Il "Principe dei critici"

Il "Principe dei critici" Il "Principe dei critici" Al et principe dei critici » Jules Janin è toccata, nel trentasettesimo anniversario delUa sua morte, una curiosa avventura. Un gruppo di ammiratori, di janinisles, volendo ricordare il famoso critico del Journal des Débats sulla casa abitata da lui duran«» sedici anni, in via de Vaugirard a Parigi, foce murare, qualche settimana fa, una lapide commemorativa sulla facciata della casa numero trenta; ma all'indomani del solenne scoprimento, che aveva dato occasione ad eloquenti discorsi e ad un banchetto, ci si accorse di avere semplicemente sbagliato uscio perchè il Janin non aveva mai messo piede nella casa numero trenta di via de Vaugirard, bensì aveva abitato un appartamento al quarto piano del numero venti. L'ameno svarione — segnalato dall'erudito Paul Joanne a Jules Claretie, il quale si è affrettato a denunciarlo al pubblico dalle colonne del Temps — ha divertito mezza Parigi ; ma alla fin fine si pensa non esservi nulla di male nel postumo invoontario trasloco del commemorato scrittore, il quale fu mutevolissimo e bizzarro come nessun altro del tempo suo, e può benissimo avere una lapide fnori di posto, lui che proprio a posto non si trovò mai nell'esercizio della critica letteraria e drammatica, e che difficilmente riusciva a mettersi d'accordo con se medesimo, a prendere dimora stabile nel mondo delle opinioni. i Sapete voi perchè ho durato tanto? — ogli diceva a proposito della sua longevità letteraria. — Perchè ho cambiato tutti i giorni di opinione: se avessi detto ogni giorno la stessa cosa non avrei destato più alcun interesse e sarebbe mancata intorno a me ogni curiosità: ciò che bisogna evitare è che vi si sappia a memoria prima di leggervi ». E per concedersi il lusso di mutare quotidianamente opinione, il che è già un gran merito in confronto a tanti critici che non ne hanno mai,, una, stabiliva quest'altro piacevole principio : a Io non dico che sia proprio un delitto lo scrivere l'analisi esatta di una nuova commedia ; ma a Dio non piace che un uomo saggio impieghi così ì lunghi e pazienti studi: voi tutti, che esercitate la grande arte della critica, dovete anzitutto pensare a voi stessi, dopo di che penserete al poeta, al musicista, al decoratore, ai macchinista : bisogna, ceco, che il lettore vi onori e vi stimi e si preoccupi anzitutto di voi, dopo di che si preoccuperà, se ha tempo, di tutte quelle cose inutili, futili, effimere, incerte, che sono il pretesto dei vostri discorsi... » Jules Janin visse dal 1804 al 1874 e per ben quarantadue anni fu il critico del Journal des Débats dal « pianterreno » del quale dispensò settimanalmente o bisettimanalmente la gloria e l'infamia, meritandosi ogni volta gli appellativi di <i buono » e di « terribile », incutendo gran timore ai prin cipianti che gli si avvicinavano tutti tre manti, provocando famose polemiche e vi vaci cov.ple.ts sul proprio conto nelle « riviste » di fine d'anno. E i suoi duemila centottantaquattro feuilletons gli valsero, dopo le lodi di Sainte-Beuve e la riconoscenza in versi di Victor Hugo, il titolo di « prin cipe dei critici »: ma a noi moderni, que sto titolo ci appare un tantino usurpato, la critica di questo « principe » poco o punto ci persuade, quasi non riusciamo a distinguerla e a comprenderla nella massa degli zib&ldom-feuilletons lasciati da lui, tutti di una varietà, di un'esuberanza, di una verve incomparabili, ove di ogni cosa amabilmente si discorre, perfino, talvolta, della commedia o del libro del giorno su cui il Janin doveva fare la critica. No, questo illustre scrittore dalla lapide fuori posto ci appare grande, non come critico, ma come giornalista: ognuno dei suoi feuilletons drammatici è una divertente conversazione da salotto, una cronaca brillante, che starebbe bene sotto il titolo : « Di palo in frasca », una spedizione nelle regioni più inesplorate della curiosità e dell'aneddoto. Egli non si peritava, ad esempio, di disturbare Orazio a proposito dell'ultimo vaudeville, di dissertare sopra un quadro della corte di Luigi XV a proposito della commedia del giorno, e uno dei suoi feuilletons drammatici più famosi è consacrato al suo matrimonio, che non fu infine nè una tragedia, nè una commedia, uè una pochade, ma che gli inspirò una graziosa meditazione sulla gravità che la sua nuova situazione civile avrebbe conferito al suo carattere e al suo spinto. Perchè Jules Janin fu sopratutto un uomo di spirito. Un giorno, Keschid Pachà, ambasciatore del sultano Mahmoud, desideroso di perfezionarsi nella lingua francese da lui borbottata diplomaticamente, domanda all'illustre critico dalla prosa scoppiettante, il miglior mezzo di apprendere nel minor tempo il francese, e Jules Janin10 consiglia : a Eccellenza, prendetevi una ballerina dell'Opera... » Ed a chi voleva addomesticare l'orso, facendo conoscere al critico dei Débats molte persone della buona società, etfli rispondeva : « Lasciatemi in pace! Col darmi tanti amici finirete per togliermi tutto l'ingegno.... » Oppure ricordava il verso d'Augusto nella tragedia Ci ti na, il quale pensava che il potere è detestabile o Si, donnamt des sujets, il 6te des ami» », e lo invertiva dicendo che il mondo è seccante « Si, donnant des amis,11 t'ite, des sujets ». Un contemporaneo ha lasciato questa umoristioa definizione del « principe dei critici » : » Un uomo grosso cui la bazza cado sulla cravatta, • la cravatta sul ventre, il Mentre sul feuilleton e il feuilleton su tutto il mondo. » Ma per lui era un vero supplizio sedere; in poltrona ad ascoltare la commedia' fino in fondo. Dopo qualche sco¬mcDclsmplpsvldtr r i i o a a o i a a l o i e s e n ù . a s o corridoi, andava a bussare all'uscio di qualche palco, distribuiva delle strette di mano, poi se no andava. Ma all'indomani, al momento di scrivere la critica, si accorgeva con terrore d'ignorare il lavoro di cui a vrebbero dovuto discorrere ai lettori dei Débats. Epperò egli aveva istituito il principio già ricordato di fare la critica teatrale occupandosi di tutto, sopratutto di sè stesso, fuorché della commedia o del dramma rappresentato; epperò gli accadeva di pubblicare a proposito di un determinato lavoro, di cui noi vorremmo di grazia sapere dal critico il tema e lo svolgimento, il successo o l'insuccesso, le più varie improvvisazioni non scevre, talvolta, da madornali strafalcioni. Così, gli accadde una volta di attribuire la vittoria di Denain, riportata nel 1712 da Willars sull'esercito imperiale e sul principe Eugenio, al maresciallo Catinat che era morto qualche mese prima alla rispettabile età di settantacinque anni : ed un'altra si compiacque di fare dì Smirne un'isola: un'altra ancora di chiamare l'aragosta: « il cardinale. dei mari ». Del resto, non si contano le attrici da lui lanciate elogiandone l'arte scenica in lavori in cui esse non comparvero mai ; nè gli attori da lui criticati severamente in parti che mai essi rappresentarono. Non bisogna peraltro negare al buon Janin un'attenuante : la orribile scrittura. Al Journal des Débats non v'erano che due compositori capaci di decifrare sempre con fatica i manoscritti del critico : quando quosti doveva pubblicare in altro foglio, dettava la sua prosa alla moglie, che aveva una calligrafia; è noto, infine, il caso di quello scrittore che, ricevuto un biglietto dal Janin, corse a casa di lui per farsi leggere il medesimo e si sentì rispondere: — Ben, mi ci proverò.... Se poi Jules Janin non volle avere troppi amici, egli s'ebbe certo molti nemici. Alessandro" Dumas e Balzac non gli perdonarono mai gli aspri giudizi sulle opere loro ; ma una delle polemiche più rumorose il nostro critico dovette sostenerla con Alfred de Musset a proposito della Rachel, la quale, nel 1838, dava le prime recite senza troppo successo al Théàtre Francaise. Ecco che una sera capita in teatro Jules Janin : egli riceve una viva impressione dell'arte di quella piccola bruna magra e nera, che non è bella ma piace, e all'indomani la consacra nel suo feuilleton. La <r cassetta » del Tèàtre Francaise salì a tremila franchi d'incasso serale: la Rachel era lanciata. Senonchè, passati appena due mesi, il Janin muta d'opinione e scrive corna dell'artista consacrata da lui, provocando così una sfuriata del De Musset, il quale si affrettò a criticare il « principe dei critici » sulla Renne des deus; mondes. Ju les Janin non mancò di rispondere a quel « giovane poeta che arriva tutto ansante in abito galante, con tanto di speroni, e che con la prima cosa capitatagli in mano, un fiammifero, uno stecchino da denti, scrive, a casaccio, la sua prima critica»; al che si sentì replicare, dal a giovane poeta » : i Letterariamente voi siete un bambino a cui si dovrebbe mettere sotto la ciambella: personalmente siete un buffone al quale si dovrebbe interdire l'ingresso al Théàtre Francaise ». Ma non si batterono, e il i principe dei critici » continuò a fare il buono e il cattivo tempo nella repubblica letteraria. Più di un giovane gli dovette la fortuna e la fama, che, a simiglianza di ogni critico, egli si compiacque sempre di trarre dall'oscurità artisti nuovi. Jules Sandeau si lagna che la sua Marianna non trovi un lettore? Ben, l'editore andrà a far visita al Janin, che entusiasmato all'idea di scoprire un autore sconosciuto in un romanzo nuovo, leggerà il libro, scriverà dopo otto giorni un articolo caloroso e farà esaurire di botto tutte le copie di Marianna. Prediligeva i giovani o odiava gli eruditi pedanti, i grammatici barbogi. Il Claretie ricorda di avergli fatto visita, a Passy, nel 1858, una mattina in cui il sapiente signor Dubner sottolineava implacabilmente, con insopportabile accento tedesco, i solecismi di un libro del Janin: Horace. Il povero Janin sbuffava : non ne poteva più. Il gio vane. Claretie era imbarazzato. Infine,. « le maitre 'charmant », si rivolse al giovane amico e gli disse: « Burliamoci di tutto ciò! Burliamoci dei cercatori di pulci! E procuriamo d'avere una bella sepoltura!... » Jules Janin ebbe un bel funerale e quel lunedì non uscì il classico feuilleton sui Débats, firmato J. J. Nè all'alta finestra della casa numero venti — e non numero trenta! — in via de Vaugirard, si vide ddrmllas d'allora il bel pappagallo che per tanti anni aveva richiamato di lassù l'attenzione dei passanti, strepitando per cento, con l'aria di gridare urbi et orbi: — E' qui che dimora l'illustre autore dell'Ave mort. l'illustre critico del Journal des Débcts, l'illustre.... tantissime cose!.... Jules Janin, amava molto il suo bel pappagallo di cui soleva dire: — Chiacchera come un critico! GINO PESTELLI.

Luoghi citati: Parigi, Smirne