Guerra in tempo di bagni ad Acqui

Guerra in tempo di bagni ad AcquiGuerra in tempo di bagni ad Acqui L'oli. Maggiorino Ferraris alle prese eoi vivi a cagione dei morti (Dal nostro inviato speciale) Acqui, SO luglio. La città della « Bollente » da alcuni mesi si trova in perfetto accordo con codesta denominazione dalle origini millenarie. La sua anima, al pari della fonte portentosa scoperta dagli antichi Stazioni, è in pieno ebollimento. Non basta che l'on. Salandra seguito — honny soit qui mal y penso! — daìl'on. Meda, e guardato a debita distanza dal barbone repubblicano dell'on. dattorno, lasci placidamente ogni sera il maestoso parco delle Vecchie Terme, per recarsi a bere l'acqua del Fontanino. L'attenzione dei cittadini acquosi, insensibile alla politica generalo, non ha vibrazioni in questo momento che per la politica locale. E volote sapore qnal'è il terreno che serve da sfondo olla singolare contesa della piccola ed Incantevole citta dei bagni 7 Il cimitero. Vediamo dunque, se avete spirito forte e gli spettacoli macabri non vi mettono brividi nelle vene, come una quistione in cosi aperto contrasto con la serena quiete delle vie alberate, lungo le quali nella discreta penombra vespertina vi sorprende ad ogni tratto il gaio cicaleccio di belle fanciulle occupate a ragionar d'amore, abbia potuto sorgere, creecelró, svilupparsi, fino a diventare una specie di pericolo per la sicurezza elettorale del deputato del Collegio, che vi è In qualche modo frammischiato. Un florido Comune L'Iniziò della vertenza risale ad alcuni anni a dietro, quando all'Amministrazione presieduta dal cav. Guglleri successe il governo che diremo di concentrazione capeggiato dal cav. Pietro Pastorino. Durante lo svolgersi di questa seconda Amministrazione, essendo sopravvenute le elezioni parziali, i socialisti, 1 quali prima occupavano alcuni posti della minoranza, si ritirarono dalla lotta, sicché l'Amministrazione rimase al potere con una maggioranza cha comprendeva tutti 1 trenta nomi di cui è composto il Consiglio. Fu questa unanimità soverchiante che impedì l'attuazione di un programma fattivo e tale da rispondere alle esigenze del crescente sviluppo della città. E' bensì vero che la loita, per la conquista della minoranza, disertata dai socialisti, il cui leader, l'ultra milionario aw. Rftffaelo Ottolenghl. aveva sostenuto dei vivacissimi contraddittori In pubblici comizi colì'on. Maggiorino Ferraris per la questione delle Terme, era stata affrontata dai clericali cha entrarono Infatti in Consiglio: ma è risaputo che i clericali amano il quieto vivere; onde non reca meraviglia se l'Amministrazione Pastorino rimase dopo qualche tempo senza ombra di opposizione. Si aggiunga che tra la maggioranza e il sindaco non tardò a sorgci-e un acuto dissidio che finiva naturalmente per riverberarsi sullo cose del Comune. Pareva ai più che 11 cav. Pastorino non avesse la energia e la fermezza necessaria a guidare la barca della cosa pubblica della ridente citta, in un periodo reso critico e sommamente difficile dal bisogno improrogabile di dar inizio alle maggiori opere che ocoorrono in un Importante Comune moderno. Per comprendere tutta l'entità di queste opere basterà accennare a qualche cifra che tolgo dal preventivi. La città, che vanta tra le sue bellezze antiche 1 ruderi, isolati nel greto della Bormida, del superbo acquedotto romano, da molto tempo si trovava in presenza del grave problema dell'acqua, e lo risolvette col progetto di un nuovo grandioso acquedotto, capace di rivaleggiare in utilità se non nella sopravvivente maestosità degli archi anneriti dalla patina dei secoli, coU'antico. La diga e 11 serbatolo dell'acqua vennero costrutti sul torrente Erro, a diciassette chilometri dalla città, lungo la romantica strada appenninica che per le giogaie di Sassello conduoe al mare. Lupara, il cui progetto è dovuto al giovane e valente ing. Carlo Valbuso, capo dell Ufficio d'arte, è già costata al Comune la bellezza di 860 mila lire che saliranno a cose rinite ad un milione e duecentomila. 160 mila lire costerà a lavori compiuti la fognatura, 180 mila lire il nuovo cimitero, 250 mila il nuovo piano regolatore e le varie sistemazioni stradali, 80 mila sono state stanziate per l'adattamento d'ella nuova sede del Palazzo comunale, (fc> mila per il nuovo Ufficio postale, 45 mila per nuovi edifici scolastici, 70 mila per 1 ampliamento del mattatoio; altri lavori per rammodernare le Terme richiederanno a non lunga scadenza l'impiego di una somma non inferiore allo 200 mila lire. E trascuro a bolla posta le cifre necessarie all'attuazione delle opere minori. Il quadro è, come si vede, abbastanza grandioso, per quanto lì Comune di Acqui sia dei pochi che si trovino In condizioni patrimoniali e di bilancio solidissime. Il bilancio, pur tenendo calcolo che la sovrimposta è applicata soltanto sino a limite legale, e che una maggiore estensione, tenuisstma pei contribuenti, provocherebbe il gettito di un altro centinaio di migliaia di lire, dà attualmente un'entrata annua di mezzo milione circa, mentre il patrimonio sale ad oltre 2 milioni e 500 mila lire. A queste cifre di riassunto fanno riscontro un milione e 320 mila lire di debttl con un fabbisogno di altrettanto e più: vale a dire 2 milioni 640 mila lire, comprendenti naturalmente i preventivi già accennati. Ed è utile sapere che al Colatane di Aonul lultimo censimento attribuisce tana popolazione legale di 15.252 abitanti. Come il " Sor Indotta „ Di fronte all'incalzare di tanti problemi, la 'Amministrazione, composta di ottime c degne persone veniva lentamente soffocando sotto il peso sempre più schiacciante della unanimità. Non che mancassero in essa uomini capaci a ben amministrare, ma coloro ai quali la capacità non difettava, ne erano impediti o dalla professione o da particolari interessi, la. fisionomia del Consiglio, dato un simile ambiente, assumeva spesso del contorni oltre flgùl dire comici. Il Consiglio discuteva regolarménte per un buon paio d'ore sopra una nata «pratica », la quale, è inutile avvertirlo, rMaogueva «tempre il consenso generale. 'Ma all'atto di concretare le proposte, ecco alzarsi da un banco qualsiasi uno dei consiglieri, — Cbe cosa vuole? — chiedeva il sindaco. — Propongo ohe la. pratica sia sospesa... — rispondeva II padre coscritto. E manco a dirlo, 11 Consiglio, unanime, approvava. Accadeva poi al sindaco, buon uomo dal cuore aperto, di trovarsi in situazioni non meno curiose. Si rendesse egli conto o no della ostilità Sella maggioranza, o per essere più esatti del non affiatamento esistente fra lui e i suoi amici del Palazzo civico, sta il fatto ch'egli non riuscì quasi mai a condurre in porto una Bua proposta concernente l'Amministrazione. Ad ogni proposta sindacale, il solito consigliere, prev'e le due sncramenta.ii ore di... discussione, si alzava chiedendo la sospensiva: e il buon sindaco la votava egli stesso, auto-sospendendosi per la più forte volontà dei consiglieri. E' facile comprendere come, mancando una guida energica e di volontà, tutto l'organismo dalla vita municipale procedesse disorientato t disordinato. Basti dire che mancava persi.no un piano finanziario da coordinare organicamente II programma. Ne derivò per tanto che Oil senso di sfiducia nacque nel seno dell'Amministrazione stessa: a questa sfiducia del Corpo elettivo tenne dietro la rilassatezza sempre più ^"«riscente del diversi Corpi dipendesti dal Comune: il Consiglio non potè più resistere e si dimise. IH chi cosa era accusata Maggiorino Ferraris Ed eccoci al punto culminante della guerra estiva mossa dalla fazione consigliare... ghibellina contro l'on. Maggiorino Ferraris, che sombra ai liberali di Acqui vada ammantandosi di sempre più pericolosi paludamenti (ruelflci. L'Amministrazione ha diritto le si dia atto che essa, in onta alle periodiche sospensive ha pur risolto, e pare con qualche vantaggio pel Comune, la grave quistione dell'esercizio delle Terme, per le quali percepisce dalla Società presieduta dall'on. Ferraris che ne ha assunto l'appalto, 106 mila lire di canone annuo* ha Inoltre Iniziato i lavori per il nuovo yoiekyo delle poste; ha cominciato la trasfortnanone del palazzo Lupi, sede attuai MtmtcppdcrarpcacctdfntctfnaqipmvpmfsdPvsnamqscvsnapnmqnccumpSrmibcaargdvcdatEbpbrncmbncdrcmmhomCpIpcizMasapsngtsgglstlzd Munresaio; e si preparava, col Palazzo di cità, a trasportare altrove anche la Cosa dei morti: ma altrettanti problemi ed altrettante empeste. Per l'affare delle Terme si cominciò ad acusare il deputato "del Collegio, il quale non per nulla è fondatore delta Società nazionale per il movimento dei forestieri e presidente della Società degli albergatori, di avere ostaolato l'accesso all'appalto di altri concorrenti, e ciò perchè l'appalto fosse aggiudicato a lui: cosa che l'on. Ferraris, da me Interrogato, nega recisamente affermando d'altra parto che il contratto stipulato dalla Società col Comune, è vantaggiosissimo sotto tutti gli aspetti per quest'ultimo. Sia comunque, è certo che dal giorno in cui l'on. Maggiorino, corno qui toni court lo chiamano, cessò di essere soltanto uomo poliico autorevole, per trasformarsi in esercente di un grande albergo — poiché in fondo In ondo, acqua bollente e fanghi a parte, altro non sono con tutte lo loro qualità mediche e erapeutiche, le Terme — fosche nubi cominciarono ad addensarsi al suo orizzonte elettorale. Tuttavia il nembo, per continuare la metafora, che è l'espressione d'un acuto e personale desiderio contro l'afa a trentadue gradi all'ombra, che ci opprime, sarebbe stato per questa volta scongiurato, tanto più che contro l Consiglio In quei giorni si elevavano non poche critiche per il trasloco della sede comunale, la quale questione avrebbe potuto avvantaggiare di riverbero la posizione del deputato. Allo, guerra, anche in tempo di bagni, come alla, guerra: non è forse sempre viva la orza dei proverbi, od hanno cessato i popoli di ritenerli per loro unica ed esclusiva scienza? Il munifico gesto di un bel tipo Ma cerchiamo di non divagare, e scendiamo da palazzo Olmi per entrare a palazzo Lupi. Ecco un bel tipo: il signor Abramo Levi. Prima di andarsene da questo mondo egli vergò un codicillo nel suo testamento: «Lascio il palazzo Lupi, di mia proprietà, al Municipio di Acqui, col patto che il Municipio, a datare dai secondo anniversario della mia morte, vi trasporti S suoi penati. » E il Municipio accettò: ad unanimità, anche questa volta, meno uno : l'avv. Francesco Bislo, 11 poeta dell'Amministrazione. La Gazzetta d'Acqui, nel suo numero del 22 corrente, ha dedicato il seguente epitaffio al vecchio palazzo ora deserto: « Non senza qualche emozione abbiamo visto cheli 13 luglio 1011 la sede comunale venne trasferita nel palazzo Lupi. Cosi il nobile antichissimo nostro Municipio lascia le ampie sale del vecchio palazzo di Borgo Pisterna, dopo centottant'anni di permanenza. In meno di due secoli quali e quante vicende, quali e quante trasformazioni, quanta storia, nelle cose pubbliche e private!.., ». Non si può negare che un cambiamento di casa, dopo 180 anni, dev'essere nostalgico e come tutte le cose nostalgiche non privo di una tristezza profonda e pensosa. Senonchè Acqui, vigile, città dell'estremo Piemonte volgente alla Liguria, vi parla da ogni pietra delle case dei canti e delle omelie della Storia. Ecco il conte Alessandro Souwaroff.il generale russo, soprannominato l'Invincibile, che marciava, all'assalto, a cavallo, senza tunica, n maniche di camicia. Siamo nel 1799. Joubert e morto, colpito da una palla, sopra un colle, come un eroe, presso Novi. I russi e gli austriaci, vittoriosi, muovono, con Souwaròff alla testa, verso Torino per proclamarvi la decadenza del Governo francese e le restaurazione della monarchia sabauda. Passando ad Acqui, il generale, accolto dai conti Lupi, pernotTa nello storico palazzo. E i rivali conti Roberti, si prenderanno tra poco la rivincita, ospitando il Buonaparte e i generali dell'Impero... Ed ecco nella primavera del 1816, Pio VII, reduce dall'esilio di Savona. Sulla larga strada napoleonica, oltre il viale gigantesco, piantato nel 18tl in onoro del Re di Roma, il popolo, commsso, si assiepa davanti alla Madonnalta. Il postiglione Tasca, che faceva il servizio tra Savona ed Alessandria, stacca i cavalli dalla berlina papale e assiemo a certo Seghini ne prendo il posto, rascinando il veicolo fino al palazzo Lupi E dall'alto del balcone, poco dopo, il papa liberto, benedice il popolo che si prostra nella polvere ed adora... Come vedete, grandi ombre assisteranno l padri coscritti d'Acqui nella loro sedo rinnovata. Ed è forse per il fascino di queste ombre che il Municipio si è deciso- ad aumentare dì una ottantina di migliaia di lire il proprio debito. Una dimostrazione macabra Restava la questione del cimitero. 11 giornaie dell'avv. cav. Braggio, consigliere comunale e provinciale, da tempo aveva ammonito che n vecchio camposanto non conteneva più salme. Ispozioni eseguite dall'Ufficio d'Igiene avevano inoltre constatato che l'acqua del sottosuolo minacciava le zolle. Un denso velo di mestizia, a queste constatazioni, si abbatteva sull'intera città. ITXmministrazione decise di finirla presto, e deli* berò la costruzione di un nuovo cimitero, scegliendo, fra le diverse località, un punto nel mezzo della pianura versò Bistagno, sul ciglio sinistro della Bormida. La quistaone pareva ormai risolta, allorché dal fondo delia pianura, nella quale la nuova dimora dei morti avrebbe dovuto sorgere, parve a qualcuno di veder spuntare sulla riva destra del fiume, il canocchiale dell'on. Maggiorino, che ha appunto in quei pressi la sua villa, distanziata da un centinaio di metri da un'altra posseduta dalila propria sorella. . A questo proposito il sindaco Pastorino 8 l'assessore dottor Rossi, mi narrarono che il deputato era intervenuto un giorno ad una riunione di Giunta, lamentando che lo si danneggiasse nei suol affari privati e gli si portasse la guerra in famiglia. La scena si era chiusa — mi assicurarono I due — con la minaccia da parte dell'onorevole di mandare a monte ogni cosa, impedendo che la deliberazione dei Consiglio avesse effetto. — Perchè non rispose a questa accusa? — chiesi all'on. Ferraris, accennando all'organo dell'avv. Braggio che l'aveva ripetutamente formulata. — Perchè — mi rispose il deputato d'Acqui — quanto più una corbelleria è grossa, io ho l'abitudine di lasciarla correre: essa, gonfiandosi, scoppierà poi con tanto fragore da non restarne neppure la più piccola traccia. L'on. Ferraris mi parla per una buona ora delle sue benemerenze verso la città, e mi comunica gentilmente una Relazione della Commissione municipale delle Terme, da lui presieduta, nella quale sino dal 1909, egli Indicava la zona ora destinata al cimitero, per il sorgere di una grande città balnearia, che secondo 1 suoi calcoli dovrebbe aver vita in breve volger d'anni e costerebbe un'inezia: quattro milioni. — Ella vede dunque — conclude l'en. Maggiorino — che se io posso aver desiderato altra ubicazione al nuovo cimitero, questo desiderio ha le sue radici nel bene che voglio alla mia città e non in quello del miei affari privali. La questione, nel frattempo, entrava nella sua fase più acuta. Un episodio macabro veniva a dare il crollo alla bilancia dell'indignazione del Consiglio. Un veti-aio, trasportato al cimitero per il sotterramento, non aveva )iù trovato posto. 1 compagni del morto aiora si erano abbandonati a grida e urla che si erano ripercosse con un'eco strana e lugubre fra mezzo alle croci e le tombe, risvegliate dulia loro pace austera. L'Amministrazione, decisa a far trionfare a propria volontà o a cadere, rispose ull'ostruzionismo che veniva dall'alto, con un ordine del giorno che fissava nel limite di trenta giorni la risoluzione del problema da parte del prefetto; trascorso inutilmente questo termine, il Consiglio In massa rassegnò le dimissioni, provocando il decreto profettizio che nominava a reggere le sorti amministrative nella città il conte Condulmer, quello stesso ohe era stato inviato ad Asti all'epoca della celebre vertenza. . fnmlmmrin. var. so sera, sul corso Bagni. L'ho salutato, chiedendogli, un po' scetMcamente : — E la situazione nel Comune, signor conte? L'axguto uomo accennò in bosso, verso II fiume, ad tuia torma di monelli ohe si rincorrevano sulla spiaggia, tuffandosi pòi, con estrema voluttà, nell'acqua. — Li guardi come Be la godono quelli la — rispose il commissario. — Anch'essi girtiocano alla guerra... In tempo di bagni... E si allontanò con un risolino ironico sulle labbra, tracciando in aria uno strano gesto filosofico, che m'impietri, 11 sulla riva del fiume, a guardare 11 giuoco delle ombre nello specchio immoto dello acque, non ben persuaso che anche quelle, al piedi di questa città estiva cosi deliziosa, non avessero a finire per parlarmi di cimitero. FRANCESCO ODDONE.