Guardia notturna dell' ex che smentisce la deposizione dell'ex portiere Tedeschi

Guardia notturna dell' ex che smentisce la deposizione dell'ex portiere Tedeschi Processo Cuocolo Guardia notturna dell' ex che smentisce la deposizione dell'ex portiere Tedeschi Due testi reticenti amdati Al earatoinieri (Per telefona alla Stampa), Viterbo, 81, aera. Alle 9.16. .mentite l'aula è quasi deserta, entra il tenore Caruso. Il Vittozzi lo riconosce e scambia con lui alcune parale. Alle 9,30 entra .la Corte e viene oùlamato per primo Guglielmo Tedeschi, figlio delì'ex-portlere dello starnile dell'ing. PeUeochia in via Guantai : è un giovanetto appena ventenne. . Il figlio dell'ex-portiere Tedeschi I Presidente. — Ricordate che nel 1906 vostro jpadre era portiere in via Guantai? — Sissignore. Anch'io stavo con d/ui. 1 Presidente. — Diceste al giudice istruttore, Quando foste interrogato, che la casa Stendardo era frequentata da minorenni e da gjovanette. .. — Lo confermo. Presidente. — Vostro padre vi ornando spesso in Questura per reclamare contro la Stendardo? ■ — Sissignore. I Presidente. — Vi ricordate di aver visto una 6era del giugno 1906 uscire dalla casa Sten'dardo un ragazzo che portava un involto? — Mentre mio padre era andato a prendere la cena, vidi un ragazzo uscire con un fagotto e lo seguii per un buon tratto di strada. Presidente. — E poi riconosceste quel ragazzo? — Un giorno venne a (prendermi un carabiniere e mi condusse con 6è. Quando fuaromo in piazza Ponte il carabiniere m'- disse di riconoscere in mezzo ad altri ragazzi che stavano intórno ad una venditrice di castagne qu^le fosse quello che avevo visto uscire dalla casa Stendardo. Io acoennai allora al carabiniere un ragazzo che dalle fattezze mi parve lo stesso che avevo visto uscire dalla casa Stendardo. Avv. Salamone. — Il riconoscimento avveniva ned marzo 1908. Presidente, al teste. — Voi, pare, diceste al carabiniere Dumano d'aver proprio riconosciuto II ragazzo. ' — Nossignore. Dissi soltanto che mi sembrava ite stesso ragazzo uscito dalla casa di via Guantai. "Più oculato nell'ascellare i e nello scrivere,, Si chiama Alfredo Rossi, ex-redattore della tribuna Giudiziaria. Presidente. — Ricorda di aver avtuto incarico dall'avv. Llov di recarsi a Solofra come redattore della Tribuna Giudiziaria? — 11 mio direttore avv. Lioy mi incaricò nel novembre del 1903 di andare a Solofra per veri flcara so Raffaele Sacco avesse venduto nei primi giorni del 1907 un anello d'oro. Era con me 'la signora Virginia Cosenza Le nostre indagini non condussero a nulla, non riuscendo a rintracciare quel tale Sacco. Consultati i registri «iella popolazione, mi risultò allora che un contadino chiamato 'De Vito era soprannominato iParasaoco. e mi recai a trovare il Parasacco a casa sua. il quale vidi a letto infetto da una inferariutà cronica, che non gli permetteva di uscire. Io lo interrogai a .proposito ed il ParaBacco mi rispose negativamente. Tornai a Napoli e riferii tutto e dissi al direttore che fosse più ocuTato Dell'ascoltare e nello scrivere. Presidente. — E poi l'avv. Lioy pubblicò M risultato delle sue indagini? — Prima l'avv. Llov volle che ritornassi a Sant'Agata per nuove ricerche, ma queste ricerche furono negative. « Quando lessi nella Tribuna Giudiziaria notizie non conformi a quanto era stato risultato dalle mie indagini, pensai di allontanarmi dal piornale. In seguito, anohe interessato, non volli rientrarvi, perchè non mi pareva proficuo ai fini del giudizio la direttiva della pubblicazione isui processi che si istruivano, e ho sempre ritenuto che fosse dannosa all'indole del giornale e che i'aw. Lioy facesse il proprio danno per ii profitto altrui ». Presidente. — Si trovava presente quando neKli uffici della Tribuna Giudiziaria venne l'Alano? • — Sissignorej l'Alano, ricordo, era molto titubante ,nel lasciare la dichiarazione che fu strappata dall'avv. Lioy parola per parola. Ricordo anche che l'Alano si raccomandava che la dichiarazione rimanesse segreta, ed allora io e i'aw. Liov dicemmo che la dichiarazione serviva per scopi giornalistici. Avv. Salamone. — L'Alano lesse la dichiarazione prima di firmarla? — Sissignore. . - , Presidente (leggendo la deposizione scritta dal teste). — Lei lia parlato anche al giudice de; modo come ha redatto la dichiarazione ftwnaui dall'Alano. A lui disse che l'avv. Lioy doman dava all'Alano: fu di domenica di Carnevali che portarono ad incidere l'anello? E l'Alano rispondeva: fu di Carnevale, e .mi pare che fosse domenica. Circa all'abito che indossava il piovane che dette la corranissione e la eua fisionomia l'Alano rispose al Lioy che gli voleva mostrare una fotografia di Abbatamaggio : E inutile che me la fate vedere, perchè non m ricordo. Presidente. — Conferma ciò? — Perfettamente, perchè è la verità. Presidente: — Sa su all'Alano dopo aver firmata la dichiarazione fu regalato qualche cosa? — L'avv. Lioy dette un piccolo regalo all AUano, come faceva del resto con tutti • gì: informatori. avv Lioy. — 11 tesw mi ha scritto recentemente dandomi notizie importami sul processo Cuocolo. , , — Io, oltre ad essere giornalista, ho il trasporto dello spaccio di neve a Napoli. Tra gli spacciaiori si trova Gaetano Coppola, fratello di quel Francesco, figlio d«l proprietario della famosa Trattoria ai Bagnoli, del quale tanto s: è parlato. , ,. . , «Il Coppola'uni mosiru dei documenti ed io ne scrissi all'avv. Liov, che ho sempre sinuato e stimo, cid ai quale in seguito presentai il Coppola, che credo onostraissé : documenta •. Lia ex-compagno di prigione degli accusati evisirasdbmmirrSi chiama Clavelli Giuseppe, ebanista Presidente. - Oomaiidastó voi di essere ui- ™~ti trowSdomt nel carcere di San Fra* cisco conobbi Pappe O' Ribota 'Giuseppe Me- nicli'ello, ed altri accusati del delitto Cuocolo.11 leste fa uu lungo racconto sulle sue peri- pez:e carcerarie ed aggiunge che poi fu ym- chiuso in una camerata insieme con tale Var- ciii-coilo e Vincenzo Amali, detto O suaiio. .fciaccorse di un grande lavorio che si faceva in-torno a questo processo. — Un giorno - egli dice - sentii Varcaiiceilo dire ad .Amati, di non penderai cura «.chemedici al massimo potevano essere ntenuu re- di non prendersi cura perchè al massimo potevano essere ntenuu re-fipousabili dell'assassinio Cuocolo, mentre loro potevano soltunlo rispondere di associazione adelinquere, per il quale reaio potevano avere 2 o 3 anni. ,. -... .-, Ed Mnf»?56^^^^^S--di« Se Di Matteo avesse avuta la coscienza ui dire rome le cose erano andate, noi a questo-ia saremmo già in,liberta ». . - Un'altra volta, sempre nel career* di fan riunisco, intese dire dal varcarcelo aua-i quella mezza cT&\Ui& messi u.ipezzo per compromedere-aiue PJJ*°ne ^-; , imbrogliando^^ niaatassa ed allora il Vincenzo Amati, Varcarcelo, diceva: « Noi intanto soffriamo; se dovremo andare innanzi alla Corte, non soffriremo "più., perchè finirò col dire tutto quello che so"». Onesto diceva l'Amati. Avv. Valeri: — Il teste >iel 1898 fu nel reclusorio di Orvieto-; — Nossignore. Battibecco tra numeri di matricola Si alza Sorti.no: — Ricordati bone; tu sei stato ad Orvieto. 11 teste, volgendosi verso Sortalo. — Ci sei stato tu. — Perfettamente, — risponde Sonino. — io ci sono stato ed avevo il numero di matricola S35, e tu, mi pare, il numero 892. All'av- vocato Valeri ho cinto appunto la notizia per- che" tu sei stato nel Orvieto. Teste- — L'avvocato Valeri farebbe bene adifendere voi e non me, e ricoT'datevi di tutto niiel'io che voi altri mi avete fatto soffrire nel carcere di San Francisco: ho sofferto tanto, che'un giorno, per colpa vostra, pensai quusi a Sortine : — Vi avverto che non sono stato eoa voi nel carcere di San Francisco; fui invece vostro compagno ad Orvieto : io facevo il barbiere e voi il falegname. Teste: — Per le vostre infamie dovetti lasciare quella casa di pena, dove per fortuna imparai la professione del sarto. Avv. Romualdi (parte civile): — Quali sarebbero state le persecuzioni ricevute dal teste al carcere di San Francisco e che lo avrebbero spinto al suicidio? Clavelli: — Quando fui tradotto dal carcere di Salerno a quello di San Francisco, conobbi Menjchiello ed Amati e Valcarcello. Costoro mi ritenevano per un confidente ed allora cominciarono a farmi tutti i dispetti possibili ed immaginabili, tanto che io, spìnto dalla disperazione, stetti cinque giorni senza mangiar*. Aw. Romualdi: — Il teste, prima di conferire col brigadiere Rho, ha riferito le rivelazioni che avrebbe ricevuto nel. carcere di San Francisco dall'Amati e dagli altri, ed ebbe a parlare con i carabinieri a proposito del delitto Cuocolo? — Mai. Io coi carabinieri non ho buon sangue: fui latitante 7 mesi e i carabinieri mi chiamavano il brigante. {Si ride). Si rivolgono altre domande al teste, il quale finalmente è licenziato. Una guardia* notturna Si chiama Alfredo Vigilante, guardia notturna. Egli dice: — Sapevo che il Morra era un vigilato speciale e durante la notte mi univo col pattugìione degli agenti di pubblica sicurezza ed andavo in casa del Morra e l'ho trovato sempre in casa. Una volta la moglie del Morra si lagnò con me. Rimproverai il Morra della sua condotta ed allora costui mi disse che aveva pensato di recarsi in America, per trovare da lavorare onestamente. Io ricordo poi che la notte del 5 al 6 giugno insieme al pattuglioue della squadra notturna «rovai all'una e mezza dopo mezzanotte il Morra in casa. Aw. Romualdi: — E disse la cosa al giudice istruttore? Proc. Gen. : — Faccio notare che il teste citato ad istanza della difesa non accennò mai a tale circostanza. Il teste, come si accorgeva della presenza in casa del Morra? ■ Teste: — Quando la notte si andava a casa del Morra, si tirava la. cordicella del campanello ed II Morra, affacciandosi alia finestra, rispondeva: sono presente. Proc. Gen.: — Ed a seconda della voce si accorgevano della presenza del Morra? — Precisamente; dalla voce riconoscevamo che era proprio il Morra. Avv. Torre: — Mi permetta, Eccellenza, di richiamare l'attenzione dei signori giurati sull'importanza di questo leste, sul quale nessun cospetto è caduto, ne potrà cadere giammai perchè se ne diminuisca la indiscutibile atten dibilità. Il Vigilante dice cosa che stride con quanto, prescindendo da qualsiasi ragione di odio, il teste Tedeschi assume. Secondo questi il Morra, il quale avrebbe partecipato al delitto Cuocolo nella notte dal 5 al 6 giugno ìm compagnia del Salvi, si sarebbe recato alla casa Stendardo. Il Vigilante afferma invece categoricamente the il Morra quella notte stette in casa, perchè vigilato speciale-, come ebbero agio di constatare la guardia notturna e tutti gli agenti di pubblica sicurezza addetti alla vigilanza degli ammoniti. Notino, i signori giurati, il disinteressamento e l'indir.'*renza di questo teste e non dimentichino quello che egli afferma. Sono le 12.30 e l'udienza è tolta. Un tenente colonnello di cavalleria Si comincia l'udienza pomeridiana alle 1C.30, facendo l'appello dei testimoni citati per oggi, \ quair sono una ventina. Essi sono fatti ritirare nella loro camera. Resta sulla pedana Ottorino Montesperelli, tenente colonnello di cavalleria. •Il tesfe-riconosce una cartolina da lui scritta, néTla quale si affermava in risposta ad altra cartolina del Morra, che dal registro esistente presso il" reggimento di cavalleria non ssnscDcstpdoodrisultava il nome "di Michele Morra, tra gif acquirenti di cavalli nell'asta del maggio 1904., Il teste aggiunge che nell'elenco non figurava il nome di coloro i quali, pure prendendo!.parte alle aste, non risultarono poi acquirènti -di cavalli Procuratore Generale - In quale ora si te-;nevann qiiesle aste per cavali' » ' — Cominciavano la mattina alle 9 per terminare verso mezzogiorno. Procuratore Generale — Sa il teste in quali aste per cavalli intervenisse il Morra? — Io non so proprio se intervenisse il Morra, mi consta soltanto che per lo più il prezzo dei cavaTAT sale molto poco. Teste affidalo ai carabinieri Chiamasi* Guerra Amabile, il quale si ricorda "die nel mattino del 3 giugno a Noia si recarono in casa sua ceno Beppino Campano, sua moglie e un cerio Ferdinando. Il teste allude al l'i Matteo, il quale per smentire Abbatemaggio rjisse di esseftsi recato il 3 giugno a Nola. Presidente al teste : — State bene attento, i i I.!!perchè, quando la menzogna è spudorata co-'me la vostra, bisogna provvedere; pensate a quello che dite, ricordatevi che al giudice istruttore affermaste di essere vernili a per- licitare in casa vostra il Campano Beppino con una donna, anzi escludeste che vi si trovasse un'altra persona. Rispnndete. — Signor presidente, quello che ho detto oggi è la verità. Presidente ai carabinieri: — Intanto prego i carabinieri di mettere in disparte il testimone; speriamo che così possa ricordarsi meglio. ne; speriamo cne cosi possa ncoraarsi meglio.j La mog|ie segue il marito ! Il Guerra è messo in disparte e viene Anna 'Notti. ì! Ui teste è moglie del Guerra e da buona - moglie segue il merito nel dichiarare oggi. - contrariamente a quanio affermò davanti al - g-JQiC0 istruttore, che in casa sua si recarono i|(iue uomini e una donna, -, .Presifl<;llle _ D;.e la verità, _ L'ho detta, e Io giuro sull'onore delle o : mie Hff|le e teng0 quattro figlie femmine, e, Presklente _ mse-at<> andare le vostre fi-| ^ Vo, e ,a V05lra degna rnetà avete parin m'odo chiaro, di ,,- , !lu . è Presidente — Lascia'* andare le vostre fi- -. Vo, e ,a V05{ra <jesna metà avete par- o Ej,,dir-*» istruttore in m'odo chiaro, di- a. • vostra soltanto e «nao^toe^ «.^^^ anche Vo\ avete da pensare ai casi vostri ' i: La teste c purè accompagnata dai carabi- i -; ^ Vacchini — E' curioso che contro il Bardella, il Rullcr e l'Abrùzzini non si pre- n *m ^b'vvedlmertu. -| Pnps-,derit(, _ Ma via! quesll uUe sono slati u., sfacciatamente menzogneri. Comprendo -|clie , sj,r[10ri giurati sono intelligetiti e a- a,v,;: ; n o i o - con le lettere u - — come dissi mi ricordo. a; Presidente — o — No. Seppi l non ci andai, , Presidente — ijoi diceste ch.- Le Eieua 0811 at'V. Lioy Si chiama Vincenzo 'De Franchis. piazzistalavori di stampa, gènero di Carlo Alfano, di una cassetta di incisione in Nel 1007 vi sostituire allo Presideute — Ricordate di esservi una volta servite per una incisione di certo Argentò? — Me ne sonn servito più volle e me neVI rammentate di un giovaneper farvi incidere un anelloC f al giudice, ripeto qui che non in proprietario piazza Dante. Presidente — suocero? .'Sissignore. servo ancora. Presidente che fu da vo Conoscete l'avv. Lioy? che voleva parlarmi, ma io Vi si faceva pressioni perchè avevate inciso l'anello pona' io vi d* Abbatamagglo.t a a a , i o i n n e e a i o , n — SI, vennero alcune persone a dirmi che se avessi rilasciata una dichiarazione in tale senso, lo mi sarei buscato qualche soldo. Venne in seguito una persona a dirmi che mi desiderava il capitano Fabroni. io risposi di non conoscerlo e di non volerci andare. Presidente — Venne da voi certo Alfredo De Frede? — Venne a propormi, a nome del prof. lioy, cu fare una dichiarazione per 1 anello che et saremmo guadagnate duemila lire, delle quali trecento ci sarebbero date subito. Sul principio lo volevo mettermi d'accordo col De Frede per fare soldi, poi pensai che non era cesa onesta e rifiutai. Presidente— I dannri da chi erano stati offerti? — Seppi che era l'avv. Lioy. Presidente — ÌE 'il vostro sentimento di uomo più o meno onesto non vi fece respingere subito la proposta, prendendo a calci chi ve la faceva? — Ci pensai dopo e mi rifiutai, trattandosi di cosa disonesta. Presidente — Parlaste un giorno al De Frede e con l*aw. Lombard1 '/ • ± — .Mi trovai per caso con l'avv. Le mbardi e in quella occasione il De Frede, parlando dell'anello, diceva che io sapevo mollo. Pres. : — 11 De Frede diceva, parlando con l'avv. Lombardi, che era venuto un giovane da voi per fare incidere l'anello? Lo diceva ed io confermavo, ma erano discorsi generici tenuti scherzosamente. Pres.: — Lasciamo andare gli scherzi. E' certo che voi pensaste di beccarvi dall'avvocato Lioy 2000 lire. Poi non le volli. Già, osserva il presidente; vi siete fermato all'atto preparatorio della truffa. Proc. gen.: — Come mal il teste non volle mai recarsi dall'avv. Lioy? — Io conocevo l'avv. Lioy e seppi che egli aveva chiamato il vecchio e noto commesso Domenico Alano, dal quale si fece rilasciare una dichiarazione dandogli 9 lire ed io appunto per questo non volli andarvi. Il presidente le^ge le deposizioni rese dal teste nel periodo istruttorio. Una deposizione fu raccolta dai carabinieri e in essa escluse, ciò che non fece dmonz.. al giudice istruttore, di avere avute, cioè, da Abbatemaggio la commissione di fare eseguire una incisione sull'anello e di avere fatto costruire un timbro postale portante la indicazione « Lampedusa. » 11 procuratore del Re legge una lunga deposizione resa dal teste al giudice istruttore. La deposizione termina cosi: « Concludo col dichiarare che io assolutamente escludo che 10 possa ricordare le commissioni avute nell'epoca suddetta e le persone che le diedero. " Prof. Lioy, non mi fate parlare ! „ Si richiama il teste De Franchis. Avv. Salomone: — Il teste può escludere di avere avuta la commissione di incidere un anello per il prezzo di lire 3,507 — Non ricordo. Si fanno tante commissioni e poi chi porta il lavoro non dichiara mai la propria qualità. Nega di avere parlato di ciò all'Alano. Viene richiamato per il confronto il teste Alano, al quale il Presidente contesta quanto ha detto il De Franchis. Alano: — Eppure in un discorso accademico 11 De Franchis mi par'ò di quella coinmis\one. De Franchis: — Non lo escludo, ma è certo che è inverosimile che io parlassi all'AJano ti una delle tante commissioni che ricevevo. Escludo però che potessi accennare ad un cocchiere, che avrebbe portato l'anello. Alano: — Io non ricordo, almeno mi pare De Franchis: — Del resto nella dichiarazione pubblicata sulla Tribuna Giudiziaria mi pare che si accennò come un cocchiere sareb* be venuto da me una domenica; ora nei giorni di festa il negozio si chiude. Alano: — Forse ini sarò ingannato. Alano non risponde che a mezze parole, dimostrandosi un vero deficiente. Interviene l'avvocato Lioy e allora il De Franchis, alzandosi f ^Ln^^frtifÀ.1^.?^0 U" PaSS° VerS° U ., Baaco..'? 8lfhS „lr„ m,„«„„ Ti„ a -."j'-^'aevi, voi, professore Lioy. non o!.mì.,™Jr mnuì'*.,»„ „„„,,„ „v„ A- M i - "t?™<^%^!™laclM! Sapete dl ' te-ino la vostra minaccia, -;, ~ s* " "^^S.*| ;,Sb?,vRla^ da& ' :a t«ssera del-VOi>t10 S'ornale al De Fede. ,Ma i o i , e e 3 , lasciamo perdere. — No, no - dice l'avv. Lioy - se avete altro con aria d: compatimento 11 De Franchis, i verso il Lioy: i — .Non dico altro. I 11 leste è licenziato. I coniugi Guerra sempre più confusi Vengono richiamati uno dopo l'altro Guerra Amabile e la Anna N'asti, i due testimoni messi in .disparte. La solitudine non ha fatto che confondere maggiormente i due testimoni Lino dice di non ricordarsi se nella casa sua . nel maggio 1906 ebbe ad andare il Di Matteo ! con .i coniugi Campano, e la donna aggiunge ! che insidine ai Campano si trovava un gio-'vane cocchiere. I segni delle, contraddizioni a sono quindi sempre più manifesti e il presie dente Invita i Guerra a ripresentarsi domata r- lina, o oo o o. — Ed io — aggiunge il Procuratore Generale — farò le richieste opportune. Alle 19,30 l'udienza è tolta. La storia d'una mula smarrita .j (Tribunale venale di Torino — Si agosto). ! carlo Massoglio tornava, con il carro e la a mutoi dal mercato. Annottava. Sullo stradale ìdl M^a, accanto al ponte del Sansone, si a fermo. L insegna di un osteria lo attrasse: i. e"u'°* lasciando carro e mula in mezzo ala al strada. Carlo Massoglio fu ben accolto da o un amico eh era 11 a bere da un pezzo; sedette e firi ; a nell'egli e concesse tutto sè stesso alle de I lizie del bicchiere. 1 La notte di fuori scendeva sempre più buia. La mula aveva fame. La nostalgia della stalla fi- 6 ,0 stimolo dell'appetito le fecero scordare il r- padrone che di dentro beveva e si rlmpaiii- nucciava. Scrollò un istante la testa c. la so- o «altera, si guardò attorno e riprese la via a verso casa. Di dentro Carlo Massoglio con . tinuava a bere e a darla'ad intendere all'a- i- mira Oliando usci era tardissimo. Se non era deiVamico, Carlo Massoglio non s'accorgeva il 'lei carro e della mula che non c'erano più! e- Ma non pianse, nè si disperò. Prese sotto il braccio l'amico e s'avviò con lui verso casa, ti Quanto tempo Impiegassero per arrivare fin o là noti si sa bene. Ma la mula aveva si. ,r:; a- la via e non era giunta. Decisero di andare rintracciarla: Carlo Massoglio prese i rintracciarla: cario massoglio prese un I lume e s'inoltrò ancora per la strada buia: l'amico scavalcò il fossato e via per i campi. ai II padrone della mula e del carretto giro o, di «uà, e dì là per un pezzo inutilmente. n Quando, triste e sconcertato, slava per tornarsene, — lana fresca della notte gli aveva o : fatto sbollire un po' i fumi del vino — accanto I ad un cortiletto vide un giovanotto che in I attitudine sospetta pareva attendesse qualcua no. Carlo Massoglio stava per avvicinarsi per I chiedere della mula, quando l'altro senza dare! gli tempo d'aprir bocca gli fu addosso c gli diede cosi tante e cosi forti legnate da furio e'rimanere li nel polverone come se fosse o'morto. Chi era colui e perchè l'aveva bastonato?... n ! Se lo chiesero ì primi accorsi ed il disgivi o è aziato carrettiere, che, dopo IT primo momento, s'era alzato, urlando come uu disperato. Le lunghe e minute indagini stabilirono che in quella stessa notte a certo Tommaso Bardella era capitata la stessa sorte: cioè, senza perdere la mula, egli, mentre s'incamminava vsrsft^asa. .aveva. tr.oyato due sconosciuti _cho glie le avevano date. Volendo farsi subito vendetta, il Bardella aveva: cercato d'un amico, Giovanni Crivello, perchè l'aiutasse a rintracciare gli assalitori. Stava precisamente presso la casa di costui, quando aveva visto il_POvero Massoglio: « Era in me cosi ferma la convinzione che costui fosse 11 colpevole, che l'assalii senza pietà... lo confesso ! ». Tommaso Bardella fu esplicito e cosi spiegò i fatti. Ciò non esentò dal presentarsi innanzi ai giudici per rispondere di lesioni gravi. Questi furono assai clementi e non gli inflissero che due mesi di reclusione condizionali e 500 lire di danni per la Parte civile. Il Crivello, trascinato nel processo come correo, fu assolto perchè non provato che egli avesse preso parte al fatto. La mula fu trovata il giorno dopo in .un campo, che pascolava,. Presidente: avv.'Viarengo; P. M. : avvreavallerone; Difesa: avv. Camoletto; P. C.: avvocato Gherardini; cancelliere: Luotto.