Interviste coi deputati Teso e Brunialti su Cima Mandriolo

Interviste coi deputati Teso e Brunialti su Cima Mandriolo Interviste coi deputati Teso e Brunialti su Cima Mandriolo Gli austrìaci avrebbero perpetrato un nuovo sconfinamento (Per telegrafo alla Stampai i L Cc Vicenza, 12, notte. Oggi, all'indomani del comunicato della Stefani, che annunciava avere l'Italia ricevuta ogni soddisfazione dall'Austria per Cima Mandriolo, ho voluto intervistare alcuni uomini politici circa, la risoluzione di quell'incidente, c più che tutto per sapere j dn loro quanto sia da attendersi dalla Commissione italo-austriaca, che inizierà fra breve la revisione del confine orientale. Innanzi tutto ho parlato con Von. Teso, appena reduce da Roma, dove, insieme agli onorevoli Gallenga, Pinchia. Negri De Salvi e Camerini, aveva firmato delle interpellanze sulla questione di Cimo Mandriolo. — L'Italia, e specialmente le popolazioni vicentine — ini rispose il rappresentante politico di Vicenza — devono andare soddisfatte. Penile, infatti, dall'Austria non si poteva attendere dichiarazione più esplicita. La nota di ieri della Consulta credo renderà inutile lo svolgimento di ^uelle interrogazioni che noi avevamo presentato al, proposito, e che non potevano essere svolte prima della chiusura della Camera, in causa della discussione sul monopolio. --- Sa lei, onorevole, se l'Austria abbia subilo riconosciuto il nostro diritto su Cima Mandriolo? — No ! No ! Anzi, dai privati colloqui che io ho avuti col sottosegretario agli esteri, on. Di Scalea, ho potuto apprendere che da principio l'Austria sosteneva essere quello territorio dell'impero; ma i rapporti delle nostre guardie di finanza e dei nostri carabinieri erano così precisi, dettagliati e incontrovertibili, che dalla Consulta si insistette vivamente presso il nostro ambasciatore a Vienna, Duca d'Avarila, perchè non solo ottenesse dal ministro degli esteri austro-ungarico, barone Di Aehrenthal, il riconoscimento dell'italianità di Cima Mandriolo, ma esigesse anche una adeguata riparazione alla violazione del nostro confine, lìd il comunicato di ieri della Stefani, tanto diverso da quello del 5 novembre 1910, col quale l'Italia doveva riconoscere all'Austria Cima Dodici, dimostra quanto fondate fossero le nostre rimostranze. Speriamo che esso chiuda anche la incresciosa serie degli incidenti di confine. — Perchè — insistei io — il nostro Governo non si decide a pubblicare una buona volta il protocollo italo-austriaco del 30 luglio 1905. che delinea e delimtia i nostri e .,. .varino, ispettore compartimentale del Ca I ■ I _ J • 1 T • ' 1 1_ 1 f.ll. i.. i n (Per teegfcamdefincomcebiblco" stiprvepomoocsigaddirotemtacenacocainlusazieccoziporequpeRe deprtidneCsiseconfini? Ciò metterebbe le popolazioni confi- .^^%£\^M&éÌMO a risnon-WmS°«^ ^eaa«emazfonr fatta testé da%*™iallenga che alla Consulta avessero addi- Gallengi ritlura perduto quel protocollo. Ma l'egre gio mio intervistatore si limitò a rispondermi : — Forse il Governo attenderà che siano ultimati i lavori della Commissione italoaustriaca, che sta per rivedere tutto il riostro confine orientale. Eravamo cosi sdrucciolati, quasi inconsapevolmente, sulla seconda parte importantissima delle mie indagini ed ho quindi chiesto al mio cortese informatore: "—A questo proposito che sa dirmi lei di questa Commissione? L'on. Brunialti proprio starnane, telegrafando alle sezioni di Vicenza della « Trento-Trieste », la diceva, formata di incompetenti. Le pare giustificato cosi severo giudizio? -Io non so -■riprese l'on. Teso - se,,-lon. Brunialti abbia fatti che giustihchino:mil suo giudizio. Per conto mio, invece, ho in essa la migliore fiducia. La presiede, infatti, uno dei nostri più distinti ufficiali superiori, il maggior generale Salsa, comandante il terzo gruppo alpino, studioso e praticissimo dei nostri monti; vi parteciperà poi anche, fra gli altri, il comm. Cla- dnteibsie . tasto di Venezia, il quale ha fatto parte più volte di simili Commissioni internazio nali e conosce a perfezione tutte le que e] stioni che riflettono i nostri confini. Dagli ' Ì&P JL^^L^^i^i™^-!^- sigfinntrqmsmlesdpCdscsfr* —-• — —; 1 , -— e dosi anche sui luoghi circa un mese fa. f- si Può a''Buire con quanta ponderatezzfa si f accinga a discutere dell argomento con la cù a , n Commissione austriaca nella prossima re visione. } — Dov'è ora la Commissione italiana? — S'è abboccata più volte con quella austriaca a Trieste e a Trieste ora sta svolgendo quella parte di lavoro preliminare che può sbrigarsi anche senza rilievi sul terreno. Dopo incomincierà la visita a tutto il confine orientale del Friuli e al Lago di .iGaZdQuand0 conta che sia a Vicenza? el or ea paAd autunno inoltrato — Ritiene che il Governo accetti il voto del nostro Consiglio provinciale col quale si chiede che alla Commissione medesima siano aggregate persone pratiche dei luoghi e della loro storia? — Non sarebbe possibile perchè ormai la Commissione è costituita, e perchè per o gni zona di confine questi commissari lo- bsapQdsaCeU a r i e j a e e i , e a e , a o e n , , o e o0 ri a i.. pcali dovrebbeio essere cambiati. La Commissione invece terrà conto del legittimo desiderio delle singole popolazioni di confine, consultando le autorità locali ed accogliendo consigli, informazioni e reclami da chiunque ne abbia interesse. Si faceva così anche al tempo delle revisioni biennali di confine, stabilite dalla Repubblica veneta. — Crede che ci sieno grosse questioni controverse pel confine vicentino? " — Specialmente gravi sono le due questioni di Marcesina. e di Lastebasse: della prima, non mi sono occupato, ma so che è vessatissima da secoli e che su di essa si potrebbero scrivere dei volumi; per le sette montagne di Lastebasse, invece, mi sono occupato di proposito per incarico del Consiglio provinciale e fra non molto stenderò ad esso la mia relazione. Ora non posso dirle le conclusioni, alle quali mi condussero le mie ricerche storiche e di diritto; ma temo che l'usurpazione di quelle, sette montagne sia onnai pregiudicata da. atti preceder i c che invece possa tentarsi con buona speranza una revisione dell'irrazionale confine di contrada Busatti. dove ci sono case per.melà in Austria c per l'altra metà in Italia. Ho avuto a tale proposito un lungo colloquio collo stesso generale Salsa; ma è bene avvertire subito le popolazioni interessate che non c'è da crearsi eccessive illusioni. Così ha terminato il mio interessante colloquio coll'ex sottosegretario all'Istruzione, che alla causa dei nostri confini ha portato tanto studio e tanto amore. 17on. Brunialti Ben più pessimista è stato invece l'onorevole Brunialti, deputato di Asiago, col quale mi sono imbattuto mentre egli stava per partire per Roma. — Hitorno ora dall'altipiano e vado a Roma per parlare col ministro degli esteri e con quello della guerra per la questione dei nostri confini. A tale proposito ho anzi presentato due interpellanze: una sui continui sconfinamenti dei soldati austriaci che dimostrano l'insufficienza della nostra anione diplomatica, e l'ultra sui lavori deila Commissione per la rettifica del confine. — E' stato, lei, a Cima Dodici? — Ne ritorno ora. Ho compiuta l'escursione insieme col deputato del Consorzio dei sette Comuni, Antonio Fabris, con la guar fi- .. . - , .„,„,„ „|._t. „ _nl „n n-W sorprese. Immaginatevi che il tratto che *™3 ijaJ^taJSS"air3« n'ordS i- cie sii trovagalla^ cr^ta nord-oveo e ro oonrdi ei aneuse,,- ]lè uesto no:mp', o e, li oso ia- di Cima Mandriolo, abbiamo trovali dei nuovi cippi in pietra connessi da zolle di terra, disposti lungo una linea affatto dribtraria di confine. — Ma io non li ho visii nella mia ascensione del 3 luglio col capitano Santucci, dei te o e gli ^- E non li ha visti nemmeno la Commissione italo-austriaca, la quale fu sopra luogo il i luglio per il ripristino dei cippi confinali. — Adunque, gli austriaci sarebbero tornati su Cima Mandriolo una quarta volta? — *ierio e non tornati, si accontentarono di costruire una maggiore e propria trincea, lunga otto metri e alta uno, dalla quale si può spiare sul nostro forte di V°to- è a 2019 di altitudine, mentre Cima Mandriolo è a 2051, e la distanza in linea retta è circa cinque chilometri. — Anche questa costruita dagli austriaci? — E da chi mai, se non da loro? Noi volevamo abbattere la trincea e i cippi abusivi ; ma ci si costrinse a ridiscendere alla dogana del termine e a rinunciare ad una progettata ricongnizione del confine fine a Cima Dodici. — E a proposito della Commissione che dovrà compire la revisione del confine, che sa dirmi ? Ho raccolto in Asiago tutte le mie in- chetorsemAixe pLItaCscosi CamscinelsciFitaessOglatratSDqucomfamstienalUavconio 11 PirSspprprQunemcedoinsope| fucigitoteil ziSstlesedchlipdgtilovtoacarabinieri, e col capitano Bellenglu e col pasottotenente Bambina, delle guardie di fi- Lfinanza: Iri ■—■ jiu liu;uuiiu in lune ic hìig a. formazioni sul suo sopraluogo di un mese si fa: so che di essa fa parte anche il mio la collega al Consiglio di Stato, barone Car¬ e la olre ul to di oto ale ma uo la o lo- bonelli, e che è presieduta dal generale Salsa. Ciò che su questo proposito io e i miei amici di Asiago abbiamo deliberato di fare per ora deve essere tenuto sotto riserbo. Questo però le posso dire: che io sono ntn deciso di seguire da vicino i lavori di questa Commissione, perchè non abbiano ad aspettarsi dolorose sorprese, come quella di Cima .Dodici, che per conto mio fu sempre e resterà sempre vetta italiana. Una dimostrandone patriottica ? Anche dall'on. Brunialti non potevo pretendere di più. E' certo che queste sue informazioni gettano una luce non troppo favorevole anche sulla nota dello Stefani, la quale doveva calmare l'agitazione tull'altipinun di Asiago. Prima di essa si erano già gettate le basi di una glande manifestazione patriottica stofonnsrèdcg e o e i ad Asiago, coll'intervento di rappresentan* ze da tutta la regione veneta e con l'illuminazione a tricolore di tutte le vette di couflne. La nota pareva dovesse far cadere 1 idea ; ma la ricomparsa degli austriaci su Cima Mandriolo, proprio nel momento steste che l'ambasciatore austro-ungarico a Roma deve fare le scuse del suo Governo per gli sconfinamenti precedenti, può farla risorgere ed attuare in un tempo non lontano. O. d. M. »