" CONCA D'ORO,,

" CONCA D'ORO,, OPERE NUOVE " CONCA D'ORO,, Azione comico-lirica la tre atti di Ettore Moschino Musica di Arturo De «Cecco (Politeama Chiarella — 28 Agosto). (Evidentemente, l'autore di i Reginetta di pSaba » non volle, con questa « Conca d'Oro »,• fcomporre una commedia dj intreccio. Anzi, i Chiamandola « azione comico-lirica », dimostrò econie egli semplicemente intese tornire ad un sgiovine musicista amp'a materia di contralto Sfra elementi comici ed eroici, questi lasciando fopportunamente nella dignitosa penombra di suno sfondo; quelli, fissando jn una quantità cdi episodi e di macchiette, talora alquanto sconfinanti da quel senso di misurata comici- dtà, che avremmo potuto riprometterci in ogni pagjnà da un artista aristocratico, qual ptzdrseco. se vi piace megljo, dell'opera "co- dun'azione italiana per sentimento e rivelò sin qui Ettore Moschino, ma non disdicevoli a ritrarre. — sia pure con qualche puntata nel regno della farsa e del grottesco, — t'ambiente borbonico alla vigilia dell'epopea dei Mille Poiché siamo — e il titolo stesso lo dice — in Sicilia, liei 18K0. Ora di avere composto per le scene dell'ope retta mica 0 ò a ' a i i , i n per ambiente, io do anzitutto lode al poeta, lFarlo, poteva essere cosa non scevra di pe- tricoli. Ma il successo di ieri sera dimostrò che l'audacia non riesci antipatica al pubblico: dpoiché essa fu sorretta da un senso d'arte tale bda permettere persino, nel finale del secondo tatto, la "visione radiosa e lontana dell'Eroe, msenza che alcuno si oftendesse. Ma ad Ettore Moschino io debbo ancora lode per avere, elevando a dignitosa altezza l'ope- mra sua, fornito anche ad un giovine musicista dti modo di scavare in quella inesauribile mi- mmera, che è il foUc-lore siciliano, derivando sdai canti, del popolo atteggiamenti e spumi ncosi nuovli e spiranti tanta leggiadra Ire- vschezza, da costituire, per me, la parte più interessante dello spartito Come mal, invece, poeta e musicista non ot'iiisclrono a comporre, in armonica e mtsU- grata unità,"T vari elementi dell'opera loro? Il tenue filo, che serve a riaimodar,e tra loro i ddiversi episodi, può bene bastare. — almeno per noi, — a tenera luttgo di quell'arruffato e dinverosimile e grottesco concatenargli' di e- venti. che__costituisce il cosi detto intreccio nella maggior parte delle operette moderne. Anz lo sostituisce con discreta fortuna Ma quello che noi sentiamo dencnpiue nellazione - a n - a a - e l deata dal Moschino, — e la deficienza si rispecchia nella musica. — è la fusione della parte lirica con la sentimentale, e di questa con la parte comica. Lopera e fatta un no a mosaico: nello svolgersi degli avvenimenti noi vediamo un succedersi di episodi spesso gustosi, fa ora «orzatl e di maniera, ma che potrebbero tutu svolgersi hi tutt'alira guisa perche non im seti- mj qualsiasi di logica li domina: perchè' essi non «scaturiscono direttamente dall azione, ma sono raggruppati ad arte, anzi con troppo evidente artificio, ali intento di ottenere vane- la nell alternarsi del sorriso colla lagrima della commozione derivante da certi momenti epici. ron la dolcezza serena di uno stornello, vaniente per l'aria tiepida con il profumo de- gli aranceti. neTlincamo della conca doro. Ora, io non dico che sarebbe questo un er- rorei capitale nei rapporti con lozione idea,a da Ettore Moschino. I! poeta volle, infatti, con una serie di episodi caratteristici, evocare un dato ambiente in una data epoca. Ma questa, rievocazione ci conduce ira gente, che è fat-1 •a tutta di un 'pezzo. L'elemento comico e. quello sentimentale non hanno gradazioni, noti isftimature. Chi 6 sentimentale lo è sino alla punta dei capelli Chi ba da essere co- mico deve trasudure la propria comicità, anche se grottesca, da ogrv, poro della pelle. Noi vediamo cosi sulla scena una serie di per- sonaggi, che si direbbero abbozzati a grandi tratti e che attendono per mostrarsi veramen- te vivi, quella finitezza e qui soffio d'arte, che cerio un nonio del valore di Ettore Moschi- no avrebbe potuto con un qualche maggiore sforzo, infondere'ili essi. Di qui un ""sènso di vuoto, ancorché lazeo- ile sia sempre varia e movimentala, poiché non nell'anima de! personaggi noi sentiamo veramente la vita, bensì e piuttosto nei moti "Sterlori e nelle parole. L'interesse che der\a « noi dall'azione, è quindi discretamente superficiale, perchè co- stretto a restringersi nella breve cerchia dei soliti tovristès in cerca d' cimeli, o di una servitù petulante e pettegola, che volentieri accetta di farsi credere flore di nobiltà au- tentica. truando la vera nobiltà è scappata. E di fronte a ciò non ha grande virtù scenica i'eptsodio principale dell opera: quella nei- cui ;i giovine Silano, ardente apostolo delle :dee di libertà", riesce — con lo stratagemma di una finta morte, — ad intenerire il buon ba- reme Arconte, borbonico dì Ire cotte, ed a sposarne la nipote, anche essa dominata dal- •mpetuos,. soffio -It libertà che dall'Alta Italia va irresistibilmente diffóndendosi in Si- Cui a tra gli squilli delle trombe garbatine. N'ondimene, quest'azione averle. La man;.'.iriza di originalità, in parecchi episodi, è compensate da_una notevole esperienza sceni- dalla vivacità e da'.'a varietà dell'azione; .ila un non so che di sicuro, di fermo. Ed an- - che quando l'autore si attarda evidentemente - col solo intento di fornire al' musicista una - materia musicabile (come net molli casi ca- i iattristici e nello storne'lare) \» forma del ! «vrs-j e il valore della musica rendono l'azione piacevole e svelta au un tempo. oì U. musica d II maestro De-Cecco è allievo dèi Mascagni, dei mae- ti origina- _ abbondau- - tv. E non.ha neppure ! difotti, che nel Ma- a- scagni sembrano accentuarsi iu ragion direna e della forza. -, Ma del Mascagni riflette alcune qualità ca-iI ratteristìche: la limpidezza dell'idea; la tran- nuilla e consciente sicurezza degli sviluppi; alcuni accenni ad un fare personale, tanto a li maestro De-Cecco è allievo del M e E lo si vede di primo acchito. Certo, i - siro non ha la foga; j lampi di vera - htà: la genialità; la vena fluida ed al i più notevole quanto più l'opera è m gc.:ere r- inquinata ,ik reminiscenze. E sovratùtto sono , in lui un naturale senso del colore ed una «re sono . una o delicatezza grande nel saper trarre partilo a da quanto :| libretto del Moschino lia di sene, umentale. Infatti, alcune pennellate sono cosi a felici da bastare per sé sole a rivelare una n .squisita sensibilità di artista: E questa sensi- o- biiità si rivela, (come nella prima pane del- l'atto terzo), tanto nella poesia, con cui e reso 1 ambiente, quanto nella fugace bellezza i. a i i a d1 alcuni accenni, dominati da un qualche atleggiamento delicato ed espressivo dell'animo, come accade del duetto d'amore del secondo atto. Non ini è dato invece di abbondare ugualmente ne'~-i 'ode se ii"l De-Cecco considero la attitudini alla cornicila. Poiché qui ci troviamo, . pUr troppo tra disusuaglianza strane, e, —1 a 8 gs)peggio. — tra cadute nella volgarità, che francamente non sappiamo comprendere, 11 De-Cecco non ha il senso della comicità. elegante ed arguta. Per lui non sembrava esistere, né « Falstaff », nè « Il Barbiere di Siviglia ». E non sa rieppure ricordare quanto fecero nell'operetta Offenbach c Suppé. La scuola napoletana sembra invece sorridergli in ciò che essa ha di tristemente volgare, Certi spunti gustosi sono presto sopraffatti da povere reminiscenze di polite e dj valzer, Ed il peggio è che talora esse . giungono proprio a sproposito, come accade del banale tenia di mazurka. su cui il De-Cecco fa danzare" im_nobile pensiero di italianità espresso da Li liane. E' vero che il maestro De-Cecco potrebbe risponderci che onesta pagina tu invece assai applaudita. E noi obbiettéremmo allora ehe passò sotto li silenzio il bel duetto tra Lucilla e il nonno. Ora, francamente, a quale delle due pagine il De-Cecco tiene di più? Quando poi egli atteggia il suo ingegno al: la parodia, — come nella marcia funebre del terzo atto, proposla. sul tema di quella della « Jone », con suoni, contrappuntato il tema di «Addio mia bella addio», noi sorridiamo bensì ma il sorriso è a fior di labbro, perchè trattasi di cosa più ingegnosa che non veramente 'comica. Nondimeno, è la'disuguaglianza tra ]e oTiVtYsV'parti dell'opera che più ci or fende. Ma è, nell'offesa, un salutare ammoni mento. Poiché, non l'operetta: piuttosto l'idillio si convengono a tempre di musicisti, co me attesta del_De-Cecco. Tanto è che nello stésso finale secóndo, ove era più facile cadere nell'eccesso, il De-Cecco cercò di schivare ogni volgarità di effetti. E questo senso delia mi -ur.-i è una Klcnra promessa, ed una rivela zione di un ingegno, signorile, cui meglio dt ogni apra cosa, s: conviene la delicatezza degli effetti tenui, delicati, Perciò, .per il buono che il De-Cecco ci diede in-questo suo primo lavoro, io credo debba sì indulgere largamele a quanto nell'opera à di meno indovinato, o dì meno adatto al temperamento del musicista, \\ mibblico « il .sur.casso Era viva rattesa e animato in ogni ordine d. u „ teatro_ Ed u snccess0 son^ alriri. )er0 snartito accentuandosi pur troppo in- molti punti, in cui il De-Cecco fece violenza ;u]j„ s-ue quamà migliori ' Ora'frof vorremmo che la nostra voce non suonasse vana, appunto per quella stima che ., giovane maestro ci fa concepire. E giovas se djssipal.e cetle possibili illusioni, „ Conc;l d.()ro „ dunque, perchè o- n { e mdovinata nell'insieme, Ma e5;?a non .puft considerarsi se non alla ftregua m lln primo tentativo che deve esse sovratùtto un 'nsegnamento Ouaie sia insegnamento dicemmo, n De-Cecco fu evocalo con gli artisti, e da so]r non so bene c|1]ant<, vMe al proscenio, finaltì second0i pùi. parve addirittura elet j,.i7,zare v„ditorio, e si dovette replicare, E .,a ben€. e no, dell'esito ci rallegriamo, pure MCPnd0 la tara dovuta a certi applausi. rQ^ artificiosi, da indurci a credere che il t)e.r;€CC0 sia stato a prlmo a£ averii a dis degno b ['»c»i<ii»iiino », esecuzione I. esecuzione rivelo nell'insieme — data an che la stanchezza per le lunghe prove — as sai maggiore volontà di far bene, che non bei lezza vera. Ma quanto ci si diede è bastevole ad indurci a credere che in breve questa ese dizione diverrà eccellente, Nolo la Ivanisi, che cantò con sentimento e con dolcezza alcune paginCi che sono tra le Più espressive dello spartito (la romanza, il duetto d'amore, la tenera « compiami'.' », che accompagna la tarantella;; la Cenami, vivace, sicura, attenta e altrettanto degna di plauso, quanto senza pretese: la Del Lago, sempre brillante: la -Morini. dalla voce inagniflcam-":ii- te educata; ,1 Tessan, dalla voce potente: .l'Or mndi, per la recitazione viva, caratteristica, 'he gli valse uno speciale applauso nella par te del Donchisciottesco capitano borbonico: a Consalvo, misurato e sicuro, e Vis via ratti gii altri, compreso n coro, attento, e. nelle voci di donne, certo raro in imo spettacelo di operetta, L'orchestra, diretta dal maestro Bellezza, tu colorita, brillante, e assai delicata nella ese-x dizione dolio prima metà del terzo atto, cosi ricca di agreste poesia. E fu tele, benché man. chevole numericamente nel gruppo degli ar chi. Bella la messa in scemi, come sempre; ma quale ira di Dio. le campane! . Di « Conca d'Oro « fece una bella edizione, ner canto e pianoforte, 1 editore Bodro. La e bene che ciò sia. Poiché cor e squisitezze si possono forse apprezzare meglio qui. che non sulla scena. Stasera, intanto, 1 opera, si replica. 11 cav. Carlo Vegezzi Bossi, a proposito dei concerti orchestrali all'Esposizione e della "rase che si riferiva alt,'! tramontato idea, di A proposito «lei Concerti eseguire la sinfonia del Saint-Saiins per non essere l'organo ancora completamente a po sto, ci prega di far rilevare che il mutamento nel programma e indipendente dal Tatto an cenriato. L'organo per le prove orchestrali sarà invece perfettamente a posto, quantun f,ue 1 ?von '"''botino essere compiuti nelle ^n^ndilWa^oncSWad altro" L-^ sicurazione precisa del cav. Vegezzi-Bossi di mostra quindi che la sinfonia dell'autore di sansn.ne <• Tintila potrebbe benissimo essere eseguita. - K- - -a a-i n- A'ie ore 10,30 di questa mattina, dopo lun- i; P» e penosti malattia, munito dei conforti reo bgios:. serenamente spirava, il e o a <Jont;e e o a o nsi a Ne danno il triste annuncio- la moelte Con i- tessa 'MARU OlìEG17A 1)' 1^0L\ CALDERl~ - , jjsH cablo. antonietta, gaetano, e pai.enl] ohegma D'ISOLA e CAÌ.DEa BÀRI. Casslnetta di Lugagnano, 28 Agosto 1911. ta o, —1 I funerali avranno luogo in Cassinetta di Lugagnano (Abbiategrasso). mercoledì, 30, a- gosto, alilo oro 11. otX)

Luoghi citati: Abbiategrasso, Cassinetta Di Lugagnano, Italia, Sicilia, Siviglia