La gente allegra delle "Alte Terre"

La gente allegra delle "Alte Terre" La gente allegra delle "Alte Terre" (Nostra corrispondenza particolare) Inversnaid (Le-eh Leroond), igeato — TJn penny, sir... Coi gomiti appoggiati al muriceiuolo, cogli occhi intenti sul lago, che tutto occupa¬ to, lui, a riflettere le uuvole che gli fumavano sopra, non pareva per nulla commosso che io fossi a visitarlo per la prima volta, appena avvertii le tre parole pianamente Kussurate dietro di me, e non mi volsi, prendendo anzi a lanciare qualche ciottolo nell'onda... così come per stringerle la mano, ia segno di. cordiale saluto, secondo che coi laghi si usa. Ma uno strano Jago, questo locA Lomond? A volte, vi pare di entrare in un fiume sepolto in un crepaccio di ghiacciaio, e sbucate in un arcipelago di isolette verdi ; a volte... — Un penny, sir A volte vi sembra di essere al largo, ed improvvisamente, salta fuori, non si sa di dove, un promontorio fatto a pinza che vi inghiotte. Poi, pieno di segreti e di misteri come forse nessun lago in Scozia, e non è dir poco... — Un -penny, sir Allo stesso preciso momento in cui, il l.o novembre 1756, il terremoto devastava Lisbona, per una ripercussione sismica che gli scienziati difficilmente spiegano, le acque del lago Lomond venivano sconvolte da una spaventosa tempesta... Si assicura, ancora, che illago alberghi una coppia di cigni unica, solitaria, invisibile ai più... — Un penny, sir — Al diavolo, una buona volta! E' con me che la si ha? L'insistenza di quel penny e di quel sir era riuscita finalmente a scuotermi, e voltato indispettito le spalle al Lomond ed alle mie considerazioni, mi trovai faccia a faccia con un piccolo montanaro rubicondo, che ini guardava con due occhi vivi, tendendo la mano. Vestiva il kilt classico, corto al ginocchio ; a tracolla, sui quadretti del plaid, gli girava, lucente d'ottone e minaccioso come un pezzo d'artiglieria, un enorme corno-da caccia. — Volete un penny? (il lettore capirà facilmente che sono io che parlo). E per che farne? — Un penny, sir — Brutta cosa chiedere ! In fin dei conti, voi sapete suonare, molto probabilmente (accenno al corno). Perchè non vi guadagnate il penny suonando? — Oh, signore, (gli occhietti vivi- del mio interlocutore si fanno fosforescenti di astuzia) signore, datemi il penny senza far- iui suonare. Vi assicuro che non ve ne lagnerete ! — Comprendo la vostra delicatezza (caro l'amico!)... E per provarti che l'apprezso... eccoti il mio penny.... Tuttavia.... — Dite, dite signore... — ...Non vi capita mai di soffiare nel "ostro trombone. Lo scozzese si china verso di me, ed in tono di chi fa una confidenza, o profferisce una minaccia oscura, un ammonimento im- persorittibile, a mezza voce, lascia cadere queste due parole: — Qualche volta! E calmo, quasi solenne, riprese la sua strada e scomparve. ....Ah! gli inglesi pretendono che i loro fratelli di Scozia non abbiano spirito, E Orazio Walpole, assicura che lo scozze • se sia totalmente privo del senso dell'/m mour! E Sidney Smith ha detto « che occorre un'operazione chirurgica per far entrare un'arguzia nel comprendonio di un highlander! Ecco una trovata pescata in riva al più scozzese di tutti i laghi, il lago Lomond, miei bravi signori, che volontieri pescherebbe un monello fiorentino sulle rive del suo Arno, o" un rjaviouhe parigino nella Senna, tra Charentou e Saint Cloud ! e E' un uomo perseverante, positivo, solido, avveduto » sentite dire di lui dal comun popolo londinese, il cockney, il quale preferisce piuttosto le buffonate larghe e chiassose « ma non chiedetegli qualità brillanti, non sperate mai che egli vi abbia a divertire ». Questo « lui », questo « egli », che, inutile spiegarlo, vogliono dire « lo scozzese », 6 presso ohe misconosciuto a due passi da casa sua ! Lo scozzese, invece, nella sua serietà imperturbabile, ha uno spirito profondo, pronto e non di rado mordente che vi coglie e vi rimminchionisce il vostro individuo, così d'un getto, senza lasciargli il tempo e ,la voglia di replicare; e quello che. sovrattutto scombussola è l'originalità della botta o della risposta, l'aria di canzonatura di certi discorsi fini e sottili che sanno ben essi dove vanno a parare e vi trascinano dove vogliono... La gente dpllp Alle Terre (estendiamo la denominazione di Highland a tutta la Scozia) è gente allegra. L'essere stato garbatamente burlato da un monello non basta certo a conferire il diritto di giudicare dello spirito di un intero popolo (io non vorrei v'immaginiate che la divina provvidenza abbia proprio scelto me per rivelarlo al mondo) ma ci sono tradizioni locali a cui si può attingere, ci sono speciali annali che si possono consultare, ed è a queste tradizioni, a questi annali che io ricorro e mi rivolgo. Vi vorrei porre sott'occhio certi volumi che un amico di qui ha avuto la cortesia di prestarmi e di segnalarmi. TI buon umore e lo spirito della Scozia hanno avuto i loro notatori pazienti ed i loro storici. Uno, per esempio, il Maokay, si è occupato della « poesia e dell'Ai; mour del linguaggio scozzese » ; un altro, I'Hool, ha studiato particolarmente le « caratteristiche scozzesi »; un altro, il Ramsay, si è dedicato alla raccolta di <r ricordi ■e di memorie », e potrei allungare l'enumerazione di parecchie righe. Da. queste opere, l'anima scozzese si rivela sovratutto per l'orma d'aneddoti. Io non credo che ci siano molti paesi in cui, come in Scozia, l'aneddoto solo possa bastare a dare un'idea esatta degli abitanti. Gli aneddoti irlandesi fanno smascellare Halle risa, ma non sono in fondo che bertoldi uerie campagnuole che divertono ma senza sugo. L'aneddoto scozzese, ci rende invece questo popolo intero quale, e noi ce lo troviamo innanzi vivo e vero, — nonostante l'inevitabile caricatura dei tratti — con tutte le sue qualità ed i suoi difetti ; la sua circospezione, la sua tenacia al lavoro ed al guadagno, il suo senso pratico della vita e delle cose, la sua bonomia, il suo spirito. La prima caratteriiiica, la circospezione, non 'abbiamo nemmeno bisogno di Ifovàrla provata da un libro. A! primo colloquio che avete con uno scozzese e-.sa vi schiatta agli occhi. Lo scozzese non si compromette o a à i - l n e - e a mai. Tra il « sì » ed il « no », egli si accontenta di dire « forse », « chissà », « può darsi ». Chiedetegli se ha il naso ili mezzo alla fac a, vi risponderà: <i credo ». In una sala d'albergo ho sentito io questo colloquio: « Volete del pane, signor Ronald? » — <r Suppongo ». E quest'altro : « Se ci versaste da bere, John, non ce ne troveremmo per nulla malo » — « Non ne dubito, ma questa è la vostra opinione ». E noto ancora questo udito alla stazione : « Peter » (una dorma chiede ad un impiegato) si ferma questo treno a Muffat? » — a Non ci vedo nessun inconveniente », risponde il prudentissimo Peter. Questa maniera di esprimersi a mezze parole, per negazioni, per insinuazioni, per sottintesi certo non poco contribuì ad aguzzare lo spirito scozzese. Che necessità di dire chiare le cose? Non basta forse farle comprendere ? Un giovanotto, per esempio, ama una signorina e la vorrebbe sposare. Le dirà semplicemente: a Ti amo, vuoi essere mia moglie? ». Nemmeu per sogno. Sentite questo episodietto che pilucco dai « Ricordi » del dottor Ramsay. Donald (è l'innamorato) propone a Maria una piccola passeggiata nei dintorni . Sulla strada, si trova il ci mitero. I due giovani entrano, girano fra le tombe. Cammin facendo, Donald giùnge dinanzi alla tomba della sua famiglia e si ferma. — Maria, — egli dice alla sua compagna, — ò qui che riposano i miei nonni, e mio padre e mia madre. Poi, chinandosi verso di lei le mormora all'orecchio : — Dite, Maria, vorreste voi un giorno riposare in questa tomba? Maria abbassa gli occhi, sospira, come si conviene ad una ragazza bene educata, e mette la sua mano in quella di Donaldo.. Erano fidanzati. Uomo pratico, sagace, acuto, lo scozzese, che fa gran conto delle parole, tanto da non mai arrischiarsi a buttar là quelle pre oise, sa sbrigare i suoi affari sciupandone il meno possibile, colla massima concisione. Fochi monosillabi gli bastano. Un campagnuolo tasta la stoffa di un plaid appeso alla porta di un negoziante (Lascio il più possibile intatto l'originale di Ramsay, pieno di sapor paesano). — Oo? (wool, lana?) — chiede l'acquirente. — Ay, oo ~[ijes, wool, si, lana) — risnon de il negoziante. — A' oo? (all wool, tutta lana?) — insiste il primo. — Ay à oo (yes, all wool, sì tutta lana) — il secondo assicura. — A' ae oo? (all one wool, tutto della stessa lana?). — Ay a ae oo (yes, all one ivo ol, sì, tutto della stessa lana) Ed il contratto è fatto, collo sperpero, in tutto e per tutto, di ventisei vocali ! Con qualche parola bene aggiustata, an che , l'ottimo scozzese sa accomodare le fac cende sue o cavarsela d'impiccio, non sol-1tanto col suo prossimo, ma se occorre, colloi a 1 molto tempo fa in una chiesa dei dintorni oidi Glascow 9 stesso buon Dio; mettere in pace la propria coscienza, che gli sta a cuore, ed i propri interessi che ha. cari quanto la coscienza. Kenmuir, — il raccouLo è dell'inesauribile Walter Scott. — ò sul suo letto di morto e la fine è prossima. Le sue labbra, tuttavia, mormorano imprecazioni contro il capo di un clan, vicino. Il ministro del villaggio è venuto a recargli gli ultimi conforti della religione. — Kenmuir, — gii dice, — prima di comparire dinanzi al vostro creatore, bisogna che dimentichiate i vostri odii. La nostra santa religione ci comanda di perdonare anche ai nostri nemici più accaniti. — Ebbene, — risponde il moribondo sospirando, — se proprio è necessario, gli perdono. Ma poi, volgendosi verso a suo figlio, gli dice : — Perdono a Mac Nab...; ma la mia maledizione, figliuol mio, ricada sopra di te, se mai avvenga gli perdoni tu. Ed anche da questo altro racconto si può vedere che se qualche cosa manca allo scoz zese non è certo la finezza. — Tu ami troppo il whisky — dice unministro ad un suo parrocchiano che incontra per via. — Dovresti pur sapere che il whisky è il tuo maggior nemico. — Ma — risponde l'interpellato — non mi avete voi detto più volte, signor ministro, che bisognava amare i propri nemici? — Sì, amico mio, ma 'ti ho forse mai detto che occorra ingoiarli? Spirito profondamente religioso, lo scozzese non manca mai di ricorrere al Cielo in ogni atto della sua vita, ma in pari tempo spirito concreto, e fatto per l'azione, quello che egli sopratutto chiede al Cielo è di asso ciarsi ai suoi interessi. Della vita futura è sicurissimo : quello che più gli importa è la vita presente. I suoi colloqui con Dio sono curiosissimi. Ci sono preghiere rimaste sto riche. Nel 1804, all'epoca della minacciata invasione nel Regno Unito di Napoleone I un'orazione comune in Scozia, era questa « Signore, benedici questa casa, tutto ciò che si trova in questa casa, tutto. ciò che si trova nel vicinato. Benedici la vacca, be nedici il grano, benedici il pollaio ed il no 6tro buon paese. Signore, proteggici contro le streghe, e contro le bestie dal lungo becco che si nascondono nelle brughiere. Apri un largo fossato tra noi e i francesi. Passa una corda al collo del terribile imperatore dei francesi, e metti nelle mie mani- il capo di quella corda, onde no-sa tira"-» in <\~-.vì e salvare me, i miei e le robe mie. Per l'a< more del tuo diletto figliuolo, amen ». Certe volte, anche, non si esita ad in viare al cielo degli epigrammi. Sotto il regno di Giorgio III, in una chiesa di E dimburgo, un ministro ha lanciato dall'altare questa pia invocazione : « O Signore, abbi pietà degli imbecilli e degli idioti, ed in particolare dei membri del Consiglio municipale di Edimburgo! ». * E questo bel fervorino fu sentito non ò « Signore, proteggici contro il colera che in questo momento a Glascow minte tante vittime. Accorda la saviezza ai merlili di quella città, ed anche la salute, so/ratutto a James Macpherson che si fa vecchio e non è abbastanza ricco per pagarsi un surrogante. E sovratutto. fratelli miei, non commettete imprudenza. Tenetevi ben coperti ed usate la flanella. So non ne avete n casa, correte al più presto da Donald Anderson. Egli ne ha ricevuto .la Lon Ira un as?ortimento completo. Io glie ne ho comprata ad un scellino l'auna o me ne trovo contentissimo... Dio vi inspiri di andare da Donald Anderson. Sta in Lanark Street, numero 22 ». Si dà anche per vera quest'ultima che cito. Io non oserei affermare della sua autenticità, ma siccome caratterizza lo scozzese assai meglio di un qualsiasi trattato di psicologia, troverei un vero peccato ometterla. « O signore, fa che oggi io non imbrogli nessuno e che nessuno imbrogli me. Se tu, Signore, però non puoi accordarmi che una di queste due grazie, fa almeno che l'imbrogliato non sia io ». Sono io riuscito, lettore, con questa raffazzonatura a darvi almeno un'idea dello spirito e dell'animo della brava gente delle Alte Terre? Ne ho una jrran paura!... Ma pensate, se non fosse stato il provvidenziale intervento di quel corno da caccia che sapete, vi avrei fatto forse la descrizione del lago Lomond... ed allora, ciò che sarebbe successo lo sa solo Iddio ! ERNESTO RAGAZZONI.

Luoghi citati: Edimburgo, Lisbona, Regno Unito, Scozia