L'opera politica

L'opera politica L'opera politica del signor Emilio Ojeda Roma, 6. notte. (A). — L'annunzio della morte di Emilio Ojeda, ultimo ambasciatore di Spagna presso la Santa Serie, ha recato una certa impressione nei circoli ecclesiastici per quanto si sapesse che il suo stato di salute fin da quando egli era a Roma, fosse minato. Senza potere affermare che egli abbia avuto una influenza decisiva sui rapporti ispano-vaticani, certo ò che egli non fu l'uomo della situazione, ne in tutto il periodo che precedette lo scoppio della crisi, nè "uando la crisi stessa culminò nella famosa nota inviata rial Vaticano al Governo di Spagna il 26 giugno 1910, con la quale si protestava di non potere continuare i negoziati circa le case religiose se il Governo continuava nella sua politica. VI è chi afferma che l'azione diplomatica di Ojeda non piacque nemmeno ad un dato momento al suo Governo, mentre in Vaticano si comprendeva non essere Ojeda preparato alla gravità della questione che era chiamato ad affrontare traverso la sottile arte della diplomazia. Le cose, come ricorderete, precipitarono al punto che, appena a brèvi giorni di distanza'dal momento in cui la Nota vaticana era stata rimessa a Madrid, precisamente il' 2 luglio euocesslvo, U Governo di Spagna no-, tiflcava alla Santa Sede che era deciso a mantenere la sua politica, e 18 luglio il signor Canalejas presentava alle Cortes la legge catenaccio ed 11 18 luglio 11 signor Ojeda partiva richiamato da iMadsid « srne die » e: lasciava Roma senza avere visto nè 11 Papa nè il cardinale Merry del Val. Sicuramente l'ordine di regolarsi In tal modo era impartito dal signor Canalejas, ma, traverso qualche sottigliezza, il signor Ojeda poteva benis- Simo non eludere ma interpretare l'ordine i ricevuto in modo da non accentuare come fece il carattere asprissimo della sua parlen- ,, 1 esercito a proposito di un articolo apparso/ za; tanto più che egli più di ogni altro doveva sapere che questa sua partenza non poteva, rappresentare, come nel caso ben differente dell ambasciatore francese, presso il Vaticano, signor Nisard, una rottura diplomatica del suo Governo con la Santa Sede, ma doveva rappresentare una semplice affermazione per fare comprendere al Vaticano l'irremovibilità del signor Canalejas nel volere mantenere la. sua direttiva in materia di politica ecclesiastica, direttiva che, come tuttora si comprende, tende non ad aggredire ma ad addormentare con dichiarazioni di rispetto religioso le alte cariche ecclesiastiche che si occupano della politica spatrinola. Partito Ojeda, più volte si affermò che il suo posto sarebbe stato ricoperto da un uomo politico con la missione di piegare il Vaticano a trattare la revisione del concordato senza però che la Santa Sede dovesse ingerirsi delle leggi di carattere anticlericale che intanto il Governo avrebbe preparato e fatto approvare sullo Associazioni in genere e quelle religiose in ispecio. Si disse che al Palazzo di Spagna, la splendida sede dell'ambasciatore di Spagna presso il Vaticano, sarebbe presto venuto un,,attuale ministro del. Gabinetto Canalejas; ma il Vaticano, addicendo che il personaggio indicato era troppo noto per'11 suo anticlericalismo e per di più perchè massone, ritenne ila .proposta lancàa.ta dai giornata di «Madrid addirittura come offensiva e non se ne fece più niente. Cosicché, mentre a Madrid è rimasto, diremo, sulla breccia il Nunzio pontificio mons. Vico, a Roma, a reggere la rappresentanza diplomatica della Spagna presso la Santa Sede, si trova quale Incaricato di affari il consigliere dell'amba» sciata, marchese Gonzales, i cui rapporti col Vaticano è facile comprendere quali possano essere, dopo che il signor Canalejas ha presentato senz'altro alle. Cortes, la legge-sulle Associazioni e dopo che il Vaticano ancora una volta ha protestato affermando che tale logge infirma 1 patti concordati perchè tratta di materia che non può formare oggetto di decisioni unilaterali da parte del Governo di Spagna, ma di questioni che debbono risolversi, come il concordato impone, di pieno accordo con la Santa Sede; e dopo ohe fiiflno il Papa non ha inviato come di prammatica in simili casi un cardinale di curia a rappre-1 sentarlo al congresso eucaristico di Madrid. E' vero però che la legge sulle Associazioni' non verrà alla discussione, a quanto almeno si afferma, che in, ottobre, e la traci iziono vaticana porta, sempre ad avere grande fede nel tempo. Il gerente della11 Guerre Sociale „ condannato invece di Hervét Parigi, 6, notte. La Corto di Assise della Senna ha condannato in contiiiriiacia a sei- mesi dri prigione ed a 3 ornila franchi di ammenda Raul Aurroj, gerente della « Guerre Sociale » che era stato processato per ingiurie e diftVimiizioni contro a a e nel giornale suddetto sotto il titolo « Grazioli/ funebre del colonnello Mollo », e firmato « un senza patria ». L'autore di questo articolo, essendo stato finora sconosciuto, soltanto il gerente del giornale era stato processato. Si sa che Hervet Ita. riconósciuto di essere l'autore dell'articolo. L'avvocato del gerente ha svolto le sue conclusioni per far sospendere il processo e. per permettere di attendere che il firmatario dell'articolo compaia dinanzi al giuri. 11 gerente ha dichiarato .'di rendersi contumace o si è ritirato. La Corte ha pronunciato contro di lui la sentenza di condanna. Un banchetto al sindaco di Torino . Roma, 6, notte. Oggi a mezzogiorno al* Grand Hotel ha avuto luogo un banchetto in onore del sindaco di Torino, offerto da numerosi -deputati in segno di riconoscenza per lo accoglienze avute a Torino nella circostanza deill'apertura di quella Esposizione. Brano presenti fii deputati- eli ogni parte della Camera e molte furono le adesioni. Allo nhaniivaone parlarono Rubini e il sindaco Rossi. IO IO Costantinopoli, 6, notte. . Durante l'assenza del Sultano il Consiglio dei ministri sarà presieduto dallo Sceicco dell'Islam. L'assassino del procuratore generale di Monastir sarebbe un albanese. E' questo procuratore che aveva fatto la requisitoria contro l'assassino doll'ing. Volland. ♦ — rj La pazzia di Acciarito Roma, 6, notte. In una recente visita a Monte!tipo, un collaboratore della Tribuna ha avuto occasione di vedere in quel .manicomio criminale il recluso 1211, e cioè il regicida Acciarito. La sua pazzia si sta. svolgendo eli -giorno, in Briorno. e lo prova il fatto che esli chiama il Codelupni. direttore del reclusorio. « tiranmo », qualificandolo come uno sgherro della .Gasa reale e accusandolo di attentare.alla sua salute, ed ecco con che mezzo ingeffnoso : III professore Codeluppi, mediante un tubo asrpiranto, raccoglierebbe il fiato di tubercolosi e di sifilitici per lanciarlo poi nella bocca del malcapitato, insidiando cosi palesemente alila sua vita. Ma sembra che il Codelupiui non sarebbe il solo insidiatore, perchè Aeciarito dice che di notteteuvpo le guardie si. introdurrebbero nella sua cella e profittando-dei 6onno, gli empirebbero la bocca di roba non maniKiabiile. (Per di-, fendersi egli è fornito di una fitta rete e non dorme se non ha" quella sul viso. Egli! poi sostiene di essere 'l'erede ilesittuno del trono...