Le interrogazioni sull'incidente di Agadir

Le interrogazioni sull'incidente di Agadir Le interrogazioni sull'incidente di Agadir La Camera, dopo una seduta agitata, rinvia i suoi lavori a domani pel nuovo latto di Casa Savoia (Per filo dlrcf.o e per telefono alla Stampa) a a Rema, 5, sera, Presidenza del Vice-presidente Carmine. La seduta antimeridiana cominci» alle 10.5. Si discute 11 disonno di legge: Istituzione eli corsi magistrali nei Comuni sedi di, alnna-ìi isolali. ■ CRBDVRO, ministro della pubblica istruzio ne. dichiara che farà oggetto dlshidilo l'ordine del giorno dell'on. Bianchi quando isi discuterti la riforma delle scuole normali. Sola, che a.t. a tualmonfte le scuole normali non possono da 1re .tanti maestri quanti ne occorrono per prov v°d6re alla legge su 11'f rosegli aanento elomen l,arei °?de una cr,sl mostrale, a cui è ur Kente di Provvedere. Dichiara esser stato sem tM ,avorevolc mjdtà d6lb(J scuole ]llisle ml ire .lanU maestri quanti ne occorrono per prov ■ ^2Le^-^la.,^^*S■--?uH1^5$ffJ?fn*P^„«^'Sm.,?^" , ma soggiunse che la crisi magistrato è un fenomeno che non è Illimitato all'Italia, e che non si può riftirtare un qualsiasi esperimento per tentare di risolverla, tanto più quando l'esperimento è «riA accettato nei pacai più civili del ^non"°- Difende le disposizioni del disegno di ììeSSe. che attribuisce ai ginnasi una funzione nuova, àaXj& ouaJe 6, atlen<le notevole bene fleto per la ecuoia «sementare, specie se dopo 1 primi buon'i risultati dell'esperienza sari ;Possibile estenderne l'applicazione. {Vive ap\\pronazioni). a! 11 disegnc al Sui casi del Marocco liseKiio di legge è approvato. La seduta termina alle 12,95. La seduta pomeridiana comincia alle 14,35. Il caldo soffocante e la grave situazione politica renoono oggi convulsionario l'ambiente i01 Montecitorio. L'aula ed i corridoi presen tano la tìsiononua delle grandi giornate di ™^?1»»; Questione del monopolio è i RPTTinT'O in ni<imn Iman In c risi -r-i vi lin^.i >>1.Ann É sempre in prima linea. In seconda linea viene la questione della politica estera, che minaccia di far esploderò la Camera in una manifestazione di malcontento. L'aula è affollatissima fin dal principio della seduta. I deputati presenti sono circa, 400, La Camera si la attentissima allorchè comincia lo svolgimento delle quattro interrogazioni degli onorevoli Galli Roberto, Lucifero, Basllni e Pala al ministro degli esteri per sapere come giudichi l'invio della nave da guerra germanica Panthcr ad' Agadir, e quale ritenga possa essere 'a conseguenza di questo atto. Dichiarazione dell'on. Di Scalea DI SCALEA, sottosegretario agli esteri, rispondendo alle Interrogazioni degli onorevoli Galli, Lucifero, Baslini e Pala, circa linvio di una nave tedesca da guerra ad Agadir, nel Marocco, dichiara che non ha avuto luogo alcuno sbarco di truppe tedesche ad Agadir. Il Governo germanico ci ha comunicato che le Case tedesche che hanno affari nel Marocco meridionale, specialmente ad Agadir e nei dintorni, sono inquiete a causa di un'agitazione fra le tribù della regione, che sembra provocata dagli ultimi avvenimenti in altre parti del paese. Questo Case tedesche si sono rivolte al Governo imperlale, chiedendo protezione per la vita e per la proprietà. Dietro loro domanda, il Governo tedesco "na deciso di inviare al porto di Agadir una nave da guerra per prestare, in caso di bisogno, aiuto e soccorso al suoi sudditi e protetti, come pure ai considerevoli interessi tedeschi impegnati nelle suddette regioni. Appena lo stato delle cose al Marocco sarà ritornato alla calma precedente, la nave incaricata di questa missione dovrà, lasciare il porto di Agadir. {Vìvi commenti). Replica l'on. Galli Sorgono quindi a replicare in mezzo al silenzio delta Camera gli interroganti. Il primo è l'on. ROBERTO GALLI, il quale dice: Non posso dichiararmi soddisfatto della risposta del Governo. Sono meravigliato che il sottosegretario agli esteri abbia letto dichiarazioni le quali hanno fatto apprendere alla Camera assai meno di quanto essa -sapesse dai giornali di ieri sera e di stamane. Non sono soddisfatto anche per un'altra ragione; perchè io avevo creduto che il Ministro degli esteri avrebbe preso occasione da questa interrogazione per chiarire la situazione. Io avrei desiderato che i deputati, 1 quali chiedevano al Governo ciò che pensasse dell'invio della nave da guerra Panllirr ad Agadir, il Ministro degli Esteri avesse risposto che gli interessi dell'Italia nulla avevano da temere dall'atto compiuto dalla Germania. Per conto mio ritengo che aveva ragione 11 giornalista francese H. Jaures quando diceva che In Francia non doveva ingerirsi nella questione del Marocco. Per quanto riguarda l'Italia, noi stiamo, pur' :'oppo, scontando gli errori dei nostri ministri ;gll esteri. {Rumori, comincimi. Quando nel dopo le baratterie diplomatiche, avvenute tra Inghilterra e Germania parve distrutto l'equilibrio del Mediterraneo, apparve chiaramente il pericolo che il -Mediterraneo sarebbe diventato un lago francese. Questo pericolo si è avverato in seguito agli errori commessi dai mi it.lMri degli Èsteri di Spagna e di Italia. (Rumo K' commenti). SI. ,1 ministro spagnuolo Maura frt ^^^^1^^TS^T& M? Spagna e l'Italia aggiogando ; destini delle ld"e nazioni al destino della Francia, Fu a,!lorJ che Guglielmo II si reco a Tangeri e Proclamò Iindipendenza del Marocco. L'Ini ; Paratore di Germania agi nell Interesse del sto Popolo e venne la Conferenza di Algesiras, la quale però non rappresentò che un freno mo. inentaneo. perchè Spagna ed Italia non seppero ; mantenere il posto segnalo per i loro interessi, \{Uumori). I GALLI : — SI, la Spagna e l'Italia fecero cojme il pazzo ohe «delle vesti che gii brucia ad dosso folleggia e ride». {Rumori e commenti). La Francia invece fu tenace a profittò della circostanza. La risposta che io mi attendevo dal 'Governo, (riguardava questi punti: L'azione ideila Germania ad Agadir era improvvisa o pre j meditata ? quanto rimarrà la nave germanica ; panther ad Agadir? quale è lo scopo delia Germania con l'invio della Panthcr ad Agadir? La mossa ora compiuta dal Governo germanico 'non puo davvero dirsi improvvisa. Fin dal mo ge scors0 j giornali ufficiosi della Germania av. venivano che il Governo germanico non a webbe lasciato senza risposta l'azione lnvaidem> dc!Ia Francia al Marocco. Quindi si itti:pone evidente la domanda: quale è lo scopo dell'invio della nave tedesca ad Agadir? i ,SS ,7<P£"'J&% 8i rU50rdl ?he I sia-in?t",1 tema„d'ni^lT^fJ^r» .i r™«.n„ « GALLI. - Io volevo chiedere al Governo se i ritenga utile, oppure darmoso alMtolia la mos;6", del Governo germanico. Purtroppo, dato il silenzio del sottosegretario awlii esteri, la ri¬ 1 sposta viene da se: 1 azione detlltoja al Ma ™?co è Perfettamente coerente a tutta la po?1*'0.8 estera dtìl Ministero attualo! Dati Albania ? Irmeli, al Marocco, manco, completamente W tutela degli interessi dell Italia. Cosicché '"01 dovremo sempre attendere 1 aiuto degli al w- Continui, I on. Di .San Giuliano, la poMUcn attuate: essa nero non darà gloria nè a lui, nè all'Italia {Approvazioni; commenti). «« Sit!iJi7Ìan<> umilian(f> l OIIHKHBB umiliarne „ Prendo la parola il secondo degli interr.) ganti, on. LUCIFEllu. Egli dice: . —E' umiliante elle la Camera italiana a scotti in silenzio, senza insorsero contro il Governo, discorsi come quello pronunciato te stè d-all'on. Roberto Galli. Sarebbe bone che J argomenti coiiik questi venissero itrattati con tutta l'ampiezza che essi 'meritano. Per conto mio, ini dichiaro ■insoddisfaito, e rinunziò a -trattare, in queste condizioni, argomenti di . tanta gravila. : Paria quindi iì terzo interrogante, on. BAjSLlNl. dicendo: — La mia interrogazione era formulata in termini molto nre.ci'si : desideravo sapere conio il ministro degli esteri giudichi lo sbarco di truppe germaniche ad Agadir {Rumori; inler ruzioni). loci a Sinistra: — Ma non vi fu sbarco; lo ha dichiarato testé il Governo, i BASLINI. — Sta bene. Sbarco non vi fu; su 1 questo punto sono soddisfatto; ma la mia ili terrosazione riguardava un secondo punto, .cioè le conseguenze che l'atto compiuto dalla Germania potrebbero avere iRumori/. 1 Y-»ci: — ChiediUiCto alla Germania. BASLINI. — Il sottosegretario agli esteri dirà che non ha mezzi iper giudicare «tolte consoguonze di quest'atto; senonchè ti passato può benissimo indicare al Governo quale sarà la condotta avvenire della Germania. VALLI EUGENIO, interrompendo : — M.a questa e una materia delicatissima, che non sd può trattare in una discussione improvvisata. PRESIDENTE. — Questa non è malteria da interrogazione. BASLINI. — Dal momento che il prcisider.te non vuole che io prosegua, rinunziò a paritarie, e converto la mia .interrogazione in :nterocllanza {tiravo! a Destra). " E' soddisfatto ! „ .PALA, Ultimo degli iiKterrogainti, dice: — Contrariamente ai miei colleglli, io mi dichiaro soddisfatto, perchè ia rtepoeta del Governo è conforme a quanto avevo chiesto. 16 invocavo poi dal Governo una risposta circa l'adempimento dei patti conclusi alla Conferenza di Ateesiras. Orbene, onclie dalla risposto del Governo lo mi convinco che gili accordi intervenuti ad Algesiras non esistono più per la Francia, non esistono più per la Spagna, non eaistono più >per la Germania; infatti, nonostante gli accordi di Algesiras, la cannoniera germanica Panther è stato inviata od Agadtr. La Conferenza di Algesiras è dunque un oggetto da Arcadia. La questione in tutto questo è se l'Italia faccia o no brutta figura. PRESiiDENTE : — Ala lasciamo andare, 1 cinque minuti sono passati. PALA: — Certi tasti è meglio non toccarli; io mi ripeto soddisfatto della risposta del Governo. * Il monopolio Alle 15,30 viene ripresa la discussione sul monopolio deKe assicurazioni. L'aula ha un aspetto imponente; i deputati sono tanti die una parte di essi non riesce a trovar .posto. Le tribune sono spaventosamente gremite, compresa quella dei senatori e dei diplomatici. Al banco del Governo hanno preso posto gli on. Giolitti e Nitti e quasi tutti gli altri ministri. Quando l'onorevule Nitti prende posto al banco del Governo, è accolto da un grande urlo della Camera; questo urlo attesta meglio di qualunque' commento gli umori dell'assemblea. L'on. Nitti prende la cosa con molta filosofia e si inchina sorridendo. Il primo ordine del giorno da svolgersi oggi è quello dell'on. Pinchia cosi concepito: L'ordine del giorno Pinchia t La Camera, consentendo nella politica del Governo, passa aWa discussione degli articoli ». In presenza di nuove proposte die sono state presentate, attende di conoscere il pensiero del Governo. Si riserva di fare una dichiarazione di voto. Voci: Ai votil Ai voti! L'on. .PINCHIA conclude dicendo: Saranno mantenuti I concetti che ispirano il mio ordine del giorno? Me lo auguro, e mi auguro sopratutto che con questa discussione si esca per la porta trionfale della sincerità. {Applausi clamorosi). Vento di bufera Segue l'on. CANDIANI. Il deputato milanese, che appartiene al gruppo dei giovani turchi, si propone di svolgere il seguente ordine del giorno : « La Camera, ritenuto che il disegno di legge sul monopolio delle assicurazioni, oltre ad esseife errato nei concetti' economici e giuridici che lo hanno inspirato^ non. risolve affatto la questione delle pensioni operaie; questione che non in forma diretta e dribbla assai nell'effetto,ma in forma diretta dev'essere portata al Parlamento; ritenuto che detto progetto segnerebbe l'inizio di una politica economica pericolosa al Paese, passa all'ordine del giorno ». Ma appena l'on, Candiani comincia a parlare, è accolto da un urlo colossale che parte dall'Estrema Sinistra, dove si grida: «Ai votil Ai voti! ». Il baccano è cosi grande che l'oratore incrocia le braccia ed attende pazientemente che la bufera si calmi: ma la tempesta continua sempre più forte; dall/Estrema si grida: E' tempo di finirla con i giovani turchi! Abbiamo pazientato abbastanza! I due questori on. Podestà e Visocchi vengono inviati dal presidente all'Estrema Sinistra per calmare gli animi, ma ogni esortazione riesco inutile. Candiani investito dall'Estrema EUGENIO CHIESA, repubblicano, protesta ed urla a Candiani : — Questo monopolio è disastroso finanziariamente e moralmente, ma voi rovinate l'Opposizione. L'Estrema fa coro gridando: — Si. basta, basta, finiamola! CANDIANI. rivolto a coloro che rumoreggiano: — E' inutile che rumoreggiate; parlerò ad ogni cosio, malgrado voi. {Applausi a Destra). CHIESA, rivolto a Candiani: — Non potete parlare voi che siete screditato e screditate anche l'Opposizione. CANDIANI, rivolto a Chiesa: — Che cosa dite? Parlate chiaro! CHIESA — Parlo chiarissimo 1 FERRI GIACOMO, rivolto a Candiani — Centomila lire! centomila lire! Si dice che con queste parole l'on. Ferri Giacomo alluda al fallimento di una Società di cui l'on. Candiani faceva parte. L'on. Candiani. urlando, acceso in volto, rivolgendosi all'on. Ferri, dice : — Non permeilo a lei di parlare cosi; non ammetto insinuazioni ! Dall'Estrema si risponde strillando: — Ma che insinuazioni? è la verità! state zitto! farete meglio! I Giovani Turchi replicano da Destra e gridano alla loro volta verso l'Estrema : — Ascari! buffoni! pagliacci! rispettate le coscienze oneste! II baccano è cosi grande che il Presidente si copre e sospende la seduta esclamando:— Questa non è più Camera; è una piazza. {Ilarità). Poco dopo il vice-presidente on. GIRARDI rieiitr- e riapre la sedute dicendo, rivolto all'Estrema : — Protesto contro il contegno di quella parte della Cimerà. Ella, on. Candiani, prosegua il suo discorso. Candiani. appena accenna a voler parlar», è interrotto dall'Estrema Sinistra. L'on.JiHIESA, appena l'ori. Candiani riprende le cartelle, por proseguire il suo discorso, _ esclama, fra i rumori universali: — Non può,smslerissstacpansbhStissfscpvlvvlnprzvtcdninrcdftevnzgèslesccfsirCprvdectndlmsdicpbi cnnmcrclerfdnsdlefictrvqndddtenGsbdnrccccpcparlare chi è screditato! GIACOMO FERRI — Si, voi slete interessato, e Silvio Crespi lo sa. CANDIANI. a gran voce, esclama: — Io non perincito assolutamente a nessuno delle insinuazioni a mio riguardo. Io protesto contro certe insinuazioni. lilialmente un breve periodo di tregua vreno accordato all'ori. CYNDIANI. il quale può riprendere il suo discorso, che dice di limitare però a brevi considerazioni contro il monopolio. CANDIANI. — lo. riprendendo, dico che so che qui e fuori d: qui io posso tenore la testa assolutamente alta! Voci; — Non unito! '.Rumori ed urla dui banchi di Estrema Sinistra). limante l'on. Basimi, 'mentre l'on. Candiani continua a parlare in mozzo ai rumori generali, va dH'EstroiiKi Sinistra, a sedere vicino all'on. He t'elice. L'on. liclirwiui ed altri <ippkuidono al gesto dell'on. Baslini, il quale, viceversa, >i è rocato all'Estrema Sinistra soto por domandare- qualche in formazione a qualche collega di uueila parte della Cannerà. Dali'K.-nv:ii:i Sinistra, rivolti all'on. Micheli, si grida ; -- Venite una anche voi. venite qua! Mi l'on. Micheli dai bandi; della Destra, dove si trovo, fa cenno di no colia mano, sorritiehdo. L'on DE FELICE, ad un corto punto, interrompendo Candiani, che parla non ascoltato, perchè è impossibile sentire quel che dice per gli enormi rumori che sorgono da ogni parte dolla Camera, dice: — Ripeta un po l'ultimo periodo, che n^n dsnsdsfdgdrrMtsgrtlsGseGvdpucgnpd _ sto va bene, ina quando i deputati ed i ministri ho capito bene {Ilarità vivissima. Gli urli continuano ad anni periodo del discorso Candiani, aceompaunati da rumori indefinibili). II presidente scampanella quasi continuamonte, ma la calma non ritorna. AMo 16,10 l'oratore termina di parlare, con un Oh! di soddisfazione, che parto sonoro dai banchi della Estrema Sinistra. Parla Barzilai Alla Destra ed al Centro invece si applaude; ma il silenzio si riistabiiliisc-e conno pei' incanto quando il PRESIDENTE dà la parola all'on. Barzilai, che deve parlare per una dichlaro.zione di voto del .gruppo repubblicano par-laimentarc. L'on. BARZILAI, in mezzo al silenzio generale, dice: — lo veramente dovrei dichiarare alla Camera che dal principio di questa discussione avevo deliberato di r.on ipartare, e vidi ieri spezzata per me la .Unoa .politica di un discorso parlamentare. Di più, d'antica, cortese consuetudine con l'on. Nitti, col quale non ho c- <nti correnti di parole pungenti, mi avrebbe persuaso a rimanere volentieri in silenzio. Ma la chiarezza della situazione parve scomparire e ci parve che la confusione dovesse tornare regolarmente ad imperare {Ilarità). • « Parve che l'on. .Nitti si mettesse in una insanabile contraddizione fra le sue idee esposte da professore dalla cattedra, e le idee esposte dalla tribuna .parlamentare. Il mio discorso si svolge, onorevoli oolleght, hi una situazióne difficilissima; noi non sappiamo fino a questo momento quali sono i nostri alleati, contro chi dobbiamo combattere: 1.1 fatto cho proprio ieri il mio amico on. Meschini voleva ad ogni costo un differimento della discussione, mi mette nella condizione di dover riconoscere in me ed in molti miei colleglli una dubbiezza straordinaria sul da farsi. L'on. /Vitti ha rievocato nel suo discorso San Sebastiano. San Sebastiano nella Corte di Diocleziano fu toccato dalla grazia {ilarità, vivissima}, depose il grande arco nelle mani del soldati e diventò soldato dieJla fe.de; ma San Sebasti ano è passato senza scottarsi sui carboni ardenti, e v.i fu un Diocliezio.no bonario, conio potrebbe esserio l'on. Carlo Ferraris {ilarità vivissima), che gli chiese se volesse Immolare gli idoli pagani, e gli fece domandare daig.11 arcieri se volesse pass'aro fra i beati, oppure riprendere le assise del soldato romano. IL "CARTELLONE TEATRALE, NITTI. — lo .passerei fra i beati {Ilarità, vivissima/. BARZILAI. — Ma nasciamo la storia; attraversiamo un periodo di grandi oscillazioni: l'on. Giolitti, il giorno stesso in cui abbandonò il .potere, due. anni .Ha, iad una sola co9a pensava: a riassumere .il patere; pensava a riassumere 11 potere, ma in determinate condizioni, ed a quelli che parlavano di improvvise idee sorte nelt'on. Giolitti per essersi scelto la compagnia della quale fa parte adesso e con la quale si è presentato alla Cannerà, io dicevo fluori di qui che non era quella delironore.vole Giolitti una idea improvvisa, ma una idea lungamente pensata. Durante l'attesa l'onorevole Giolitti pensò alla compaginia ed al repertorio. Giolitti voleva tornare al Governo con questo programma dialfle pensioni operaie, del monopolio delle assicurazioni e di una riforma tributaria. Poi si accorse che la riforma tributaria costava troppo, è scelse la riforma elettorale, cine "è" mólto più economica {Ilarità vivissima). Un nostro collega doveva entrare nel Gabinetto per poter portare quelle tendenze specifiche che si oonfacevano a tale programma. Il cartellone era già .preparato, e vi èra scritto sopra Monopolio, ovvero le pensioni operaie. Non vi spaventate, onorevoli colleglli., perchè quel sottotitolo era uno dei soliti sottotito.li.doUe grandi commedie a sensazione, che molto volte non hanno n.tilla a che vedere con la materia detto commedia eh* si.raruprefinta {ilarità, (icncralc). ima per ungioni di vestiario, sulle quali adesso non è opportuno insistere (ilarità vivissima) quel nostro autorevole collega non entrò a far parie della Compagnia: ma artisti illustri, di cartello, pronti a farsi scritturare, ci sono sempre (ilarità vivissima), e fra questi ve ne era imo giovane assai, che aveva un ipansato di studioso e di uomo .politico non inglorioso. Ma .l'on Nitti era l'uomo che poteva sostituire in quell'ufficio l'on. Bissolati.? Simoni, .fu rinfacciato da tutti -a N'ititi, in questi giorni. 4a contmiddizione della forma su alcune affermazioni riguardanti 11 monopollo; io non credo che sia quello il maggior errore da potersi attribuire al ministro di agricoltura, Ci sono altre occasioni, neite quali ejjj.i più recentemente si è dimostrato in .perfetto 'anta.Kon.ismo con le sue idee e con se stesso. Nel suo discorso pronunciato recentcimento sul caro viveri, egli rappresentò quasi una espressione della grande borghesia italiana, e l'on. Nitti disse allora che i migliori uomini nostri snno gli Industriali cid i commercianti. Apparve che in quel giorno i .socialisti avessero trovato il loro terribile nemico. Dissi che Giolitti, secondo gli antichi sistemi, avrebbe mutato da destra a sinistra e viceversa. Ella aveva questo nel suo passato, onorevole Nitti. ed aveva qualche cosa di più preciso. Ho letto i suoi volumi ohe forse non ha letto l'on. Giolitti mai. (L'on. Giolitti ride. Ilarità vivissima). E — continua Barzilai — ho fatto dei raffronti fra quello che l'uomo dettava dalla cattedra e quello che l'uomo polii'co sosteneva al Parlamento. Dalla cattedra 'Hiceva ai suoi allievi: «Non fatevi avvocati», fatevi industriali, fatevi trafficanti, perchè sono queste le sole persone rispettabili ». Voi, on. Nitti, raffiguravate Roma ad una specie di Bisanzio in cui metà dei cittadini servivano lo Staio e l'altra metà vivevano a carico dello -Stato. (Ilarilà vivissima). Voi dicevate: «Non escludo che questo istato possa, essere il nio'iopoilzzntore naturale delle strade e del'e ferrovie, non escludo che possa assumere nuovi monopoli, ma debbono essere assunti in cond!zioni precise e debbono essere monopoli assoluti. (Rumori, interruzioni). Voi foste, on. Nitti. il più acerrimo nemico del meccanismo Piaggio e foste contro Giolitti proprio (piando il Presidente del Consiglio attuale compieva uno dei suoi più nobili atti, perchè Giolitti voleva allora rompere davvero un terribile monopolio creatosi a danno dello Stalo. (Applausi a Dcsra ed al Centro,rumori: commenti). NITTI : — Ouar.do le persone, che l'avevano combattuto prima lo portarono qui, io però lo comb.vtei ancora. BARZILAI: — Ma slamo perfoltamn:ite d'accòrdo. Ella è imparziale, ella combatte sempre, combatterebbe anche adesso. (Ilarità vivissima). ■Le sirprf.se di Giolitti Miti aveva detto (continua Barzilai) : io ho paura dei ministri che studiano e dei doputati che hanno una opinione. In linea generale quo debbono formarsi una nuova opinione, è meglio studiare (ilarità generali); io sono stalo 10 giorni su questi banchi senza .mai interrompere: senza mai parlare guardando la faccia aperta dell'on. Giolitti, od io scorgevo uri fenomeno singolare : la faccia dell'on. Giolitti da ogni affermazione dei vari oratori, che si sono succe duti, passava di sorpresa in sorpresa. (Ilarità generale), lì sorprese erano delle cose che si dicevano anche per Nitti, per Nitti però che le risolveva in un elegante sorriso, (ilarità generale). Per esempio, fu domandato aH'on. Nitti: Ma quanto renderà questo monopolio allo .Stato? Oh! risposo l'on. -Nitti stringendosi nelle spaile, questo è un ufficio da barbanera. (Ilarità generale). E gli fu ripetuto: Ma quanto costerà? E Nitti di rimando: — Heh! faremo una tabella e poi la (pubblicheremo. (Ilarità genera le). Crespi insistette per tre volte per avere l'assicurazione che le polizze fossero garantite dal Governo e l'on. Nidi il primo giorno non risponde, ma il giorno dopo viene alla Camera e dico: Evidentemente lo Stato garantirà Guardate, on. Nitti, esclama l'on. Barzilai l'ir volto verso il banco del Govèrno, io le potrei dimostrare che queir « evidentemente » era il prodotto dì un Consiglio dei .ministri. (Scof/pia una irrefrenabile ilarità su tutu i banchi). ii. lato internazionale. Calmati i rumori, l'on, Barzilai riprende con calma: — Ma oltre a tulle queste ragioni, un'altra ve ne è stata nuovissima; io non sarò certo quegli che vi consiglierà la prudenza eccessiva nei riguardi di altri Stati di Europa, ì quali abbiano da proteggere le r loro Compagnie di assicurazioni; io non creda che noi siamo obbligati ad altri Stati europei poiché non ci hanno mai fatto troppe cortesie; ma questo problema non era solo un problema legale. Badate bene, onorevoli colleglli, che io non divido l'opinione di coloro i (piali sostengono che il Governo debba indennizare le Compagnie perchè 68 noi partissimo dal concetto che uno Stato, avocando a sè la gestione di una qualsiasi azienda o proibendo l'azienda stessa, debba indennizzare coloro dia questa azienda esercitavano verremmo all'assurdo giuridico che lo Stato attualmente si troverebbe nella necessita di indennizzare, dopo l'abolizione delle ruulcttes meccaniche, coloro i quali di queste roulcttes facevano un commercio. (Applausi; ilarità generale). Ma gli interessi ed i rapporti fra le nazioni non si basano solamente su quello che è il dirito e su quello che è la legalità; vi possono essere delle rappresagUe contro le quali noi possiamo non avere nessuna forza di reazione. A tutto questo si aggiunge un fatto nuovo e, on. Giolitti, tutto il mio discorso non è che imperniato su questo fenomeno. .La bataglia coadotta dai giovani ribelli in turbante (ilarità) alcuni dei quali avevano lasciato le loro odalische (ilarità generale) e tal'altro aveva abbandonato le consuete abluzioni e preghiere (nuovo scoppio di ilarità) stringevano d'assedio il palazzo imperiale. Il parente del grande Califfo. Vi era un augusto parente del grande califfo che aveva reso grandi servizi; ma siccome questi aveva acquistato troppa Importanza, venne chiuso in uno dei palazzi del Bosforo; ma ieri la porta ne fu aperta e fu inviato come plenipotenziario a trattare con la parte avversa. GIOLITTI — Io non ho mal incaricato nessun plenipotenziario; non mi fido di nessuno. barzilai — Ed allora domanderò all'onorevole Bertolini se la leggenda che si è creata da ieri intorno a lui ea alle trattative avute da lui con il Governo abbia sapore di verità (ilarità generale); domanderò — continua l'onorevole Barzilai — all'on. Bertolini se sia vero che ieri mattina una carrozza chiusa (ilarità generale) si sia . fermala misteriosamente davanti al palazzo del Ministero di agricoltura ed egli ne sia sceso dopo un lungo colloquio avuto con l'on. Nitti, ambedue si siano recati a Palazzo Braschl. dove avrebbero avuto un nuovo colloquio col presidente del Consiglio. L'on. Bertolini durante .queste parole, sorridendo, accenna' di si col capo in mezzo alla ilarità generale della Camera. iìak/.ìL.u. — uaiuate che io non esamino il merito dei vostri emendamenti'. iBERToiLINI. — Lo lasaminerete in seguito. BAillZltLAI. — Ma vi iaccio osservare ohe con le toro interruzionii l'on. Giolitti e l'onorevole Niui harau> anticipatamente condannato 1 vostri emendamenti, lnterroonpendo l'onoìeivole g narraci no, che domandava al Gabinetto perchè non limitare ni 'monopolio alle Assicurazioni piccole, di caraittere popolare, die lo. Stato può esercitare a/nche meglio di un privato, Giolitti rispondeva: « E cosi lasceremo gli affari grassi ai privaità ». n II Governo, all'on. Celesta, che proponeva davanti alla Commissione oiarìamentane qtuell'ieanendaTnen.to col quale si votava creare un Istituto di Staio, a cui (fossero devolute esclusivamente tutte le assicurazioni eulda vita, non oltrepassanti le cinquemila lire, rispondeva : « Il Governo dichiara di non potar entrare nell'ordine di idee cui si accenna perchè tutta la natura del disegno di legge verrebbe, in mata ». Quello che fu negato ad Alessio ed a Cdiesia. io non colpisco perchè si debba concedere all'on. Bertoiini (IlarWd uivtssima).. Ora una parola .ai socialisti. UNA PAROLA AI SOCIALISTI. Tutta la Camera si fa anche più silenziosa per 'sentire queEo che l'on. BARZILAI dirà ai colleglli di Estrema Sinistra. — L'on. Turati scrisse recentemente nella sua rivista delle osservazioni, che è bene che i colleglli di questa' parte della Camera meditino attentamente. « Badate — diceva Von. Turati — che le riforme concesse, le riforma tìctroyées, non sono identica cosa delle riforme strappate». Ormai qui dentro .l'on. Giolitti ha dimostrato e vuole dimostrare di essere lui' solo l'unico radicale, l'unico socialista, runico lilwrale della Camera; perchè da quello che vuole toglie quello che non vuole, si getta da una parue e dall'altra, e cambia di tempo in tempo la ipropria etichetta politica. Tutto ciò certamente è molto generoso; ma non e una guarentigia s'Ufficiente pei- ciò che si chiede da no.i, non è una guarentigia, .perchè non abbiamo la sicureaza che ciò che si chiede sia mantenuto. Noi vediamo in voi, on. Giolitti, uno stato d'animo transitorio, e noti possiamo sperare che una riforma concessa in questo stato d'animo transitorio abbia vita duratura e sicura. GIOLITTI. — Io non ho mai mancato alle mie promesse. BARZILAI. — Questo non l'ho mai detto. GIOLITTI. — Ho G9 anni ed ho sempre mantenuto quel che ho detto (Rumori e commenti al Centro e. a Destra; Bene! Bravo! a Sinistra). BAUZIiAI. — Io non ho alcuna intenzione di accusare l'on. Giolitti di doppiezza di pensiero : ma potrei, per esc-imipio. supporre che a1 suffragio universale, quando verrà in discussione, venissero proposti degli emendamenti che lo facessero diventare un'altra cosa {Ilarità generale). Non è che noi non apprezziamo il monopolio ed il suffragio; è che noi non abbiamo fede che la sdtuaziono parlamentare, insidiata com'è da un equivoco, duri corno è attualmente. L'on. Giolitti, invitato da me a parlare, dirà se si tratti di un equivoco, o no. Si convinca anche che tutto quanto è stato detto da noi non è per malevolenza contro di lui. ma .per avere da lui, perchè lui solo può dirla, una parola certa, e sicura, che metta m pace le nostre coscienze. Questo progetto, io1 ispero, e sarà tulio suo onore, on. Giolittis enendato, o no. corretto, o no, credo — .ripeto — che non possa essere ora votato d'a.lla Camera (Approvazioni e gualche timido applauso dai banchi dell'Estrema). In morte di Maria Pia Appena terminato di parlare l'on. Barzilai, il presidente Marcora, scampanellando per le convessazioni che seguono il discorso, da la parola all'on. PECORARO, che dovrebbe svolgere un ordine del giorno. Ma nel frattempo un usciere reca al banco del Governo una busta all'onorevole Giolitti, che l'on. Giolitti apre e con doloroso stupore fa poi girare ira i colleglli di gabinetto: è l'annunzio della morte di S. M. Maria Pia. L'on. Giolitti — mentre tra i rumori della Camera l'on. Pecoraro comincia a parlare — sale al banco della presidenza e comunica la notizia al presidente. PRESIDENTE (sorge in piedi; tu ti i deputati ed i ministri si alzano in piedi). Onorevoli colleghi, parlando con profonda commozione debbo con intimo dolore annunziare alla Camera la morte pochi momenti fa avvenuta, e della quale mi è giunta adesso la notizia, di >S. -M. la Regina Maria Pia di Portogallo. La Camera sarà con me unanime nell'inviare a S. M. il Re alla reale famiglia ed ai congiunti della defunta i sentimenti delle nostre sincere affettuose condoglianze. (Approvazioni). Io non posso in que. slo momento dire di Maria Pia quanto meriterebbe; rni permetto soltanto pochi ricordi. Rammento che quando essa andò, nel fior della gioventù e dell'avvenenza, sposa a Luigi li del Portogallo, acquistò subilo in quella sua nuova patria le maggiori simpatie r.ou solo per lu saviezza e l'intelligenza da lei dimostrate in ogni contingenza della sua vita, ma per le prove, anche di coraggio, le quali fecero maggiormente .rifulgere le virtù della Real Casa da cui essa era uscita, (l'imi approvazioni). Rammento il giorno nel quale Maria Pia, gettandosi coraggiosamente nelle onde del mare, salvò la vita ai suoi llgli. (Benissimo), Rammento che quando, dopo la morie avvenuta del suo consorte, essa rimase nella patria adottiva e dovette assistere al più ineffabile strazio che mai potesse colpire più che una regina, una madre (vive approvazioni); e rammento che anche dopo il tragico avvenimento e fin che essa non fece ritorno alla patria sua, raccolse dai sssmk* -Por- toghese le più illimitate espressioni di affetto e di simpatia. (Benissimo). Credo ora di assumere ogni nostro sentimento dicendo che D'Italia ha perduto In lei una delle sue figlie predilette, per le eccelse doti d'animo e di intelletto, degna dell'affetto di tutta la nazione, (l'ftiisstme approvazioni; applausi). E rinnovo a nome della Camera le più sincere ed affettuose condoglianze a S. M. 11 Re, a S. M. la Regina, a S. M. ta Regina Madre, a tutta la Reale famiglia. (Vivissime' approvazioni; applausi prolungati). GIOLITTI, presidente del Consiglio: — Il presidente della Camera ha fedelmente interpretati' i sentimenti della rappresentanza nazionale esprlmendo il profondo dolore, della nazione per la morte dell'ultima delle figlie del Padre della Patria. (Approvazioni). Ella ebbe una vita piena di dolori ma esemplare per abnegazione, per virtù, per coraggio, (finissime approvazioni). Dopo le ultime sventure che colpirono la reale famiglia del Portogallo, ritrovò intero l'affetto dei suoi concittadini, (benissimo) i quali non dimenticano che 1 dolori della Casa di Savoja sono dolori del popolo imitano. (Vivi prolungati applausi). Noi tutti lo ricordiamo quando, ora è un mese, intervenne all'inaugurazione del jmonumento del padre e mentre, purtroppo, le condizioni della stia salute già lasciavano te| mvre che non lungo potesse essere il suo sog; giorno nella sua terra natale, mandando un saluto alla memoria di colei Che, come regina, i ebbe vita cosi travagliata e così degna sono si. curo d'interpretare i sentimenti della rappreIscntaza nazionale e del'Paese. (Vivi e prolungati applausi). PRESIDENTE: — Propongo che la Camera in segfin di lutto levi immediatamente Ja seduta, non riprendendo i suoi lavori che venerdì. i?ej:ii generali di assenso). Rimane cosi stali l.to. lì sudata è tolta alle 10.40. 1 l'ostili) " spiegato da Decio Papa (Pir tilelono alla Stampa). Roma, S, notte. Nessun mutamento nell'ostruzionismo dei manovratori ferroviari. Dall'inizio ad oggi i manovratori continuano ad attenersi al regolamento. Gli orari dei treni sono quasi gli stessi che nel periodi normali. Quindi nessun intralcio al momento della partenza. Negli scali merd però non si può dire altrettanto, malgrado che i rispettivi capi si sforzino a che non si verifichino dei ritardi. Ieri sera una forte detonazione fece accorrere al deposito locomotive tutti i capi di stazione di servizio, ed alcuni agenti di P. S.In un baraccone era esplosa una bombetta confezionata con polvere pirica e clorato di. potassio avvolta In doppi fogli in uso per le' cedole delle ferrovie di Stato e legata con' grosso spago. Fortunatamente però l'esplosione non ebbe dolorose conseguenze. Vi fu chi: da principio attribuì questa trovata ai manovratori, i quali si sarebbero serviti di questo mezzo per richiamare su di essi l'attenzione delle autorità e del colleghi; ma fu poi esclusa tale supposizione. Pare che un manovale avventizio, che era addetto a lavori lungo la linea, abbia voluto fare questo scherzo di cattivo genere. Intanto è venuto a Roma il ferroviere Papa del Comitato centrale del Sindacato ferrovieri, certamente per assumere la direzione delle trattative che possono aprirsi tra manovratori e direzione delle ferrovie. Interrogato da noi, il Papa ha dichiarato : e Non è perfettamente esatto che l'ostruzionismo dei manovratori sia fatto per l'indennità prò notturna: sopratutto non è ostruzionismo completo, è applicazione rigorosa non di tutto il regolamento, ma di una parte solo di esso, precisamente di quella riguardante gli infortuni sul lavoro. Da parecchio tempo a questa parte la Direzione generale delle ferrovie dello Stato è andato diminuendo in tutte le stazioni, il personale adibito alle manovre dei treni. « Ora 1 manovratori dicono: Se voi Direzione delle ferrovie diminuite il personale 'per fare economia, e poi volete che noi, rimasti in servizio con un lavoro doppio, dobbiamo pagare i danni che provochiamo, non per colpa nostra, ma per deficienza di personale, non possiamo sottostare a que6ta deliberazione e conseguentemente 1 manovratori chiedono che siano -rimesse in servizio tutte le persone che erano in servizio fino a poco tèmpo addietro. Ma ad ogni modo, l'ostruzionismo fatto cosi come è ora, ha soggiunto Papa, non potrà avere nessuna conseguenza, anche perchè la maggioranza delle altre categorie ha tutto l'interesse a riguadagnare il poco tempo che viene perduto dai manovratori ». Eccessi di leghisti scioperanti nel Ferrarese (Per telegrafo alla Stampa).' Ferrara, 5, notte. ! La fase acuta della lotta si svolge a colpi di manifesti. L'« Agraria» copparese si è chiusa in una improvvisa e battagliera intransigenza e ne pubblica uno con cui si dichiara disposta all'aumento delle tariffe, ma deplora l'impossibilità dell'accordo, rigettandone la colpa sulla Camera del lavoro, che pretende di imporre l'inaccettabile condizione degli uffici di collocamento. L'on. Marangoni risponde polemizzando con un altro manifesto. Stasera a Migliarino un gruppo di proprietari e di organizzatori, si accordarono di telegrafare al prefetto, pregandolo di presenziare colà un tentativo di conciliazione fissato per domani. Dallo stesso paese giungono intanto notizie allarmanti. Le spighe, sotto il solleone, cominciano a perdere i chicchi, e lo spettacolo della perdita imminente del raccolto sovreccita i proprietari e i lavoratori sono disorientati fra gli ordini delle Organizzazioni e il desiderio di evitare lo sperpero di ingenti capitali. A Migliaro i proprietari discordi, vennero alle mani. A Chiesuola un grave episodio contristò quella zona. Duecento leghisti invasero il podere del colono Alberti Francesco, per impedirgli la mietitura. Egli si difese ferendo due scioperanti con la falce, e riportò gravi' ferite al capo. I tre feriti furono trasportati' stasera all'ospedale e dichiarati guaribili in quindici giorni. A Massaflscaglia, essendo state abbandonate tutte le stalle, la Lega deliberò di assumere la cura di dodici mucche da latte, per non privare l'alimento ai numerosi bimbi colpiti dal morbillo. A Portomaggiore, dove lo sciopero è unanime, stava per giun-' gore da Consandolo una poderosa mietitrice meccanica, ma gli scioperanti accorsi provocarono il rinvio della macchina, fraternizzando con i coloni destinati a maneggiarla. Stesserà esce in numero speciale la « Scintilla», organo della Camera del lavoro, rilevando il dietroscena delle fallite trattative e narra che il presidente dell'» Agraria », dottor Splsoni, ritenuto capo della frazione intransigente, aveva invece presentato le dimissioni, perchè sopraffatto dai colleghi più intransigenti di lui. La condanna a morte di un italiano in praneia Parigi, 5, sera. Telegrammi da Caen dicono che quella Corte di Assise, ha giudicato ieri un italiano, per nome Mazza, cocchiere, a Parigi, di 33 anni, e un tale Renato Lioust. cavallerizzo, di 24 anni, che nello scorso febbraio assassinarono il proprietario di un ristorante di Rayaeux, per nome Lemonnier c tentarono di uccidere la sua serva, per nome Le Breton. Il colpo era stato premeditato dai duo che voj levano procurarsi del denaro. Da] dibattimento è risultato che il Lioust era stato l'ideatore del piano e che il Mazza ne era siato l'esecutore materiale. Dopo una lunga udienza il 1 Lioust e il Mazza vennero condannati entramibi a morte. Essi ascoltarono la sentenza senza dire- parola e senza manifestare alcuna emozione. La missione mineralogica italiana in Tripolitania Tripoli, 5, sera. Giunge notizia da Tuerga che la Missione Mineralogica italiana è giunta colà. Dopo breve susta proseguirà per Orfella, ripassando da Misurata. .La salute dei membri della •Missione è ottima. Tutto procede regolarmente.