Giudizio inedito

Giudizio inedito Giudizio inedito di Edmondo De Amicis sull'opera del Manzoni (Per tele/ono alla Stampa). Roma, 6. notte. Il barone Alberto Lumbroso pubblica nella» Tribuna uno scritto inedito di Edmondo De: rA«nicis sull'opera letteraria di Alessandro - r i , l e a v , - e 1 a a i a e a K o Manzoni. Edmondo De Amicis iscriveva: « Alessandro Manzoni empì con la sua figura ili nostro secolo letterario. Da centinaia di anni! non ci era più apparso in Italia uno scrittore' liei quale fossero in cosi larga misura e consi bella armonia congiunte l'immaginazione e la ragione, l'impeto poetico e la gravita del giudizio, l'ardimento del novatore e l'oculatezza del critico, la facoltà di commnoVPre e la potenza di persuadere. Animo proTondamente affettuoso, egli é nello stesso tempo maestra della ironia. Ardente e concitato nelle passioni e contemplatore freddo e* imparziale della storta: indagatore pertinace del passato, è svlsceratore paziente dei più astrusi problemi; è Infiammato di fede reli-; giosa e rivoluzionario In tutti i campi dell pensiero. E' nobile di casto e democratico nel cuore. Ha una profonda e squisita cultura classica e scrive per il popolo. Con ogpi suo lavoro e con ogni suo tentativo ha sollevato una grande questione: la questione del romanzo storico con un discorso in cui condannò il suo capolavoro; quella della dominazione longobarda con VAdelchi; quella della lingua italiana con la lettera a Carpnn. In tutte le forme ha dichiarato la. guerra all'estrinseco ori al convenzionale, al falso nol-' l'arte ed ha suscitato la poesia «tratta dal-1 l'intimo petto e dal cor profondo». I,a concordia del buon s^nso e della immaginazione,! la prosa semplice e logica, l'amore e la riJ cerca ostinata del vero, la polemica coscienziosa e nobile e la grandezza del suo ingegno1 fece apparir più grande con la nobilita im-; macolata della vita. Fu un nomo, un enrat-1 tere, un esempio. In tutta la sua lunghissima vita non si conosce una contraddizione. In novantanni non é uscita dalla sua penna! una sentenza avventata o una parola ingiu-i riosa. L'invidia e la calunnia non seppero da che parte morderlo. Color che misurano il patriottismo di uno scrittore dal numero delle pagine declamatorie che dedicò alla patria lo accusarono di essere fiacco patriota; ma l'innc* sul passaggio diM Ticino e II coro immortala della battaglia di Maclodio che tutta Ifaliai ha nelle labbra e nel cuore e che generarono! migliala di altre poesie patriottiche basta-I rono a difenderlo dall'accusa. Cattolico fer-1 vente, egli gioì di tutti 1 trionfi della rivoluzione italiana, approvò l'occupazione di Roma, fece parte del Senato, baciò in fronte il condottiero dei Mille, mori mandando un sa-» luto al Re d'Italia. « Fu detto che la morale dei Promessi Snosi era un consiglio di rassegnazione alla ùomù nazione straniera; ma non fu nulla di più! ingiusto. Era un consiglio ai cristiani di ras^ segnazione alle sventure private, non un consiglio ai patrioti di rassegnazione alla ìU rannla, che il Manzoni dipinge con I più tew ribili colori, ed alle miserie della patria sulle! quali ci fece fremer di pietà e di indigna-i zione. No, non fu tiepido ìfnlian.0. Egli fui caldo e grande italiano. Solamente egli rac-l chiudeva nel vasto cuore una pietà' di tutta" le sventure, uno sdegno di tutte le ingiustizie, una commiserazione confusa per lei stoltezze degli oppressori e per i dolori deglS oppressi, un amore pef l'umrmltà intera più! grande che l'amore di patria. Con tutto clò,i mi direte, il rsgno del Manzoni è passato. Ora, in Italia ui.'nltr:» forma di arte è sorta e florisee; i miscr •'denti del vostro nume, che erano prima in drappelli, ora sono in pser e d a Vi e a as a al tato. Noi vedremo Manzoni combattuto, dila-,1 niato e negato da miglia di voci. Che cosa a questo? E' o non vero, anzitutto? E' vcroj M abisogna intenderci. Per Manzoni è cessala l'idolatria, non l'ammirazione. Il suo nome non è scaduto, è discp.so da quella altézza di gloria quasi sovrumana a cui Io aveva sollevato l'entusiasmo, si ? fissato alla sua giusta altezza, dovp rimarrà immobile per sempre. Di questa discesa, non caduta lo cagioni sono due ed entrambi naturalissime l.a pTima riguarda lo spirito dell'opera del Manzoni, la seconda riguarda la forma. o«ni grande scrittore incarna un periodo della1 storia del suo paese durante il (piale perioda la sua gloria si mantiene all'apogeo. 11 Man* zom rappresenta quel movimento di ritorno che le prime generazioni di questo secolo fe+ cero verso le antiche credenze religiose rea' agendo contro lo scetticismo del secolo XVUE per stanchefca e terrore della rivoluzione! La rivoluzione nazionale italiana tenne nn3 cora viva per molti anni una sneèie di sentimenti poetico di religione sul quale con-1 tlnnò a reggersi altissima la gloria del Man> \' «"«psmo patriottico fu alimentatodalia fede. La maggior parte della genera-i SUSSI i?hf. fece. VIlÌ,,ia- se non e*a cattolica come 1 autore del Promessi Sposi, aveva nero ?«iC^.f"'?,clente mi*«cfsmo ber consentirà alli c^„ana f"a po,es,a religiosa nella anale SfiÌ«%s-P°2522? ?t»Ppndamente al vangelo la fW loffia umanitaria del passato secolo. ì ■ La nuova generazione invece, venuta su quando gli entusiasmi erano sopiti, in un periodo di risveglio degli studi critici e lunga tempo dopo che quel momento religioso nell principio del secolo era affatto cessato, noni conobbe, non poteva più riconoscere, naturalmente, nel Manzoni il Tappresentante del proprio tempo. Di qui il raffreddament»; Era inevitabile, era: logico che ciò avvenisse per ih Manzoni, come era avvenuto per il Chateaubriand e per il Lam'artine. il poeta ha ancor» una grande voce, ma non è più la sua voce, e per questo ci pare meno gfcinde. Lo studente, cne legge Renan e Strauss, non pianga più alle parole del cardinale Federico; la giova netta che studia fisiologia all'Università npm palpita più alle ultime strofe della Pentecoste* il ministro, che non osa nominare Dio nel discorso alla Camera, non osa neanche più dt fare in pubblico un'apologia appassionata dei1 famosi sposi. Il Manzoni è ora il poeta di un periodo trascorso della nostra storia nazionale. Questo per Lo spirito dell'opera sua. iMa anche la sua arte, per ciò che riguarda e :Ia Poesia, non è più conforme al gusto domin- nante : è una forma d'arte maturata, stata o I Portata da lui alla perfezione, dono il trionfo i-!nei,,a quale era inevitabile che un'altra se nei mi Iwol*es8e>. La costruzione delle sue strofe, il1 n-1 movimento melodico, il metro, la forma della a- «mllitudinl, tutta la tecnica poetica usata a, d°P° di lui da lina falange di poco valenti, abusata da una moltitudine di mediocri, ado- l perata ad esprimere l'entusiasmo forzato, e una fede moribonda e l'impeto stanco di affetti a non sentiti, tutto questo doveva invecchiare, - \ ed era anche naturalissimo che la nuova scuo< i j reagisse con ingiusta violenza contro quella d- ' rmdi Il a ul o na i r a oule a cui succedeva. Ciò è sempre" accaduto. Poielle il Carducci, diversissimo, per natura da animo e di Ingegno ed anche per indirizzo dt studi, dal Manzoni, non ammirava 11 Manzoni quanto i suoi più fanatici ammiratori e combatteva le loro esagerazioni, era da prevedersi che i suol seguaci si sarebbero spinti, coma fecero, al di là di lui ed avrebbero tentato di relegare il suo reale predecessore fra 1 poetidi secondo ordine. Noi vediamo ora ammiratori di Victor Hugo spezzare ai suoi piedi 1» statue di tutti gli altri grandi poeti dell» Francia. Ma tutto ciò non significa, come già dissi, che la gloria del Manzoni sia realmente scemata. Egli è rientrato nel cerchio ini cui tutti i grandi poeti rientrano dopo chiuso jl'periodo nel quale il fanatismo lo metteva at disopra delia critica, ed è ammirato, amato, discusse, studiato, paragonato, anche maltrat. tato come tutti gli altri sommi, ed è giustizia dire che uno dei più giusti giudizi dati di lui, dopo la sua morte, è quello che ne diede il Carducci, rintuzzando in opri tempo le Iperboli degli idolatri e le escandescenze dei deal, gratoii i.

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