Nell'attesa di un accordo

Nell'attesa di un accordo Nell'attesa di un accordo overno, eo, La decisione a sabato « lì vóto a domenica (Per telefono alla STAMPA) Le notizie da' >rna bI susseguono, senza assomigliarsiTTataia parava che Von. Bettolini avesse po&o 11 suo colpo al progetto sul monopolio Oj pieno consenso del Ministero. Ora si stfhe questo non ha ancora espresso il suo irere, sicché la proposta Bertolini sarebbièna, delle tante che si sono già avanzate d»iù parti per modificare 11 disegno di legga Ma l'importali, 11 punto au cui la vertenza si appassita tenendo viva l'opinione pubblica è queo: accetterà il Ministero degli emendameli al suo progetto così organici da alterne tutto il principio informatore, oppuref. terrà fede sino all'ultimo con fermezza sincerità? Parliamoci efe-ramente. Con le proposte Bertolini il pnetto Nitti pel monopolio statale delle oscurazioni sulla vita è fluito. Quegli eondamenti lo seppelliscono senza gli onori unebri. E' ;la mala morte ingloriosa. Poiché è Inutt arzigogolare pietosamente sul valore ;ci termini. Dichiarare all'articolo 1 —;<me fa la proposta Bertolini — un morpolio e mettervi subito a fianco gli altri ue articoli che lo restringono ai contrai non superiori alle L. 15 mila pei capitai, alle L. 1500 per le rendite vitalizie (preste ultime hanno un'importanza mulini), significa dar vita a un gualche cosa cb non è istituto libero, che non è monopòl", che ha gli inconvenienti di ambo 1 regio .senza i benefici dell'uno, nò dell'altro. 'Ode noi combattiamo apertamente questeibrida soluzione dal punto di vista giurid:o, sociale, economico e politico. Da! punto divista giuridico, col progetto di monopoli due concezioni — come già avevamo avvitito — si trovano nettamente di front L'una, quella del non intervento dello «tato, per cui, estendendosi l'antico concett giuridico, la proprietà privata si estendanon solo sui beni materiali presenti, ma epe speranze matematiche, sulle facoltà pésonali che si traducono in moneta. Lo Sito ha un solo dovere: di tutelare queste proprietà, non di intralciarle, qualunqe siano le conseguenze che dall'esercizio omesse possono derivare. Il libero gioco delj< attività singole aggiusta, a breve o lungo ridare, gli attriti. L'altra concezione, da noiaccolta, ritiene questa teorica esatta, ma vi apporta dei temperamenti. Quando la lil ra concorrenza non gioca, quando gli a riti sono gravi, quando la somma degli iteressi offesi può superare quella degli i eressi avvantaggiati, noi riteniamo utile intervento dello Stato, a cui riconosciamo in diritto superiore a quel. lo dei cittadi >. I Contro il n enopolio si era eretta in tutina la sua ri ;da logica la prima scuola, f-Noi lo comp • ndevamo : vi eravamo contrari nettamine, ma si discuteva con rispetto. Contri il diritto dei privati, degno di considerarne, elevavamo il diritto nuovo della collktività che si evolve, per un '.•.superiore intéesse sociale. Dove sarebbe con • le proposte Ertolini- questo superiore interesse sociale?Che resta ormai di esso? Caduto questo iilcro deve cadere, per logica necessità di' i jae, anche la tesi giuridica che vjt si appogg i. Ora di qut to interesse sociale nulla più rimarrebbe j;i progetto Nitti deformato. E noi passiamo .a darne la facile dimostrazione economea, Perchè il Mnistero e noi si sosteneva il monopolio sWale? Perchè, si diceva, l'indus$rfa delle assicurazioni sulla vita: a) è già un moiopolìo di fatto nelle mani di cinqu^, societ», private; b) da a queste società degli utili considerevoli; c) non esige macchinari<i mano d'opera, materie prime, -non au mette rivoluzioni tecniche e tfuin|d può essere senza pericolo assunta mffifctato; i) perchè, trattandosi di contratti a lunra scadenza, i privati sono moralmente meglio tutelati dallo Stato; e) perchè l'azienda poteva essere organizzata bene industrialmente, assumendo i migliori agenti-jdelli) Compagnie private; f) perchè, prendendo nelle sue mani tutto l'organismo induMmgto.j lo Stato poteva coprire le spese di uno! potente spinta alla previdenza popolare, ìi[ quale è, fra tutte, la più costosa. E anchp qui ci chiediamo': cosa resterebbe con gli emendamenti Bertolini di tutti quest: motivi? Lo Stato procede alla rovescio; Si assume in monopollo i contratti più minuti» quelli per cui l'organizzazione industriale1 è la più costosa, difficile, delicata, in cui le decadenze sono massima, e tutto questo togliendosi la possibilità di a vere per essi i funzionari adatti. Lascia per i contratti di valore guperiòre la concorrenza delle Compagnie, gravando però i contratti stessi di una imposta del 5 per conto, invece dell'I per cento oggi in vigore. E siccome alle Compagnie più forti lo Stato non sarà mai — nelle condizioni in cai volon tariamente si mette — in grado di fare la concorrenza, per la ragione perentoria ehe-| in questa industria le aziende giovani non riescono a battere le antiche, cosi l'unica conseguenza sarà quella di rincarare del 4 per cento ancora le gravissime tariffe odier ne. Il che non solo è in contrasto con tutta la più recente legislazione degli Stati civili, la quale tende ad esonerare d'imposta i redditi destinati alla previdenza, ma è vera mppvgziIusscadqfvpucacamgulttpgsdarfrlpsbcaGF.ARMCqnpc a e i a i e e r , n a e-| n a 4 r a , a mente iniquo. Perchè si tratta dì una imposta speciale, messa sulla sola categoria più benemerita del cittadini — quelli previdenti — a beneficio di un'altra categoria: gli operai che si Iscrivono alla Cassa Nazionale. E' l'allattamento artificiale di un Istituto rachitico, fatto con le forze vive di una parte della popolazione. L'iniquità esiste anche nei rapporti delle stesse Società che esercitano l'industria assicurativa. Perchè le Compagnie forestiere che funzionano nel Regno non avranno che a stipulare i contratti in Italia, ma stenderli all'estero per sfuggire all'imposta, e quindi rinunziare all'elevazione delle, tariffe. Nel qual caso le Società nazionali dovranno seguire l'esempio, sopportando di proprio l'imposta: ed essa si risolverà in un tributo sui profitti dei capitali nazionali, con esenzione speciale di quelli stranieri ! Si potrebbe osscrvaro che chi contrae una assicurazione superiore alle L. 15,000 è un capitalista, e quindi se anche le Società gli aumenteranno le tariffe non sarà un gran male. Ma l'osservazione — a parte ovvie ragioni di giustizia tributaria — non regge un istante. Chi si assicura non è mai di solito il possessore di capitali: per questo fortunato mortale l'assicurazione è un lusso inutile, poiché, morendo esso, seguita a vivere per la sua famiglia la fonte del reddito. Si garantisce invece contro le avversità della sorte il professionista puro, colui i cui redditi sono legati unicamente alla sua vita e alla saluta sua: in una parola, il proleta^ riato intellettuale. E non occorre davvero fare dei guadagni sbalorditivi per assicurare alle proprie famiglie, fino alle centomila lire di capitale. Vi ha di più. Il monopolio non entra neppure subito in azione. In concorrenza con lo Stato continuano a funzionare ancora per sei anni e pei contratti sino alle L. 15,000 quelle Società a cui il Governo crederà del caso di.dare questa concessione. Salta subito agli occhi di ognuno l'enormità dell'arbitrio. Quali sono le cause, le regole a cui si dovranno attenere i signori della burocrazia per concedere a talune Società, per negare a talune altre? Mistero. Ora ó bene si sappia che la. media dei contratti in corso è tutta inferiore alle L. 15,000. Oggi abbiamo circa 250,000 assi curati per L. 1,600,000,000 di capitali, trascurando le rendite vitalizie. Il valore medio dei contratti è quindi di L. 6500. Nel 1909 le Società seguenti avevano questi valori modi assicurati : Società K. delle polizze • Capitali assic. ccmsbmNmssp. sppddssmbvCsfcbpGenerali 31,939 L. 293,024,064 Fondiaria 26,644 » 162,9-46,701 .Adriatica 23,007 » 176,900,935 Milano 15,278 » 116,817,700 Reale 1U.212 ■> 125,551,017 Popolare 20,822 ■» 71,490,930 Mutua Italiana 4,779 » 18,556,399 Concordia 4,794 » 8,273,538 Citiamo tutte Società serie o solide, alle quali non si saprebbe proprio come potrebbe domani lo Stato negare la concessione. E allora che avverrà in questi sei anni? Le Compagnie, già così formidabilmente equipaggiate per tradizioni, clientela, organismo amministrativo e agenti affezionati e pratici, intensificheranno l'opera propria in guisa che il miserello istituto statale starà alla finestra a guardarle. E alla fine del sessennio, constatate le perdite e l'incapacità di esso ad un'opera di concorrenza in cui, nudo contro guerrieri catafratti, avrà avuto tutti gli svantaggi, lo si condannerà a marte. E gli avversari potranno parlare del disastro del principio del monopolio statale! L'articolo 1 ter di Bertolini è la fossa preparata all'erigendo edificio. Per seppellirlo meglio, lo si mette in condizione di perdere qualche milione per sei anni! E, come non bastasse, si aggrava la condizione di cose rinviando la discussione degli articoli del progetto a novembre. Il che significa lasciare per un altro semestre le condizioni degli assicurati, dei previdenti, delle Società e gli interessi formidabili che attorno ad esse si aggirano nella più disastrosa delle dubbiezze. E poi si accusano i sostenitori del monopolio di trascurare gli interessi dell'industria! Ma si è mai vista più cieca sovrapposizione della piccola politica di corridoio ai grandi e vitali interessi di un'industria? Non sarebbe patriottismo liquidare una posizione di questo genere anche a costo di ritardare per un mese i bagni di mare degli onorevoli rappresentanti del Paese? A questo pùnto noi ci domandiamo se tutto questo è Serio. Quando, prima ancora-j che si iniziasse la discussione, alcuni facevano invito al Ministero in genere é all'on. Nitti in particolare di ritirare il progetto di legge, noi rispondevamo: Queste proposte -non si fanno a degli uomini politici; non Si turba tutta un'industria, che ha cosi formidabili interessi bancari e quindi addentellati ih tutto il mondo capitalistico, per poi ritirarsi come nulla fosse. Certe proposte si studiano maturamente prima di presentarle, ma poi divengono caposaldo di tutta una orientazione politica. Su di esse si vince o si cade. E perciò demmo lode al Ministero Giolitti per la presentazione del progetto. T,e critiche mosse ad esso non scossero minimamente noi, tecnicamente preparati, e ci r piacque la magnifica lotta ostinatamente perniata attorno al principio e nella qual ugni partito poteva prendere posizione. . Con le proposte Bertolini, si avrebbe ii» capitombolo. Dalle vette dei principi si pre| cipita nella gora delle transazioni. Ma sic come, fortunatamente, l'argomento è mate matico, le transazioni danno vita a un mo, stricciattolo che noi 'auguriamo resti si bito soffocato. Lo ripetiamo oggi: non si disturba mondo degli affari por niente. Il progotto Nltti-Bertolini è meno che niente. Buttiamolo nella boccetta del naturalista e lasciamo almeno le cose come sono, se non si ha il coraggio di vincere o cadere sui proprii convincimenti. nzrttpglmcon un Intervista i ila li ISSI! Roma, 6, sera. . La giornata di tregua della discussione sul monopolio viene utilmente impiegata per trovare la formula di emendamento al progetto Nitti che possa essere la formula di pacificazione nella discussione che sarà domani ripresa alla Camera. Montecitorio si è quasi vuotato in seguito alla sospensione della seduta fino a venerdì. Moltissimi deputati sono partiti per ritornare sabato. Infatti, secondo ogni probabilità, dopo il voto, che sarà la consacrazione data dalla Camera al principio del monopolio di Stato sulle assicurazioni, la Camera delibererà forse, su proposta della Commissione accettata del Governo, di rinviare a novembre la discussione degli articoli. La Camera terrà forse anche seduta lunedì per discutere la legge per Roma ed altri disegni di legge di carattere urgente : quindi prenderà le vacanze. Queste sono le previsioni più accreditate a Montecitorio. Come si giungerà a tale epilogo dei lavori parlamentari? Ecco quanto mi è stato detto in proposito da uno dei più autorevoli componenti la Commissione parlamentare che esamina il progetto di logge Nitti. La Commissione parlamentare si riunirà domattina a Montecitorio. A questa riunione sono stati invitati gli onorevoli Giolitti e Nitti. Il presidente del Consiglio difficilmente potrà essere di ritorno a Roma prima di sabato mattina, perciò tmbllsdnstldfnctgmdc0 e e ? e n à l n à à e o a r e e e , i ù i a e e a-j e a i , i i e e i alla .seduta della Commissione mtervcrrà^forse solo 1 on. Nitti, il quale esporrà i pensiero del Governo sugli emendamenti1 concretati dalla Commissione. Quali saranno questi emendamenti? Certamente — aggiunse il commissario da, me interrogato — essi non riprodurranno gli emendamenti Bertolini, perchè la maggioranza della Commissione ha deciso di respingerli. Vi sono — continuò l'autorevole uomo politico — dei punti ancora ignorati della discussione avvenuta nella seconda seduta di ieri della Commissione parlamentare per il monopolio. Questi punti ignorati riguardano la confutazione fatta da alcuni dei commissari del contenuto degli emendamenti Bertolini. Tale confutazione si fece allorchè l'on. Bertolini intervenne alla seduta pomeridiana della Commissione per illustrare i propri emendamenti. Uno dei commissari che confutarono gli emendamenti Bertolini fu l'on. Abbiate, il quale affermò che i provvedimenti escogitati dal Bertolini sono inefficaci e vani e sconvolgono l'applicazione del monopolio di Stato sulle assicurazioni. Secondo l'on. Abbiate, le proposte Bertolini sono vane ed inefficaci, perchè la sopratassa del 5 per cento, Imposta per sei anni alle Compagnie di assicurazione operanti in Italia, non gioverà che alle Compagnie straniere di assicurazione, le quali, impiantando i loro uffici alla frontiera, a Modane, a Chiasso, a Lugano, ecc., opereranno senza pagamento di sopratassa, esercitando cosi una terribile concorrenza a danno delle Compagnie italiane e rendendo cosi nulli gli affari di queste ultime. L'on. Abbiate presenterà alla seduta di domarli della Commissione alcune proposte che concreterà oggi con l'on. Alessio. In un primo scambio di idee avvenuto nella Commissione — aggiunse il commissario interrogato — le proposte dell'onorevole Abbiate, concordate in massima con l'on. Alessio, ebbero l'approvazione della maggioranza della Commissione. Quindi è probabile che le proposte Abbiate diventino emendamenti, che la Commissione presenterà domani stesso all'on. Nitti, perchè dichiari il pensiero del Governo in proposito. , Le proposte Abbiate sono queste: l.o Respingere gli emendamenti Bertolini ; 2.o Accettare un periodo transitorio tra il vecchio ed il nuovo regirne in materia di assicurazione. Durante questo periodo transitorio, che avrebbe la durata di dieci anni, funzionerebbe il regime di libera concorrenza tra l'Istituto di Stato per le assicurazioni e le Compagnie di assicurazioni. Queste ultime però dovranno operare soltanto per polizze di importo superiore alle lire diecimila. Dopo i dieci anni del periodo transitorio funzionerebbe unicamente il regime di monopolio di Stato per le assicurazioni. Se il Governo accetterà gli emendamenti propósti dalla Commissione, essi saranno presentati alla Camera come concordati tra Governo e Commissione. In tale caso la battaglia potrebbe considerarsi finita. Se gli onorevoli Giolitti e Nitti non accetteranno gli emendamenti che saranno concretati domani dalla Commissione, questa li presenterà alla Camera come propri. La Commissione — terminò il persopaggio politico da me Interrogato — dovrà inoltre domani decidere sull'ordine del giorno presentato dall'on. Abbiate. Questo ordine del giorno suona ad un dipresso così : « La Camera, consacrando il principio infoi matore del progetto per il monopolio delle assicurazioni, rinvia a novèmbreTìadiscussione degli articoli del progetto ». Quest'ordine del giorno dovrebbe essereall'approva- proposto dalla Commissione zione della Camera. L'on. Giolitti, interrogato in proposito nella seduta di ieri dall'on. Abbiate, rispo-se che, dopo esaurita la discussione gene- !c ii» corso sul monopolio, si sarebbe vito se sarà il caso di rinviare la discussionfr degli articoli a novembre. La circostanza che il Governo non abbia dato ieri una risposta negativa, non abbia cioè affermato la necessità di andare fino in fondo a tutta la discussione della legge, lascia, comprendere che il rinvio a novembre del seguito della discussione rappresenterà l'epilogo accettato dal Governo e dalla Commissione e con entusiasmo dalla Camera. ' idGcGmsdcCitegneRoma, 6, notte. ItLa soluzione delle questioni parlamen- ' htari, che si connettono alla discussione sul smonòpolio delle assicurazioni, subisce una nbattuta eli arresto. Si annunzia, infatti che sl'on. Giolitti ha, telegrafato da. Torino al- Sl'on. Giovanelli, presidente della Commis- nsione parlamentare sul disegno di legge gdel monopolio, pregandolo che la riunio- gne fissata per venerdì, 7, sia rinviata a «sabato. L'on. Giolitti ha soggiunto che tari- nto desidera perchè vorrebbe, d'accordo con lla Commissione, esaminare i vari! etnen- 'danienti e decidere sulle dichiarazioni da cfarsi a tale riguardo alla Camera. La gior 'nata di domani rimarrebbe quindi perduta per la discussione del monopolio, poiché essa servirà soltanto a sbarazzare il terreno da un certo numero di ordini del giorno non ancora svolti e soltanto sabato si avrà la decisione del Governo sugli emendamenti che la Commissione si propone di presentare alla Camera. Pertanto, difficilmente, a meno che la discussione precipiti, si potrà avere sabato il voto poli¬ srltico che resterà~probabilmcnte rimandato a domenica. Data l'assenza dell'on. Giolit- ti è il rinvio della decisione della Commis- sionc, la seduta di domani passerà tran- quilta. Nella pomeridiana continuerà la discussione del monopolio, poiché vi sono ancora molti ordini del giorno da svolge- re. Ciò avverrà dinanzi a non molti de- mputati, perchè soltanto sabato si avrà la c« rentrée» dell'on. Giolitti. I ministeriali hanno espresso il timore di una sorpresa cda parte degli oppositori, i quali approfit-i cterebbero dell'assenza di Giolitti per fare lun buon colpo e compromettere sempre ;più la posizione del Ministero: preoccupa-'gzione assolutamente fuori di luogo, giac- che non sembra che gli oppositori pensino à fare imboscate di questo genere. jUn curioso incidente si minaccia per lai^eduta di dùmani mattiTia, seduta eonvo- j cata ierì sera air,lltlma ora dft una or. 1 o n a è è e o i o . a : o dinanza presidenziale. L'on. Cavagnari a-'vrebbe intenzione di protestare contro rar-!bitrio del presidente della Camera, che ha fissato l'ordine del giorno della, seduta, vio-;landò così le tassative disposizioni del regolamento. II presidente della Camera — dice il deputato di Rapallo — sa che in questa materia è giudice soltanto la Camera e non ha. facoltà di interpretare il desiderio dei colleghi. Un nuovo " Salvatore „ ? L'unica piccola novità del pomeriggio a Montecitorio, ove erano presenti ben po-| chi deputati, consiste in una voce da ri-I ferirsi a puro titolo di cronaca. Si diceva ! cioè che sta per entrare in scena un nuovo Salvatore, l'on. Vittorio Emanuele Orlan-I do. L'ex-guardasigilli dell'ultimo Ministe-i ro Giolitti avrebbe in sostanza il compito' di sostituire Rertolini mi vontn^inHi essere meno ost co all'Estrema di m,e ™ if?-, ° , 0 » 1 hstrema. j1.1 Tue1, che non sia il moderato veneto. Si dice che dall'on. Orlando partirebbe la proposta di: m&EES h°èrdi £ttVare a.n«ven*r« la discussione degli articoli, e si ricorda che egli in questi giorni ha avuto occasione di due ai suoi amici di essere favorevole'al principio del monopolio, di voler anche' votare la fiducia nel Gabinetto, ma di non approvare molti articoli della legge, specialmente quelli che sanciscono l'esclusione da ogni indennità alle Compagnie assicuratrici espropriate. Si è oercato oggi l'onorevole Oliando per chiedergli che cosa ci fosse di vero in queste voci ; ma l'onorevore Orlando era irreperibile. I giornali romani tornano in questa giornata di tregua su alcuni punti delle discussione. Ciò che dice l'organo socialista L'«Avanti!» nota che un accordo sopra una formula definitiva di emendamenti non sia facile. Infatti la Commissione è tutt'altro che di un parere, e gli onorevoli Ronnicelli e Cottafavi si sono affrettati a dichiararsi favorevoli agli emendamenti Bertolini. Il giornale socialista combatte ancora una volta questi emendamenti e combatte altresì fino a un certo punto la formula proposta alla Commissione dall'onorevole Alessio, formula che ha la probabilità di essere, insieme a quella affine proposta dall'on. Abbiate, accolta dalla Commissione. L'« Avanti ! » muove all'onorevole Alessio appunto di eclettismo per avere alla Commissione dichiarato che si doveva aver riguardo alle ragioni degli assicurati, delle Compagnie e del personale sostenendo perciò la necessità di uri periodo transitorio di dieci anni sulla base della cointeressenza dello Stato. Circa l'andamento della discussione il giornale socialista osserva che le difficoltà crescono in ragione degli emendamenti che si esco gitano, difficoltà che si fanno saltare fuori da ogni parte. L'« Avanti!» conclude: «Ai socialisti la cosa non fa specie. E' forse la prima volta che un Governo affronta la coalizione non più solo nazionale, ma internazionale di tutte le potenze del denaro, della finanza e del capitalismo sopra un disegno di monopolio. Esso non può non dare segno di esitazione, di incertezza, di imbarazzo in ragione della impreparazione spirituale de gli stessi suoi strumenti al cozzo formidabile. Solo i socialisti sono in grado per la loro preparazione marxista (on. Giolitti, è ancora Marx in soffitta?) di valutare, di a!approfondire il senso di questa lotta gran. I <"osa corpo a corpo col capitale e di come|prendere le reali difficoltà del Governo». Note di opposizione - o Il « Giornale d'Italia » crede di poter an- -jnunziare per sabato la «fuga ri.r>p-Hiva di -'Giolitti », facendo chiedere platonico di fiducia, il rinvio del seguito fic aggunge il giornale di opposizione — sa robbe il piano di quegli che fu, fino a. po chi giorni or sono, il dittatore, e che l'opposizione ha ridotto nella condizione di tentare continue fughe e di dire misere bugie. Naturalmente gli uomini della democrazia, così severi nel giudicare l'opera dei «giovani turchi», troveranno che le ritirate e le bugio di Giolitti sono altrettanti episodi degni di un grande uomo di Stato o concederanno al presidente del Con vinti e fedeli. Essi, del resto, sono i primi a riconoscere che del monopolio non ò più il caso di parlare e che non si tratta che di trovare il modo di far restare al potere Giolitti ». Il « Corriere d'Italia » parla degli errori commessi da Giolitti. Il primo errore di Giolitti sarebbe di aver portato alla Camera un progetto accetto ai radico-socialistl, il che ha finito per cjreare On partito di opposizione organico e. omogeneo che comprende Martini, Sonnino, Carmine, Comaggia, ecc. Secondo errore, di voler imporre alla Camera un progetto sbagliato, come quello deile assicurazioni. Terzo errore, la tattica seguita in oceasione degli emendamenti Bertolini e le dichiarazioni fatte dal Governo alla Commissione che esamina il monopolio. Il « Corriere d'Italia» afferma che «gli errori di Giolitti hanno condotto all'insuccesso completo d£l suo piano di Governo, perchè i risultati so no: monopolio ringoiato, gli amici dell'E strema Sinistra scontentati, gli amici di Sinistra offesi, una opposizione costìtuzio naie nata e cresciuta vigorosamente». I! giornale conclude osservando «che dieci giorni di discussione elevata hanno fatto «sciliare, a suggello dell'opinione determi natasi nel Paese, il pesante masso del par lnmentorismo opportunisti™ e amorale che 'a dittatura sembra aver circondato di un cappello di ferro. Il mjisso resiste e resi ' ste™ forse ancora, perchè è troppo radi rato nella nostra vita pubblica, ma anche l'averlo fatto oscillare è già qualche cosa». tiessi!!! iBlpi diplomatico rìsi sulla questiono del monopolio dTsigilo tutta la loro fiducia di ascari con-rAinterna, che sfugge completamente alle con scguènze diplomo fiche. Questi sono i termini modesti dell'Intervento straniero, confermati stamane dall'Ambasciata francese ». Ili giornata di Falìra in Olanda Visite e ricevimenti Amsterdam, 0, sera. Il presidente della Repubblica, Fallières, pri- Rema, 6, sera. La Tribuna smentisce la notizia pubblica ta "al Giornale dltalia eli un passo collet tlv° fatto da sette Stati alla Consulta per richiamare l'attenzione del Governo italia no sulla necessità di evitare gravi danni alle Società estere di assicurazione che la vorano nel nostro Paese, " Caso inai, — osserva la Tribuna — am messo pure che qualche osservazione ami chevole avesse potuto venir fatta, non po teva essere invocata una azione collettiva, che avrebbe assunto per forza di cose il i carattere di una pressione non amichevo le- hi Puo garantire nel modo più formale ;che nessun passo collettivo, o anche a 'gruppo, è stato fatto. Sta di fatto solameiv te clie taluni rappresentanti diplomatici, avendo ricevuto premuroso invito dai sin jKou interessati, hanno fatto presente al Go- iverno italiano singolarmente, come suole j accadere ovunque-in simili circostanze, 1 . reclami dei propri cittadini interessati. Sta 'anche 11 ,atto cne 11 Governo italiano ha !SemPre esplicitamente risposto ai singoli rappresentanti stranieri di considerare la ;J£?Se_ sul^monopoho come una questione | I ! I i ' nla dl lasclare l'AJa ha dichiarato al borgo mas,ro Jal,s«n che era estremamente commos, so per la brillante accoglienza fattagli dalla popolazione : Failières è stato rlcevuto stamane alle 10 dalfaKnl Sn&^taK con la Regina madre per un quarto d'ora e lo ha quindi presentato le persone del suo se'guito ' MlnnlisedcVTttidagpcclumdnltsllclczfmtsIurcppasdhmrvzmcesre a a i è i a i e e a e a r i e o a a n i a i n a , i . Alle il, Fallières, accompagnato dalla Regina e dal Principe, ha visitato gli stabilimenti per la lavorazione del diamante dei fratelli Asscher, che lavorarono il diamante CuTtlman », offerto dal Transvaal ad Edoardo VII. Fallières ha quindi visitato la casa di Rembrandt. Dna colazioni i bordo doli'"Edgard Quioet,, I brindisi Amsterdam, 6, notte. Fallières si è imbarcato, alle 12,30 sùUEdoard Quinet, in mezzo alle acclamazioni. Le due Regine e il principe Enrico soiio stati ricevuti a un'ora a colazione sulla nave ammiraglia. Vi assisteva il ministro degli esteri francese. Alla colazione Fallières dice alla regina come egli sia sensibile alte attenzioni di cui ella ha circondato i francesi e sensibile alle manifestaziontavsimpatia del popolo olandese. Fallières spera che la Regina verrà prossimamente a Parigi e reca un brindisi alle due regine ed al aprincipe.- iLa Regina ha ringraziato Fallières delle sue parole ed ha aggiunto: « \o sarei felice di ren- dervi ia visita a Parigi e ripetervi il prezioso ricordo che noi manterremo della vostra visi-ta e rinnovarvi rassicurazione dei sentimèmi di amicizia che il mio popolo sente per la Fran-eia. Io bevo, signor Prendente, alla vostra sa- Iute, aita vostra' felicità e alla prosperità dellaFrancia». Dopo la colazione la Regina, a braccio del Presidente, ha visitato l'Edgard Quinet, pòi le due regine ed 11 principe reale lasciano'la nave e ritornano alla nave olandese Ileem- skerck. ove il Presidente lo segue. Dopo i saluti cordiali, il Presidente ritorna all'Bd- gard Quinet. La partenza Alle 0 la squadra francese è pronta a partire. Gli ultimi colpi di cannone sono scambiati con le navi olandési e con le batterie di terra, e alle 7 è dato l'ordine di partire. Il Glaivc prende la testa e la squadra si avvia per il canale del Nord, la folla, stipata sul (/uni e sulle navi ancorato nel porto, emetto gli ultimi urrah! e saluta tutte le navi francesi al grido di: « Viva la Francia'! » La squadra marcerà a venti nodi e sarà domani mattina, verso le 6, a DunqueHjue. - i Il nooio capo-gabioitto dal Ministero dagli ester Roma, 6, sera. Il marchese Della Torrétte, consigliere a Pietroburgo, ha assunto la funzione eli capogabinetto al Ministero degli esteri, iw sostituzione di Fascetta, ministro a l'.ir.ir-.... i! quale ergi unto U sua residenza.