Lettera di Ricciotti Garibaldi ai deputati italiani
Lettera di Ricciotti Garibaldi ai deputati italiani Lettera di Ricciotti Garibaldi ai deputati italiani Roma, 19, notte/ . L'on. Ricciotti Garibaldi dirige ai deputati,; a proposito della campagna di Albania, la seguente lettera aperta : « In questo momento ili Italia l'agitazione prò Albania, sia per la sua grande estensione, sia per le misure che la; autorità hanno creduto di adottare, minaccia di prendere proporzioni che potrebbero avere' conseguenze serie e spiacevoli. c L'agitazione prò Albania si estende gioivi nalmente per tutta Italia: il fatto che sono presentemente registrati circa seicento centri! di agitazione e la constatazione diuturna d* nuovi numerosi centri formatisi in tutte le classi e condizioni di cittadini, costituiscono! una indiscutibile e patente prova della grande, profonda, imponente agitazione manifestatasi! nella nostra Nazione. Io non intendo sfuggirei alle responsabilità del nome che porto, ed in-! tendo che la mia azione, per quanto modesta,! sia sempre fedele alle suo tradizioni, ma cer-1 tarnente la posizione eccezionale che mi vienai croata dalla fiducia dimostrata a questo nomai ed alle sue tradizioni, non solamente dalla! popolazione italiana, ma anche dai centri di' agitazione estori mi mette in obbligo di dira francamente al Governo che esso ha sbagliato! e sbaglia nel modo con il quale crede di trattare l'attualo agitazione. Le forze vive, che si intendono imbottigliare, generalmente finiscono per esplodere. Perchè il Governo italiano, non adotta semplicemente le misure già adottate dai nostri Governi precedenti nella campagna greco turca, e da tutti gli altri Stati! civili in simili casi? Tali misure, mentre met-l terebbero il Governo al coperto da qualsiasi: censura, sarebbero uno sfogo alla esuberante! vitalità che minaccia di straripare. Nè vaiai dire che in questo caso non si tratta di due| belligeranti, per cosi dire, legali. Il Governo: giovane turco non è anche esso un Governo' rivoluzionario di fronte al Governo secolare! di Abdul Hamid? Dunque che differenza vi è,| come di questiono di diritto, fra la rivoluzio¬ ne giovano turca o la rivoluziono albanese!) Una invasione dell'Italia o una guerra gene-! rale per la questione albanese è fuori del pro-j ballile. Che la potenza vicina, la più interessata, sia di questo parere lo prova il fatta che nelle istruzioni date alle proprie navi dai guerra, che incrociano sulle coste orientali! dell'Adriatico, non ve ne è nessuna per impedire lo sbarco dei volontari italiani, ma solamente di ritardare lo sbarco di- questi per Ili tempo sufficiente a mettere a terra in antecen denza un reparto dei suoi marinai, il che vuolj dire che prevede che la questione albanese do-1 vrà essere risoluta da un congresso delle Po-i lenze e vuole avere, in tal caso, una posizione; privilegiata di presa di possesso. Mi si permetta di rilevare il fatto che nei consiglieri! della Corona vi sia chi fa propaganda di paura sulla base di affermazioni di incapacità ai di impreparazione che sono un insulto atroce) ai dirigenti ed ai componenti la nostra armata di terra. Perciò se il Governo crede di continuare nelle misure adottate di restrizione aliai persona, alla libertà dei cittadini italiani quaiu do questi non contravvengono alle leggi dello! Stato, facendo nascere sicuramente una rea-! zione che può anche divenire violenta e di permettere una larga diffusione senza control-! Io obbligatorio della loro veridicità di notizia! false che hanno per effetto sicuro di eccitare; la fantasia ed il sentimento popolare, io nella modestissima opera mia respingo ogni responsabilità, tanto più che l'opera di organizzazione adottata per questa agitazionsulta dalle diverse circolarLd^nffltr- ;P*vSP*réVMlftirlWWl..alpùtatóTqueste brevi considerazioni nella speranza che ella vorrà] usare la sua influenza perchè siano vietate metodi eccezionali che potevano essere usati in tempi trascorsi ma che oggi potrebbero an* che essere pericolosi ».
Persone citate: Abdul Hamid, Ricciotti Garibaldi
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