole correnti. Ma dove passa, fa nascere un viluppo di esitazioni e di dubbi. Molti vi perdono le proprie tracce e si'smarriscono. E più d'ogni altro si disorienta l'uomo d'ordine. Parlo dell'uomo d'ordine tipico, proprietario, esercente o professionista, che è l'eleménto fondamentale delle classi dirigenti. Egli è scontento ma devoto dello Stato. E' certo di vivere in un'Italia senz'ordine, senza sicurezza e senza giustizia, ma si sente scoppiare le vene, al pensiero che in questo paese, dove nessuna cosa o persona sono quali debbono-essere, qualche persona o qualche cosa possano mutare. Costui è l'u, nità cellulare di quel partito dell'ordine, temperato e mezzano, al quale non manca che di esistere per essere il più potente e invincibile fra i partiti nazionali. Negli o scuri giorni dello sciopero si chiama foreajuolo, nei giorni tricolori del cinquantenario si proclama liberale,, ma Sempre sopra ogni cosà è orgoglioso d'essere conservatore, e tanto più fermo e risoluto conservatore se, come sovente accade, non abbia niente da conservare. La sua' fede oivile, la somma dei suoi principi e delle sue dottrine politiche, economiche e sociali l'uomo di ordine, meglio che in parole, la sente chiaramente espressa in quella non perfettissima opera di musica che è la marcia reale. Pure sa che è stato proprio il Re a togliere dcszmt.tataac«pg«ta«t«<«c<cl'elmo ai generali; e questo pensiero scuote la sua fede nella Monarchia. Forse fu un!suggerimento di Giolitti. Poi che Giolitti,;come dicevamo più sopra, suggerisce al nostro uomo un contrasto di argomenti opposti che è quasi impossibile di dirimere. Una sola certezza ha di Giolitti l'uomo d'ordine: che sia indispensabile. Ma dubita se sia necessario. Talora è quasi certo che non sia utile. Tutto ciò traduce un suo recondito pensiero ; Giolitti non è forse perfettamente monarchico; è soltanto Collare dell'Annunziata. E quanto all'essere uomo i_. . m- I d'ordine... Forse che sì forse che no! Questa incertezza partisce in due il suo cuore, coinè il problema se bisogni o no tirare sul cinque dilania il petto del giocatore di macao. Il dubbio dell'uomo d'ordine nasce dalla grande semplicità del suo procedimento critico in antitesi coi procedimenti operatavi dell'on. Giolitti che sono probabilmente alquanto complicati. Ciò che è desiderato, dai sovversivi, pensa il conservatore, è male ; bene teiò che ai sovversivi dispiace. Un tempo l'interpretazione dei fatti politici ita* liani era quindi assai facile. Piace ai socialisti quel domicilio coatto per motivi po litici che alla loro personale villeggiatura ;fu sovente consacrato? Non piace. L'Italiaipossiede adunque nel suo domicilio coatto jun istituto giudiziario che tutte le Nazioni!le invidiano. E l'inchiesta sulla marinatjchi è che la propone? L'on. Ferri? Grazie,|no: niente inchiesta. E siamo bene intesiche nella Marina Italiana non v'è un chio-do, un solo chiodo che non sia prezioso co ine fosse di platino e forte quanto il diamante : il tutto a prezzi di favore con lò sconto del cinquanta per cento. Così si pensava una volta. Provate oggi a ripetere l'esperimento. E' bene recarsi, calzati i guanti e lustrate le scarpe, al Quirinale, rendendo quivi omaggio alla Maestà del He? Saettando patriottismo per gli occhi l'uomo di ordine, piantato sull'attenti, vi risponderà di sì- ed eccolo arniajato con Bissolati : ciòche gli suscita la repugnanza già provata dacolui il quale, come si narra nelVEneidc, fu condannato ad essere legato stretto con un cadavere passando in tale compagnia il resto dsi suoi giorni, che non furono molti. Altra domanda. Sono gli .scioperi generali una imitilo dispersione di ricchezze n dan-no di tutti, dannosa alla Nazione quanto laperdita simultanea di tre o quattro •SanGiorgio/ Certamente : del partito socialista dolcemente voi mostrate all'uomo d'ordine il partito socialista mentre*passa a fuoco le ultime sue maledizioni superstiti^ per_ scagliarle contro i suscitatori di scioperi generali ; poi glielo mostrate in atto di carezzare le spese militari, cioè il punto più sensibile della sensibilità conservatrice. Ed ma la scelleraggiue . Interrompendolo i il conservatore, manomesso e violato nella sua profonda intimità,, non ti rende più j conto del mondo circostante né di sèi W-'* J —- » ls, mch'léde, se"égli -sia \1 socìaUs't&j-"* il Sociali"- vata lui; se domani'mattiua si leverà ancora s1 solò o se piuttòsto non sia giunto quel | igiorno del giudizio, al quale.del resto non : lvorrebbe. credere, perchè il conservatore -I panticìericale ; mono dimoiti deputati estre-jgmi del Mezzogiorno elètti dal vescovo, mài npur sempre anticléricale. Questa confusione!qregna iu Italia da quando l'on. Giolitti j igoverna., lPer diradarla nella sua mente, legge al- glo™ l'uomo d'ordine i giornali. Ma i gior-;mnalr aumentano la confusione, poi ohe il,eloro polemizzare consiste soltanto nel con-1Htrasporre due posizioni diverse della mede- J psima questione. Dice il foglio avverso ajmGiolitti: « Giammai, prima che quest'uo-l r ™ »•'■*» indebolisse.il sentimento na- ! ml' ««"J?. gemmai , clericali, eterni nemici t]* a Italia, avrebbero posto il piede nel Par- m \ « lamento Italiano ! Eterna vergogna al-j p]* l'uomo che glie ne aperse le porte ». Ma, j a, sua volta, l'organo giolittiano così raigiona: « Ed ecco che sotto il governo del,« l'on. Giolitti, disperso il fosco nembo del:. « le opinioni estreme, i clericali stessi, pre'* si dal sentimento nazionale, chieggono di * entrare nel Parlamento italiano. Onore ! « all'uomo che ha restituito alla Patria citlt tadini che in essa vivevano con animo \t di fuorusciti ». vJome il responso dell'o. racolo antico, che, con un lieve spostamento o o o ù ' a n a a , a e a a i . e pumGdelle pause, acquistava un duplice senso, così il discorso intorno ai fasti' ed ai nefasti di Giovanni Giolitti. Intorno alla grande questione delle rela- zioni tra partiti estremi e governo, fonda-mentale nella oolitica giohttiana, la dispu- ta si fa anche più accesa ed iraconda! e II Socialismo invade la Reggia! La Mo- . „„„„.• „, ,„ v„„„i, •„ ;„„*.„„ t narchia che la borghesia italiana instau- a rò col proprio sangue e prigioniera dei. t partiti estremi! Forse domani, in nome; a del Re,la mia casa, il mio podere e le ! .... ,| amie figliuole saranno espropriate^ e_ la. c Borsa del Lavoro le incamererà. Giolitti « ha rovinato la borghesia! » Ma dall'altra parte corrono sorrisi di intelligenza e fregatine di mano vittoriose. « BiBSolati al « Quirinale è l'Estrema a Canossa I Fugato t per sempre l'incubo della rivolta. Se il a novantotto distrusse i rivoluzionari, il no« vecento e quattro annientò, ri socialismo, t Ora dormiremo sicuri nel nostro letto con «sotto il capezzale un fascio di titoli di < Stato che. guadagneranno mezzo punto o« gni due mesi. Viva Giolitti, l'Uomo della c pace, il ministro delle classi abbienti ! » Tesi ed antitesi incalzano. ,T«i: « Per il « Cinquantenario, Giolitti ha imposto Na- < than a Róma, come un Questore ad una « nrovincia dell'Impero. A quando Nathan < incoronato Imceratore? » Antitesi: < L'e« sperimento del Cinquantenario romano è e la catastrofe del Blocco. Nathan è. un a uomo liquidato. Non gli resta che chiude- < re la Loggia e ritirarsi nella Sinagoga ». Tesi : c In Romagna non vi è più diritto < di proprietà. Detta legge in oasa vostra < il bracciante che voi salariate e i soldati c stanno a vedere ». Antitesi : « Soltanto « una miracolosa prudenza ha potuto ser« bare agli agrari di Romagna le loro terre, a Ciò che importa è di salvare il principio e 1 delia proprietà: la scelta delle macchine n!« è «n particolare senza importanza. Molti ,;* soldati, armi al piede, Giolitti al potere l * e_ niente paura ». . o a e o e Quante altro contrapposizioni di argomenti, tutti ugualmente rivestiti di credibilità, occorre di udire a proposito della politica giolittiana ! Una volta ho assistito ad un diverbio tra due elettori socialisti, i quali a elezioni finite ritornavano ciascuno dal proprio collegio nativo. L'uno di essi in una grande città industriale dell'Ai o ita Italia, aveva visto coi suoi propri occhi I 1 _ T» 1?_AJ. 1*1? 1 1 ? 1 1 , e e a vi ai ; n aoo la Prefettura mobilizzata agli ordini del , -, ae'\deputato socialista locale: 1 altro, ancheghicogli occhi suoi propri, aveva visto in un {collegio rurale del Mezzogiorno il delegato|imprigionare, minacciare, corrompere gli elettori affinchè il deputato socialista cadesse. E si accusavano a vicenda, con quanto mio giubilo non occorre che dica, di ministerialismo e di anarchismo; e nessuno dei duo sospettava che il Ministero avesse ap- poggiato i candidati dell'Estrema dove era-no invincibili, mentre li aveva combattutidove potevano cadere L'on. Giolitti è una specie di Bastia*, . . . , , r,. _ ,.. . . cóntrart di poche parole e di molti sorrisi; a ; egli riduce gli avversari al silenzio facendo aisempre il contrario di ciò che questi aspet-to jtano da lui. Il prof. Salvemini ha scritto un ni!libro per dimostrare che l'Italia si sarebbe tjsbarazzata di Giovanni Giolitti soltanto nel e,|giorno remoto e apocalittico del.rn>ifo«|^si,universale. Quando? tra un secolo, forse. o-jE la mattina dopo, aprendo il giornale, Sai-o aò neti do tdi rà iò'conto dell'esser suo, perchè nella politica dajdell'on. Giolitti importano più i mali che c, vernini apprendo che il disegno di legge ner il suffragio universale era pronto perle cure e sotto il patrocinio di Giolitti u-io- •"•anni... L'uomo di Stato i cui accorgimenti sconcertano le previsioni e le deduzioni di uno storico come Salvemini, ha molta probabilità di non essere comprensibile alla moltitudine semplice e schietta degli uomini di ordine. I quali non riescono ;a rendersi n il i. li —. .—-, essa ha evitato e che pero non appaino, dei benefìci che in essa sieno visibili e ma-nifesti. E però il dabben cittadino devoto del. trono, delle instituzjoni e del bene in- sonarabile, si scompone in duo cittadini pa-n-irinienti devoti e parimenti dabbene, unola. dei quali a gran voce impreca all'ambiguoan[Statista, mentre l'altro silenziosamente lone le aeaiù Ed ue ; invoca. Nel campo pppostu accade il contrario. lo!Socialisti, massoni e altri Woccardi accia-, , , mano e glorificano Giolitti in parole, maincuor loro cominciano a detestarlo. Con Gio-litti sono costoro rappresentanti al gover-no, ma senza Giolitti sarebbero essi il Go-verno. Ora, non lo sono, nè dopo di lui, losaranno. La successione di Giolitti andràai conservatori, come se il suo fosse stato un Ministero radioale: e sarà il.Ministero che avrà preparato il rinnovamento della Triplice, rafforzate le «pese 'militari '4 — chissà 1 — apparecchiata forse' roooui*a»JÌone italiana di Tripoli.... <• Ascoltando un giorno queste verità,' esalate in un'amara e sconsolata .confessione su 'dal cuòre di un bloccardp 'd^soSHa mia 'metà dì destra esultava' e lodava 'l'av vecfiitezzà ed anche l'abnegazione del mini stro piemontese, le cui astuzie pazienti e ingloriose non solo avranno dato pace ai l'Italia, ma anche l'avranno scansata dal peggiore dei mali: l'esperimento, a suffragio ristretto, di un governo radico-maaso nico-affaristico-bancario a simiglianza di quello francese. Ma la mia metà di sinistra relaaadI nil ve insorgeva, e chiedeva se siano vittorie quel le che non si possono cantare a voce spie- gata ed a fronte aitar se in quésti infingimenti la classe di governo non si inaridisca| S[,e non nerda ogni coscienza di se; se unIta-|fj1Ha lacerata dalle, lotte civili, ma fiammeg-lgJ piante di ideali, non vivrebbe più intensa-'l'jmente e non avrebbe di 'vivere maggiore dl ragione di questa in cui, spogliata dalla suo f! magnifica Violenza, rinasce li sterile e tor- ; « tu osa politica de, prmc.potti del^aec*j # mento. Cosi chiedeva la seconda meta alla pj prima, ma quella non rispondeva. Forse ; sipassava una bella donna per la strada: forsej Mun aereoplano saliva nell'azzurro. Ed io bpgPm'ero distratto e non pensavo più all'ori. Giolitti. BERCERET Una soiozioiie studentesca di un incidente italo-argentino (Per telefono alla Stampa). Roma, 3, sera. A tres piuto saDscAbsAmHproposito del Congresso della Corda Fra- j qè notevole il temativo .chei è state> coni-; vSiSìSS ISt^f d - „ ja bandiera italiana della Società cuochi e c camerieri. Il gruppo giovanile nazionalista a-ite veva inviato alla presidenza del Congresso jbdella Corda Fralres il seguente telegramma: ;e . Gruppo giovanile nazionalista di Roma non!S. dimentico recente oltraggio bandiera italiana ■ S; fatto studenti argentini invita presidenza del ;p ! Congresso a ; richiedere ^i delegati argentini, ^ta| all'infuori . deplorazione ignobile atto » - a n è Questo telegramma era stato inviato perchè nella prima seduta del Congresso lo studente argentino Valter aveva bensì espresso i sentimenti di simpatia dell'Argentina per l'Italia ma erasi dimenticato di accennare al disgustoso incidente avvenuto a Buenos Aires. i i l sscl'p! liNella seduta di ieri sera lo studente Valter iiefiraSllicfa BueZmAfres <!c^conS^XfwStl dichiarò di aver iappreso soltanto in Italia l'inciderne doloroso !leprovocato da alcuni studenti di medicina che|roffesero la bandiera italiana..Egli a nome dell'Associazione che rappresenta dichiarò di deplorare questo incidente e confermò i "sentimenti di fraternità che legano gli studenti argentini a. quelli Italiani. Rizzini,. vlce-pr.esidente ' onorario del Congresso, ringrazia Valfer delle cortesi espres^ sioni assicurandolo che gli studenti italiani non hanno mai confuso i sentimenti di alcuni studenti sconsigliati con quelli della studentesca argentina con la quale sono lieti di poter fraternizzare. • 'ctn f1' In soluzione che nell'ambiente studentesco ri è tentalo di dare all'incidente di Buenos Aires. Rimane ora la soluzione più importante da ottenere su terreno diplomatico in seguito alle rimostranze del Governo italiano. Il partito socèalssta mette sotto inchiesta un coni pugno per aver ossequiato, il Se Alessandria, 8, sera. Ricorderete l'episodio del consigliere comunale Ferrara, di San Giuliano Vecchio, socialista, che, vestito da compagnuolo con un fazzoletto bianco al collo, si presentò al Re, il quale gli strinse entrambe le mani, dicendogli di averlo conosciuto trenta anni addietro a Venezia, ov'era allora caporalemaggiore del 48.o fanteria. Ora, a proposito di questo episodio, che a seconda dei partiti è stato più o meno sinipaticamento srrdmalèAapcmrccpnsmadszsqa1accolto, l'organo ufficiale del partito socialista in Alessandria pubblica quanto segue- ((Giovedì sera si è riunita la Commissione ; t'\ esecutiva, e, preso in esame il caso Ferra- j vhira, ha deliberato di invitare formalmente la mn {sezione di San Giuliano Vecchio, alla quale! mto|Ferrara è inscritto, perchè si pronunci invato i merito al caso stesso. Alla riunione si pie-! vsenterà an membro della Commissione es9-|scutiva federale. La Commissione esecutiva i nha poi espresso il parere che il Ferrara, por! Vl'atto da lui commesso, partecipando al ri-'dcevimento reale, si sia reso incompatibile!pcpt- nella qualità sua di iscritto al partito socia -!l.i?ta. L'organo locale socialista fa seguire i'il comunicato da queste parole: «La Com- |inissione esecutiva ha, secondo noi, fatto'n*, j^i8^-*,e1"*'?L?J ^0r^^" ì °no più oltre tollerati certi adattamenti, cor- ; |te d*cvmzioni) cne hanno condotto il pattiloI o socialista italiano nel marasma, nel quale!,-joggi si trova. Se vi sono degli uomini, che:|n anche in buona fede credono di poter con-jLe tinuare a fare il socialista, andando a brac-| l "Jj^gg^S^toSSÈk^m ^jiS^^^al^^S^'S^^ì^artte 7. dcUa brava goùte, ma nel partito socialista!-|non dovete più oltre rimanere. E' questione'a e messa ». e dopo tutto di onestà politica. Occorre ritor,! r'nare alle origini e non dimenticare che il - nostro è un partito di classe, nel quale ogni |sorta di transazione non deve essere peì- o i i Convegno di soci della Università popolari dell'Alta Italia a Roma Roma, 3, notte. , , „ t« 6 S'ivahH v" ° spPC,'a-\ PTJr' iniente dall'Alta Italia, sono s'unti olire sei- , ; cento soci delle Unjversita p0pOiar: di Mila- -;M Padova. Cremona, e Bologna. Delhi caro-,to ; vana de, ^n,, facevano parte molte signore - >e signorine. Con la comitiva nijlanese erano I a-' rappresentate le Università popolar: di Morio.2a e di Legnano, e la Pro-Cultura Popolare! o ! « Giosuè Carducci», di Como. Erano a:l at-! o tendere alla Stazione, i professori dell'Univer- ' o. ! Sità popolare romana, col vice-presidente Giù- • a-:aicpandre, e il Consiglio direttivo, oltre a va-> n:TÌe Sociela operaie, di mutuo soccorso, con o-|banaierai 0 numerosissimi soci. I gitanti svol- r-j geranno per otto giorni, in Roma e nei Castelli o- j Romani, un interessante programma di visite o;e di escursioni, con la guida di quattordici à ! professori de'la Società Romàna di Stona ed o i Arte. I