Sfilata di testi sul delitto La Mura e sulla casa Stendardo

Sfilata di testi sul delitto La Mura e sulla casa Stendardo I IM Processo Ouocolo Sfilata di testi sul delitto La Mura e sulla casa Stendardo .A 1>!>atonan«rtri<> querelerà capace eli ogni delitto ii nuovamente toccatoI>© Sarno per ing-inrie — 12>e .A.ngrelis ■ Sxlenseio eloquente — L'avvocato Lioy t<sdn (Per telefono alla STAMPA) Viterbo, 18. srrv Mancano oggi gli accusati Bai'tolozzi, Frauineno «I Esposito, essendo ammalali. Il presidente invita Do Sarno, che sta vicino alla gabbia di Abbntenuigjrlo, a cambiar posto con De Vito .per evitare, per quanto è 'possibile, delle scene disgustose, come è accaduto ieri, tra gli accusati ed A bbn lem aggio. Si dice che Abbate/maggio intenda sporgere querela, per ingiuria canteo De Sarno. Un commissario di P. S. Alle 10 meno un quarto si apre l'udienza c si chiama il commissario di P. S. di Torre Annunziata, Antonio Scrocco, citato a difesa del De Angeli s. • Il teste fu delegato a GasieHamare, .0 .non ricorda di'aver conosciuto il De Angelis, sol-, tanto ebbe ad occuparsi di lui per il delitto LaMura, e lo denunziò come uno dei possibili autori dell'omicidio. — Lo denunziai, egli dice, come imo dei possibili autori, in un primo rapporto, in base a confidenze avute. Non potei raccogliere altre notizie e così il De Angelis fu prosciolto per Insufficienza d'indizi. Contro gli altri ette furono condannati, coinè il Vieedomini ed il De Rosa, raccolsi gravi deposizioni da una ragazzina e le. trasmisi all'autorità giudiziaria. Non proseguii poi le indagini essendo stato trasferito. • — Ah. — rileva, tutto allegro; l'avv. Lioy, il delegato Scrosto fu trasferii)! Presidente: — Non si rallegri tanto, avvocato Lioy, perchè il teste fu traslocato qualche mese dopo il delitto La Mura. Teste : — Precisamente, venni traslocato per ragioni di ufficio, indiipeiidente.niente dal delitto La -Mura. dmscmsftpdi Presidente-.: - Giunsero a lei notizie sopra ! mm,i,u«,-, in un possibile errore giudiziario commesso in danno dei quattro condannati all'ergastolo per il delitto La .Mura. 'l'oste: — No, affatto. Del resto, ripeto, io lasciai presto Gragntt.".o. • Presidente: — De Angelis. oltre ad essere un uomo dedito al furto, e su questo non vi è dubbio, esssndo questo il suo mestiere, ritiene l'iie. sia sanguinario? Teste: — Lo dichiarai sanguinario nel mio I rapporto, in seguito ni suoi precedenti ed a- gli indizi raccolti contro di ini. come possi bile autore dell'omicidio La Mura. Nell'aprile, del 1904. io andai via da Castellammare, e non ebbi in nienti modo da occuparmi dell'affare. Quanto alla capacità a delinquere del De'Angells. il teste, dati i precedenti de! De Augeiis medesimo, ira cui figurimi una imputazione di ferimento, lo descrive come capare di j ogn^deliito. pure sotto la scorta della mansuc-j Avv. Romualdi: — I! cartello penale non j potrehbe leggersi; ma noi consentiamo sii t et- ; tto per il Do Angelis. j Presidente: — No. no, si dà lettura del rapporto che sta in atti del teste. La deposizione del quale ne è la conferma. li Presidente domando: - Lei ha conosciuto il delegato Farina di Gragnano? Teste: — Sì. Lettura di rapporti Presidente: — Ebbe notizia, di una anonirns pervenuta al delegato Farina, due mesi prima del delitto La Mura, in cui si avvertiva che si stava tramando contro il prete La Mura un furto, al quale avrebbe partecipato il De Angelis? "l'este: — Quando fu commesso il delitto La I Mura. :o era a Torre Annunziata. A Castel-1 Unum irò andai un anno dopo, onde non ho co-1 li-licenza dei pt«cedenti del delitto. L'i' altro rapporto del vice-commissario ! Scrocco da informazioni t0l De Angelis. sopra un tentato Iurto commesso da De Angela st.-ss i .11.mi un- a tale Ci vitella, a Tom del i.ii'-co, in uaiino di certo signor Miche e Hiaui'hi. Le informazioni sono pessime. Il De Angelis è dipinto come un espcrimeiitatO delinquente, contro la proprietà, e anche capace a delinquere contro le persone, per conseguirò i! frutto dei reati contro la proprietà. Finalmente, un terzo rapporto del vice-coniintasarlo, in data -ii febbraio limi, riguarda un tentalo fùria, in danno ili un vei ricco signore di Castellammare, Stanislao] Caseorie. Certi Meniehiello Paiiozza. ritenuto pregili-1 dicato di Castellamare, Ci vitella Pasquale e! Tommaso De Angelis tentarono di entrare nel- i '.a casa del vecchio. Per fortuna questi trovandosi ammalato, era in. casa e non era u-i SjCito rome al solito; i ladri, perciò, non pote-j rono consumare il furto, perchè il Gascone ''!°, *' i sentendo rumore, scese dal letto e cominciò a gridare. 1 ladri fuggirono ne fitrou potuti arrestare, anzi, insegnili da una guardia, uno di es<a impugnò la rivoltella e riuscì a liberarsi. Fu soltanto più tardi che i tre ladri furono identificati, arrestali e condannati. Si scopri die il Cjvitella era andato a prendere in aitino il quartiere vuoto virino alla rasa del Caseorie, dal quale quartiere si praticò uniI 'i j 1del commissario e dell'afTerninzioiie di questa. ■' sentenza, distato, per ora. soltanto questo: ili,- i tre autori del furio, avendo a loro dispo. ! foro per. tentare l'ingresso iella rasa del liasrnne. Il Panozza era stato riconosciuto dal vecchio, che su! principio per porri non ave- j va avuto il coraggio di parlare. N'olii sentenza di condanna letta da! presidente, si prospetta S'iitiotesi die i ire ladri avessero intenzione nel caso di uccidere i! vecchio Gascone. Avv. Romualdi. della l'arte rivile: — Riservandomi di discutere a. suo tempo del rapporto j Pizione un v introdursi a ' scolile, scelse propizie ai fi ino dal quale irò pini-intenti' ii Invece delh ni brtgaiitcseh ivrebbero potuto lètiu rasa de! Gsi- oré notturne più le ore mattutine, 1 Gascone fosse ansa. Ne deduco quindi vere intenzione perchè supponevano eh dato fuori di casa, a Mi die i tre ladri non potevano di uccidere. Avv. Salomone: Non avrebbero preferito di uccidere, ma. presentandosi la necessità, avrebbero ucciso. Il i:-ste Tremalaterra . Si chiama Pasciutile Treiiialaterrn cista Presidente: — No! lDor» toste in rapporto coti Ih moglie del Mirra per un impianto di luce elettrica ? Teste: -- Si, feci l'impianto in via delle Carceri Portariiiova. il Morra si obbligò a pagare rimpianto a rate di la lire al mese, l-'u inni eleilri- ali ì •_• m< • i feri tua!-, per sei u : vede! u. Cu gior. impianto in va pagarti il tu» :! Mori Obbligato .. I! Morra colla citazi pagare, ag ■ Prestdent Testé: - Si. . Alla risposta scaua. e, battendo :! — Voi avete inv. Ci tore die il Morra vi v: il muso. Altro eli venite i dire delle falso! Vergognniev A questa sfuriata confondi-', b.i'liett-i ite mesi, poi non si fece più ritornò da me per avere un iirdoties, promettendomi d i' de Ilo fatti ii lavoro, pili vedere, allora fui 'ine con la stendardo. ,:, uno magazzino t. ■iiiese de! tempo per ■ voleva bene, iropiio così? IT bug e. dite del Pi lUillCllÉ '.-ideule grida : is rut- ■ imoerlim'qile. i r.- nia poi ci if'-IM'l -idem PU.roli a sua uà 11 te \ a.: ini furi,. Un altro teste detenuto •i ■ licenzialo, ed è chiamato Gii itt erri ero-, ancora detenuto per tentati Presidente: — Siete stato altre volte condannato '! — Una diecina di volte, c sempre per furto. Presidente: — Ripeteteci quanto avete affermato in una vostra dichiarazione al maresciallo Capezzuti il Iti aprile 19U7. Il Guerriero fa un lungo racconto per concludere che, portato ingiustamente, alia caserma di Monte Oliveto e inesso in camera, di sicurezza, cerco di ferirsi con un vetro di un fiasco per poter essere condotto all'ospedale, tanto era maltrattalo. Invece andò da. lui il Capezzuti, che gli fece medicare la ferita con del sublimato. Dopo avere molto atteso, fu condotto dal Kabroul. — Nella stanza —- prosegue il teste. — vi era un delegato e un certo Giovanni Scanna miglio, che trattava a ut a tu con Fatoroni. Presidente: -- Come? il Fabroni e lo Seannamiglio -si davano del tu? — SI trattavano familiarmente. Il Fabroni ni'tnterrogò su Alfano, ed io gli d'ssi che era un commerciante ed mia persona a modo. Presidente — Tutto il contrario di quanto avete deposto al giudice istruttore. Pistoiese — Perchè vi erano i carabinieri dietro la porta. ■Presidente — Già, la solila storiella. Pistoiese — Lo ha detto anche :I giudice Romano. Presidente — Si. si, va bene. .Sono chfsthoii a confronto col teste il Fabroni ed il Capezzuti. Essi smentiscono il Guerriero. Il Capezzuti esclude assolutamente che il Guerriero tentasse suicidarsi ferendosi con un vero di un nasco. Il Guerriero afferma che Antonio 'Parlai! era un noto confidente della polizia e appunto, farsi i?1'50 ner Questo, la Pubblica Sicurezza chiu- deva un occhio su di lui. Jl presidente fa richiamare il capitano Fabroni. al quale chiede se conosco il Guerriero. 1) l'abroni. volgendosi verso il teste e guardandolo bene in faccia, dice: — Voi. se non ini sbaglio, siete il famoso ladro borseggiatore? — Proprio. — risponde subito il toste. Fa bruni: — Appartenevate alla paranza del Parlati. Il testo non risponde, ima il suo silenzio è molto eloquènte davanti Ua0 ,ca|t8 di Erricene Si rivolgono varie domande al teste dai di tensori e da Alfano e, siccome il presidente esprime il desiderio che siano risparmiate le Fabroni: —- Escludo assolutajtnenle die voi vi siate ferito e. se non ricordo male, siete stato trattenuto in caserma al massimo per 24 ore. Guerriero: — Rimasi perdile giorni e, quando venni da lei. mostrai la ferita che mi ero prodotto. Capezzuti c Kabroni sono licenziali e si da lettura delle dichiarazioni fatle dal Guerriero ii carabinieri ed al giudice istruttore. domande su circostanze inutili. Alfano, sempre, con la consueta eccitazione, grida : — Ma, signor presidente, lasci fare, noi dobbiamo dimostrare tutte le infamie commesse dai carabinieri, perchè in caso diverso andremo all'ergastolo. 11 presidente calma -Erricone e dice che fa inserire a verbale molte delle cose dette dal teste all'udienza e cUe sono diverse da quelle detto e affermate dinanzi al giudice istruttore. Dopo un breve riposo l'avv. Liov rileva la diversità delle dichiarazioni fatto firmare in caserma e consegnate dopo una minuta fornita dai carabinieri e l'altra dichiarazione resa di- n;mzi al giudice istruttore. Presidente — ^eda•. le diversità di ] 1 ! i i j quelle due dichiarazioni sono minori di quelle che si riscontrano in atti che non nomino. Avvocati Salomone e Pistoiesi: — Li nomini, li nomini pure. Pi'iT-identc — Allora lo diro: alludo alla lettera elei Grimaldi "d a quella pubblicata noi sulla Tribuna Giudiziaria, molto diverse dagli originali. Anello questa volta il Lioy è toccato. Avv. Lioy: — Ili questo parleremo a suo tempo. Quando cioè parlerò della tuia opera di difensore spesa sempre per accertare la verità. Sono 'sicuro che i signori giurati mi daranno ragione col loro verdetto e cosi posso assistere sorridente, a tutte le calunnie che si i fanno sul mio conto. i Circostanza rilevante v. v. Romualdi — il teste Guerriero rese una I dichiarazione dinanzi ai carabinieri, die dice aver copiala da una bozza dei carabinieri, està 'bene: ha confermato die la dichiarazione dii naiizi al giudice istruttore l'ha resa nell'epoca dei terrore, e sta bene, ma vi ha una circoj stanza che ha confermato dinanzi a lei, e cioèche il 'informo Parlati aveva grande influenza in Questura, o die egli credeva che per questo si chiudesse un occhio su di lui. E noto che questa è la circostanza più' grave affermata dinanzi ai carabinieri all'epoca del terrore. Salomone — Questa circostanza il teste non l'ha confermata, ma ha detto che gli venne suggerita dallo Scognamiglio. Presidente — Ella ricorda male. E' stato in¬ terrogato per tre volte e sempre l'ha confermata. uiiine il tesle afferma che. trovandosi in rar1 cere s'incontrò con De Vita, il teste ieri sentii", e seppe da. lui che prima del delitto Clioera incontralo col De Angeli.-, il quale gli proponeva un affare e accennava al delitto Cuocolo. a questo punto si discute molto al proposito e -• l'-ide gran tempo. I! leste è licenziato, Si richiama per alcuni minuti ti testo, corn nilssario Scrocco per dare notizie sullo Scan j unpiecoro e viene poi Giovanni De Luca, che ilo 'nume informazioni su Gaetano Btirboila, teste di accusa importantssimo, che verrà a deporre torse in giornata. \lle iì.sm l'udienza è tolta e rinviata al pome riggio. " Queste son cose che si sanno ,, li presidente coni inda avvertendo il pubblico che oggi avremo una udienza, alla, quale specialmente le signorine non dovrebbero assistile. (Ilarità), Molle signore si allontanano. Abbiamo la serata nera — osserva Erri- coup. li primo testimone dilaniato è. Luisa Renella una vecchia ÌKissa, un po' gobba, clic era al servizio in casa della Stendardo ed lia pitie le caratteristiche lìsiche dello serve di .vi-.' uomo quelle della Stendardo. La teste si dichiara cameriera della .stendardo. Presidente -- Morra abitava, con la Stell¬ dardi l'este - No. - Cerio - osserva ,ì presidenti' — il Morra si limitava a pagarli la pigione senza godere dello gioie del!, staiiilimeuto. Veniva qualche volta? Non era ;! Morra amante della Stendardo? Teste — Questi' sono cose dio si sanno. Presidente -- \'i abitavano anche delle prostrine ? Teste ■— Si attillavano camere a due ragazze. il presidente domanda alla teste se qunlchi accusato frequentasse 11 «isti di via dei Guantai, ma la vecchietta nulla ricorda. — Neppure Antonio Parlati colmacele? — domanda il presidènte. Teste — K Chi lo ha mai visto? Eppure — prosegue il presidente — il Pallai, veniva nella casa della Stendardo qua-Hill Presi ili iim1 imi rt Tesv Pres 'lesti oliar-., i giorni. dente - Ouaudo la Questura ordinò la .i dotiti casa, si ricorse allo stratlage-inreclere lanuto della casa alla Russo? E Ru non stavo <-•• urti prostituta ; .-e lai 'va qualchpcr'a. [51 rWe). ! j , i](■i' Testo — lo so che il Tedesco era invidioso e che contribuì a calunniare la povera Stendardo. (Ilarità). Presidente — Era un buon uomo 11 Morra? Tesie — Buonissimo. Morra — Questa vecchietta è vicina a molile e sotto il vincolo del giuramento dica quello che si pretendeva da lei alla caserma. Teste, - - Mi fu promesso un sussidio se avessi accusato il Morra e la Stendardo. Io mi era recata alla caserma digiuna come una cagna e l'ii n'attenne una giornata nella caserma senza darmi da mangiare. Un'altra volta ini trattennero quattro giorni. Confronto interessante Si richiama il maresciallo Farris, Il quale si occupò di tutto quello che si rifletteva alla casa Stendardo. -- 11 £'S aprile 1907 — dice il Farris — io, dopo le mia ricerche, arrestai vicino a Porta .Maddalena la Stendardo, che trovai In coni- pagnia della Renella, sua fedele amica, tì condussi anche lei in caserma semplicemente per interrogarla. Fu rilasciata lo stesso giorno. Toste — Non è vero. Fu! trattenuta nella caserma quattro giorni e quattro nòtti e fui trattenuta da quel signore là, e la vecchia accenna al Farris, che io. siede accanto. Presidente al Farris: — Ma è vero dunque che questa donna fu trattenuta in caserma per quattro giorni? Farris — Non è vero affatto. Compresi subito die questa povera disgraziata vecchia mentiva e appena condotta in carcere la Stendardo, la Renella fu rilasciata. Morra interviene: — Lasciate parlare la donna e Farris non interrompa. Presidente al Morra : — Tacete voi. Si allontana il Farris c si richiama il Capezzuti. ■ La Renella dico, di essere stata traila, dinanzi al Capezzuti, il quale a sua volta afferma di avere vista la teste solamente quando |fu arrestata. ! A domanda della Stendardo il teste dico che ,i portare una cassa della Stendardo fu adibito un facchino: Giuseppe Graziosi, chiamato Poppino a Manuzza.ro, tiglio di o' Curio. I Stendardo — No. si chiamava Beppe o' Cinto. I Avv. Romualdi — Intanto, venga scritto a verbale quello che ha delio la teste. Bisogna spiegare che si vorrebbe confóndei re Giuseppe Salvi, detto u' Cimo, con Giu seppe Graziosi. Si fa uscire dalla gabbia il Salvi, che ]a testo dice di non avere mai visto. Salvi — Fu il facchino che portò la cassa della Stendardo? Testi? — No. •La teste è licenziata. Una rivenditrìce di panni Si chiama Anna Castellari, rivenditrìce di panni. A domanda del presidente la teste af ferina di non essere mai stala in casa. Stendardo. La tesle lesse sui giornali che un medico si era recato nella, casa Stendardo c mentre si trovava in camera con una minoi renne gli si erano presentati alcuni camorriisti, die lo costrinsero a dare del denaro. Chiesi a una certa Russo Anna, portiera della casa in via dei Guantai, se sapesse nulla del fatto e mi disse di rio! Poi, fui interrogata dal maresciallo Farris, al quale riferii |di avere appreso il fatto dai giornali. ! Farris dice di avere saputo l'episodio dal 1 medico e non dalla Anna Russo e dalla Cai stellimi. Ricorda che questa disse di avere appresa la notìzia dalla, voce pubblica e dai giornali. ! F.ssa dice che nella cnsa Stendardo si affìt1 lavano 'camere a prostitute. Il Tedesdii le | disse che vi andavano alcuni minorenni, maschi e femmine. Conosceva anche donne, che. : frequentavano la casa, come Rosa Gervasio e Giuseppina Znlanga e altre. Una " donna di casa ,, | Si chiama la Rosa Gervasio. donna grassa, che si qualifica rome donna, di casa, e dichiara di avere fatta la donna di casa in via del (Tacere a. Porta Nuova, tenendo in affitto una camera in casa Stendardo e pagando 20 lire al mese. Pres : — Quanto percepiva la. Stendardo? I Teste: — Le davo qualche regalo. La toste afferma clic iti Stendardo era l'amante di Nicolò Morra c clic spesso il Morra veniva, a trovarla. Pres.: — Ina sera la moglie del Morra venne a cercare il marito in casa della Stendardo ? Teste: -- Si. Cini sera avvenne tra. la muglia del Morra e la Stendardo una questione perché la prima si lamentava di essere maltrattata dal marito per colpa di donna Maria Stendardo. Anche io intervenni in aiuto della Stendardo e tutte fummo condotte in Questura, i La teste ricorda di avere anche visto delle, volte in casa Stendardo il Sonino e il Peritili. ì Pres.: — Voi siete stata in casa della Stendardo tinche in via Guantai? 'leste: — Ci fui qualche mese. ' Pres.: — Eravate presente quando fu eseguito il pignoramento in rasa delia Stendardo? Teste: — Ero in letto ammalata e spendevo dieci lire al giorno per il medico. La teste dice di non avere visto mai il Salvi (Bemie '<> curiti). Non ha inni visto en[trare dalla Stendardo delle minorenni. I Morra chiede a! solito che la teste parli delI le persecuzioni die. avrebbe ricevuto dal portiere Tedeschi. Pres. : — Foste trattenuta, molto in caserma da! Farris? Teste: -■ Molte ore e mi minaccilo di mandarmi in prigione se non avessi delta. la ve' ritft. Mi ha sempre n-attnta male tutte le vol1 te che ebbe ad interrogarmi. Richiamato il Farris questi dice di avere, j più volte interrogala la Gervasio incitandola ) a dire la verini e clic soltanto dopo molti sforzi e dono 'imito insistenze la donna ammise die il Parlati e il Sonino frequentavano la casa della Stendardo. Una guida pubblica Alle lfc.:'.0 si ha il consueto riposo. Riprendendosi l'udienza è inteso Francesco Amoroso, guida pubblica autorizzata. Egli elihe una relazione con certa Benedetta Lombardi, per la quale prese in attuto una ramerà, in via Carcere Porta Nuova, N. i. fu giorno non trovò più ramante, che seppe essere stata fatta, pai-lire con certo Achille Cozzi dal Morra e dalla Stendardo, la quale aveva percepita una somma. II Guzzi, poi, si condusse la donna a Palermi! e voleva farla prostituire con altri. Il teste dire che la Benedetta Lombardi trovasi attualmente nell'America del Sud. Corralo: -- Desidererei stiperò, se il tesle un conosco. L'Amoroso guarda il Cerrato e dice di non conoscerlo. La portinaia di via Guantai Viene chiamata la Anna Russo, che fu portinaia nel lOnfi in via Guantai, li. Riconosceva dir nella rasa della Stendardo si esercitava hi prostituzione ed era frequentata da giovani'tti e giovanetto. Ricorda di avervi visto il Moliti, che era l'amante della Stendardo, a il Sonino, il Parlati, il Gargiulo. il Di Matteo. Alcuni di costoro, (piando salivano nella rasa della Stendardo, si qualificavano conio guardie. Presi : Nel maggio nisse da voi un giurilo nova, dio si qualificò Murra '.' Si. e parlando col padrone di rasa in 11107 ricordate ulte velimi donna vos-titu di coinè la. moglie del l'i'lli'cchia, rito. ti raccomandò di aiutare il ia- Nega di essere stata confidente dei carabinieri o della Polizìa. Seppe di un ricatto, clic si sarebbe commesso in casa della Stendardo, e di cui sarebbe stato vittima un medico, perdio lo intese diro dal popolino, e glielo confermo la Castellano, che lo aveva letto sui giornali. Alle 19,45 si toglie l'udienza.

Luoghi citati: Alfano, America Del Sud, Castellamare, Castellammare, Torre Annunziata, Viterbo