Il giudice istruttore Romano

Il giudice istruttore Romano Processo Cuocolo Il giudice istruttore Romano nuovamente interrogato (Per telefono alla Stampa) Viterbo, 29, aera. L'udienza si apre alle 10,30. Al banco del Pubblico Minisi ero siede il cav. Santoro ccmpleta.mtmto ristabilito. Torna alla pedana il brigadiere Ernesto Ubo jier proseguire nella deposizione. Ancora il brigadiere Rbo Presidente: — Ripetete quanto diceste U 3 marzo 1900 al consigliere Lopez riguardo a delie, rivelazioni avute da un detenuto, ceno jGiuseppe Clavelli — il Clavelli, mi disse che trovandosi nel carcere di San Francesco senti dire da Vincenzo Amalo, detto O' Scemo, che i responsabili de! delitto Cuocolo erano gli attuali accusati e dio egli, Clavelli, non potendo essere sentito dal giudice istruttore, si rivolse al capitano Fabroni. Gli accusali dicevano, mi disse iil Clavelli, che se fossero usciti dal carcere e fossero tornati in libertà si sarebbero vendicali contro il Fabroni. ed i marescialli Capezzuti e Farris. Avv. Lioy: — Il Clavelli è stato al manicomio? Amato: — Se sono scemo, come posso essere un gran delinquente? 'Presidente: — Lasciate ondare, voi siete chiamato scemo, ma non lo siete affatto; del resto, per voi parla chiaro il vostro certificato Sonala. A domanda del (Presi/dente parla sulle inda¬ gini fatte su De Angelis e su Amodeo per la partecipazione che avrebbero presa al delitto La Mura; dice che nulla ebbe a risultargli.contro di loro e dice non entrare .in mento alle indagini eseguite a Gragnano, avendo !presentato un rapporto al Procuratore del «e:per indagare la responsabilità di altro per- 6one. I Il Rho aggiunge che ebbe ad interrogare la'Lucia Anastasi, la. quale smentì lo dichiara- zloni lasciate all'ai. Lioy sulla presunta re- |eponsabLi-tà di De Angelis, Cuocolo e Amodeo ■nel delitto La Mura. , _ . Pi-oc. cpn.: — Le nuove indagini sul prò- cesso La Mura porterebbero ad una responso-,biliia qualsiasi di De Marinis e di Amodeo? Teste: — Lo escludo asso Imamente Le gite di don Vittozzi a Castellamare •Proc. Gen. : — Che cosa può dirci delle gite che avrebbe fatto a Castellamare Don Ciro Vittozzi ? — Il Vittozzi veniva spesso a Casieilamare e si trovava con certo Pappalardo Aniello, noto camorrista ed ora detenuto. Una volta il Pap- palardo por denunzie latte a suo carico fu ar- asestato, ima poi venne assolto per le racco- mandazioni di Don Ciro e per le insistenze dell'avv. Mario Cardinale. Dono Quell'assolta Eione si tenne un banchetto a Castellamare, al duale intervennero vari camorristi, il Vittozzi e certo Cucco -Figlio di un ammiraglio - interrompe Én- ricone — Fornito in Amedea ner truffa — corniole-in l'avv nnmniiii compie r> ■ ; Homim!J> . . Presidente: - Non Merrompa.no leste: - So che in quel banchetto si can- tarono delle oanipnette.napoletane e lo stesso Vittozzi cantava la «Scena di Monte Vergi- me?, ed altre canzonette.. Prcsid-onte : — Sa qualche cosa sui rap- poni tra Ascritto-re e Vittozzi? — So che no-i loro Interrogatoria Ascrittore e Vittozzi negarono di conoscersi. La guardia Nilo Leopoldo ebbe a diurni di aver visto più vòl¬ te, a Castellammc Ascrittore e Vittozzi ìnsie- me, ed anche ini giorno vide entrambi parlarecon Pappalardo. Avv. Pistoiesi, difensore del Vittozzi: — Quan- llo ha saputo questo? — Entro lamio corrente, quando, cioè, Aserit-toro e vittozzi no; loro confronti negarono di conoscersi. Presidente. Che cosa .può dirci d-?llo Si¬viglia e degli altri lesti sentiti dal giudice Ciccagliene, ad istanza del Vittozzi? — Dico che Giuseppe Sci viglia, che fu avvicinato dal Cnscuolo, ebbe promessa di denaro qualora avesse deposto a lavoro dogli amici d«jl Vittozzi. Anche il Santai'pia è un pessimo soggetto, pregiudicato e camorrista. " il tipo iosco Galano „ Avv. Romualdi. — Iil teste disse che il Calano era l'anello di congiunzione tra l'avv. Lioy e la malavita; potrebbe pani-arci di questo Galano? — Il Galano è un tipo -losco; si vedeva sposso in Tribunale, in compagnia delie famiglie dogli attuali accusali e -di altri 'delinquenti; il maresciallo Farris può parlare di una tentala truffa di un orologio commessa dal Galano. Io credo che il Galano abbia turlupinato l'avv. Lioy, riuscendo a carpirgli del denaro. Del Galano, del resto, può parlare meglio il maresciallo Farri Il Farris, richiamato, dice che l'elicette, dellaCancelleria dv! Tribunale di iNapoli. si dolevadi essere staio truffalo da". Galano di un orolo-«io. ed aggiunge che quando il Galano cono-scova il nome d: qualche arrestato, si fingevaconfidente e riusciva a carpire del denaro. . Avv. Lioy. — U toste fece delle indagini sul teste Bartolomeo Iovine, che dopo il confronto con Vittozzi non fu più ritrovato? — .-ri: le indagini sono state eseguite e non fu potuto rintracciare. Certo quel tale, che si quantico per lovine, dove forse aver date generalità false por -paura della malavita, perchè i signori giurali devono sapere che le -pressioni e le intimidazioni della malavita a Napoli sono continue. Don Ciro Vittozzi. — Riguardo al Bartolomeo .lovine sono t.tit-te invenzioni; ebbi con costui un confronto, e dissi al giudico Romano che quell'individuo era -un calunniatore. Romualdi. — Signor presidente, osservo che quel .tale Nilo Leopoldo, da io! citato coi. i poteri discrezionali, è stato già indotto dalla Pano civile. Presidente. — Altera l'istanza non pu-ò eseguirsi. Battibecco tra rjii avv. Romualdi e LioyAvv. Lioy. — Questo dimostra d'anello di congiunzione ira la Parte civile ed i carabinièri Avv. RomuaMi. — Non raccolgo io basse insinuazioni dell'avv. Lioy e non rispondo a mentecatti. Avv. Lioy a Romnaidi. — Non facc:a,mo insinuazioni, ma esponiamo del fotti. Avv. Homualdi. — Ma che volete esporre voi. avvocalo Lioy. voi che avete 'ia casa piena deiipógalorl .malviventi di Napoli; vergognatevi unabuona voltai Presidente, agli avvocati: — Se non la finiscono con queste interruzioni, non possiamo andare innanzi. Avv. Lioy. — Il teste potrebbe dirmi che il Lipiello aveva intenzione di parlare dei retroscena che si sarebbero compiuti noi processo per truffa contro il Vittozzi? 'l'oste: — Il Lipiello non accennò -mai a retroscena che si sarebbero compiuti contro il Vittozzi. Aw. Lioy: — t) teste In* preso parte al processo di Castellamare contro gli operai del cantiere? — Si. Avv. Lioy — Si.Presidente Aw. Lioy preventivo '-ha fu Rho : — il pr nunzio degli operi mare Le ....•/..• furono ritrattate <* \ •••«... ... n. fi mimo citati neppure, e co»igli accusa . rv no assoni. . , ._ -- Furono arrestati 26 individui? — E furono assolti gel lw. Lioy: - 1. Imo ha conosciuto De An-1,.'"j7 dopo che US»!I '!io conosciuto dai care-ere. 1!„* vihv*t-> rilancia cfoUSw WnmimlrliUnavioraia ritpowia - et- -<vV. Komuwoinr. ■Aw. Lioy: — Il 1 seguito a racccmand : broni '! — Il capitano Ea.br Un giorno De Angelis veni •• nel! sri-mi : disse d' sfavarsi « ■ aggiunse che se noi non gli trovav caparsi egli sarebbe stato costrt-n Pensammo allora che nostro comò -, di prevenire i delitti e che quanto delinquente, ha pure <J 5 eri il maresciallo Somme'" ;ato inFa-affatio. ■ '"' ,;-' •: <:da rubare - « eh •i ri i v iteu, !.- annate « Amertean Gand ». anziite! col direttore dell'arsenale. K-,„t;; ' „uai tipo fosse :.>ee gn tini *«<*' d iinpi«g«rlo Sonino: — Prima di estere impiegato al carniere, il Do Angelis faceva il rattoppin.-, guadagnando 4 o 5 suldi al giorno? Presidente: -- Si; risulta dagli atti, sonino (volgendosi' sempre al presidente): — Come spiega allora che il De Angelis guadagnando pochi soidi al giorno si possa permettere il lusso di avere cinque avvocai, che lo assistono continuamente, mentre io, guadagnando quattro o cinque lire al giorno, ho p^nte^T* causa?°he °™ pUÒ cssere semnre Avv. Romuaidi (scattando): — SI, io sono presnnte e rimarrò Ano all'ultimo giorno senza muovermi mai; sono capaci! anetie ti' vendere i mobili di casa mia pur di compiere il mio dovere coscienziosamente. Avv. Lioy: — -La vostra presenza ci fa piacere! La costituzione di parte civile c la nostra •migliore difesa. Avv. Romualdi: — Ripeto che rimarrò qui e non ini faranno muovere le ingiurie \ig lacche, uè le basse insinuazioni, nè i sciiti tentati ricatti. Sonino: — Io dichiaro che con !e nne parole non avevo intenzione di offendere nessuno. Sono lo 12 e un quarto e l'udienza è so spesa. Cuocolo sarebbe stato bastonato da Erricone e dal Mandriere Alle ore 1C.30 si riprende l'udienza e sai nuovamente alla pedana il brigadiere Ernesto "ho. _ A\v> Romualdi, della P. C. :— Ha conosciuto «uaiciino degli attuali accusati? ri,~„"° conosciuto scortino. De Gennaro, il Man UIf.\Y „ • i°,i?1!onev v, ni&™it« Jh™2)&- ~ ch? cosa dlre ° proposito di quesii accusati? A^'^™1? ^nJ^^WS SStiatore Si,,-?Z1 ^?ih ^O2en^so c SoruC inwS ~ - l*r fom^che nell'aula sta ut/mio "(lente, Teste : - Sonino faceva qualche barba, ma era servo dei De Crescendi, notoriamente stroz zmj. e «li strozzini hanno seniore bisogno dei camorristi. De Marinis era dichiarato dalla se zione di P. S. di San Ferdinando come camorrista e ladro. Avv. Colozza: — Ila letto lei personalmente queste pratiche che si trovano alla sezione di pubblica sicurezza? — Le ho lette io. Alfano: — Signor presidente, domandi al teste se mi ha visto bastonare Cuocolo. reste: — .Nel febbraio de! 190(1 in via Nardo "es vidi tre individui che si bastonavano. Uno tirava schiaffi agli altri, che erano-vestiti da'si fuori. Io corsi per dividerli, ma loro fuggirono, Parlando noi con un facchino, dissi: . E' una vera vergogna che dei signori si debbano J?*u>naJP "■ 11 lacchino della pasticceria Van , e Fesle m piazza san Ferdinando, certo ^.ViSi ^"ft'B1; rispose: « Uno è Cuocolo e lauro è Erricone. elio e fuggilo insieme col ^nudriere ...Riferii la cosa al capitano Fabroni. ohe s<m.lse, dlcendo. „ certo .la Questura, trat- taridosi di tipi così noti, non se li sarà fatti sfuggire ». Mi licenziò è soltanto dopo molto teTrVD0, nan!am|0 co] Fabroni. osservai ..Veda ,seimportante accertare quella circostanza », e. 11 capitano: Chi poteva .immaginare che Al fano e il Mandriere negassero di conoscere Cuo cuoio ». Andai a ritrovare, il facchino nel 1911 od egli mi disse di non ricordarsi del fatto, ini non lo escluse. De Marinis: — Cosi, noi saremo stati schiaffeggiati dal Cuocolo? 11 presidente, valendosi dei suoi poteri discre I atonali cita il Banzoni e il rappresentante d^lla : Ditta Van B,i.: e Feste. Alfano: — Il teste sarebbe in grado di indi earci? 1 n teste si alza', e volgendosi verso Erricene, alce risolutamente: Voi siete Alfano, e. poi. guardando il Mandriere, e voi siete De Marinis. Alfano e De Marinis scoppiano in una risata. Presidente: — E che cosa c'è da ridere? Alfano: — Ho voluto vedere sino dove arriva In infamia di questo teste. Il direttore del lotto di Napoli Si chiama Lucchesi Michele, direttore compartimentale de.! lotto di Napoli, chiamato -:oi potori discrezionali del .presidente, por vedere so può conoscere .in quale anno si sarebbe effettuata la giuocata del biglietto ron cui fu avvolto l'anello sequestrato in rasa del Salvi. Il testo: esamina il biglietto o dice che. mancando la serie del biglietto stesso, non e. identificabile. 11 teste i> licenziato. Pi chiama la. tosto Anna Diotaiuti moglie di Vincenzo Cuoci gin escusso. Chi mandò il telegramma? Presidente: — Ricorda di avere conosciuto Gennaro Cuoco;.-.'.' ! — <sj, veniva da mio marito per farsi tingevo j baffi. ! Presidente: -- Osservò che Cuocolo portasse 1 l'anello y — ."il, ma non saprei -precisare la forma e non saprei riconoscerlo. l>r,?.: _ Oliando vostro marito fu incriminato, io ricevetti un telegramma firmato da Anna Diotiaiuti. Nel telegramma si diceva che anche voi avreste visto l'anello nel gabinetto del giudice istruttore. Teste: _ io non ho fatto alcun telegramma. Nel giorno dell'arresto di mio marito dalia Corte di Viterbo nel nostro inagazzino saranno velluto delle migliaia di persone e chi diceva una cosa e chi ne diceva un'altra. Avv. Lioy: — E noi richiederemo all'uflìcio telegrafico di Napoli il testo originale del telegramma. — Io non l'ho scritto. 51 giudice Romano conferma la sua istruttoria E' richiamato il giudice istruttore avv. Romano per alcuni schiarimenti. Presidente al teste: — Giorni fa, procedendosi all'apertura dei rapporti di un sacco contenente i vestiti di Cuocolo venne trovato un oggetto non menzionato nel verbale, cioè un pezzo di corda: come può spiegare ciò'.' — Io fui molto minuto nel descrivere tutti gli oggetti sequestrati, c'è quindi la probabilità, dirò anche, la certezza, che la corda trovata servisse a legare gli indumenti di Cuocolo, gli abiti andarono poi in Cancelleria e peT la disattenzione forse si sarà messo il l'pozzo di r-f-rda d'-ntro il sacco. Certo e ''he la poi, non comprendo corno si insista mulo so- ; J)|>a ,|nn CjrcoManzn p„r ettaro il discredito sopra di ine con insinuazione che io rospin- conia non venne, trovata presso il cadavere del Cuocolo, poiché altrimenti sarebbe stata elevata. Pres.: — La Carrusio, la serva, cioè, di Cuocolo afferma rli non avere visto in casa del suo padrone il coltello dal manico bianco da lei sequestrato. Teste: — Eppure nessun dubbio che quel coltello fu ria me trovato in casa. Cuocolo ed appunto per questo da me sequestrato e trovasi nei reperti. Pres.: — Ci- stato un testimone, Esposito Tobia, il quale, pur dichiarando non ricordarsi se Cnorolo portasse anelli, aggiunse d nas|gn srtPRnnsamente. aver visto l'anello presso di lei. ma non esitse in verbale. Teste: — E allora deve trattarsi di un equi-! 'Gli accusati sottolineano con un sorriso i fonico 1" parole del giudice istruttore. —Non c'è da ridere osserva il presidente rivolto agli accusati, quando parla un magi- j •» . p .,n Lrj|K)if,f, |8tn,MorP| avv nomano- — Desidero che si sappia fi lo' dico forte ciie la libertà dei cittadini mi I ! fi sacra al disopra della mia vita. \,,-v. Romualdi: — E' tanto cara al giudice Romano la libertà dei cittadini che lei, av- verno Lioy, è ancora libero. | ~. r. _ii„„*„_„«« j.iii.„i.i |D» Sarno allontanato dati aula! ni Parno: —- E' enorme quello che ha fatto quell'assassino contro di noi. Possano pian- gei-, i ttL-li vostri come abbiamo pianto noi! Presidente a fu Sarno: — Siete il degno contatolo della camorra; intanto, uscite dal- - l'aula. . e i. Sarno esce lanciando altro ingiurie contro 4 giudi e Istruttore avocato Remano. Presidente: — Ora, un ultima circostanza. Il Ruller affermò che quando ebbe a subire un confronto con Di Matteo ella gli avrebbe detto che quell'individuo, sul quale aveva posto l'occhio, era proprio Di Matteo e che soltanto allora Ruller dichiarò che gli sembrava di riconoscere il Di Matteo. Avv. Romano: - Lo nego assolutamente. Nel verbale ho fotografato quanto avvenne. .Richiamato il Ruller. dichiara che il giudice ha detto la verità. Avv. Romualdi: — Dunque il Ruller affermò una circostanza falsa e favorevole al Di Matteo. Egli è dunque uno di quei, testimoni che pur legati da una deposizione scritta vi introducono circostanze non vere, che la diminuiscono e la annullano. Avv. Salomone: — Ella, quando il 7 febbraio 1007 interrogava j.l Sortano, gli chtese se portasse il colletto a forma di M e la cravatta a molletta, mentre tale circostanza non risultava dal verbale Capezzuti? — La cravatta era stata, trovata da me in casa della Cutinelli. Avv. Salomone: — Strano, però, è che quando Sonino ammise di portare il colletto a forma di M, vennero poi Abbatemaggio e Barbella a parlarne, pur avendo taciuto prima. Teste: — Ricordo che il Barbella mi rispose, in seguito a mia domanda. Per l'Abbateroaggio non posso dire. Abbate-maggio : — Quando il signor giudice mi interrogò il 10 febbraio, mi chiese se io confermavo il rapporto Capezzuti.. confermavo il rapporto Cappczzuti? — No, vi interrogai, e voi rispondeste narrando tutto quello che sapevate del delitto Cuocolo. "Dichiaro di non voler rispondere,, Avv. Romualdi : — 11 teste ebbe prima, del verbale del febbraio 1907 a comunicare a qualcuno, e specie al maresciallo Capezzuti, le risultanze della prima istruttoria del processo? — Assolutamente no. Avv. Romualdi: — Questa domanda, l'affido alla onestà ed alla coscienza del giudice : se, cioè, finita, la prima fase dal giudizio, abbia ricevuto premure o consigli perchè il processo venisse archiviato. Pre «ideino • — li toste badi <-hp <» vuole uno whò riwonlerp * * * a ™«. _ nKrSl w -i este: — Dichiaro di non voler rispondere. Avv. Romualdi: — A verbale, non desidero altro. Avv. L. Battaglia: — Lo premure sarebbero venute dai superiori ? Teste: — Lo escludo; i superiori furono correttissimi. Avv. Battaglia: — E se i consigli sono venuti da estranei, deve dirlo. — Escludo che estranei mi abbiano dati simili consigli. Avv. Battaglia: — Ed allora? Avv. Romualdi: — A me basta la prima risposta eloquente data, dal testimone Sono le 19.30, l'udienza viene tolta. testimone c licenziato e