Beaumont consegna al Sindaco di Roma

Beaumont consegna al Sindaco di Roma Beaumont consegna al Sindaco di Roma i due messaggi recati da Parigi V automobile nella quale si trovava Beaumont, sempre in mezzo ad una enorme calca, si dirige verso l'ufficio telegrafico del campò di aviazione, dove Beaumont ritira due dispacci pervenuti al suo indirizzo da Parigi. Beaumont consegna poi al sindaco di Roma i due messaggi consegnatigli alla sua partenza da Parigi, come saluto della Francia a Roma. Uno di questi messaggi è indirizzato al sindaco di Roma, ed è cosi concepito: «La ville de Paris adressc par la vaie des airs un salul fralcrnelle à la ville de Roin,e à l'occasione du Cinquantcnaire de l'unite italienne. — Presidenl du Conseil. Municipal de Paris: Rcllan». Nel frattempo la dimostrazione a Reaumont continua entusiastica: migliaia di persone si accalcano intorno all'automobile, sulla quale si Iro'va Reaumont che, riacquistata intiera la sua calma, narra argutamente le peripezie del suo viaggio e dichiara che sarebbe pronto a ricominciare. Intanto la cavalleria adunata sul campo cerca con ripetute cariche di allontanare l'immensa folla che vi si è adunata e che impedisce il passaggio all'automobile ; ma anche le cariche della cavalleria riescono inutili, poiché, la folla sbandata in un punto si riunisce, altrove ed aumenta enormemente di minuto in minuto, perché dall'altura di Monte Mario, da quelle di Villa Glori molte migliaia di persone si sono precipitate rompendo le palizzate, traversando le staccionate, sul campo di aviazione per vedere da vicino l'aviatore trionfante. Aprendosi a stento la via in mezzo alla folla l'automobile si dirige lentamente verso Roma, mentre l'aviatore è fatto segno alle acclamazioni continue che raggiungono il delirio. Data indimenticabile L'impressione di questa data solenne dell'aviazione rimarrà indimenticabile: Beaumont più che sceso è stato strappato dal seggiolino del suo apparecchio : la folla, trascinata dal suo entusiasmo non conosce regolamenti né intimazioni. L'aviatore con l'impermeabile color cenere-scuro, con il casco di velluto marron ealato fin sugli occhi, un'ampia sciarpa di lana avvolta al collo,, appare tutt'altro che affaticalo. Che del resto i suoi nervi fos- " . , t J ■ _ J • — . sero perfettamente a postolo dimostro an- che il suo magnifico atterrissage a motore acceso. Beaumont, sorridendo, si volge ver- so coloro che lo hanno sorretto e sportano in trionfo esclamando lo traMerci! merci mes amis! e soggiunge: Lasciatemi, sono affaticato! / meccanici, i soldati del Genio a stento possono trattenere a distanza dall'apparecchio la folla. Tutti vogliono vederlo da vicino, molti stendono la mano per toccarlo. Sotto il cofano del motore si noia il baronrafo, la vaschetta di mercurio per la misurazione dell'orizzonte artificiale, una bussola. Il Bleriot di Beaumont è veramente bello, solido, elegante; ha superfici portanti doppie come negli apparecchi Blériot a due posti. Beaumont dopo una sosta nell'ufficio telegrafico si è fermalo un istanlc nella sala sottostante alle tribune del pesage dell'Ippodromo, circondato dai sottosegretari Di Scalea, Vicini, Mirabelli, dal conte di San Martino, dal sindaco e dal prefetto di Roma. Appena l'aviatore è scomparso, la folla incomincia con un uragano di applausi e di acclamazioni assordanti a reclamare la sua persona, la sua presenza, e Beaumont si affaccia alla fine alla loggia della tribuna con a fianco il sindaco Nathan e l'avvocalo Gatti-Goria. Tutte le altre autorità fanno corona. Un applauso più fragoroso, un urlo più altisonante, c dopo un cenno della mano di Nathan un silenzio profondo. Beaumont rigido nella persona, sorridente, volge intorno il suo sguardo dolce e sorridente. I Vii/ Uitr Clt-l/ »<-U> l»c » ( irti'a'r a/&f UtU LO ff re daUe wgtn inanìfestaiioni " Viva Beaumont I Viva la Francia T „ Ernesto Nathan nel silenpio generale dU ce: « Cittadini, il messaggio che oggi Beau» moni ha portato da Parigi, a Roma, capita* le d'Italia, é. il più bello ed- il più significativo attestato dell'affetto e della simpatia che legano le due nazioni, sorelle, lo vi invito ad applaudire alla Francia, all'ardito aviatore, che, dopo un, miracolo di audacia e di valore umano, è giunto per la via del cielo ! ». L'invito del sindacov è seguilo naturai» mente da calorose grida di « Viva Beaumont ! » e « Viva la Francia! », le quali si alternano continuamente per qualche-minulo. Ma una voce sorge, seguita presta dal coro delle altre miffliaia: Parli Beau» mont ! Parli Beaumont! E Beaumont, cortese, non si fa pregare. Pochi oratori hanno avuto la fortuna di essere ascoltati con cosi religioso silenzio come quello con cui la folla segui le su» brevi parole dette con. vvee leggermente velata, ma che giunge all'orecchio chiara con un simpatico accento ■francese. Beaumont è anche un buon oratore. Gestendo lentamente con la mano deatra, Beaumont dicet « Vi ringrazio commosso dell'attestazione di affetto che mi avete tributato. Nel mio lungo e non facile viaggio, la mia fede, la mia forza è stata sorretta, alimentala da uri solo scopo, da una sola idea: giungere primo a Roma, la città, eterna, per portare.il saluto sincero della^mia Parigi della mia Francia ». » Invio specialmente un. saluto, io rap* presentante dell'esercito francese, ai vostri prodi soldati che tanto hanno cooperato al mio successo. Viva l'Italia! ». Beaumont, togliendosi quindi nervosa* ■mente, ed agitando il suo casco di velluto, termina: « Viva l'esercito! Viva Roma eterna! Vrrah! urrah! ». Un lungo indimenticabile applauso accoglie queste ultime parole: è una dimostra' siane più facile ad impiaginarsi che a descriversi. La lolla vorrebbe quasi che Beaumont parlasse ancora, rimanesse là su quella, terrazza a farsi ammirare, a farsi vedere. Ma Nathan interviene ed ottenuto un po' di silenzio esclama: u Amici, dopo uit viaggio in. areoplano da Nizza a Roma si ha diritto ad un po' di riposo e. perciò vi die vi onorano ». Attraverso Roma io trionfo Un ultimo applauso a Beaumont, e questi scompare nel vano della porta che conduce alla scaletta reale dell'Ippodromo dei Parioli. La folla rimane ancora, attendendo che Beaumont esca; un'automobile si è fermata ad una porticina d'ingresso, e tutti si fanno intomo. Di là deve uscire, certo, l'aviatore. Beaumont forse si trattiene pochi minuti. Il motore alle ore 17 viene messo in moto, ma è un falso allarme, giustificato dal soverchio entusiasmo della folla. Beaumont è aia uscito da un'altra porta. L'automobile del principe Potenziani si dirige alla volta dell'albergo in Roma. La folla si accorge, di essere stala giuocata, e tutto fi.-} niscc senza incidenti e l'Aerodromo si sfolla lentamente. La lunga fila delle automobili si incanala per la vta Flaminia. La grande giornata, che rimarrà storica negli annali dell'aviazione è finita... Lungo il tragitto dal campo "d'avia&ione al Grand Hotel non sono mancate le dimostrazioni a Beaumont. Del resto il riconoscerlo era facilissimo. Tutti in città hanno visto ed appreso l'arrivo del pilota francese. Un fragoroso interminabile applauso saluta l'ospite venuto dal cielo atraverso ad una continua calda, sincera dimostrazione. Beaumont percorse in automobile le principali vie della città, mentre dalle finestre si applaudiva e si sventolavano i fazzoletti, ed alcune signore gettavano dei fiori. Verso le cinque l'automobile dove era Beaumont per l'ingombro della strada fw costretto ad arrestarsi in via Nazionale, all'angolo di via Milano. Un crocchio di pas-