La regina di Roma e gli imbarazzi finanzarii delle Mostre della capitale

La regina di Roma e gli imbarazzi finanzarii delle Mostre della capitale La regina di Roma e gli imbarazzi finanzarii delle Mostre della capitale Sobrero ci telefona da Roma, 21, sera. La regina di Roma! E' questa la tavola di salvezza alla quale il Comitato delle feste del 1911, stretto in patto di alleanza con il Sindacato dei cronisti, ricorre per risollevare le sorti barcollanti delle Esposizioni romane. La regina della capitale d'Italia cingerà la corona di diamanti chimici soltanto a settembre, allorquando verrà rievocata nel recinto dell'esposizione etnografica la festa di Piedigrotta. Frattanto, per riempire il vuoto desolante, creato dalla canicola estiva, si svolgeranno 1 numeri minori del programma di festeggiamenti suggerito ed attuato dai giornalisti romani. Si avranno cosi: una gara fra i cinematografi di Roma, gara che si svolgerà all'aperto, dinanzi al padiglione delle feste; un concorso della moda ad imitazione di quello di Torino al quale parteciperanno per l'esposizione delle toelette, i più seducenti vnmnoquins delle case romane di mode; poi si avranno ancora: un concorso di bellezza fra i bambini; una serie di festivals con intervento delle bande musicali di tutto il Lazio: ed infine delle feste di carattere locale organizzate dai Comitati regionali nei rispettivi padiglioni delle esposizioni etnografiche. li Luciitato del 1911 spera in tal modo di dare vita al magnifico ma attualmente deserto ambiente della mostra di Piazza, d'armi. Il Sindacato dei giornalisti non si presta gentilmente; pnirbè esso è un istituto di previdenza fra i giornalisti, percepirà in compenso della organizzazione dei festeggi ani eri ;i il venticinque pe" cento sull'incasso lordo delle feste ideate. L'aiuto dei giornalisti, accettato dal Comitato del 1911. costituisce un attestato di lu-< singhiera fiducia che la stampa romana ricave; ma è altresì, non si può negarlo, ima con. fessione di impotenza della. Commissione del festeggiamenti che il Comitato del 1911 accoglie. So l'organizzazione delle fpste, lo quali costituiscono il grande contorno o forse il nassimo insuccesso delle esposizioni, non fosse risultata deficiente, il Comitato del 1911 non avrebbe dovuto ricorrere all'ausilio del giornalisti e rinunziare al quarto dogli incassi delle feste imminenti. Comunque la stampa romana è lieta, di cooperare direttamente al successo dello manifestazioni de: 1911 ed è lieta altresì di vedere riconosciuto dal grande pubblico che i giornalisti, come desiderava Emilio de Chardin, hanno una idea al giorno e sanno estrinsecarla anche all'infuori del foglio di carta su cui scrivono. Sarà il patto di alleanza intervenuto fra Comitato e Stampa fecondo di buoni risultati? E' lecito sperarlo. 11 programma ideata non brilla per novità, ma reca una impronta pratica che è garanzia di successo. Il clou delle "este consiste in una vecchia) idea riverniciata a nuovo. La elezione della regina, cioè della più bella fra le belle, è una importazione francese che ha ormai fatto il suo tempo. La graziosa consuetudine parigina non può avere che una riDroduzionc approssirnatita a Roma, dove non esistono come a Parigi ed a Torino le categori- - 'li nelle quali queste regine di un ance ,-.i.9ono reclutate. Il recente concorso femminile tenutosi a Castel Sant'Angelo ha, per ragioni di ordine inorale, invocato l'abbandono di codesta esaltazione momentanea di creature impressionabili* le quali piombano dall'iibbriacatura del lusso di un istante nella oscurità e talvolta nella povertà.-dallo- loro eoudiaiopo-uocittlj». Ma lasciamo la pruderie, delle femministe che in un istante di malumore considerarono come un iucentivo al vizio ciò che è semplicemente esaltazione della grazia e della bellezza. A Roma l'idea piacerà. Essa vi giunge in ritardo, cioè dopo Torino, Palermo, Genova, Venezia, e persino dopo Foggia. Ma alla capitale italiana, dove il misoneismo è ancora profondamente radicato nell'elemento indigeno, dove, salve eccezioni. le novità teatrali giungono qualche anno dopo essere staie udite altrove, il ritardo apparirà insensibile. Stamane è apparso l'annunzio ed è già cominciato il lavorìo per cacciarsi nei Comitati regionali che dovranno eleggere le principessa di Trastevere, della Regola, dei Monti, di Ripa, di Campitelli, fra. le quali dovrà essere scelta la regina di Roma. Chi sarà la regina del1 Urbe7 Nella città che diede a Raffaello il! modello della Fornarina non sarà certo la purezza dei lineamenti, nè il rigoglio delle forme che mancheranno alla futura sovrana popolare. Gli esemplari di classica bellezza sono frequenti fra le popolane di Roma, specialmente fra le tante « carmensite » trasteverine.' L'eletta fra le elette non avrà il naso biricihino rivolto all'insù e la grazia monellesca delle reginette parigine o di quelle piemontesi; non avrà il volto pensoso ed i grandi occhi stellanti delle reginette napoletane. Sarà clasicamente bella: ceco tutto. Ma vi è pericolo i '"he gli ammiratori di questa regina, se uscirà dalle fila del popolo di Trastevere o della ReU'ola, si sentano risponderò ad un compii mento un po'spinto: - Va mori ammazzato! ». I Bea venga, ad ogni modo, la regina di ! Roma, fe essa varrà a far rifluire il sangue rli una folla di visitatori nelle arterie del deserto di ghiaia, spaventosamente soleggiato, in cui sono tramutati in questa caldissima estate i recinti delle due grandi Esposizioni di Roma, L'apparizione della prescelta dal suffragio popolare sarà provvidenziale por le casse ormai esauste del Comitato delle feste del 1911. Il problema finanziario delle Esposizioni di Roma si1 impone infatti in tutta la sua terribilità. Ieri sera l'Osservatore Romano, forse non senza un senso di segreta compiacenza, raccoglieva, sia pure con riserva, la voce delle dimissioni del presidente del Comitato del 1911,. conte senatore Ili San Martino. La notizia dev« • essere senz'altro smentita, invero non si può ammettere, che, qualunque difficoltà possa il Comitato attraversare, il conto Di San Martino i pensi, sia pure per un istante, ad abbandonare 1 il suo posto di combattimento. Egli ha già' , raccolto il premio della sua mirabile tenacia. ] Giovanissimo per l'Assemblea vitalizia, fu no, minato senatore. Un grande banchetto offerto, gu su quella nave romana, che rappresenta unii delle imprese più arrischiate dell'Esposi- zione, ha pubblicamente consacrato il successo | morale delle Esposizioni volute dal patrizio i piemontese in mezzo allo scetticismo generale. Rimangono ora le ultime rose e forse molte ! spine ai Comitato del 1911. Il periodo di fe- e steggianienti, che avrà il suo culmine nell'autunno, sarà decisivo per le sorti finanziarie dell'intrapresa. Sapremo subito dopo se il Comitato si troverà cacciato nel baratro di un deficit enorme, oppure se potrà avviarsi decentemente alla chiusura dei comi. Certo i sogni precorritori della tempesta non mancano: riduzioni di personale, dissosti finanziari di alcuni dogli assuntori dello sfruttamento di una parte essenziale della, Mostra di piazza d'Armi. Inoltre non sono da escludersi neppure imbarazzi finanziari momentanei del Comitato del 1911. Por altro, le Mostre di Roma hanno ancora dinanzi a sè quattro mesi di vita. L'n vigoroso colpo d'ala può nei due ultimi mesi risollevarne Io sorti, li Comitato si è posto sulla via indicata nella discussione avvenuta in Consiglio comunale, cioè metterò in valore le Esposizioni create, due delle quali sono meravigliose : cioè la città dell'arte, che sorge a Valle Giulia, e la Mostra etnografica di piazza d'Armi, vero gioiello di evocazione, dei costumi e di architettura italiana. II sindaco di Roma in quella discussione, forse per il presentimento di un oscuro domani, separò la responsabilità del Municipio da quella del Comitato del 1911. Il Comitato assunse tutto su di sè il pesante fardello, chiamando a sollevarlo di una parto del peso soltanto i giornalisti romani. La via scelta è ottima, sebbene tardivamente scelta. Al risollevarsi completo delle sorti delle Esposizioni si oppongouo inconvenienti Irrimediabili, come, per citarne uno, l'irrisorictà e la lentezza dei mezzi dì trasporto, ridotti per il popolo a qualche line*

Persone citate: Campitelli, Chardin, Ripa, Sobrero