La conquista dell' Yeggiu

La conquista dell' YeggiuflVVEriUWEJiTI lji ETIOPIA La conquista dell' Yeggiu Amedié, il diciottenne figlio di ras Olié,il'ukii-ju dei rampolli della, famiglia dell'ini- !.peratrice rimasto ancora liberu, ha, cercato |àlla testa dei seguaci potami di sfondali !l'imponente resistenza di ras Minaci. Dal colle rli Zottefc, dal confine in il territorioide'l'Yeggiu e quello dei Wollo Galla è sceso per la pianura di Uccialli, folta di biade f micidiale di malaria sino contro i trince- l'amenti avversari di Golbò che sbarrano la via di "Borumieda, Dessiè ed Addis Abeba. Respinto pd inseguito ha cercato di contra- stare la inevitabile invasione nemica della 'sua terra, a Zottet, sui contrafforti che ca- dono sulla pianura di Bascià Ciatìè e più ancora alla rocca di Marthò e sui declivi del-:la fresca e verde conca di Uoldià. Abbaudo- nato dai suoi, come sempre accade in Abis- si'.iia ai capi vinti od in procinto d'esserlo, c fuggito laddove neppure un esercito sa- rabbe capace di scovarlo e di catturarlo, lo Zrbul. il semenzaio di briganti, l'asilo in- violato dei ribelli tigrini. E cosi l'Yeggiu,'di più bel paese d'Etiopia, donde i nativi:mai si dipartono soggiogati dalla sua bel- jlez::;: e dalla sua fertilità, è caduto in po- •lore del' padre dell'imperatore. E l'Yeg-jgiù è vasto come un regno ed ha una popo-jlàz: E fùnto Tesamma, Apte Gheorghis, TJoldejGheorghis, preoccupati del grande aumento ;di potenza che la conquista del regno dì ÌOlié avrebbe recato al ras collega, avevanojfatto l'impossibile per trattenerlo, sino aÌspedire a Dessiè l'anno scorso di questi tem- pi, un esercito guidato da Lui Seghed, ap-parentemente per rinforzare. Micael controi propositi di ribellione calunniosamente at- tribuiti a ras Olié, che non domandava che di esser lasciato in pace, ma in effetto perjfar da cuscinetto fra Micael ed Olié ed im-jpedire a! primo di saltare addosso al secon-1do. Nessuno oramai poteva trattenere Mi-icael dal mettere fuori causa il figlio del suo ntico rivale, facendolo passare, per un ri-;belle autentico anche lui e mettendolo nella 'condizione di cercare nella sorte delle armi la sua salvezza. La situazione generale del- l'impero, favorevolissima ai disegni del pa- dre dell'imperatore Yasu, i grandi capi im- pegnati ;ielle. contese locali della capitale, ilTigre alle spalle deU'Yeggiu, sempre in di-1sordine d'anarchia, sempre nell'impossibilità matèriale di offrire il più piccolo aiuto diuomini a cotesto debole campione dell'ege- mori ia e del separatismo nordico... Quantisaranno stati i seguaci di Amedié? Certo tin numero minore di quelli che circonda-vano il padre un anno fa, 10 o lo mila ar- mati. che di fronte alla forza ohe Micael può mettere in campo 60 o 70 mila uomini erano destinati a soccombere. |E' il caso di domandarsi se il negus Ne-ghesti d'Etiopia non sia oggi Micael. La do-manda per verità non è nuova, ed io me la sono fatta sovente vivendo alla sua Cor- te, stabilendo il confronto fra le condizionipolitiche e militari del suo dominio e quelledei territori de?li altri capi e scoprendo la ingioile vera della preferenza data da Me- nelik al figlio di Micael come erede del tro-nc. Menelik, questo sognatore della conser- vazione dell'impero, doveva naturalmentetendere verso una successione che potesseverso una successione che potessemaggiori garanzie di essere soste- offrire le nuta dalla forza delle armi. E perchè que sta condizione di cose si verificasse e perchè l'erede potesse in ogni caso avere a sua disposizione un esercito non improvvisato, ma uscente dalla omogeneità di un vecchio popolo fedele ed ordinato, Menelik è andato sin contro la tradizione, dimenticando l'o rigine islamitica di Micael, facendo tacereil risentimento verso chi era stato l'opposi t'ore più fiero della sua potenza e il respon sabile della uccisione della sua figlia diletta. Se Micael è un personaggio poco discusso nei commenti degli orecchianti delle cose d'Etiopia, se nella ridda dei vaticini prossimi e lontani d'Abissinia si preferisce di nominare delle personalità insulse come Abaté o magari come i membri della missione reduce dalle, solennità della coroiiaiion brittannica, dipende dal fatto che il potentissimo ras degli Wollo Galla vive lontano dal mondo europeo di Addis Abeba. E non vi è, sembrerà impossibile, luogo meno opportuno di Addis Abeba per ricevere delle sensazioni errate sull'astrusa vita politica abissina. Del resto, è convenuto a Micael di rimanersene a Dessiè a guatar l'occasione per ingrandire, il suo regno che oogi va dall'Amba Alagi sino allo Scioa. K lo >-cioa è del figlio. E il figlio per quanto ■i dica, non è che un vassallo del padre, ? se può imporsi ed agire è per virtù paterna. E cotesta virtù, o, meglio, cotesta terza relativamente all'ambiente etiopico, non è di quelle soggette a variare come vertiginósamente variano le vicende delle altre forze. Il dominio di ras Micael possiede delle caratteristiche sue speciali d'ordine, e di organizzazione. E' un vero regno che ha il suo sbocco sul mare (Assab) indipendente dagli altri sbocchi etiopici. E' il paese più ordinato e più sicuro d'Abissinia e dove impera la. giustizia maggiore. I bandi e le leggi vi hanno una immediatezza di esecuzione sorprendente. Purché il destino sia prodigo a Micael di un certo numero di altri anni di vita (il rus ha presso a poc l'età di Menelik, e certo se i consigli e le cure del capitano medico Anarratone non fossero giunti in tempo a. salvarlo, sussisterebbero anche per lui molte probabilità di prossima scomparsa), possiamo esser sicuri che sulla sua persona c sui suoi atti s'impernieranno d'ora innanzi gli avvenimenti capitali d'Etiopia. Il telegrafo ci ha portato notizie sufficientemente monche e sommarie sui combattimenti avvenuti intorno alla pianura di Uccialli e neH'Yeggiu, perchè la fioritura dei commenti sia riuscita oltremodo varia. E' certo che la linea telegrafica italiana che passa per l'Yeggiu è stata interrotta, perchè non si saprebbe spiegare altrimenti la scarsezza di particolari. Le notizie sono trasmesse in Europa da Addis Abeba attraverso la incerta linea franco-etiopica. In tutti i modi si pub esser sicuri che anche quando il ministro Colli potrà informare il Ministero degli esteri su di un avvenimento di così capitale importanza, come il raddoppiamento del dominio di Micael, dove dalla costa dancala mirauo i nostri maggiori sforzi di penetrazione commerciale, nulla, verrà a sapersi. La riserva sugli avvenimenti dell'interno etiopico è uno dei lati caratteristici dell'Ufficio coloniale. Si tratta e si educa sempre l'Italia alla stregua del paese incapace di formulare il più modesto piano di influenza nell'impero in isfacelo. Dicevo dunque che la fioritura dei com menti è riuscita assai varia. Si è incoinin ciato a dare un capo ai partigiani di Oliè, G-ucsa, che è da un pezzo fuori causa a cagione della sua condizione di prigioniero del potere centrale, in attesa come il padre della condanna capitale. Viceversa, il co mandante dei partigiani del fratello del l'imperatrice è stato Amediè, secondo figlio di Olié, che la reggenza aveva creduto bene di lasciare a governare il paese paterno sin dall'ottobre scorso, quando Olié, cedendo alle lusinghe di Tesamma e più ancora co stretto dalla grande sproporzione delle sue forze militari con quelle che lo fronteg giavano, dopo infinite tergiversazioni, si era dato prigioniero spontaneo della reggenza, E per calmare l'eccitamento prodotto nel l'Yeggiu dalla partenza del Capo che lo aveva governato e ben governato per più di vent'anni, e per procrastinare il piano conquistatore di Micael e infine per persuadere Olié a venire alla capitale, Tesamma aveva consentito di lasciare Amedié come luogotenente del padre, alla testa della bella provincia. E' superfluo rievocare gli avvenimenti che torno di Menelik alla vita cosciente (mi _pa-re ancora^ di udire la domanda angosciosa elle mi rivolse quando lo incontrai triste fra il tumulto dei suoi accompagnatori, giàprigione_ del suo rivale sulla via di Dessiè: * jDimmi tu, che devi saperlo, come sta l'imperatore ? ») di Menelik, che non avreb-be mai permesso la sua caduta, Olié ebbe difatti l'illusione di cotesto ritorno. Pier un momento le accuse contro di lui svanirono, 'a sorella sembrò dovesse riprendere l'antiCo potere ed Olié con essa. L'uno e l'altra tentarono con tenebrosi intrighi, di cui gli europei ad Addis Abeba ebbero appena sen- toro, di profittare della fugace ricomparsadi Menelik (aprile) per rompere il cerchiodi ferro dell'opposizione scioana che li ser rava. Tesamma, il reggente, improvvisa mente muore, ed il partito scioano insorge unanime ad accusare Olié della sua morte, L'accusa vera o meno provoca una nuova coalizione scioana, che ha per effetto di iso lare i due campioni tigrini. L'imperatrice scompare di nuovo, sembra definitivamente, ed il fratello Olié ed il nipote Gucsa so no arrestati, processati, condannati a morte, per aver avvelenato Tesamma. Si decre ta l'esterminio della stirpe taitutiana. Con Olié e Gucsa vien condannato anche un gio vinétto quindicenne, l'ultimo figlio di Olié. Resta solo Amedié neH'Yeggiu, cui la cata strofe famigliare infonde i propositi più disperati di resistenza. Nei mesi di maggio e giugno egli attraversa l'odissea già at traversata dal padre. Si mette in questua di rinforzi e di armi, mentre Micael gli suborna gli incerti seguaci. Alcuni tuttavia gli si conservano tenacemente fedeli, e fra questi la Matelda della rocca di Uoldià TJi zerè Tamagnù, che penetra nello Zebul, cercando gregari fra ì semi indipendenti cavalieri Àzebù Galla. Altri emissari di A- medie penetrano nel Beghemeder, l'anticaprovincia di ras Gucsa, e nel Semien, la patria di Taitù. cercando daDpertutto adenJ patria di Taitù, cercando dappertutto adep- ti nell'anarchia caotica della vasta terra ti-grina. L'Uagseiuiii Ghirmai di Socota, il degiac Seium di Macallc, il Gabresellassi di Adua vengono sollecitati per riunire il loro sforzo a quello dell'ultimo campione di Taitù, ed impedire il disastro irreparabile, della conquista deU'Yeggiu da parte di Micael. Ma la propaganda di Amediè falliscequasi dappertutto. Malgrado che il Tigreconsideri ancora Olié come l'ultimo dei suoi grandi capi legittimi e la sua causa come una causa nazionale, nessuno o, quasi, muove. Spettacolo pieno d'interesse cotesta stanchezza, cotesta colossale dimostrazione di incapacità alla resistenza più elementare, cotesto abbandono di ogni idealità d'indipendenza, nel paese al di là del Mareb. Ma quanti da noi lo sanno e lo vedono?... Proseguiamo. Micael conosoe bene la situazione dell'avversario e non si affretta. Mobilita le sue truppe — è la, quarta volta in uu anno — e tenta di persuadere Amediè a rendersi senza versare sangue inutile. Segua l'esempio del padre. Il governo centralo sarà clemente con lui, a condizione ch'egli abbandoni la partita. Ma Amediè conosce gli effetti di cotesta clemenza. Tanto vale perdere il regno con la spada in pugno... E poi, perchè la fortuna non gli dovrebbe arridere? Un piccolo successo iniziale potrebbe smuovere gli incerti, quintuplicare in un giorno le sue forze. Ghirmai, Seium, Gabresellassi non gli hanno forse detto : « Vinci una battaglia e saremo con te? Con te per mar- ciare su cotesta aborrita Addis Abeba, conche mal-posto... Yasu non ha ucciso che degli ele fanti, tu Amediè hai provato il tuo coraggj0 e la tua abilità di* capitano in imprese !assai più eroiche, nelle pingui razzìe dan| cale...». Così deve aver pensato il giovinetto fisicamente assai piacente, ma superbo coime Lucifero. Disdegnava, ricordo, di por|gero la mano ignuda ai pochi europei che i apparivano alla Corte di Marthò e l'avvol | geva accuratamente in un lembo dello geva accuratamente in un sciainnia per non contaminarsi... Qualche settimana trascorse nelle inevitabili trattative che preludiano ogni tenjzone etiopica. La scena obbligata si ripetè !iu tutta la sua interezza, con tutti i suoi'particolari, nei pochi mesi che hanno sepa-rato questo dallultimo conflitto. Vennero in iscena i preti per esaurire gli ultimi tentativi per disarmare Amediè, i due esercitiaccamparono a tiro di cannone separati dalla cresta di Zottet. Soltanto questa volta Micael, avendo le inani libere, riuscì ad abbreviare il periodo dei preliminari. Grandi preparativi all'agenzia commerciale italiana a Dessiè per soccorrere gli eventuali feriti, avviso al dottor Brielli, della nostra Legazione in Addis Abeba, di tenersi pronto a partire quando la battaglia fosse avvenuta, poiché particolarità caratteristica, gli abissini chiamano i nied battimento e li chiamano d che quelli arrivano naturalmente quandoici dopo il coni-,j-f , la distanze tali, Idei loro ras aveva convenuto sulle pendici !della zona montana che si stende dalla rocJca di Dessiè sino a Golbò ed allo Zottet,la loro opera è divenuta di ima efficacia assai relativa. »** All'incertezza ed alla scarsità delle forze del figlio di Oliè, faceva impressionante contrasto l'adunata delle forze di Micael. Ho ancora vivissimi nella memoria i particolari della penultima adunata dei Wollo Galla, la disciplina che dominava su quelle molte migliaia di contadini che l'appellojca di Dessiè sino a G ila resistenza tranquilla anquilla e paziente di quei i soldati, i migliori certo dell'impero, nell'ac | ciclia di un attesa guerriera che avrebbeinfranto i vincoli di ben altri eserciti. Ed ora, come allora, i buoni contadini galla hanno resistito sotto l'inclemenza della stagione al culmine delle grandi piogge, hanno veduto i loro quadrupedi decimati a centinaia dalle epidemie, hanno udito per settimane l'ululato delle iene che compivano durante le lunghe e gelide notti il provvido ufficio di ripulitrici degli accampamenti che. a Dessiè, a Borumieda, a Golbò,lungo il fiume Millet, nella pianura di Uc-cialli, si disperdevano su di una profondità di cinquanta chilometri, coprendo con la distesa delle loro piccole tende il verde smeraldo di quegli altissimi pascoli. Il 10 luglio Amediè passò la frontiera, si ingolfò in Uccialli e irruppe contro le pendici di Golbò, difese dai trinceramenti che erano stati scavati dalle truppe di Micael sin dall'estate scorsa. Il luogo è uno dei più ameni d'Etiopia. Ad oriente luccica l'azzurro specchio del breve lago di Aie, le cime dei monti sono coperte da folti boschi di conifere, i declivi sono coltivati a mais ed orzo. Siamo verso i 2700 metri di altitudine. Crosci di cascate sonore da ogni pendice. Più indietro a una decina di chilometri da Golbò, Borumieda, nodo strategico dell'Abissinia centrale, mercato colossale delle carovane che provengono dalla Dancalia, dallo Scioa, dal Tigre, dal Goggiam, centro classico delle adunate e degli eserciti imperiali in tutte le loro imprese contro il ! nord dell'Etiopia, sede di grandi magazzini di vettovaglie accumulatevi da Menelikche a Borumieda precisamente convenivaannualmente, ai tempi della sua fortunaper ricHverp il tributo n l'nmacrtri'r. rtpll'A per ricevere il tributo e 1 omaggio dell A-certo gravissime devono essere state le sueperdite, quando si consideri 1 atavico mo do di combattere deerli abissini, dimenbissinia intera. E contro Borumieda, puntò Amediè, seguito dalle sue truppe, e contro gli spessripari di Golbò si è infranta la sua inutile audacia. Aspettiamo di udire i particolardi una seconda edizione di Quorani, chearmi moderne impiegate da truppe terme etrincerate. Amediè in rotta, la valanga del-i>„ :ì~ j: -\.r: i „• - .• i_ì._ . i_giorno solo l'opera di conquista economicadegli abissini, dimentichi nella foga degli assalti delle stragi chet^„,j„„„„ „11 i „ u- A- i producono nelle loro masse accerchiati, Iel'esercito di Micael si è incanalata wr lat esercito cu xuicaei si e incanalata per lastretta valle di Uccialli, si e rovesciata dal-la cresta di Zottet nell'altra valle di Cia-Rè, che preludia l'Yeggiu, ha invaso veropopolo emigrante il paese nuovo, il paese agognato, scacciandone i già felici abitatori che, del resto, non hanno saputo difenderlo. La razza galla, la razza dell'avvenire ha conquistato l'Yeggiu. Dinanzi al nuovo avvento gli interessi di questo o di quell'altro capo passano in ultima linea. Non è l'avvenimento ristretto che annunzia l'aumento di potenza di Micael, che noi dobbiamo considerare, ma è questo avanzarefatale del popolo galla, verso l'Abissinia decrepita ed imbelle, disordinata e caoticai ■ j . • ,, .. |elio ci deve convincere a non tardare di undel Tigre, se non vogliamo vederlo travolto anch'esso dall'onda galla. Ma se noi dovessimo scandagliare l'opera ed il pensiero dei governanti nostri locali e centrali, se noi dovessimo chiedere loro se posseggono la coscienza dell'importanza capitale di questo movimento ancora incomposto, ma latente dappertutto in Etiopia, daconfini benadiriani sino all'Amba Alagi, essi sarebbero capaci di squadernarvi la situazione tigrina e di enumerarvi le buoneanzi le ottime relazioni esistenti fra la colonia e quei tremebondi infimi capi che anostro confine fanno il piccolo contrabbando del fucile e della cartuccia. Il combattimento di Golbò e la conquista deU'Yeggiu sono apparsi loro come epi jconservato l'abissino alle conquiste territo. . 5 odi insignificanti mentre 1 avanzata deiUollo Galla nell\eggiu costituisce senzadubbio il più importante avvenimento accaduto in Et'opia dopo la scomparsa del rirmierptrire rome nnello che nreludia adi imperatore, come quello cne premala *auna poderosa egemonia galla nel mondoetiopico, alla egemonia cioè di un popoloche, mentre possiede molte maggiori qualità di resistenza che non ne avesse oramariali europee, ne lia altre che consentono di considerarlo atto a quella penetrazione economica, che dovrebbe formare essenzial mente il nostro programma africano. ARNALDO CIPOLLA. Ras MICAEL Ras Olia, c alla sua sinistra, ornato della criniera leonina e brandente lo scudo, Amedié. La magnifica conca di Uoldià (Yegslu).

Persone citate: Abis, Colli, Millet, Minaci, Wollo