Nel corso dei negoziati franco-tedeschi per la questione del Marocco

Nel corso dei negoziati franco-tedeschi per la questione del Marocco Nel corso dei negoziati franco-tedeschi per la questione del Marocco (Servizio speciale della Stampa) commentato dai giornali berlinesi Berlino, 10. noite. 1 giornali si occupano del rassicurante comunicato ufficioso suJ colloquio di Gambon con Kiderlen Wnchter. Il Bcrliiier T'aacblatt chiama un bluff tutte le notizie pubblicatc — all'infuori del comunicato ufficioso — sul colloquio, che fu segretissimo, « Questo comunicato — dice il giornale —• busta per potere formarsi un concetto del come furono iniziate e del come probabilmente continueranno le trattative», Conviene, cosi, notare subito che la grande ostilità della starnila francese, le mi- naccie più o menu velate traverso le querimonie cliauvinisle, sono state completamente sfatate. Cambon non ha portato a Berlino un atto di sfida, come a Parigi si voleva far credere, ma si è dimostrato di una esemplare remissività dinanzi — bisoglia pure ammetterlo — ad altrettanta genUlhom/merie del ministero tedesco degli esteri. In questo affare si è quasi portati a constatare una gara diplomatica a chi riesce a sopraffare l'avversario in fatto di cortesia. Pero ogni pericolo d'incidenti maggiori non si può dire ancora schivao; le trattative sono appena cominciate e dureranno contemporaneamente a Berlino ed a Parigi per qualche giorno. Ma poiché furono avviate su piede di reciproca concordia, dobbiamo credere che tutto potrà risolversi in bene. Tl-a 6'li altri giornali, il «Lokal Anzei- Ser "< clltì * i" v°ce di semi-ufficiosioj serive: colloquio che fu cominciato ieri 'r*1 l'ambasciatore francese ed il ministro tedesco degli Esteri nella villa di quest'ili- timo, deve naturalmente avere la sua continujziiuie porcili Kiderlen. in questi giorni, eontraccambièrà la visita di Cambon irei' la continuazione delle trattative. Ora, poiché i due diplomatici hanno deciso di conservare finora il silenzio suU'andamento delle loro trattative le notizie che veli¬ gono date con ampi particolari sulle avveunte combinazioni debbono essere accolte con la maggiore cautelai', Figuratevi che non mancano nemmeno giornali i quali, tra 1" tante probabilità, parlano anche di quella di una guerra, ma li rimbecca in un articolo di fondo la Guz- possa esservi diversità di vedute, eonelud ■ che tra questa diversità ed una guerra corre un lungo cammino. Bastano per convincersene le precise parole, che certamente ottennero il visto di Kiderlen Wueclitei* dolio il suo colloquiò: "il sincero desiderio di intendersi sopra le casuali differenze ». L'affare del Marocco è a questo punto per oggi. Ciò che si pensa al "Foreign Office,, Londra, 11. n:::tt no.» Sulla questione marocchina quest'oggi vengono pubblicate le seguenti osservazioni importantissime, e che certo sono dovute a persona tiene addentro nelle cose del Foreti/n Office-, ci Si apprende che in origine il governo ledesco ha espresso il parare che la questione del Marocco dovesse essere risolta dalla Germania, dalla Fraueia e dalla. Spagna, senza l'intervento deihi Gran Brettagna. Ma qui si intende in le conferenze eventuali che stanno per deci dere dell'avvenire di quella regione, e ci riferiamo all'accordo anglo-francese del 1901, secondo cui la Gran Brettagna ha seria- siella di Vms, che, pure ammettendo che vece che il ISegno Unito ha troppo grandi e vasti interessi al Marocco perchè possa slare senza lare sentire la propria voce al¬ governo inglese. L'asserzione, poi, che la Germania non deve avere alcuna voce iiel- mentc salvaguardato i propri diritti dando alla Francia nuovi poteri al Marocco. Certamente, la Germania consentirà nel contegno preso dóTla Gran Brettagna, contegno informato alle più pacifiche dispo sizioni, ma in pari tempo non mancante di energia. Il pericolo del momento, purtroppo, è nella Francia, la quale, forte dell'aiuto della (Iran Brettagna, può muovere reclami piò forti e più vivaci di quello che farebbe altrimenti. Pertanto, è di capitale importanza che la Gran Brettagna non si impegni di sostenere i reclami della Fi'ancia se non quando questi reclami siaTfo 'uTscussi dal governo francese e dal la questione marocchina 0 che le deve es.>ere lofio ogni permesso per intervenire nelle future soluzioni, è un punto pericoloso. !■!' verameiitff da sperare che il governi! hrJUannlcO 11011 entri in questo genere il; ri nsidi razioni, -eludere In Germaniii dal Tuurocco sarefoTie altrettanto assurdo (JUUlltiJ pi 1.■ 11 ■ i• ■ 1 ■- --li! dui ".Ini iiccii |josSU vi'iiiiv i:wh; -;i 11 ngl : i It ••ri. La questi')- no del Marocco eoncsisite rimerà Europa», i^-iifiy ChroiUck'i El ]Wokt*i giustifica l'Intervento francese e deplora quello tedesco » - Parlgi, 11, mattino. In seguilo agli ultimi incidenti sopravvenuti al -Marocco, il Tcnipx ha creduto utile domandare al ministro degli affari Estcri sceriffi uno El Mokry, come considerasse la situazione. El Mokri ha fatto le seguenti dichiarazioni: 'Sua Maestà il Sultano col concorso della «melialla» della Chaouija e con l'aiuto della Francia da lui reclamato nell'esercizio della sua sovranità e della sua indipendenza per portare soccorso a Fez, ha ristabilito l'ordine intorno alla capitale. Alcuni giornali continuano a dichiarare che la situazione non è siala mai grave a Fez e che la Francia ha cercato in un preteso pericolo un pretesto per mandare le sue truppe nella, capitale sceriffiana, L'ottimismo che si è potuto per un momento professare (ed io stesso non sono sfuggito a tale tentazione) non era basato che sopra l'ignoranza degli avvenimenti: mancando notizie da Fez era difficile immaginare quale fosse la esatta situazione. Ora, dacché il generale Moinnier ha sgombrato le strade ed ha ristabilito l'ordine, io ho ricevuto un rapporto da Sua Maestà il Sultano da cui appare con tutta evidenza che se le truppe francesi non fossero arrivale prontamente, un disastro sarebbe accaduto a Fez. Il pericolo che si è corso è stato grandissimo. Sua Maestà il Sultano si decise a fare appello alla Francia vedendo che la situazione cra realmente disperata. La città era assediala da ogni iato dai ribelli e mancava di munizioni, di denaro e di viveri; lo stalo d'animo delle truppe era abbattutisslmo. Perciò il Sultano non aveva più che due vie di uscita: capitolare dinnanzi ai fanatici o domandare soccorso alla Francia. Quest'ultima soluzione è stata scelta nell'interesse dei trono sccriffiano, degli stranieri residenti e della popolazione di Fez rimasta fedele. Si è potuto essere sorpresi all'estero di vedere alcuni stranieri residenti a Fez non condividere (ale modo di vedere e restare ottimisti anche durante l'assedio: ina la spiegazione di ciò è selli¬ sonGrmgltivmi mL'incapostbuquditvegotearpupantel'.gnlumMv plico: essi ignoravano la mancanza di de- i ¬ a - l o te o a i acotrniltesseccGninlechUTtrnam e di munizione che il Maghzen nascose pili a lungo che potè. "L'atto della Germania che ha mandato una nave da guerra ad Agadir — ha proseguito El Mokry — è ingiustificabile. Da una parte perché Agadir è un porto aperto al commercio, dall'altra parte perchè il paese si trova in una calma perfetta. Come rappresentante dei mio Sovrano mi limito a dichiarare che, se realmente (cosa che non credo) gli interessi europei fossero stati in pericolo ad Agadir, il governo sceriffiano avrebbe usato ogni mezzo per proteggerli. So che negoziali sono impegnali a proposito degli incidenti» di Agadir, Larrache e Elksar: non .voglio giudicare ciò: ma in modo generale ritengo che le trattative die possono aver luogo tra queste o quelle Potenze non potrebbero modificare l'atto del 1900. il quale rimane la base legale dei rapporti il»l Marocco eoi governi europei. La fierezza degli Zcminours Da I angeri il 'l'cnips riceve: » Notizie da idMcqiiinetz in data 2 corrente spiegano cosi i fatti che precedettero la spedizione con- ntro gli Zemmours. 11 generale Moinnier aveva convocato al suo campo alcuni emissari delle tribù Zemmours. Questi, dopo avere preso conoscenza delle condizioni a cui il Sultano consentirebbe ad accordare Vanitili (perdono) ed avere udito le esortazioni del generale Moinnier, risposero che le loro tribù erano abituate a ricevere sussidi dal Sultano, che imbavano per essere ,riconosciute, che non erano avvezze a pa- hgare contribuzioni di guerra, die non pò-1 filevano dunque accettare le condizioni lm-\QIiposte. Questa dichiarazione pose termine al colloquio e i delegati di Zemmours si ritirarono. Oneste tribù, d'altra parte, riuii lardarono a donforiiiare le disposizioni rivoluzionarie dei loro delegati e il giorno .'.-tesso attaccarono il generale Moinier, par(ito con la sua colonna. e e i o i - j , i 'i' ItrIpgnft '■ pId0 sciopero generale a Saragozza 'lSaragozza, In no::- Lo sciopero generale ò cominciato stumiine. l'ulto l'tìlciiiento operaio si astiene dal lavori La ctrola'/.ioiiH delle tranvie non è iui«i*-*olti la ira i ni tri 11 t tu non cessa di regnare. Quarantamila operai serrati a Stoccolma Stoccolma, 10 notte. SI è proclamata '.a serrata, corneale io anls •;i-, dello costruzioni. i z1 dhdsad

Persone citate: Cambon, Gambon, Mokry