L'"aut aut" dell'avvocato Lioy all'Anastasi

L'"aut aut" dell'avvocato Lioy all'Anastasi L'"aut aut" dell'avvocato Lioy all'Anastasi L'audizione dei testi maresciallo Àmetta e vone La grave deposizione del teste di nuovo in ballo. (Per telefono alla STAMPAI brigadiere Schia(Mnialdi - Lio} Viterbo, 11, stri. Tulti sii accusati sono presentì, mono Perez tìe Vera. Aridlie i difensori sono abbastanza numerosi. 'Della Patio civile sono presemi gli avvocati Rota, Cnrabellese e lloinuakli. — Avverto le Parti — dice 11 presidente — che il detenuti] Antonio Domarla ha scritto più volte di essere .messo in Hibertài come leste in questa, causa, in modo da poter essere tradotto aiel carcere dove espiava la pena, che a lui pavé migliore del carcere di Lupara, dove attualanente si trova. — Per noi — risponde l'avv. Salomone, a noine della Difesa — non vi è nessuna difficoltà. Un commerciante noto ladro basista Appena aperta l'udienza, dopo alcuni schiarimenti sui documenti del iproep?so, pervenuti al 'Cancellière, è chiamato il teste D'Agostino Francesco. Il D'AROstlùo fu interrogato uià. due vo! c ora è messo a confronto fon ij maresciallo «Ametta, che lo conosce, perchè e stato vigilato «pedale. 11 D'Agostino, •però, affenrtla che in seguilo a una revisione del processo, fu assolto ■e che da. 20 anni non è stato pit't in carcere. Ne«a di aver conosciuto Cuocolo. e nega che il ^maresciallo Ametta abbia potuto vederlo insielane a. Cuocolo. Infine, dice di conoscere degli attuali imputati il solo Alfano. Presidenti', ad Aruetta. — Avete sentito, che nega di aver conosciuto il Cuocolo? Ametta. — i?o che nel maggio o ai primi di giugno de! Iflflti voi stavate seduto al tavolo di mi eaflò con Cuocolo, è inutile che lo neghiate! D'Agostino. — Negò! il fatto non è vero! Presidente, ad Ametta: — Perche il 'D'Agostino fu sottoposto a sorveglianza? Ametta. — Il D'Agostino era un noto ladro iasista. E' imitile che voi neghiate; io sono sicuro di ciò che affermo. Presidente. — Il D'Agostino e messo in libertà. li maresciallo Amétta •Rimane ancora. l'Annetta, che esibisce una lettera del delegato Catalano por avere notizie su Cuocolo: sarà letta domani, quando sarà premènte 11 Catalano. ■Il presidente legge la lettera scritta dall'Ametta al Catalano, in risposta" alla lettera esibita. L'Ametta nella lettera diceva di aver conosciuto il Cuocolo come basista, ed aggiungeva che sul ^principio Cuocolo era contrario olla camorra; irla poi vi si era avvicinato, (auto che si era .■visto più volte insieme con l'ex-capo della camorra Botta, con Erricene. .Desiderio, con un certo Barricano, eri altri. Con nuestiulfinio -il testo aveva visto il CuocOlo ai Caffè FVttltnio. L'Ametta, in questa lettera, parlò ai Catalano, anche del Vittozzi, poro confondendolo nel aiome e non nei falli, rlferentìosi a don C'ccio (Penisi, anziché al Vittozzi. L'Amena, infatti, 'domandava se il prete implicato nell'affare Cuocolo. di cui parlavano i giornali, fosse il relatore della chiesa di h\-int':vngic>li!!o, clic passò ■poi come cappellano del 'Cimitero ideila citta, I* che era. molto intimo dei coniugi Cuocolo. frequentatori assidui di quella.chièsa. Presidente, a Vittozzi. — Voi siete stato rettoTe ideila 'chiesa di Sarit'AngiòliWo? — Mai — risponde Vittozzi. Asnietta. — Dalle indagini eseguite a Napoli seppi poi che il rettore della chiesa era don 'Francesco Penisi. ij Ameba dice poi di aver confuso il Penisi ■con don Ciro Vittozzi. Soltanto don Ciro Vittozzi spiegò poi l'equivoco. — Come, ho detto — continua il teste — dalle indàgini eseguito a Napoli mi accorsi che l'amico dei camorristi era lui, proprio il Vittozzi, ed a Ini Intendevo alludere quando scrivevo al Catalano. Avv. — Salomone — In conclusione, l'Amelia, parlando dell'amico del Cuocolo e dei camorristi, alludeva a don Francesco Penisi? — No — dice Ametta — ripeto che, conosciuto .l'equivoco, e scrivendo di don F. Penisi alludevo al Vittozzi. Avv. Romualdi. — Quando vide il Penisi, il teste si accorse dell'equivoco in cui era caduto? Teste. — Sì. Avv. Boni nabli. — E vedendo U Perusi si accorse anche che questi non era amico dei camorristi? Teste. — Corto. Romualdi. — Ed il prete intimo amico dei camorristi chi era invece? Ametta. — iDon Ciro Vittozzi. Amelia nella stessa lettera diceva di aver visto ■il Cuocolo i:i compagnia di Francesco D'Ago'stino. noto ladro e basista. Avv. Staly. — Il teste conosceva molto il Botta? Ametta. — Certo; lo conoscevo come il capo della * -.morra. Avv. Liov. — Il Cuocolo era camorrista? Teste. — Al tempo .mio. no. Io dissi che frequentava molli camorristi. Si licenzia i! maresciallo Ametta e si richiama il brigadiere Francesco '.«"h in vone. 11 brigadiere Schiarane Presidente. — Quando foste incaricato deile indagini sul delitto Cuocolo? Teste. — Il 14 febbraio 1P07. trovandomi a Pozzuoli, fui incaricato dal .l-'abroni a Napoli, ed allora procedetti all'arresto degli attuali accusati, ed eseguii indagini sul proto Vittozzi. Presidente. — Voi nel 1908 .foste incaricato dal capitano Fabroni di stare attorno ad Anbatsanaggio. co! anale eravate entrato in intimità, iper scoprire quale porle avesse avuto nel delitto Cuocolo il Rapi? Testo. — Sissignore; il 'Fabroni mi incarico di ai/piantare Àbbatemaggio, iper avere da lui rivelazioni sul Rapi, Ahi linoni aggio sompre si rifiuto di parlare del prof. Rapì; ma dopo un po' ili tardilo riuscii a far parlare Alibatemaggio, Che mi confidò .che Rapi ora a conoscènza di tutti i grandi furti ohe si cojnniettevnrto a N.i.■poli, sia per avervi preso parte, sia perchè acqui lava la refurtiva, che poi vendeva all'estero. Mi aggiunse Clve Bapi ora amico di Cuociiolo. di Errlconé e di altri camorristi. Ricordo anche che Vbbateniasgio ebbe a dirmi che non intendeva d'accusare il Rupi, essendo coti lui implicato in varii delitti, e mi accennò a uno sfregio a uh ufficiale per rag 'ine di il"nne, che si sarebbe commesso per mandato del Rapi, senza però du-c dio ogli, Vbbatemaggjo, vi avesse partecipato. Presidènte. — Accennò ad un attrito tra Bapi e Cuocolo? Testé. — Mi disse che Cuocolo sapeva molti segréti dello azioni criminose commesse dal fìapi. che doveva subire cohtlnuMnen'te ricatti per ricbipsie di donne. Presidente: — Quale sarebbe slatn vipera del Rapi nel duplice omicidio Cuocolo? Teste : — Il Rapi approfittò del malanimo die avevano i camorristi per Cuocolo e deile lettere scritte da Arena da Lampedusa per vendicarsi, e Abbate-maggio mi parlò delle mille lire regalate dal Bapi appena commessa l'uccisione del Cuocolo e della Cutinel.ll. Chi sfregiò Stocco ? Abb aleni aggio esce dalla gabbia per essere omesso a confronto col teste. Àbbatemaggio dichiarò all'Amena di non poter accusare il Bn;pi, perchè era legato al Rapi da molti reati, fra i quali Io sfregio ad ,un ufficiale di cavalleria. Presidente nd Àbbatemaggio: — Anche questo testimone dice di aver voi parlato dellosfregio a danno di un ufficiale di cavalleria. Àbbatemaggio: — Mi consta il aver parlato!tdi ciò come un reato della malavita, ma ma: 'dissi che in esso avesse preso parti o vi fosse implicato il Rapi. Presidente, a] teste: — Sentite? Teste: — io ricordo elio parlandomi d • delibo Cuocolo, Àbbatemaggio mi ai >.-..• nV.< sfregio dell'ufficiale. \lfano: — Tanto il teste eh" Abbatemagg accennarono a uno sfregio compiuto sopra u ufi! iale di cavalleria, ora. come mai è venuto fuori il nome del barone Stocco? Àbbatemaggio risponde subito: — 11 nome del barone Stocco fu fatto dal capitano Fabroni. * .... Dr.,„.,..W;, VV.V,nM.« 11 111-*-" '-»' trebbe dirci il nome di questo ufficiale? i Ahba'omaggio: — Ilo sempre ignorato ed | fignoro tuttora il nome dello sfregiato e quello degli spregiatori. | q"Errico, fai o* maestro,, Questa discrepanza fra. Àbbatemaggio e Schiavano pare, che diverta molto gli imputati, 1 quali fai'iuo oggetto Àbbatemaggio di molti frizzi, richiamandolo all'ubbidienza. — Ma come? — dice Erricene. — Come mai queste sfumature? — Vaneggia, vaneggia! — aggiunge Lloy* — Quando mai hai.fletta la verità?.— domanda, un altro imputato ad Àbbatemaggio. — Mai! — risponde Lioy. — Questo — commenta. Àbbatemaggio — secondo la logica dell'avv. Lioy. E poi, rivolto all'indirizzo di Alfano, che più di tutti Io beffeggia: — Eriiiò, fai o' maestro? — iSicuro, — rispondo Erricene, — faccio o' maestro. Ma credi che quei sjjjnori là (indica, i giurati) sinno lauto stupidi? — Ma non bai fatto o' maestro quando sei stato a confronto con me — ribatto Abbatemaggio. Àbbatemaggio ritorna al suo posto. Sul caso Lippiello A domanda del Presidente, il teste accenna al noto incidente del brigadiere Lìpiello avvenuto il 13 giugno 11107. 1! Liniello oppresso dal!" fatiche dette ia cScdndescenze e fu guardato dai suol compagni. — Ma il Ltpiello — dice il teste — -mai pronunziò parole sul processo Cuocolo o fece allusioni a [passibili rivelazioni. Avv. •.Salomone: - Dall'ospedale militare il Lipiello passò al manicomio? Teste: — Si, per ordino del dottor Scalzo. Presidente: — Poi, il I.ipipllo è stati disarmato? Teste: — Essendo eccitato e sentendolo 'pronunziare parole di minii-"cia >pcr il brigadiere Torna, pensai berne togliergli la rivoltella. Alle 11,30, sentendosi poco bene i'. capò giurato cav. .Marini, si toglie l'udienza c si rinvia il seguito al pomeriggio. Vècchio incidente felicemente esaurito Si riprende .l'udienza alle 10.30 ed ha subito la. parola l'avv. Sthaly. Égli dice: . « E' giunto in Cancelleria il processo Giordano e. mi si permettano alcuni rilievi a. proposito dell'avv. Mugliano. Risulta che l'avvocato Mario Sfagliatici fu nei primissimi lempi difensore di Enrico .Virano, che poi arfìdò la difesa all'avv. (illudo Amore e agli avv. Adinolll e Agrelli. Dall'incartiunento processuale per il fatto Giordano, risulta che là causa fu incardinata alla oliava, sezione, presieduta dall'avv. Àdinolfi e soltanto 11 i'O febbraio 1900, cioè dopo tre anni che l'Alfano era stato difeso dall'avv. Mario 'Mugliano, la causa passò alla pozione del barone Mariano: e non basta: risulta anche da] processo che in tutta la istruttoria (pei" la causa Giordano, nessun loglio di lume venne presentato 'nell'interesse di Alfano, quindi la figura dell'avv. Mario Magliano risulta quella dli un onesto e rispettabile professionista, e non ha alcun fondamento l'accusa che, cioè-, egli sedesse a difensore '.'elio stesso seggio de! Tribunale, presieduto da! fratello barone Giandomenico. Proc. Gen.: — Constato con piacere che nès sima c*sa men .che corretta fii commessa dal l'avv, Mario .Magliano e dal barone Giandomenico. Presidente: — Sono lieto che sia stato dissipato ,ognl equivoco increscioso. E còsi l'incidente e esaurito. " Ladro lino, abilissimo, ma Vile „ Si chiama il teste Alfonso Grimaldi, che dice di conoscere Tommaso De Angelis da circa 30 anni, e di avere commesso coti lui alcuni furti. Ammette quindi di avere riportato condanne, Presidente — Nel 11)02. quando successe l'omicidio Lamura e della sua domestica, tanli voi che De Angeli* foste arrestati? leste — Si. venne in casa mia a Castellammare un delegato che mi fece mia perquisizione e poi lui arrestato, ma la mattina seguente fuTseareemlo; Presidènte ~—> In quel fatto rimase implicato anche il De Angelis, che rimase carcerato sei o sette mesi ? Teste — .Sissignore. Presidènte — Ma non sapete nulla sulla responsabilità sua? Testé — E' innocente, o vi dico subito il perchè: De Angelis o un ladro tino, abilissimo, però, se entra in una casa per rubare e sento miagolare il gatto è il primo a luggire. (.Si ride, ride anche il De Angelis, che assiste al dibattimento). E il Grimaldi prosegue: — Del resto, ile Angelis è talmente vile che, avendogli io fatta una cattiva azione da meritare una bastonatura., non mosse dito. — Che cosa faceste al De Angelis? — chiede il presidente. Teste — Por quuuto fossi ammogliato, mi innamorai di sua cugina. Si ride. Presidènte: — In online all'omicidio Cuocolo, a voi consta nulla? 'feste: — Nulla: mi consta che Oc Angelis non era e non è un sanguinario. Pres. : — Avete -inai conosciuto Cuocolo? Tèste: — Mi fu presentato 23 o H anni or sono da una signora come un individuo che poteva fare qualche alture, cioè che poteva Commettere qualche furio. Avv. Aido Vecchi»! : — E chi era quella signora ? Teste: — La moglie di un pregiudicato. Pres.I —- Non si può sapore il nome? Teste: — No, no; è moria quella signora, Il lesto aggiunge che Cuocolo, chiamato figlio '.• papà e poi tiglio di signore, ora confidente della polizia, che, poi, non essendo avvicinato da alcuno, divenne ladro e basista. Pres.: •— Conoscete Amedeo? Teste: — L'ho conosciuto, ma non ebbi rapporti con lui. Amedeo, chiamato dal suo posto, conferma questa dichiarazione. A domanda del Presidente, Grimaldi torna a parlare di De Angelis e due che sua moglie, Lucia Auustasi, dopo il delitto Cuocolo, visitando la sorèlla Giuseppina seppe che questa riceveva De Angelis e lo aiutava con denaro. Questo accadde dalia fine del maggio all'Ili giugno 1900. Aggiunge come nei primi dei giugno 1900 ebbe ad incontrare in Casteilamure De Angelis. Presidente: — Voi convivete ancora con Lucia Anastasi Y — SI. "Se tu fai quello che desidera una donna avrai molto denaro !,, Presidente — E quando voi nel gennaio 19U9 eravate in -flarcére la vostra, amante tu avvicinala da certo Mati'ic"? SI; lo nel gennaio l'jut) per una spiata di '■cmlcdLgve il' un confidente, che si chiamava Cristiano, ma che era cristiano di nome ma non di faito, fui messo in carcere: e là conobbi cerio Giovanni Mutrie", che tini prima di me di sconlare la pena ed a mezzo suo inondai un biglietto alla moglie, raccomandandogli min tiglio. Il Matrice portò il niglii-no poi tornò spesse volle da mia moglie. Ed ora con una scusa, ora con un'altra riuscì a toglierlo Sul) lire in coniami, più tremila lue di roba. A domanda del presidente risponde che la Anastasi non divenne l'amante dei Matrice, anzi, aggiunge che contro i! Matrice si quere"orono. e che questi tu condannato a 18 mesi j!•:!j Presidente — fare rivelazioni — La Lucia, quercia che ora stata rice ,fn avvicinata da ha Lucia Anastasi promise sul procosso La Mura? andando in Tribunale per sporta contro il Macerto Alberto Galano che, sapendola cugina di De Angelis. ]o prò mise denaro se avesse fatto quello che vo leva. 11 Galano condusse ['Anastasi dall'avvo calo Lioy, che le disse: Se tu fai quello chs qj.pla ridi desidera lina donna, avrai molto danaro e lai Lucia fu presentata a certa Rosaria Vuclo. Presidente, spiegando: — La Vuota 6 In mo-1glie di un condannato per jl delitto I.a Mura. — Dunque, ja Vuoln ed il prof. Lioy volevano che la Lucia Anastasi rilasciasse una dichiarazione accusando De Angelis. Amode i e Cuocolo quali autori deltl'oniicitlio La Mura. Seppi clic la Vuola aveva dato alt'Annsiasi 340 lire in più volto che avrebbe spinto dichiarazioni quale voi re- Presidente — La causa 1 Anastasi a queste false sarebbe stata? Teste — La necessità. Anzi, quando l'Anostasi e mia moglie furono minacciate di truffa dall'avv. Lioy, la Vuola mi raccontò tutto, cosi si scoprì ogni cosa. Presidente — Voi eiavate in corrispondenza crii professore Lioy. Teste. — Sì. perche l'avv. Lioy e l'avv. Vigilante minacciavano l'Anastasi di una querela per truffa. Allora ini intromisi io e nu recai dall'avv. Lioy. Presidente — Non avete tentato anche di carpire danaro a Lioy Teste — No; no. io non arrischio la clusione per cosi poco. L'avr. Lioy spiegherà domani... Si richiama. l'Ainodeo il quale ammette di aver scritto una lettera al Grimaldi il 10 agosto 19f>5 per avere notizie di Tommaso De Alicia ] ; «. Presidente ad Amedeo: — Come firmaste la lettela? Amedeo: — Essendo .io pregiudicato come il Grimaldi, iprnsai di firmare la lettera col nome di Raffaele Bossi, dell'avvocalo cine, che aveva difeso il Grimaldi più volte. Presidènte: — Ma la lettera porta la limili, di Alfonso Bossi. Avv. .Salomone: — 'l'ale lettera fu oggetto di esame da ipàric del giudice istruttore. 11 quale chiamò Alfonso Bossi e questi smentì di avere srritlo quella lettera, che, si noti bene, i'Amoden diceva di non avere scritto. Avv. Caratiolleso, della iparlo civile: — Ma l'Amedeo soltanto ora ha visto la lettera, e quindi prima non .poteva riconoscerla. Pres. a Grimaldi : Come spiegate che l'Amodeo. «inalveandosi per Bossi, si rivolgesse n voi perchè avvertiste 'Do Angelis die ,crn. Napoii urgentetn-eptp? Grimaldi: — 'Nulla so; so soltanto 190! non vedevo .più De Angelis. Anche De Angelis, richiamato, non sa spiegarsi la lettera scritta dall'Amedeo. Grimaldi, a domanda del Proc. Geu., inetilre Ani «vi oc e tòrhaiO al suo posto, spiega 11 contenuto di nitro due lettere da lui dirette all'avv. Lioy. Questi (protesta, ma non può spiegare il suo Confetto, porche ps?"wln sempre indisposto i! giurato Marini, si «lave togliere l'udienza. L'avv. .Lioy piegherà dunque domain i suoi rapporti con Grimaldi. .!ì | atteso a che dal |