La Missione militare di Alfonso XIII ricevuta solennemente dal Re

La Missione militare di Alfonso XIII ricevuta solennemente dal Re La Missione militare di Alfonso XIII ricevuta solennemente dal Re [Per telefono alla Stampa). Secondo gli accordi precedentemente a- dottati, stamane il conte Tozzoni, gran ce- timoniere di Corte, si recò al Grand Hotel con i- berline di gala per accompagnare al Quirinale l'ambasciatore straordinario spagnuolo capitano-generale Primo De Rivera ed il suo seguito. Al Grand Hotel si trovavano, di già, il maggior generale Cigliana ed il maggiore Cittadini, aiutante di campo del re, entrambi addetti al capitano-generale Primo De Rivera. Le quattro berline partirono alla volta del Quirinale con la missione spagnuola. La cartozza, in cui si trovava il generale Primo De Rivera, era scortata da 8 carabinieri a cavallo al comando di un tenente. Percorrendo la via Venti Settembre, il corteo giunse al Quirinale, entrando per l'ingresso d'onore. La consegna della lettera autografa Ai piedi dello scalone si trovava ad attendere l'ambasciata ii prefetto di' palazzo conte Gianotti, il quale la condusse fino agli appartamenti reali. In uno dei saloni erano riuniti i generali Brusati e Trombi, aiutanti di campo del re, e i gentiluomini di servizio. Dopo le presentazioni ed i convenevoli di uso, il seguito del generale Primo De Rivcra si intrattenne con essi, mentre il capo della missione spagnuola era introdotto dal conte Gianotti nel salone di ricevimento del re e presentato a questi. 11 nostro sovrano accolse il generale Primo De Rivcra con la più squisita cortesia; muovendo verso di lui, gli strinse ripetutamente la mano, quindi lo invitò a sedere in una poltrona collocata presso il sofà in cui si era assiso. 11 generale Primo De Rivera consegnò allora a re Vittorio la lettera autografa con cui Alfonso XIII lo accreditaci come suo inviato straordinario. Subito appresso gli presentò, pure, la copia del reale decreto, col quale il sovrano spagnuolo conferiva al nostro monarca il grado di colonnello onorario del reggimento di fanteria » Savoia. ». La copia di tale decreto reale era rinchiusa in un artistico astuccio di argento con stemma e insegne reali. Le parole del capitano-generale Consegnando entrambi questi documenti a Vittorio Emanuele III il generale Primo De Rivera disse: «Sua Maestà il Re, mio augusto Sovrano, si è degnato affidarmi l'incarico di consegnare a V. M. la. nomina a. colonnello onorario del reggimento di fanteria « Savoia », numero 6, e di esprimere la profonda slima per la Sua persona, e la. vivasimpaUa.per il suo popolo cui si è ispirato.nel fare questa designazione. L'esercito spagnuolo, e singolarmente il reggimento che porta da aulico tempo con orgoglio la gloriosa denominazione della Dinastia di Vostra Maestà, esprime la sua riconoscenza, altamente onoralo che Vostra Maestà, abbia, ben voluto accettare questo comando, e vede con grande soddisfazione nelle sue file, il Monarca e Capo supremo delle eroiche armi di un paese fratello. Nulla di più lusinghiero per me che servir'' da interprete di questi sentiinenli. e d'essere invialo a dare testimonianza presso Vostra Maestà dell'eco che nella nazione, spagnuola incontra quanto ridonda, a gioia e prosperità della nazione italiana ». La conversazione si prolungò per una ventina, di minuti, in capo ai quali il Re espresse il desiderio di conoscere tutti i membri della missione. Le presentazioni Questi vennero introdotti nel salone, dove aveva avuto luogo il ricevimento, e re Vittorio ebbe per ciascuno una frase amabile e grata. Oltreché col generale Del Rio, il Re si intrattenne col colonnello Diaz Arruis. comandante del reggimento Savoia, rivolgendogli domande sulle più recenti bat- taglie combattute dal reggimento, sul con» tingente di cui questo consta, sulla foggia del l'uniforme di gala, da canrpagna e ffueo c sulla località, dove il reggimento si trova di guarnigione . Il colonnello Arrais ha porto a re Vittorio il saluto del reggimento, che si considera onorato di averlo per suo colonnello, e nello stesso tempo pregò il Sovrano di voterai compiacere di accettare un album, e una pergamena, che egli si permetteva di offrirgli in nome 'dell'ufficialità del «Savoia».Il Re mostrò di gradire assai questo omaggio, esprimendo il desiderio che tanto l'at« bum e la pergamena, quanto la uniforma inviatagli da re Alfonso, gli venissero consegnate questa sera. Allora, si convenne che il colonnello Arrais e il tenente Maldonado, anche quest'ultimo del reggimento «Savoia», si recheranno stasera al Quirinale, un po' prima dell'ora fissata per il pranzo, che il lie offre all'ambasciata spagnuola. Dopo di che il ricevimento di questa, prolungatosi in complesso circa, tre quarti d'ora, ebbe termine, lasciando in tutti i componenti dell'ambasciata la piti gradita impressione. La Missione dalla Regina Madre Alle 15,45 il generale Primo de Rivera ei tutti gli altri componenti l'ambasciata straordinaria spagnuola dal Grand Hotel, ove alloggiano, si sono recati in berline di Corte, a Palazzo Margherita a visitare la Regina madre. La missione è stata introdotta! presso Sua Maestà dal marchese Guiccioli, gentiluomo d'onore della regina Margherita, la quale era circondata dalla sua Corte. La Regina, madre si è intrattenuta affabilmente a colloquio col generale De Rivera e con tutti gli altri componenti la missione, che il generale le ha presentato. Terminata l'udienza, che è durata circa venti minuti, la missione si è recata a Palazzo Barberini, sede dell'Ambasciata di Spagna, dove l'ambasciatore di Spagna, marchese De V'alderetazo, ha dato un garden-party in suo onore. Il '' Te Cenni,, per Alfonso XII. La astata assenza dei cardinali Stamane, come gli scorsi anni, nella chiesa spagnuola si è celebrato, con il consueto Te Deum, il genetliaco di Alfonso XIII, ma una cosa è avvenuta, contrariamente a ciò che gli anni scorsi si notava : l'assenza assoluta di cardinali spagnuoli residenti a Roma e dei prelati vaticani, che occupano alti uffici di governo. Infatti, nò il segretario di Stato cardinale Merry del Val, nè il cardinale Vive»- y Tuto hanno preso parte alla cerimonia. L'assenza nò tatissima è indice della tensione dei rap" porti diplomatici esistenti tra Spagna e Vaticano. Alla rottura di queste relazioni non si è giunti ancora, perchè è fuori dubbie che la Santa Sede non ritiene improbabile; o per una questione, o per l'altra, ora, sulla scacchiera politica spagnuola, un carni biamento di gabinetto. Non è detto con questo che il Vaticano conti sopra un go< verno reazionario, ma, forse, si ritiene che qualsiasi sostituzione possa avvenire, pò» Irebbe aprire l'adito a trattative per la re< • visiono del concordato su basi tali da per. mettere una discussione fattiva, ciò che non può, sembra, avvenire col gabinettc Cnnalejas. La presentazione, fatta da que> st'ultimo di questi giorni, di un progetta 'di legge sulle associazioni, è stato ritenute dal Vaticano, dopo un esame degli articoli della legge stessa, come una nuova provocazione ai diritti concordati e giudicate tale che negli ambienti clericali si designa come una legge che si chiama solo per eufemismo legge sulle associazioni, mai che, invece, è di tale natura da definirla addirittura una legge di lotta religiosa contro le associazioni religiose. L'incidente odierno, dunque, non sarebbe che una prima hv diretta risposta alla avvenuta presentazio- • ne della legge.

Luoghi citati: Roma, Savoia, Spagna