Le nostre colonie in Turchia

Le nostre colonie in Turchia Le nostre colonie in Turchia Delusioni dei cristiani in Albania — Le concessioni in Tripolitania — Le attenuazioni del ministro degli esteri — Giuste preoccupazioni del Paese.(Per telefono alla Stampa) , Roma, 13, notte. ILa politica dell'ori. Di San Giuliano con-]tinnua a suggerirò amuri commenti. Anzi tutto si deplora la partenza quasi immediata avvenuta da Durazzo della regia nave Varese, inviata dal Governo italiano nelic acque albanesi. Il Corriere d'Italia riceve in proposito do Durazzo : « Era stato un vero sollievo per i cristiani l'arrivo nelle acque di Durazzo della regia nave italiana Varese, in quanto che speravano che la sua comparsa fosse valsa a richiamare le autorità turche al loro dovere e a costringerle ad adoperarsi, più che non avessero fatto finora, a scongiurare le provocazioni di cui si videro fatti segno gli stranieri qui residenti. Furono ore di vera, angosciosa trepidazione quelle in cui si dovette restare inditesi in mezzo a una turba fanatica di 4000 persone armate che scorrazzava la città in tutti i sensi e in tutte le ore senza la presenza dì un solo ufficiale. Ma il sollievo della popolazione c stato di troppo breve durata. La Varese ò scomparsa, e, si dice, per volontà di Costantinopoli ! Dal sollievo si è tornati di nuovo ali.) sconforto. Tutti i cristiani si erano rivolti all'elemento italiano come ad un'ancora di salvezza nel vederlo così prontamente accorrere a scongiurare una strage del fanatismo mussulmano. Ed ora non rimane che constatare un nuovo atto di debolezza della nostra politica, ed un nuovo motivo di sfiducia nei nostri connazionali ». Ma il punto della politica dell'on. Di San Giuliano, intorno al quale maggiormente si discute ò quello dell'azione italiana in Tripolitania, Voi già sapete come, stilla scorta dei giornali ufficiosi, il Governo si serva di una. artificiosa smentita tedesca per mettere in dubbio l'informazione della Stampa, confermata da tutti gli nitri giornali, sulla concessione tedesca a Tripoli. Como 6 evidente, dalla formulazione slessa dell'informazione assunta a fonte ufficiosa a Berlino si giuoca sull'equivoco. Non si tratta infatti di un gruppo di capitalisti tedeschi che avrebbe concluso il contratto in questione, ma di un tale von Lochow, residente da tempo a Tripoli, il quale, personalmente, con un telegramma, inviato a Roma, conferma l'esistenza effettiva di un atto da lui stipulato con il Labi. Il Corriere d'Italia replica vivacemente ai giornali ufficiosi che posero in dubmo l'esattezza delle informazioni della Slampa e dichiara di aver avuto visione del telegramma inviato a Roma dal suddito germanico von Lochow, il quale conferma la ottenuta concessione a Tripoli. Il Corriere d'Italia, in risposta ai giornali ministeriali, che. accusano di «dipolite » i giornali indipendenti, precisa con interessanti particolari le condizioni in cui la concessione tedesca a Tripoli è avvenuta. I terreni alle porte di Tripoli concessi al Lochow appartenevano agli eredi Labi, non Lnk, fra i quali ò il cornili. Ernesto Labi, oriundo di Livorno, persoli ni Uà sp;ecata della colonia italiana di '.ripulì, e fino all'anno scorso consolo onorario germanico, che adesso vi e un console titolare nella persona del dottor Pilgcr. Il concessionario dei terreni di Tripoli, clic si chiama von Lochow, è non un agrteiltore, ina un tenente della cavalleria prussiana in attività di servizio in congedo provvisorio, residente da qualche tempo a Tripoli come rappresentante di qualche casa di commercio: appartiene a nobile famiglia e sta unito mal volentieri »■ Tripoli, ujiituato, nome è, alia vita dei salotti e dei ritrovi ; ha avuto delle contrarietà finanziarie che non gli permettono di intraprendere costose speculazioni. Questi stessi terreni Labi avrebbe dovuto acquistarli il Barici di Roma, ed un italiano residente a lYipoli, dedito all'agricoltura, il signor Luigi Belli, non li acquistarono principalmente percnè consci delle difficoltà che avrebbero dovuto incontrare rielle autorità turche per la sii¬ pulazione di tale contratto e perche pocoh sicuri, ad acquisto compiuto; di poterli ìibcramentc mettere in coltura con la pronta protezione, al l'occorrenza, del nostroConsolato. Tenute presenti queste due con' siderazioni di fatto, bisogni venire a questa conclusione: che le iniziative italiane, tanto decantate dal ncstro ministro degli esteri a parole e da esso tanto p ico incoraggiate con i,fatti, non solamente sono tarlate da questa mancanza di fiducia Leila tutela del' proprio Governo, la quale è' semplicemente indispensabile in una regio- ne difficilissima come la Tripolitania, mal sono gravissimamente compromosse dal trattamento di favore clic le autorità turche concedono con splendida generosità alle1 altre iniziative stranière, specie tedesche, e dall'assistenza attivissima ed erficac-'! che 5. rispettivi Consolati- ed i rispettivi Governa accordano a queste iniziative. Ormai gli: italiani a Tripoli, se vogliono concludere affari importanti e definire pendenze con le autorità turche, sanno, per esperi?Mza,cìio devono agire direttamente non valendosi della cooperazione del nostro Consolalo, che sanno di intoppo ad ogni nostra ardita azione economica. Ques^j ft vero, verissimo ed è molto grave. Ora, l'allarma della maggior parte dei giornali italiani per queste ultime notizie di un primo tentativo di colonizzazione tedesca non è determinato dall'importanza e dalla gravità del fatto per se stesso ; non si tratta nè di un grande acquisto nè di una grandiosa impresa; ma l'allarme è giustificai issimi», perdio questo fatto conferma gli intendimenti di penetrazione, per ora econornicOy in larga scala, da parto dei tedeschi, perdio rappresenta il primo importante possedimento tedesco a Tripoli, dove si recheranno probabilmente a lieta colazione t duecento tedeschi clic ogni mese sogliono recarsi a Tripoli da turisti per una gita di piacere sul Meleor della Nordcutscher Leva.nl Little, e perchè questa nuova proprietà fondiaria, unita a quella dell'altro tedesco Schwein già supera forse in estensione le proprietà terriero degli italiani al Tripoli. Sia che l'on. Di San Giuliano Umori questo ed altri importanti dettagli di questa insignificante notizia, sia che, non (Dolendoli negare, si affanni a toglier loro importanza, il fatto è — conclude il Corrie^ ra^d'Ilaìia — che nell'un caso e nell'altro nort si vigila abbastanza sulle cose nostre' a Tripoli ». | Sempre a proposito della politica estera-,' una nota ufficiosa dichiara insussistente la voce che la regia nave Vetlor Pisani a'.ibia ricevuto ordino di tenersi pronta a partire per Antivari: la Vettor Pisani è a Brindisi, e. non ha ricevuto ordini di sorta di lascia^ re quel porto.

Persone citate: Corrie, Di San Giuliano, Ernesto Labi, Luigi Belli, Pisani, Vettor