Il bilancio degli esteri

Il bilancio degli esteri Il bilancio degli esteri Dopo il discorso Chiesa, viene in discussione il bilancio degli esteri. Il primo oratore è GUICCIARDINI, il quale si leva a parlare fra la viva attenzione della Camera. Parla Guicciardini Dopo un breve esordio, egli sT occupa della situazione in Tripolitania. Voratore rileva come noi non occupiamo nel consorzio delle nazioni il posto sognato dai promotori e dagli autori del nostro risorgimento, ma neppure quello che ci competerebbe per le virtù della stirpe, per le nostre condizioni economiche, per il numero di abitanti, e dobbiamo constatare che sugli avvenimenti, che si seguono e che si preparano, non esercitiamo nessuna efficace azione. Cosicché nasce nell'animo il desiderio di essere meno festeggiati dagli stranieri, e più considerati e valutati. La Tripolitania Passando alla questione della Tripolitania, l'on. Guicciardini dice: « Dopo la rinunzia della iiosft-a posizione al Marocco, la questione dell'Africa settentrionale si riduce ber noi a TlTiella di Tripoli. Ma. purtroppo, noi rinuliziei'enio a Tripoli, come già rinuuziammo a Tunisi e all'Egitto. Non ignoro quanto il Governo ha fatto per porre un limile alla situazione deplorevole, ma, pur tenendo conto di tutte le condizioni, non posso dissimulare che .partecipo anch'io all'opinione ohe le circostanze avrebbero richiesta un'azione più energica e risoluta. Purtroppo, i trattati, gli i accordi e le intese valgono solo quanto vale " la volontà dei contraenti » Dopo aver ricordato le nostre rinunzie ad Algesiras e le successive conquiste della Francia in Tripolitania, l'on. Guicciardini aggiunge: « Ora assistiamo alla nuova delimituzione dei conflni.jfra Tunisi e Tripoli. Se le notizie che sono giunte sono vere, essa avverrebbe non solo a nostra insaputa, ma altresì a tutto vantaggio del dominio della Francia ed a scapito del dominio della Turchia. Non spetta a me dì avallare queste notizie, ma, poiché non furono mai autorevolmente smentite, credo doveroso sottoporre al ministro questi tre quesiti: E' vero che ad Agir Agueston i contini furono ben definiti? E' vero che ad Uessou Ghedames. i punti di acqua furono lasciati indivisi, oppure vennero divisi fra Tunisi e il protettorato? E' vero che presso Gihedaines il confine fu stabilito in guisa da comprendere nell'appezzamento francese un importante gruppo di pozzi situati, secondo una versione, a 15 e, secondo un'altra versione, a soli 8 chilometri dalla città? Non ho bisogno di spiegare alla Camera l'importanza di questi quesiti. Ghedames è uno dei maggiori centri carovanieri dell'Africa settentrionale e si può dire la stazione di transito fra le regioni centrali e il Mediterraneo. Se ad 8 oppure a 15 chilometri dalla città un'altra nazione ha il possesso di punti d'acqua e stabilisce, mediante il seguito dei pozzi, una strada di .accesso al mare nel proprio territorio, è chiaro ciò che avverrebbe: il movimento che faceva capo a Ghedames, invece di farsi per la via di Tripoli, si farebbe per la nuova via, con danno evidente della Tripolitania c di coloro che hanno interesse ad acquistarvi interessi economici. « Voglio sperare che il ministro possa smentire tali notizie; ma avverto che non potrei contentarmi dì una smentita poco esauriente o contraddittoria, cnnie quella data nel febbraio scorso al nostro collega .Basimi, in ogni modo, vere o no. in ogni loro parte, queste notizie, è certo che la Tripolitania, proprio ne! suo hinterland, è ostacolata nelle sue omunietzioni carovaniere, va perdendo ogni giorno più di quel valore per il quale il ministro Prinetti credè utile abbandonare la nostra posizione nel Marocco e stipulare l'accordo franco-italiano per il Mediterraneo. Pi quell'accordo noi mantenemmo i patti con grande 'ealtà. sino allo scrupolo, ma il corrispettivo, è bene dirlo, non lo abbiamo saputo con/seguire II contraccambio è stato non il riscatto dalla Trinolitania. ma la sua manomissione territoriale ed economica, senza che il boverno se ne preoccupi, e senza che la nazione abbia la consapevolezza di ciò che avviene, di ciò cho si comprométte e di ciò che sj attende. •• Possiamo essere meglio soddisfatti, più tranquilli di quanto si prepara nella penisola balcanica? Anche i nostri interessi politici qui sono limpidi e chiari. Nei Balcani | « Quanto ,al'a penisola balcanica i nostri in; (eressi richiedono che nessuna mutazione territoriale venga a spostare l'equilibrio europeo, e ciie 'a eosw da Antivari a Prevesa, con relativo hinterland, non vada in potere di nesì suina grande Potenza. ' «Ala, pur troppo, vi è la minaccia che i vi, genti accordi internazionali possano essate : compromessi, vi è fondata ragione di dubiI tare che possa essere messa in forse l'integrità dell'Albania, e le condizioni dei vani Stati balcanici non possono non dar ragione di preoccupazione. L'Italia, dunque, deve vigilare acche 'o stalli quo nella penisola balcanica sia mantenuto; essa sopratutto non deve perdere di vista le gravi ragioni idi turbamento che esistono, se non vuole trovarsi un giorno costretta a doversi rassegnare a.t fatti compiuti » [Approvazioni). Nola, a questo proposito, essere doloroso dover riconoscere come troppo spes'-o si abbia l'impressione che l'Italia, nonostante le alleanze e le amicizie, sia in Europa isolata (Commenti animati). Riconosce tutte le benemerenze dei-la Triplice Alleanza, tanto per la politica generale europea, quanto per la particolare situazione dell'Italia; crede ohe, come già ebbe a dire ii conte Di Robilant, si potrebbe anche oggi sostenere che una politica di sincere amicizie sarebbe per noi preferibile a una politica di alleanze (commenti); ma si dichiara, allo stato presente, favorevole al rinnovamento della Triplice (Commenti). Afferma però eiiie tulle rinnovamento deve farsi in anodo da eliminare le ragioni di reciproca diffidenza fra .le Potenze contraenti (interruzioni dall'Estrema Sinistra; commenti animati), per modo che non si abbia l'impressione che l'alleanza, sia più formale, che effettiva: ciò avviene più specialmente per quanto concerne i rapporti austro-italiani. I rapporti austro-italiani. A questo proposito, l'oratore ricorda come il conte di AeJirenthal ebbe a dire ciie certe questioni vale meglio schiettamente esaminarle quando si ha il sincero desiderio di risolverle con reciproca soddisfazione. Nota clic in Italia permane una cena irritazione pel trattamento fatto agli italiani politicamente soggetti alla vicina Monarchia e che in Austria si interpreta questo sentunento come il desiderio di cogliere la prima occasione per rivendica-zioni territoriali. Afferma che basta un pò di buona volontà da parte di tutti per eliminare questa tensione di animi, la quale produce ilsingolare effetto di due Potenze alleate, che si preoccupano sopratutto di armare la frontiera che le, divide. Per quanto concerne l'Italia nessun partito politico, neppure nessuna Assi-iazione, comprese la ..Dante Alighieri», la « I renio « Ineste». e i nazionalisti, si prò-2?!l{;0^fiWu«az5on' «•«•'»orf"H-,« Persuu- danc perciò gli austriaci che I irredentismo in Italia non è che una. espressione di solidari «a verso i nostri connazionali, costretti a a*fé*1dere le loro tradizioni di stirpe, di lingua e di cultura: i nostri alleati possono perciò, quando vogliono, sopprimere l'irritazione ita-liana sopprimendone le cause e rimuovendo l'o-pimone che si voglia vessare il sentimento ita-bano. Del resto, più volte nel Parlamento della Monarchia si levarono nobili voci di non ilaliani a condannare i tentativi di germanizzazione del Trentino, e le ingiuste resistenze ad istituire una Università italiana nel territorio austriaco, e se agli italiani sudditi au siriaci.si facesse il trattamento che non si ne-'_ra agli ilaliani politicamente soggetti alla Francia ed all'Inghilterra, cesserebbe in Italia "gini risentimento ed ogni irritazione. Questa pacificazione degli animi l'oratore si augura sinceramente, perchè una salda amicizia au.nro-ttaliann sarebbe la più efficace garanzia di pace in Europa, tanto più che. gli Stati federali, come l'Impero austro-ungarico, possono svolgere una. preziosa azione in equilibrio. Rinnovata su queste basi, la Triplice alleanza sarà per lunghi armi ancora un elemento vitale di pace e di civiltà.; ma bisogna tenero pronti esercito e manna, perchè la potenza militare dia forza all'azione diplomatica, il ministro della marma ha bene inteso questo compito che il Paese attende da lui; sarà iieto se si comincierà di poter dire altrettanto del ministro della guerra; ma gli dà qualche cagione di dubbio la questione dell'artiglieria, e. più ancora, perchè non si ù fatto ancora quello che 'le risultanze deM'inorri'«tra avevano 'dimostrato necessario per dare pieno affidamento che ai più alti gradi pervaiga.no o siano mantenuti soltanto gli ottimi. Invoca perciò dal ministro della guerre una energici volontà nell'opera di selezione fra i capi dell'esercito. Attende le dichiarazioni del ministro degli esteri, disposto a prenderne, atto, anche se ispirate a ottimismo; ma non sa se potrà sgombrare dall'animo la preoccupazione che l'Italia non sia sufficientemente vigile nella presente grave e complessa situazione internazionale (Vive approvazioni,- molti deputati si connratidano coll'oratore). Altri oratori ARfTOM Si asterrà, del muovere critiche alla nostra politica estera, perchè non ne ignora le difficoltà, sopratutt'i riguardo alla politica estera coloniale, che richiede un sicuro appoggio nella pubblica opinione, appoggio che in Italia spesso è mancato. Ritiene tuttavia che l'Italia, in relaaione al suoi veri e reali progressi economici, dovrà, come le altre nazioni, entrare nella via di una feconda politica coloniale. Riguardo ai nostri rapporti con l'Impero ottomano, crede che l'Italia abbia mancato di svolgere colà interessi finanziari, commerciali ed industriali, che avrebbero potuto contribuire al buon andamento dello relazioni fra i due Paesi. Nella questione doila Tripolitania seclama. la tutela degli importanti interessi dfPcni la diplomazia europea ci ha affidata la custodia, o richiede la"massima energia del Governo sopratutto nell'otteuerc che sia preposto alla Tripolitania mi .vali non ostile agli interessi ed al nome d'Italia. Rileva l'importanza della questione del .Marocco e le conseguenze economiche che potrà avere per le nàTzioni mediterranee ed in particolare per l'Italia. Conclude osservando come i progressi del nostro Paese, l'esuberanza della popolazione, il rapido risittgera delle crisi passate dimostrano che l'Italia si trova appena all'inizio della parabola luminosa rjie è destinata a pel'¬ correre, e confida che la. nostra politica estera contribuirà a condurre, l'jtalia por questa via ! gloriosa, ispirandosi alla visione alta « rul gida della grandézza della Patria i Vivissime approvazioni. Molli deputali si coiigralnlaiio coll'oratore). CAETANI"nota rome i migliori piovani rifuggono dalla carriera ronsolare, lenta e male retribuita, c come tutto il personale dei Consolati versi in uno sialo di vera, demoralizza, zinne. L'oratore insiste pertanto, come già fero nella discussione del bilancio rifila P. f.. per una. radicale e coraggiosa riforma dell'istituto consolare; insiste-pure perchè ai nostri funzionari coloniali si dia la necessaria creparazione con la indispensabile ,-. noscenza" della lingua, dei costumi e delle tradizioni dei popoli che sono chiamali ad amministrare. Passa poi a. parlare dèi nostri rapporti col Giovani Turchi. Afferma, essere diffusa nei popoli balcanici l'opinione r'-.o l'Italia miri. In un'eventualità propizia, n conquiste iri-ritoviali a danno dell'Impero ottomano. È'.questo un sospetto che occorre dissipare, ma elio intanto è eausa di non lievi conspgue/r/.e a nostro danno. Viene alla questione di Tripoli e. pur rendendo omaggio ai giovani ì:-->' . , ],,•. ,,-,!,-, Ri sono dati ad importanti ricerche archeologiche, afferma che circa le condizioni di Tripoli esistono presso di noi grandi illusioni. La Tripolitania secando Castani Il movimento nazionale, che si e determinato nei Balcani, iia la sua eco anche In Tripolitanto; il popolo mussulmano, aneli-; attraverso à manifestazioni violente e sanguinarie, afferma la sua ferma volontà di risorgere dalla crisi profonda in cui era caduto sotto la tirannide del .Sultano deposto. K sopratutto il popolo ottomano setite la necessità di essere militairmente forte c nessun sacrificio gli e grave; per questo scopo d'altra parte non si può dimenticare che da un'Iato i1 popolo ottomano è il solo che abbia saputo governare le miste razze dei Balcani e che y turco, ben guidato e bene armalo, e-il primo soldato del mondo. (Commenti). Conviene dunque staro in guardia contro le maniifestaziiini die propugnano l'occupazione di Tripoli provocando poi necessarie reazioni a nostro danno. L'oratore osserva a questo proposito che il valore strategico della Tripoliiauia è assolutamente nullo per la pessima condizione delia sue coste; ben diversa era la cosa perla Tunisia. Ad ogni modo è bere ricordalo che la Fremerà ha speso per la Tunisia mezzo miliardo, ciò che noi non avremmo -potuto fare. (Commenti). Aggiunge che la Tripolitania non è paese possibile per nessuna emigrazione, essendo povero, stonilo e di clima torrido. (Approvazioni all'Estrema Sinistra). Nota Infine che in Tripolitania il numero vero di cittadini italiani è -minimo, nè può sul serio parlarsi di una industria Italia la colà esistente. (Commenti; interruzioni; approvazioni all'Estrema Sinistra). E' strano poi che si parli, a proposito dei nostri interessi a Tripoli, dell'azione che vi va spiegando un istituto di credito, che è.notorlaraenta azio'e e strumento del Vaticano. Ciò farebbe supporre una fine politica vaticana direna a distrar|re. 001 miraggio di Tripoli, l'attenzione del I Paese da altri ilmportaiui problemi di politica interna. (Interruzioni; commcnii). Non conii prende dunque come <j potrebbe vagheggia, Ire una occupazione ohe. avrebbe come effetto I immediato di farci profondere molte, eenii naia di milioni; è infine uu altro enorme or1 rore 11 crederò che l'elemento mdig-no se ava ; verso al dominio turco, .sarebbe favorévole al 1 dominio nostro e rinunzierebbe alla sua no made esistenza; e bisogna raro i conti anche LnI frlT1aitii<smn delle <=e"te iniiwiihmiif. nr.vii a ^Jilf l^rSo^n-BtocSieSrMPnl^»Si^ *1^Y,L^?'iSÌ2?^2H^rt^- &■0^^ao f*^]?'ZJ&^SFm ,™Ì ^' 1 Trd a ''on" tro" '^'^d?^R *vJfnt"l;a.ir1!? v.nnovc^ebbe peggiorandole, quelle dell'Eritrea e del 1 Benadir. E convinto che 1 occupazione di TriIP*™ sarebbe una vera e propria follia. Ben più saggia politica sarebbe quella di concentrare tutte le cure dello Stato sulla emigrazione.. In questo campo molto rimane ancora da fare, e l'oratore si augura che il Governo, appunto, per c»uesta via si metta risolutamente isenza inopportune parsimonie e senza pericolose esitazioni. Termina assicurando che lieiUt trattazione delle, varie questioni è staio mosso dall'amore dello, verità e dallo zeio pel vero interesse del nostro Paese. (Vive approvazioni: molti deputati, si-conijratulano con l'oratore). I.a seduta tonnina alle 20. Domani seduta alle 14.

Persone citate: Dante Alighieri, Di Robilant, Guicciardini, Prinetti, Turchi