L'implacabile requisitoria del capitano Fabroni al processo Cuocolo

L'implacabile requisitoria del capitano Fabroni al processo Cuocolo I E PENE L'implacabile requisitoria del capitano Fabroni al processo Cuocolo pU " alibi „ di Rapi distrutto - Le mene di Don Ciro Vittozzi - Le escandescenze di Erricone La posizione "delicata,, di un difensore - Le dicerie del "falso,, Ascrittcre (Per telefono alla "STAMPA,,) Viterbo, 18, sera. •» BBP*tano Fabroni ha promesso di occuparsi dell'alibi del prof. Rapi. I lettori debbono ricordare che secondo l'accusa, o meglio secondo le rivelazioni di Abbatemaggio, si sostiene che 11 Rapi ricettasse alcuni oggetti provenienti dai furti commessi in danno del barone Consiglio, del conte d'Aquino edi altri Si aggiunge che in queU'occalione il Rapi avrebbe avvignato Luigi \rena il quale doveva poi invocare la condanna dì Cuccolo ner « infamità - dal trihiinAip itniia mmorra e Gennaro AbbatemMtSo Oia T nròfRani sostiene l'aùhi rio* rnn' rfnriiminfi vrirwhho provare che nel 1902 eaU si trovava 1 <Ptù-ì£. ed a Londm Conta tip Vbi tawrw il nitano Fabroni auind^ vedere imTsedutalntérorcìSitt« nmTiSdi inni (Unti interessante e non priva " . . intanto continuano a giungere al capitano 1-aDroni da ogni parte d Italia centinaia di te- legrammi di lettere, di biglietti da visita diplauso e di raltogramcntl per la sua operacoraggiosa. Il capitano Fabroni deporrà anco-ra per molte udienze e si ritiene che soltanto nella prossima settimana comanderanno lecontestazioni dei difensori e del presidente. Anche oggi l'aula è straordinariamente af- follata. 'Predomina al solito l'elemento fore-stiero. Il collegio della P. C. è al completo osono presenti quasi tutti gli accasati Alle 11 meno venti si apre l'udienza con"le consuete formalità, mancano gli accusati De Marinis e Matteo Valcarcel. leggermente indisposti. SIchiama il capitano Fabroni. ..v l • j li •• . "Fabroni deve dire lutto quello che sa,, tensorei di^ Ascrittore: cal„m„n„ — ìNon parlo — dice 1 avvocato Salomone — per protestare contro l'opera della stampa, che esamineremo a suo tempo in tutta la sua ampiezza per l'influenza esercitata e nel pe- nodo istruttorio e ne! dibattimento. Parlo peresprimere il pensiero ed il desiderio della di- fesa relativamente alla deposizione del capi- tano Fabroni, prchè c bene si esca dall'equi- voco. Il capitano Fabroni parli, dica tutto quello che sa. Non possiamo essere d'accordo — inter- rompe il procuratore generale. — Si violino pure. — continua l'avv. Salo- mone — le regole della procedura, dell'econo-mia del giudizio, della stessa serietà, ma inmodo che quando il capitano Fabroni avrà parlato, sia anche per un mese, non resti il.1.. — sospetto che egli abbia taciuto qualche cosa. Parli il capitano Fabroni e'dica tutto quello che sa e che crede di dire. — Non posso acconsentire — dice il procu-ratove generale — che i magistrati passino sopra le norme della procedura e della legge, il teste deve dire tutto quello che sa della cau-sa, tutto quello che appartiene alla causa, tutto il resto no, perchè altrimenti si viene aviolare la legge. — La Parte civile, — dice l'avv Romualdi, — por mio mezzo si associa, alle nobilissime parole del caro collega Salomone: è giusto che se altre responsabilità vi sono ancora nasco- ste si accertino in questo dibattimento. Io penso che quanto il capitano Fabroni devenudo, e che gli uomini siano indicati almeno in ispinto, perchè, oltre una giustizia penalee forse anche prima di essa vi è una giustiziaf.ociole, e Lei, Eccellenza faciliti questa in-dagme e forse e solo cosi ella avrà contribuitoefficacemente all'opera della giustizia. Presidente — Lei, però, avvocato, non in.tende convertire in .istanza formale ciò che era una preghiera dell'avvocato Salomone? Romualdi — Eccellenza, io mi sono asso-ciaio alla preghiera dell'avv. Salomone. Presidente — Bene, allora io spero che que-sta sia l'ultima volta che qui dentro si parli di giornali che sono perfettamente estranei al- la causa. Quanto al capitano Fabroni parli - -■- egli pure liberamente, dica tutto ciò che ere- de. ma sempre attenendosi al fatti riguardanti la causa, poiché, naturalmente, riè io, né altri possiamo farci superiori alle leggi. Non è com-pilo nostro di fare delle ricerche sugli as-senti, nè è possibile presumere che lo mi av volga dei miei poteri dlscrezion delle centinaia di c'tazioni, che rebbero al di là del nostro com giusto limile di tempo. Ed ora, broni. parli. L' •' alibi „ di Rapi Il capitano Fabroni comincia: — Ilo parlato dall'arresto del maestro Rapi. Tali- arresto dette luogo a molti commenti in senso favorevole, come sfavorevole. Io tenni dietro all'opinione pubblica, che in generale e maestra di indagini, sinché mi giunse là notizia che il Rapi aveva portai l'autorità giudiziaria un foi'tnidnbile che distruggeva l'accusa. Non aven l'aiti con l'autorità giudiziaria, nè ritenendoopportuno recarmi presso -li essa per averschiarimenti, non comprendevo in che dia-volo potesse consistere questo formidabile . a-libi . del Rapi Non era forse stato Rapi aMimi a mare il giorno del delitto? Non ave-va lo stesso Rapi accertate questa circostan-za' che altro mai poteva volgere 1' « alibi ..del Rani? Oliando ecco nell'ambiente di CastelCaimano'si delineo la voce che 1' « alibi ,.nani 'consistesse in circos'anze le qualieiiminavann la sua nartecinazione 'ad alcuniri ai flirti rViati da\bhatemfiggio La cosanon m imnrfissionò L^bbatemaK^o aveva,„,,n nneio che sai^va- poteva anch'essere inco?so in alcuni errori deii .mali irron ael - 1 Rapi poteva avere approfittato. Non poteva, però, non impressionarmi il fatto della procura generale dal Rapi fatta al fratello e la partenza del Rapi stesso per Parigi, coincidenti con le rivelazioni di Abbatemaggio. Sospettai che il Rapi avesse rapporti coll'Abbatemaggio e feci le opportune indagini, ina nulla mi risultò di positivo al riguardo. Inlibi » del Rapi, ma infirmarlo, rivelando delle circostanze relative alla sua presenza lnNapoli nel 1902. Presa la lettera del mare-sciallo Serion, la inviai all'autorità giudiziaria p nel tempo stesso chiamai il Serion e glInibii di continuare to indagini, se non avesseavuto esplicito ordine dall'autorità giudiziariastessa. Uno gorni dopo il Serion torno pressodi me dicendomi che era stato chiamato dall'autorità giudiziaria, la quale gli aveva dato incarico di approfondir* le indagini, prescrivendogli anche un limite ristretto di tempoper assolvere il suo compito. Non so in quanto temr.o esattamente il Serion compi questeindagini certo passarono quindici giorni. Maun mano che ti Serion raccoglieva U> dichinrazioni intorno all' . alibi » del Rapi me lefaceva vedere. Ne aveva raccolte già un buonnumero (mando tornò n dirmi che c'era anSTe un'altra dcViarazio:,^ gravissima dr. raccògliere ma che non poteva raccoglierla lunerehè legato da amici/in con In persona chedoveva fare la dichiarazione. Si trattava dm avvocato civile' quale per ragioni d^trSTn di°'iioMà aveva/avvicinato il Rupi efi la « ire «e col lui in an iciz a. s, era su etto con lui in amim«m, _ I rapporti tra l'avv. Fragalà e Rapi ' n nuest'avvocato, disse il Seriorche "ito primo3 .mC^^^^Mo mille spadp ini 11 lancio sull'onesta dui Rapi, ma che ie mille ìanoiu »um"uw», cì „„e mille lancio sull'onesta del Itapt, ma cne mLVm. in Z alcuni atti del Rapi stesso si er^^lTM^^ilVKÌA«iii^ QuesfavvocTtoèVavv. Fragalà. Il Serion mi inform to. Invitai allora da me l'avvocato e lo inter-|irogai. Quando 11 Fragalà seppe che era sta-1 clo il maresciallo Serion ad informarmi che Untconosceva il Rapi, scattò ed usci in escande- ascenze contro il Serion. Io gli mostrai come il | aSerion avesse fatto 11 suo dovere e non po-. etesse fare a meno di compierlo. Il Fragalà, ! cra P.oco * poco si calmò. Tuttavia non volle p Palare. Fui 1° a rivolgergli domande, su do-;m mande, cui egl» volta a volta rispose. Doman- s dai cosi al Fragalà come fi quando avesse1 qa conosciuto il Rapi. MI disse che aveva cono-1 s M,ut0 11 ""P1 ,n tre periodi distinti. Un pri-v lmo Periodo alla bisca Bevilacqua nell'agosto-: s£. settembre 1902. Siccome in quel tempo si vo-'R cl(nava della Partecipazione del Rapi all'as- m di Pasquino, il Bevilacqua aveva esi-idS»^ dapprima a permettere al Rapi l'ingresso da :I)ella Sl]a casa da giU0C0i ma polj trattandosi e di un ciuocatore, che giuocava molto forte, mo ,aveva finito per ammetterlo. Il secondo perio-. F- do. in cui ti Fragalà conobbe il Rapi al circo- villo del Mezzogiono, fu verso la fine del 1003 sa'ed il principio del 1904. Fu in questo pe- A-1 riodo che il Fragalà fu presentato al Rapi so (dal duca di Nola. 11 terzo periodo delle reto- gioni del Rapi col Fragalà fu in occasione F'dei funerali di certo Guet, francese, morto s di tifo a Napoli, e di una lite civile con la m1 Società generale di illuminazione intentata1 c'daI, R,wi 11 ,Fap1' amlco di Guet' !'aveva! assistito fino all'ultimo. Morto il Guet, il Rapij f1. adoperò perchè il vagone del feretro di; e Jj" fosse attaccato alla stazione di Roma al' , ".irftt0 _de_lla, Llni!a Roma-Torino-Modane-Pa-! c jrieri e per riuscire nell'intento si rivolse a ! certo Cattaneo, il quale a sua volta ne interes- n so il Fragalà, il quale riuscì ad ottenere quan- F'del Guet. venuto a Napoli in quell'occasione, t , Oliano alla Htp rivlln rnntrn in SociPt'i genSdl mUnlzlonef 11° Sala* a rlcat0 dal Rapj dl trattarla, non però giudi- ^ diariamente, ma, diciamo cosi, ufficiosamente.' 'Pr.rjopc .- aver del - iman sé molto denaro dalla Francia e mi rispose |e portato con "che si diceva che il Rapi avesse portato con - se parecchie centinaia di migliaia di lire. p©. ! t irò, il Rapi aveva perduto forti somme dl de- N- naro. E' certo che quando dovette provvedere! -. al funerale dl Guet dovette impegnare alcuni rigiolelll. Il Fragalà, anzi, non seppe spiegarsiiià questa mancanza di denaro, se non pensando : ^;che egli facesse cosi per prevenire delle ri- i-v..-„„,„ ji j j- —;y ! chieste di. denaro da parte dl amici. Consi- o ; derate però le gravi perdite subite al giuoco r dal Rapi, 11 Fragalà non seppe spiegarsi come ■ O-! nella cassetta delle assicurazioni diverse al- d ; l'atto del primo arresto del Rapi, fossero rin-ls l venute parecchie migliaia di lire. E' certo che; g-' durante la lunga permanenza in Francia. Ra- jP1 si era create delle amicizie e fonti dl lucro, da'ma nulla a questo proposito aveva detto né! v i al Fragalà, ne ad altri. Aggiunse il Fragalà, j m i sempre a miu domanda, che il duca di Nola, I re : gentiluomo perfetto, gli aveva riferito come ; ce , Blorno ?£Po 1 assassinio di Cuoeolo, il Ra-«;- pi mo^° stra,luJJa ? e che era presente in,po ^^„°„c^S««.:1Iv «e^K^M^ l*L™m «' ",arii, a% aÌtf.ì"°\° .51 N2R01!:,A"c-ioo ;n t Pungolo » si" era fortemente turbato la e ;qUai cosa fU notata da un tal Maiorano e da a. altri ancora. Disse pure il Fragalà che un -:giorno mentre era in conversazione al caffè o!Scotto innanzi alla galleria pri con tali Carola Emanuele e .tCorte, il primo disse che spesso si recavano,ne | al circolo, del Mezzogiorno alcuni francesi et^ Iche questi francesi dovevano essere dei cor -; rispondenti del Rapi, negli affari di ricettazio- ne. Infine, un'altra gravissima circostanza mi -(rivelò il Fregala. Egli mi disse che prima i del Natale 1906 s! era recato insieme al Rapi - in casa di Don Ciro Vittozzi, che era ncipe di-NapSi «cpfgs=ra nmmQ-Mi i lato. Il Rapi voleva mettere pace fra Enrico 5 1 " • ■• • ■■ . „„„.».,.„ o.-iiiam k ■. viuu/,11 pei- un uissuuo aweiiuiu »per pettegolezzi dl donne. E siccome il Rapi rpresele difese dell'Alfano, il Vittozzi perdette ^la pazienza e disse che Erricone era un in- grato, perchè tanto Erricone, quanto 11 Rapi, dovevano a lui se ancora erano a piede libero. QS- \ Alfanl e II Vittozzi per un dissidio avvenuto i i -: la pazienza e disse che Erricone era un m- i-j prato, perchè tanto Erricone, quanto 11 Rapi, d "' mandò a quàl punto fosse l'andamento di un ^processo a carico di Tore 'e santo, che era "il contatolo della Società. mIl perchè delle reticenze 'adell'avv. Fragalà «Tutti questi schiarimenti li ebbi gala che però si mostrava molto c. n i e à o-un galantuomo. Chiesi allora al Fragalà se Vr avesse delle pendenze col Rapi, il quale aveva Aa- l'arte dl affezionarsi la gente, tenendo aperto gli dal Fra- preticente, ia-lil portafoglio. Egli non mi volle rispondere a.in modo diretto, ma in modo indiretto mi e-jfece comprendere qualche co$a. Partito il n- Fragalà. chiamai il maresciallo Serion e gli ..chiesi delle informazioni intorno al Fragalà. el Mi dis*e il Serion che il Fragalà apparteneva ,. 'ad ottima famiglia calabrese, in posizione i I agiatissima, per quanto la sostanza famigliare i'fosse indivisa, che egli aveva avuto bensì dei a i rovesci al giuoco e aveva anche fatto dei de- aIblti, specie al Circolo del Mezzogiorno, ma sh'i die questi debiti però erano stati a volta a i volta pagati dalla madre. AU'infuorl di questi r peccati di giovinezza, 11 maresciallo Serion mi assicurò che non c'era nulla da dire sulla onestà del Fragalà. Avv. Lioy — Eppure, prese a revoltellnte atpadre! Presidente — Prego di non fare insinuazioni contro testimoni «esenti. Fabroni, ironico — Del resto vi sono tanti a, a ioaa n . VMi, era l-;an(lat0 ad abi'lare cò] fratell0 e la madre In nlvia F1,.enze 7, al Vasto. La portinaia della e- cflsn derisa Miceli, interrogata, non seppe a- .,rcCjSare ia data del ritorno, ma ella ricordò li conte un giorno il Rapi si recasse In una car- se- se ; roz/a di lusso al campo di Marte, dove a - curldo loi. si tenevano le corse dei cavalli, o Rapi _ jn aprile, dunque, l-- , j0ii. .. a- L insussistenza dell bmdi „ e- Fabroni — La stessa donna, nonché la lavan- po duia Saccardo Raffaela asserirono che il Rapi n- stette In casa della mamma e del fratello un te unn0 cjrca, e dopo egli si recò ad abitare a a-1.santa rirlgida. Ciò per confidenze avute, giac-|n- Cnè egli teneva nascosto u tutti il suo dòmi-;le cilio, menu che al fratello. Si è stabilito, quin- n]di, che tornato a Napoli dalla Francia, il Ra- n- pi si assentava spesso. A questo proposito ri-1 c-! cordo dal capo guardia del municipio dl Car- j u dito, Grazioli Giuseppe, e dal commesso da- he /.laro Pletrnrulo Nicola, che erano persone di idi {fiducia del defunto comm. Danieli, e che lo di accompagnavano in tutte le case da giuoco di e Napoli die il comm. Danieli medesimo >i la- mediava dell'assenza del Rapi da Napoli, per- assente il «api. le perdite perdevano di interesse per la mancanza di un forte gioca- ori tore come lui. Il duca dl Nola ha dichiarato !de che .1 Rapi tornò dalla Francia nell'estate|in precedente all'apertura del Circolo del Mezzo„„ „ir,,-r,r, r,..u poiché il Circolo del Mezzogiorno ' ì ritenersi che il Rapi te del 1902. I due fra- m preoeueme an apertura u. ra giorno. Ora, polche il CIr v. fu aperto nel 1903, è da mò]fos^Jtop.oU noli;estate |in casa di Matteo Cajai al vico tre He, *. Un] 1 certo Tramontano riferì che il Rapi frequen- ctava la bisca Bevilacqua nel 1902, e che gli d aveva confidato anche il modo come regolarsi i D| alle corse, modo per 11 quale sarebbe stato s espulso dalla Francia. Il conte Defuico disse C! che aveva conosciuto il Rapi otto o nove mest!m prima di maggio 1903. Insomma, se non in ;modo assolutamente concreto, è risultato qua- si con certezza che il Rapi ha fatto delle fre- 1 quentl gite da Napoli dopo 11 ritorno a Napoli ìro1 stessa. Dopo tutte queste notizie raccolte, par-:Eve che l'alibi del Rapi fosse insussistente. Nonlv: sappiamo in che consistono 1 documenti del r'Rapl per la dimostrazione dello stesso alibi. S ma, siccome siamo sicuri dell'attendibilità irideile notizie raccolte dalle persone da noi u-« dite, dobbiamo concludere che non possono! essere attendibili quelle contrarle. Special- ' p mente slamo sicuri della testimonianza deiiv. Fragalà. Che motivo avrebbe avuto per muo-! vere tale guerra al Rapi? Nessuno. Noi ci s siamo posti per lui le domande posteci por'1 Abbatemaggio, ma tutte le indagini fatte rl-lm sultarono negative. iL «Fino a quando non ci si dimostrerà che la Fragalà avesse delle ragioni speciali scono- g scinte da uoi, in odio al Rapi stesso i docu-l1 menti da quest'ultimo portati non hanno al- 1 cun valore ! ii . . . ... ... j II Sistema „ dell 8VV. Lloy ; Avv. Lloy: — Fragalà è stato pagato, ' Presidente: — Non permetto ;?li attacchi ! contro testimoni assenti cmscvm Fabroni: — A meno elio i denari al Frugala 5 non li abbia dati l'avv Liov E' corto che ti " Fragalàèstato atkocato^i'rtiv nMii^^j'» trattarsi^a^ ?v^'WJ^^it .^F ■ . a r. la verna... secondo li suo a KivaT Fra^r» ?, & in ^j,'05 Ji18 ;s,fva- » F,ra?.al.ft,xa,IfrL0 11 fam-; ri 'P*™.-**-l*vS h1 y-8* la,bat,è- 11 FraP°,a e"i ... ... , . |d ^ nnc,ne minaccie di tipi sospetti, e per-'n "no ln mn(1re sua fu fatta .segno a minacele,-le ! tanto ohe la povera donna cadde ammalata Non no P'" nulla a dire sul Rapi. ! L'udienza è rinviata al pomeriggio, alle o re ifi. ii 'esn!ora7Ìone dì una llnun ffirrnvlnria : ^ M»»°ra*«onB «• una "»«a ferrovia, sa .. a della udienza ;yidente. cav Gluseppe rato promovlbile a scelta a consigliere della:» ■ Orte di Cassazione, da! Consiglio Supcriore, N della Magistratura. Il Presidente riceve con-j dlsxatulazioni vivissime dai colleghi e da tutti ; gli avvocati presenti. Il capitano Fabroni parlerà in qualche u diensa di Ascrittore, di Vittozzi e della loro ! versione. Epli. però, prima di cominciare, doj manda di presentare le risposte avute dai ma. I rescialli, capi-stazione, al telegramma suo clr ; colare, con il quale ordinava di fare indagini «;„1 binario da Cassino a Cannello, nella sup,posizionp che il Rapi, quando si ritirò dal suo «compartimento per recarsi, in un luogo ap presente il: Capewiuti, si foRse liberato io-! qualche carta compromettente. "ie la esibizione,- e dopo unenti, li fa circolare sui - --tìsi apprende che il Pre-lfiBianchi, è stato dlchla-itodAas«stricudcapo-stazione, fu rintracdi carta, con una scritcarattere all'apparenza femminile, e Armato »\Vois». L'opera di salvataggio di Don Vìtozzi Chiuso questo episodio senza importanza, il sssmasd,n , ,t^'fg^ funzionari ai ldalla licenza-. 'd « colo un rapporto od un verbale informativi perciò, appunto per avere l'impressione del fatto, consultai i giornali del tempo. Fu seguendo questi giornali che io osservai come subito dopo l'arrosto dl Erricone e complici cnauMVorfllVillosi con d£lii iSdfri i miti C 5aYVniSS.» finirono ner >nSw5E£? s«T ni v oai niaresca unirono per congionaisi sui uè d »,,„„,.« B «„„,» „n «aio iìnMn". mf-Lfionn. !l r.ona^ v t'nzii cò';ì ^™anrin d°hi ra,|P Z" .?,? nnrtr^l?M,n?ìoAJtù m X,. h ,nnfn m S «f ffirS m f Q*fl"AT ininnin ii mpf«M»?,ìin Llì JSHU .°PLla fos:,e intenta al salvataggio Avrò trti'/.nmnwn ■ indiziati tpnnto ennt délilio di camorri» ebbi «sere St, essere prerneai- f ^"quafche cola D'X 0^1^01^presento ai ? "nXt'ato ne? ir nuòve Plnda trini II ViitozzlT 11 mR ^^ò^ft d^aJf?J5LJLv"!P^5" *- 'altro camorrista, il Crisci che i camorristi non lntervt Vittozzi contava su questa amicizia per 1 suoi, a Ani. Fatto è che il sacerdote Vittozzi durante; o gli arresti della pubblica sicurezza, ossia iolo, lenendo conto m•vengono mai a fare la spia sui delitti di ordine privato, la strana 'f presentazione rinsaldò la mia idea. Inoltre, F il Vittozzi per le nuove indagini a chi si era re durante la prima fase, si fece vanto di queste' nuove indagini e. poi, invece, ad un certo l punto negò la paternità delle nuove denunzie, °i come risulta dal giornali. Ora, come è che un '. uomo cosi vanitoso come don Ciro, 11 qualo -a menava tanto vanto per la costituzione del e brigante Tarracclano, Il quale è stato più vit-;ne tima della sua vanità, che del fatti, andava oi invece contro la sua natura, rifiutando un c- fatto che tonto avrebbe potuto solleticare la Ra sua vanità esemplare! i e «Vuol dire che egli sapeva che le cose non p rispondevano a verità e si preparava a dlfen- tn dersi fin da allora, vuol dire che il Vittozzi. da prevedendo quello che Burebbe successo, non d voleva che neppure sui giornali si fosse et-1 pattribuita a lui la paternità di tali nuove de-.D milizie. E domando: Poiché il giudice Cicca-hi gitone si è tanto mosso e commosso, come èiz possibile che egli lo abbia fatto por fiducia'pi nel feantarchla, nel Crlscuolo e nel Siviglia,.ea tu unico ispiratore ueua cosa, uunque, a ; «n mio avviso. Il Ciccagliene, magistrato tote-;Fa grò e onesto.-- ile Avv. Romualdi — Questa è opinione sua... ò ci possono essere altri che hanno una opl- nione diversa, per esemplo lo mi riservo dl - dimostrarlo, quando verrà il Ciccagllone. Fabroni — Dunque il Ciccagllone, che, ripeto, è ritenuto magistrato onesto, cadde nel tranello e veniamo all'Ascrlttore. • «cena l'Aflcridara - ""J"" !f«. « i ^. . i capitano Fabroni espone quindi 1 passi n fatti, dall Ascrlttore per accreditare la sua a versione del 1907 e le informazioni assunte -|per farsi ra£.10.ne. dell opera di Ascrlttore e -;della figura di lui. - , '^rtjj,?™",?^^ .d.?P2„Lo?rlnle a- Indagini, ^^.^.^^^*f«^ij^ -1 scrittorei conosce il Vittozzi? Dovetti rlspon- j dermi che ti conoscevano, da molto tempo Ma a- come? In **&£^(A?^.-^^inflS^ i idi carbone, frequentato.dalla madre di Ascrlto ore e da tale Edoardo Larota. nome eelei ire negli annali delle fulsUfi criminali, come a- il nome di Ascrlttore è conosciuto a Napoli r- come 1 erba betonica. Ora, questo negozio i era frequentato anche dal Vittozz. ; d'altra a- porte, come ammettete che Ascrittore non o ! conoscesse il Vittozzi, quando il nipote dl quee|sVultlmo^a^nome Longo Arturo, teneva una oo pi a- Rlcsmvctdss „,agènzia" doganale" a "poca distanza d'ai paTaz"! zo. dove Ascrittore dice di essere stato im- ; piegato? « Dopo di ciò, il Fabroni imprende l'esame jtoJTlj''j'.ergiP.Re..Ascj.itjpre, ' «Anzi tutto, come mai è possibile, agli di ce, supporre che Ascrlttore, notissimo confi dente della Polizia, avendo fra le mani il De Angells, non Io consegni alla Polizia, puf sapendo che egli era l'assassino del coniugi Cuoeolo, ed invece se lo lasci sfuggire di mano7 cg i„ «vessilafoia mi fareiriscattare ae io avessi ib ioga mi MreiriapeiiarB,, A questo punto Erricone domanda la parola' ma il presidente non glie la concede, Erricone insiste una, due, tre, cinque, dieci v°"e e poiché 11 presidente nega ancora. Er ricone si prende lui 11 permesso e comincia a Sridare che non ne può più ed assicura i giùra» che non si è appiccato soltanto perchè «a fiducia in lui. Infine se a prende con gli avvocati, rlm proverando loro di non voler fare 11 loro do- iv«re- e di non sapersi far rispettare, «Se io — strilla Erricone a più riprese — se io avessi la toga, mi farei rispettare», E <n»i assistiamo ad una scena quant'altro ma' originale ed impressionante. L'avv. Lioy protesta contro Erricene che fa perdere la dignità agli avvocati, protesta contro 1 giudicabili perii modo come si vorrebbe che 1 difensori conducessero il dibattimento. Ertone, di rimondo, ripete senza pudore sispenescogedisitttofoneScdebeè ocmoprgeveditaqulorlaAnoraldenapalitfezioche se avesse lui la toga, la farebbe altri monti rispettare. Ed allora l'avv. Lloy si imbizzisce, si ri scalda .diventa paonazzo e grida con tanta voce, tanta e cosi precipitosa che si trasforma in un urlo incomposto, incomprensibile, 5rltìa. che la difesa non si conduce lmpeden- "° a,{ ,es" dl Parlare, togliendo la libertà dir,- '»^0' da qualsiasi parte venga. 111F10! esaurisce »• proteste in un'ultima ! ^ ansia che Dare Una trottata dt «fl«tntnin ori indintano^ FabJ^" ch^e noS ha^nosso cUfll " riprende: "no Perchè, poi. Ascrittore nel fare la sua .... non era in ballo l'arma del carabìnìerCtutte o1wle imino-ini ^«ra„!,„„ j~h- r..,._.-- ...i"» quale denunzia alla pubblica sicurezza di Napoli ciò che non aveva avuto coraggio dl denunziare direttamente nel 1906, indagini erano compiute dalla Polizia e. mtìXe^A fidlo nel campo di Adamante 11 primo. Vili sitozzi, si ritira e compare un nuovo Vittozzi ; diprdamtaco w mdei rapporti fra De Angells e Cuoeolo e prò- zloAitarono della esistenza di questi rapporti ed! quanche della debolezza mentale del De Angells, spsopravvenuta in seguito ad una operazione! " cl°r>°^m^zaz,,on,e- Assodate tutte queste ! pr«°iip ir™» drtln.ftUH»"e ,A!cI1Uor«' s?.mpTel toI padri spirituali dalla camorra ■ E' certo che 11 signor Erricone, 11 quale strilla tanto ed il Vittozzi erano 1 padri spirituali della camorra dl Castellammare, da cui dipende Gragnano. La camorra sà più della polizia ed 1 camorristi vennero a sapere sulle traccio date dalla stampa, perchè" la stampa st era largamente occupata della versione Accrittore, cl-e era stato presentato a molti giornalisti dal delegato Ippolito ed anche dall'avv. Lloy. Avv. Lloy — A me l'Ascrlttore non fu presentato dal delegato Ippolito. Presidente — Avvocato, la sua posizione è delicata, la prego di non fare da testimone Avv. Pistoiesi — Egli deve difendersi. Fabroni, con forza — Venga allora al mio , „ ^ poOglredainalte latte materno, dopo di che "non nirorrTinni Sa i tr. 'dd&^SmSS' 'a^&St^LJ^J^^SSSPSLS^ l^sia chi rosseaiAsrcri,atorm,e che Ascrittore aveva detto non era vero e non dirò altro in proposito. «Voglio soltanto riferire un fatto che mi trspaccadde allorché un giorno venne a trovarmi Diun tale Tancredi Valerlani, che sì spacciò ta Come, nnMco uf(?ciaIe «Mreeerclto ed allora av-! ro vocato e consulente del famoso ladro e confi-* do dente di nupstim» jninni» o««i.« «?-•< !lfnte Quest«ra Antonio Parlati. Egli mi ! si ;ì'fse^(il 8aPere che la mia traccia era la vera jto m,,nl?se che Parlati era una vittima della » malavita e della pubblica sicurezza, da cui te fLa„stat<3 costr?tt<ì a ,are la raccolta di false ne Jestimonianze in favore della versione Ascrlt- ni t0re e mi suggerì dunque un mezzo per man- ri ■ , e n v,10,° questa complicità. MI consigliò irat ]l prestare U 'partati, ««è fosse la Questura ad arrestarlo e che in sa ?"'tot atrna,tÌam!n,t0' Plrlatl avrebbe con 111™ 0 tuUo' Rlflu,ai immediatamente dl met *-ere in opera un espediente slmile, in ouestr , ; maggiore Serra, 11 quale mi fece segno di al ontannre Immediatamente I v»Kni Vi» 'fatto subito ^ Sei Farri», il quale aveva visto arrivare li Vaie rioni, che costui non era altro se non i.n "Più fumo che arroste,. SiorOdpotocaprundisosuC.....J,, _„„ i to' ™"°"J«ie 10 Pensai cne qualche cosa di i oo «ne ne ateva adito II \aleriani potesse I oc °arm ì una traccia e pensai che potesse essere ; in '"° .cjae 11 /ar|a» »l adoperasse con la sua di -inaura contro 1 opera dell arma, l<a squadra del Parlati, della quale faceva;np parte fra lauro il Gaito, un tal Campa olle ed altri ladri emeriti, in quel tempo eser citava su larga scala 1 borseggi sul tram, Ricordo che l'aw. Lioy stesso allora scrisee i eccitando alla lotta contro questi ladri e de- plorando che vi fossero connivenze fra loro e taluni agenti di polizia, per cui beneficiavano dell'Impunità. Feci sorvegliare questa squa dra e si riuscì a trarre In arresto alcuni com1 ponenti dl essi, tali Soognamlfrllo Urbano, .D'Avelie, Guerriero e Mentchlello. Interrogato ho Scognamigllo. che era un tipo mezzo paz- izo. ma intelligente, mi disse infatti che 11 'parlati lavorava Insieme al Gallo e trovai .elementi per rafforzare la versione dell'Ascrtt- ; «....rim-n nn*«tt «tua mi ««Vii™» «Tò v.hV« ;F^ffi',,e^nj^ta n^r^«Pu Srtltìt il?? Wm TSMaonl. «• « 6 » »»«»»• laFaIo neafbofu1 prduDfalesoseedppl i a e e e ^ a ^ e i o a n Risultava da queste dichiarazioni come 11 Parlati tosse molto accreditato presso la polizia, credito però che dall'insieme dei fatti si risolveva più in fumò che In arrosto, più in millanteria del Parlati che In fatti concreti. Avv. Lloy — Ma cornei se su queste basi voi avete fatto 11 processo della pubblica sicurezza! Fabroni — Parlerò anche del processo contro la pubblica sicurezza e dirò quanto e'era di vero e quanto era da non credere, ed esporrò tutti 1 fatti sui quali si basava principalmente la nostra denunzia e che. se fossimo stati chiamati, non sarebbe sfumata. Indagini an indagini • Proseguendo, dunque, lo, dopo costoro, volli sentire anche il Campanile Raffaele, la cui sorella era amante del Gatto ed un bel giorno riuscii a farlo arrestare da due carabinieri ed a farlo tradurre alla mia presenza, Interrogato, egli mi disse che era stato Incaricato dal Parlati dl spargere la voce che egli sapeva chi fossero gli autori dell'assassinio Cuoeolo. Feci fare anche ricerche del Gallo e quando finalmente riuscii a ritrovarlo ed a farlo venire davanti a me, egli mi dichiarò „,chc il Parlali teneva molto alla versione A- "! scrittore, ma aggiunse che di questa versione - ; parlava in modo da parere convinto che fosse la buona. Il Parlati pretendeva dal Gaito che e egli dicesse dl aver saputo da informatori che 'autori dell'omicidio Mura di Gragagno losse- ro due persone, di cui una ferita ad una gamba (ti De Angells) ». Il capitano Fabroni, quindi, proiigue ad e- sporre tutte le indagini ed a parlare di tutti gli altri testi Interrogati per accertare la subordinazione tentata verso di loro per far risaltare la versione Asciuttore e poi termina questa, sua parte della deposizióne col racconto dell'arresto di Ascrittore e di Vittozzi, avvenuto in seguito a mandato di cattura spicca» to contro di loro dall'autorità giudiziaria, alla quale egli aveva riferito tutti i risultati delle proprie Indagini. L'udienza viene tolta alle 10.15. £