La nave "Conte di Cavour,, è scesa trionfalmente in mare alla presenza del Re e fra l'entusiasmo del popolo

La nave "Conte di Cavour,, è scesa trionfalmente in mare alla presenza del Re e fra l'entusiasmo del popolo La nave "Conte di Cavour,, è scesa trionfalmente in mare alla presenza del Re e fra l'entusiasmo del popolo (Dal nostro inviato speciale) Spezia» 10, notte. La Conte di Cavour ò discesa felicemente In mare stamane pochi minuti prima delle 10, tra scene di entusiasmo indescrivibile. La nave più grande della marina da guerra italiana si ò congiunta con il suo elemento aaturale con una corsa veloce lungo lo scalo inclinato senza un attimo di esitazione, senza un sussulto. Ora il grave momento rischioso del varo, che è por la nave do che è 11 parto per la creatura vivente, e superato. La Conte di Cavour si è dichiarata viva e vitale; nessun vizio segreto, nessun guasto occulto offende la sua vertebraiura di acciaio; nessun morbo Inatteso, incurabile si è insinuato tra piastra e piastra durante i 12 mesi della gestazione troncandole misteriosamente e violentemente la vita sul nascere, corno avvenne alla PrinHpessa Jolanda, come può avvenire a qualunque nave senza che si conosca il perchè. La Conte di. Cavour è. diritta, stabile, Irti pollante nelle acque della Spezia fermata dalla Eua àncora tra il fremito delle sue ban- diere; stretta in giro da tutti i bastimenti della flotta come una regina. Ora ò difficile che un malvagio destino ce la rapisca senza che noi gliela possiamo contendere. Settantamila persone Settanta mila persone ed il Re hanno assistito all'indimenticabile avvenimento. Si calcola, che tra ieri e stamane i treni hanno rovesciato alla Spezia 35 mila forestieri. I biglietti d'invito distribuiti superano i cinquantamila: il solo ministro della marina ne volle 'iOOO per sè. Se ne sarebbero distribuiti diecine di migliaia di più se le colossali tribune costrutte ai due fianchi della nave avessero potuto contenere ospiti sop-anuumerari. Da una. settimana la distribuzione era diventata un'impresa disparata che esigeva, per riuscire, influenzo di primo ordine; e colon; clic erano rimasti senza la beuta tessera non avevano altro modo per vedere qualcosa che imbarcarsi sopra una nave da guèrra, un piroscafo, una chiatta, una barchetta che fosso all'ancora nella, rada; Parecchi armatori fecero all'ari d'oro usando i loro bastimenti come tribune suppletive. Da Genova giunsero parecchi piroscafi corichi di gitanti espressamente noleggiati per il varo; viaggiarono durante la notte e diventarono tribune galleggianti nella radiosa mattinata mentre il varo si zompi.-Pochi dormirono stanotte alla Spceia; i treni serali e notturni riversarono nella città molta più gente che non vi siano tetti liberi. I «senza tetti» bivaccarono nei caffè, nei giardini, sulle panche. La loro notte di vigilia fu breve perchè la prima alba suonò la diana a tutte le finestre. Alle 5 le vie formicolavano. Era un movimento vivace, grazioso, in cui pochi abiti scuri e rare tube scomparivano nel giocondo tumultuare dei colori chiari delle divise bianche degli ufficiali di marina, delle finche loileltes estive delle signore. L'eleganza delle signore è stata straordinaria; il loro numero ha superato quello degli uo"niiiii; forse le belle donne d'Italia non hanno dimenticato che il conte di Cavour tra le gravi cure dello Stato non spregiava un intervallo di grazia e di femminilità; perciò accorsero al varo della nave, che porta il suo nome, a incredibili falangi inguauiando i loro corpi nello più suggestive vesti chiare che si siano mai vedute. La folla fu cosi grande, così mattiniera, così gaiamente affamata che alle 7 in città non vi era più una goccia di latte. , Alle 8 tutto quel bellissimo mondo era entrato nell'Arsenale e brulicava sulle sue smisurato tribune davanti alla nave sotto un sole cocente che traversava i velari! come se non esistessero e suscitava una immensa -prodigiosa fioritura di ombrelli bianchi cilestri, e sanguigni. Apparizione della nave La Conte di Cavour mi apparve d'improvviso ad uno svolto di fabbricato mostrandomi la sua estrema prua che portava in cima alcuni marinai piccoli conio puntini bianchi sull'azzuro pallido del cielo. E' noti: che le navi sono costrutte sullo scalo con la poppa bussa e la prora in alto. E' così che entrano nel nostro mondo a ritroso roti i piedi prima, su per giù come fanno i bambini. Lo scalo ha una inclinazione no- tevole perchè la nave compiuta possa scendere in mare sollecitata dal suo solo peso. Cosi la prora, che si trova sul punto più alto dello scalo, è sollevata ad un'altezza vertiginosa e si incide sul cielo con la linea tagliente del suo sperone come profilo precipitoso di una montagna fantastica. La Conte di Cavour si presentava così a chi entrava =tamane all'Arsenale inopinata, formidabile, erta come se si impennasse per un folle volo: inquietante visione di potenza o di assurdità. Ma quando poi si prendeva il proprio posto sullo tribune e si abbracciava con uno sguardo solo tutta la nave proclive dalla prora drizzata in aria alla poppa quasi puntata nell'acqua si restava dominati dalla sua solenne, ordinata, gloriosa semplicità e dalla sua inaudita forza. La nave era tenuta dagli ùltimi vincoli; solo cinque puntelli enormi che serravano i fianchi erano visibili; i rimanenti, scontri gno laterali, scontri idraulici, ritenute lctcLpgcncdi cavo erano nascosti sotto la chiglia die-' tro la prua. La parte immergibile era tinta di marrone, la parte immersa era tinta di grigio. Sopra la linea di immersione era già stata collocata la banda di legno che deve servire da cuscino tra la lamiera della carena e la corazza. Già in alto, sopra il bordo estremo della nave, incominciavano a profilarsi le linee sinosso dei castelli e delle torri blindate che porteranno le formidabili batterie da 305. La nave discende in mare con 7000 tonnellate meno di un terzo del suo poso definitivo. Molte opere che più facilmente avrebbero potuto compiersi sullo senio, come il collocamento degli alberi e delle eliche, saranno fatte in acqua perchè non si volle ritardare il varo. La Leonardo da Vinci, la C't'wWo Cesare scenderanno invece in mare in istato più avanzato con 11 o 12 mila tonnellate. Però non potranno essere pronto prima della Conte di Cavour, perchè le corazze (la grande difficoltà) non possono essere fornite dalla ditta con la velocità che si desidererebbe. Arrivano i Duchi di Genova e il Re Mentre alcuni tecnici ci forniscono queste informazioni arrivano in vettura il Duca e la Duchessa di Genova, accolti da uno scrosciare di applausi che dalle tribune scendono verso la nave sullo scalo in uno strano strepitio come di acque che ribollono. I Principi prendono posto sul palco reale ed aspettano il Re. Il re arriva >.lLs 9 dal mare. Quando il treno reale si fermò in stazione i cannoni delie navi hanno sparate le salve. ì^oco dopo la lancia reale lo porta presso la peppa della Conte di Cavour. Il Re scende in divisa da generale sopra un grande tappeto rosso che è stato steso sulla ghiaia. Lo accompagnano il ministro della marina, il duca di Genova e gli ammiragli. La principessa e le dame lo salutano e i cannoni tuonano da tutte le navi. Su tutte le navi ed anche sulla Conte di Cavour sale solennemente il grande pavese. Scoppiano dalle tribune acclamazioni che non vogliono finire. Il Re non sorride, guarda la nave sollevando il capo, si avvia verso la tribuna reale, passa rapido salutando militarmente di quando in quando in risposta alle acclamazioni che salgono dalle gradinate senza deporre mai quella sua espressione singolare tra di concentramento e di corruccio. Benedizione e battesimo La cerimonia incomincia subito. Il vescovo di Sarzana, in paramenti solenni, pastorale e mitria, accompagnato da accoliti e da turiferari, dà la benedizione alla nave mentre la banda del corpo reali equipaggi suona con un lento ritmo chiesastico l'Are Maria di Gounod. E' sconcertante il contrasto che nasce da quegli elementi contradditori: da quel vescovo in grandi paramenti che si aggira intorno alla mostruosa nave ferrata, da quella pia musica affidata agli ottoni di una fanfara guerresca. Finita la benedizione è la volta del battesimo. Il Re, i duchi di Genova ed i seguiti lasciano la tribuna reale, salgono il ponte di comando sotto la prua della Conte di Cavour. Il Re dà il braccio alla duchessa Isabella. Dall'altissimo bordo della nave e lungo l'ancora pende la bottiglietta 'di. champagne affidata ad un lungo nastro turchino. La duchessa stringe la bottiglia con le due mani, la solleva e l'abbandona, La bottiglia scende veloce per un ampio arco, urta contro il fianco metallico della corazzata e si infrange. La moltitudine ha seguito l'ingenuo rito con una serietà profonda, in un silenzio grave. Quel rito ha dell'auspicio. Se la bottiglia non si rompesse parrebbe a tutti che la nave nasca sotto cattiva stella; ma la bottiglia si spezza in mille frantumi ed una ovazione lunghissima ricompensa la duchessa che ha fatto il suo dovere di madrina per bene. Il corteo reale ritorna nell'ordine in cui è venuto alla tribuna e il varo vero e proprio comincia. Comincia il varo... Si fa un silenzio di chiesa. Non parrebbe possibile che una folla simile sappia tacere così. Il colonnello del genio navale che comanda la manovra, dà i suoi ordini dal- l'alto del ponte sotto la prora della coraz- j zatffl; ordini muti prima dati con bandiere, che egli infigge sopra una balaustra: una bandierina bianca rosso e bleu significa « abbattimento di puntelli ». Nel grande silenzio rintronano i colpi gravi vibrati da mani invisibili. Uno dopo l'altro i puntelli giganti lasciano il contatto con la carena; una carrucola fermata sul bordo della nave impedisce che precipitino. Quan-do l'ultimo puntello è caduto e la corazza-ta con la sua invasatura è solo più tenuta allo scalo dalla sottile linea mediana e dal- le trinche dun bandierine un miadro hian-ic irmene, due Danaierine, un quaaro man co m campo bleu e una croce bleu in cara- po bianco, comandano la «rimozione de-gli scontri di legni e idraulici laterali ». Inpochi secondi la manovra è eseguita; la curiosità del pubblico si fa commozione; o-|ra. la grande corazzata è in potere di solo v due enormi gomene. Il comandante della manovra grida: «Tagliai». i Il silenzio è così solenne che la sua voce giunge fino a noi. Due operai con la scure in pugno si avanzano e incominciano a vi-brare terribili colpi di filo sulle due trin-che recidendole insieme nello stesso attimo. Ora la nave è pronta al varo... Se non vi sono stati errori, il suo peso devo essere lecreermente sunoiio™ alln re neve esseie leggermente supeuore alla re- sistenza dell attrito dello scalo. Quindi de- ve scivolare verso il mare. Una lieve pres- sione deve essere sufficiente tipi- melfAi-in. u . , s um."5 mf«euain movimento. E un minuto di trepidazio- ne intensa e di emozione indicibile: tutti,senza volerlo, pensano al disastro; nessuno . ,. ,. vT. , u™u"u può divellere gli occhi da quella immensa mole immota, nell'attesa acuta di afferra- re il primo impercettibile movimento, nel „„„ „i e- i j. terrore che non si muova! Se un travaso di forze dalla folla alla nave fosse possibile la Conte di Cavour scivolerebbe sul suo ninno spn?n hiWnn rli «minta- mn m,«u piano senza insogno di spinta, ma questo non si può. M..,„,.^.« Ai • riomeniO OI intensa emozione li comandante grida il suo secondo ordi-™. o„ 4 ,~ „; .„„ a- r,, . ne: « Su forza ai martinetti ». Ed ì marti-netti idraulici entrano in giuoco e comin-ciano la loro spinta di prora. Cento mani d'ariete misteriose ed invisi- bili premono sulla carena; la nave si muo- ve; è un fremito prima che tutti avvertono e che fa seonniare un iirln «1 v-ìcrcrin Pnl e cric la scoppiare un uno selvaggio. Poi è il movimento e la corsa solenne, maesto- sa verso il mare. L'urlo riprende, si fa eia- more altissimo "-rido infìnitr. Hi .tWìo d more altissimo, Duuo innmto di gloua e di vittona! I marinai e gli operai allineati sul parapetto altissimo della nave chescende, agitano le braccia come forsennati. Intanto tutte le navi sparano i cannoni e fischiano con le sirene : sul fondo delle acclamazioni trionfali l'urlo disperato delle sirene sembra il grido di mille madri nella tempesta per la salvezza dei Agli. Guardo il Re jn istante: la maschera fredda è caduta: anch'egli sorride. La poppa della Conte ai Cavour entra, si avanza in ac-qua sollevando con il rigurgito terribile un<( maelstron» di corchi' di spniiimi m»., « maeistron » ai gorgni ai scniuma, men-tre la prua, ancora sullo scalo, accende u- na grande stumea bianca e grassa per l'ar-An,.„ ^«i (n,.,„i,^i,a„ ,*i * n • i , doro del formidabile attrito. Poi anche la prua entra in mare e tutta la corazzata,«inscenata allo nronrie forve, ed -il nrnnWn consegnata aue pippi te toize ed al propiio' equilibrio, si caccia avanti e naviga bella a e sicura sovrana tra le minori sorelle, mentre mille piccole barchette cariche di curiosi sbucano tra le navi da. guerra e si gettano contro sul mare agitato ed oleoso come piroghe di selvaggi lanciate all'arrembaggio. Sono pigmei che lottalo a chi arriva primo a portare all'ormeggio il colosso. In questo modo la corazzata è entrata a fare parte della flotta di Sua Maestà. Dopo il varo ed i ricevimenti, Sun Maestà ha offerto a bordo della Regia nave Umberto l una colezione ufficiale ai ministri rappresentanti della Camera e del Senato, ai sindaci intervenuti di Roma., di Torino e di Genova e alle autorità locali e dipartimentali. Nel pomeriggio Sua Maestà, accompagnato dal ministro della Marina, si è recato a visitare la regia nave Dante Alighieri in allestimento. Alle 1G, in automojbile, accompagnato dal ministro della Marina e dalle adtre autorità, si è.recato allo stabilimento Wikers Armstrong a Ferrarezzola, dove si è trattenuto lungamente, ricevuto dal direttore comm. Orlando. Indi ritornò in città traversando il corso Cavour in automobile ed è partito in questo momento alle 18, 32 alla volta di Torino vivamente acclamato dalla intera cittadinanza, Sua Maestà nominò il direttore delle costruzioni navali, colonnello Rota, commendatore della Corona d'Italia, il sindaco della Spezia, maggiore cav. Giochino, ufficiale dei Santi Maurizio e Lazzaro. S. M. il Re ha lasciato 8 mila lire per i poveri della Spezia. P. B. S. La " Conte di Cavonr „ qnando sarà armata, in completo assetto di guerra