Mentre testimoni, psichiatri ed avvocati

Mentre testimoni, psichiatri ed avvocati EATI E Mentre testimoni, psichiatri ed avvocati discutono sulla mentalità del giovane omicida di Villarfocchiardo (Corte d'Assise di Torino ~ 11 maggio) VAIensa antimeridiana Il giovinetto accusato è giunto alle Assise alle ore ti e mezza, 3 già una (olla di curiosi l'attendeva. Di questa morbosa curiosità, egli si dimostra, in verità, un po' rattristato. 11 suo volto pallido ha una espressione di sgomento e di angoscia. La folla, avidamente guarda il giovane 0 singolare assassino, e commenta in vaino modo, intrecciando parole di pietà, con esclamazioni di esecrazione. Stefano Ala sale frettolosamente la ripada ecaletta, abbassa il capo, in atto di vergogna. Solo alle nove e mezzo (ed è ancora assente la Parte Civile), coll'aprirsi dell'udienza, si apprende l'escussione testimoniale. E' un oste il primo teste. L'oste è un testimonio Indispensabile in ogni processo di Assise, in Piemonte. Questo trattore di Villarfocchiardo racconta che, podio ore prima del fatto, l'Ala, còri amici, si intrattenne nella sua taverna, suonando la fisarmonica. Avv. Villabruna: — Bevve molto?... Presidente: — Ma loro difensori vogliono sostenere l'ubbriachezzay Aw. Villabruna: — No, no... Ma bisogna notare che l'Ala era astemio, e che quel di bevve del vino... L'oste: — Ne bevve però pochi bicchieri. Angelo Benedetto vide il giovinetto poco tempo prima del misfatto. Era calmo. Avv. Villabruna: — Che carattere aveva l'Ala? — Taciturno, chiuso in se stesso, e di indole melanconica. Albino Pogliano, sindaco di Villarfocchiardo, fabbro-ferraio, ebbe come lavorante lo Stefano Ala. — Da prima si dimostrò intelligente: però ifu sempre un po puntiglioso nell'orario. Presidente: —Cioè lei vuol dire che non era premuroso nell'orario. Sissignore. Negli ultimi tempi diventò però svogliato, taciturno: non voleva nemmanco che i compagni lavorassero. Sapeva che era innamorato? — No; lo seppi dopo il delitto. Io non mi sarei mai immaginato che quel ragazzo, cosi muto e solitario, avrebbe commesso tanto delitto... 11 testimonio dice che pagava poco il suo •garzoncello, perchè era svogliato e poco gli rendeva. Per due anni del tirocinio non lo pago. Poiché si fa qualche osservazione dagli avvocati in proposito, il presidente argutamente dice: — E gli avvocati pagano forse i loro praticanti ? — I nostri praticanti sono impagabili — (""•riamano, ridendo, gli avvocati. 11 buon sindaco, nel suo senso pratico della .vita, fa una descrizione esatta d'nua delle caratteristiche dei fantastici, dipingendo l'imputato come uno svogliato e poco costante nel lavoro. Come cittadino, Stefano Ala aveva una condotta inappuntabile. 11 maestro pel suo piccolo allievo L'antico maestro dèi giovinetto lamenta che cuesti nella sua infanzia era debole mentalmente, e fisicamente. Aveva lo sguardo atono. 11 carattere scontroso; e la sua fanciullezza non aveva nè sorrisi, nè gaiezza. Anche altri suoi maestri furono impressionati dallo strano suo contegno. L'Ala ha degli erte-nati scemi e tubercolotici. ■ Questa affermazione del testimonio solleva un chiassoso battibecco tra gli avvocati, quelli della P. C. contrastando, quelli della Difesa volendo che sia assodata questa indagine sulle tare ereditarie. E' chiamato anche il sindaco, il quale afferma che uno zio dell' Aia è sordo-muto, un altro zio e morto pazzo e due zie tubercolotiche. Il maestro ricorda che il giovinetto fu di tardivo sviluppo mentale. Si comprende che dato il suo carattere, si sia dedicato con fervore all.a lettura. Un giurato, che è maestro, chiede al teste se fu fatta una cartella biografica dei Giovanetto. — No; ho fatto soltanto delle indagini per mio conto. •Il testimonio dice che anche il Mario Ru?Aiaa° presentova le stesse caratteristiche del. — Questi giovanetti sono andati all'estero e mi sono tornati tutti poeti. creta?8, Je' 'r"d° proprio cne J'Ala ria >™ — No, lo credo piuttosto un essimilatore Il presidente prende l'occasione per rinnovare desoressione della sua Incredulità nettane poetica dell'Ala. iMa pili che questa incredulità fa scnttaw gli avvocala la caustica ili onta colla quale il presidente mette in dubbio 1 affermazione del testimonio, il quale giudica ora. come giù nel discorso ch'egli tee» sulla tomba della, vittima, il delitto come quelle di un mentecatto. — E lei, appena commesso il fatto, avrebbe messo il giovinetto in carcere. 0 al Manicomio" Avv. Pavesio. — Questa è ima domanda insidiosa, precidente... Ma il testimonio si leva d'impaccio con aibmtu : — Io l'avrei sottoposto ad uno studio psichiatrico. La'Difesa presenta, molti quaderni, nel quali j Ala lia ricalcati parechi disegni di giornali illustra ti. — Ma queste sono sciocchezze che fanno tutti 1 bimbi — dici; subito il presidente — e non perciò sono tutti degli anormali. iL'aw. Pavesio scatta nuovamente: Leu. signor presidente non può fare il giudice. I giudici sono 1 giurati. La fidanzata doppiamente sventurata Dionisia Miletto sa che la sua giovane e bella amica Viola era infastidita della insistente corte amorosa dell'Ala. E Caterina Borello. la fidanzata del Baritello, tutta vestita di nero, narra che questo le scrisse sempre. Doveva sposarla nel dicembre. Come si sa, di disgraziato giovane fu ucciso nel novembre. E Roberto Viola, fratello della povera uccisa, e che era amico dell'Ala, conferma l'indifferenza di sua sorella per quello spasimente timido e scontroso. Ella amava invece 11 'Baritello. che frequentava assiduamente la casa. — Non fedi mai accorto delle minacele dell'Ala a tua sorella? — Mai. — Già. i fratelli sono sempre gli ultimi ad accorgersi. Avv. Roccarino: — Come i mariti 1 Presidènte. — Beh! quelli ci pensino loro... Passano sulla pedanti una piccola sorella d'Illa ragazza uccisa, «1 un cognato, Emilio Maurino, che ebbe le confidenze dolla fanciulla, la quale gli rivelò che una volta l'Ala le mostri» una rivoltella. — Io le domandai — aggiunge 1! teste — se dovevo avvertire il maresciallo, ma ini dissuase! E cosi pure depone un'altra sorella della morta. ^Matilde Viola. Tutte queste deposizioni! danno occasione al presidente ed alle Parti di rilevare l'imprevidenza dei parenti dell'uccisa, che 11011 presero dei provvedimenti contro l'Ala, clie si faceva sempre più minaccioso. Questi parenti però spiegano la loro inattività oolla convinzione che il giovanetto non facesse sul serio. Sisto Pont, un ragazzetto quasi coetaneo dell'accusato, narra che l'Ala un anno fa gli disse <0ie voleva ammazzare lui, U fratello od il Baritello. — Ma perchè? — Credo per ischerzo... .Avv. Roocurlno. — Così, tanto per fare un discorso ! Olidio Pent sa ohe Stefano Pent di Francia cllzudrdtedsndtdfcrpBpizaegctlccntngqecssgvrtlogbiMmdmiiscrisse lettere alla Viola fino a due mesi prima della tragica fine di costei. Una volta il •Baritello fece una fi'iura al teste, perchè a- dveva scelto nel ballo la Viola. I dvsdPirosi dente. — Le piaceva la Viola? I t— Bravo, continui così! la— A me piacciono tinte le ragazze-. ontinui cosi! laMario Rumiano. l'amico intimo di Ala, stu- : dente di ginoasdo, fu compagno di lettura, di mostrava sempre più l'Ala fere venire da Torino, per mezzo del Ba-; rifello le cartuccie per uccidere la Viola, e ne j pripàrio la carica I M Presidente. — Ma la povera fanciulla aveva la pelle dura! Mario Rumiano racconta ancora luc-idamente, perchè è un giovinetto intelligente, le fasi della sciagurata passione dell'Ala, il quale, a noco a poco, si disamorò del lavoro, ebbe idee di suicidio, abbandonò lo studio, e solo leggeva le Postuma di Stecchetti, e commetteva stranezze. Per esempio, trovandosi in aperta campagna, diceva che sentiva il profumo della sua innamorata, e ne seguiva le traccie. — Come i cani — esclama il presidente. Venere Il disgraziato suo amore aveva raccolto sull'Ala !o scherno dei compagni e delle ragazze, che non lo capivano. Il testimonio narra una ìnlinità di piccoli episodi, che l'Ala ha descritto nel 'suoi Memoriali: il regalo a Caterina della colomba, con il motto: «Ricordo d'una tua vthtima », quello dei fiori della morte, delle canzoni cantate nelle notti ciliare, delle passeggiate notturne e solitarie, le' disquisizioni sul suicidio di Jacopo Ortis, l'innamoramento della stella. — Che stella era? — Venere. Prof. Treves. — Non ha l'Ala parenti malati di mente? — Una prozia paterna è completamente cretina. L'accusato dice che essa p invece sorella della nonna. Il testimonio descrive anche le insonnie, i delirii. le fantasticherie, le idee senitnmentali dell'Ala, che nell'amore non voleva « che 1 affetto demandino, e non voluttà del corpo •. —- Già, ma si capisce che le ragazze, non fossero d'accordo con Ini — osserva il presidente. Avv. Villabruna. — Sa che l'Ala abbia poi fatta la corta a qualche altra ragazza? — Sì, a Giacinta Rumiano. Ma egli diceva che così faceva per dimenticare il primo terribile amore... — Sia. cinedo scaccia chiodo! Avv. Pavesio. — Non tenne il broncio con lei perchè gli disse che le piaceva la Viola? — Sissignore, per alcune settimane. Presidente. — Sa che avesse malanimo col Baritello? — No. perchè era convinto che la ragazga prendesse in giro il Baritello. come già prima il Pent... — Eppure l'Ala proferì minacele... — Ma minacciava frequentemente per ischeTzo: fin da giovanetto aveva la manìa delle armi. ' - 11 dott. Francesco Perodo afferma che l'Ala ebbe due o tre zie tubercolotiche: il padre è gracile: la madre è robusta: uno zio è defìcente e sordo-muto : un'altra parente è cretina: un altro zio, infine, è morto tubercolotico. E piantato cos'i l'albero genealogico dei piccolo accusato, si scioglie l'udienza, che non è certo proceduta cosi rapida come voleva l'energia presidenziale, forse perchè troppo satura di frizzi e miotti di .spirito meno convenienti alla serenità ed imparzialità dell'indagine, e di commenti e discussioni pletoriche e quasi inutili di fronte a Giurìe intelligenti ed elette, come quella, che devo, giudicare il piccolo assassino di Villarfocchiardo. Ed un giurato infatti fece le sue rimostranze. Udienza pomeridiana La simpatia del pubblico, il quale quasi sempre si dimostra troppo dimentico della tragicità ed Irreparabilità dei fatti e della gravità dei delitti, per circondarne d'un morboso romanticismo i protagonisti, fa affollare d'uditorio la sala della Assise, e ciononostante che la escussione testimoniale non prometta ormai olii grande interesse. Marianni-na Martino era la piccola messaggera d'amore tra Caterina e Stefano. Mentre questi si dimostrava sempre più fervido dame/e. la Caterina si dimostrava non affatto lusingata dalle attenzioni di Ala. e, anzi, pre occupata dalle minacele di lui. La piccola testimonia esclude l'episodio narrato dall'acc 1sato nel Memoriale, che la Viola abbia una volta cantata sotto la finestra dell'Ala la c ,nzonetta popolare Mio dolce amor non farmi languir. Accusato. — Eppure è verissimo, lo non dico che la verità. Presidente — Se tu avessi inventato questi eposodii. saresti tuit'altro che scemo, perchè avresti avuta la furberia di fai1 credere che la Caterina ti stuzzicasse. Cose insignificanti depongono 1 testimoni Manetta .Martino, Mario Actis e Carlo Cliiabcrto. Il dottor Tommaso Rossi descrive le cure che. per malatiie transitorie, prestò allo Stefano Ala, il quale si è 'sempre dimostrato taciturno e quasi insensibile al dolore. — Le parve, un tipo anormale? — Per quanto l'ho potuto conoscere, non notai che questa sua recessiva taciturnità. Si scatena un incidente un po' fragoroso perchè risulta per ammissione leale del dottor Rossi, che è testimonio discrezionale, d'essere stato prevenuto dalla Parte civile che sarebbe stato chiamato testimonio. — M0I10 chiasso per nulla — conclude il presidenie. che ha assit-tito tranquillo al vivace batibesco. Virginio Bosco e Minello Davide dicono che Ala apparteneva alla piccola Arcadia del paese, paese. 11 capo guardia delle carceri di Susa racconta clic giunto in cella l'Ala, egli gli disse: ■I Perchè hai uccisa una ragazza! Ci sono tante fanciulle al mondo». E l'Ala rispose: a E' vero: ma per me c'è n'era una sola... ». ■Presidente. — Ed ora non c'è più!... Questa sortita del presidente fa scattare gli avvocati di difesa. Lei fa sempre dell'ironia e specialmente j coi nostri testimoni a difesa. Alla fine siamo ] davanti alla probabilità di 30 anni di reclusione e non è luogo di scherzare. Ma l'a.vv. Boccarino Milita il presidente e coglie l'occasione che il capoguardia dice che l'Ala era taciturno per esclamare scherzosamente: — Già s'era in cella solo, certamente era taciturno!... I difensori e specialmente lavv. Pavesio insorgono protesiando vengono a parole presidente, che in mezzo alle tempeste è tran un ^vìvaci dtrea Troll ', ,w7va alte tempeste è tr'an'.qullìo nocclnero, W^pWjlSÌMOtta. In tutti questi frequenti incidenti il P. M. mantiene il suo contegno calmo e sereno, pieno di severa dignità. intermezzo umor stico Adelaide Versino, >Martoja Teresa sono testi- : moni che non recano notizie utili al a causa., ,.^:an5fsc?lv T^^etS a^w ?5me .Ala, de=cnw il giovanettoi accusato come un taciturno od uno scontioso ilte^nìon^ il testimonio, pne e un Tipo singolare ai • tanaro •\ queste parole il pubblico scroscia in una clamorosa risata 11 testimonio si volge inviperito: — Non c'è nulle, da ridere. Quelli che &i sono sposati non devono ridere, e quelli che devono sposarsi ancora lo facciano presto Le parole di questo strano propagandista [ dei matrimonio provocano un nuovo clamore : daco. dipingono l'Ala come un buon ragazzo, laborioso. Nella sua famiglia ci furono dei d'ilarità. 11 leste- continua dicendo che Ala per timidezza non salutava nemmeno la sua fidanzata. . . • — Sa che leggesse dei libri? — Molti, ed i libri fanno del male! iNuova risata, e nuovo risentimento del teste vieppiù stizzito: — Io lo so. — grida. — perche anch'io ho studiato! . , Figurarsi le omeriche ed irrefrenabili risate dell'uditorio. . Giovanni Cluabergia, Emilio Miletto. ex-sin tubercolotici e del cretini. .! E Giuseppe Perotto dice bene dell Ala ed anche del Baritello. sebbene con questi abbia E Giuseppe Perotto dice bene dell' anche del Baritello, sebbene con questi ^.a avuto una volta una piccola contesa —.„„„«« Fortunata Durando jaj|0om-a^ a uao^patenio • La teste narra che la madre dell Ala vesti per due anni di bleu .1 picca» come voto alla Madonna pei' lo scampato pericolo. Francesco Marta] a parla del irentUlzlo tarato dell'Ala descrivendo i casi di cretinismo nella sua famiglia, e conclude: — E' tutta una derivazione di pazzi... Uno zio lo portarono nella gerla a tirare il numero, e l'altro non era capace di parassi le mosche. Presidente. — CI sono molte mosche in Villarfocchiardo? Una nuova risata del pubblico (quanta giulività in una causa dove ci sono state tante lacrime) e l'indagine testimoniale incominciata con lo spettacolo doloroso dei parenti delle vittime finisce allegramente, E' pazzo o sano di mente P Il dottor Storero, perito di P. C, prende pel primo la parola. Dopo avere tratteggiato per sommi capi tutto quanto poteva gettare una luce sitila personalità psichica di Ala Stefano, si domanda: Fu costui al momento del delitto un pazzo od un sano di mente? Non mi .pare - egli dice - di dover fermare il mio giudkzio considerando l'Ala quale un paranoico e tanto meno un malato da paranoia erotica, e nemmeno che abbia agito per raptus o furore o uragano melanconico. Nel suo carattere prevale il tono melanconico, è vero.; esso risulta formato da tristezza, timidezza ed egoismo. Il suo delitto ha indubWament* come substrato la passione: ma essenzialmente egli presente, evidente errore di seiiiimen«\ Non è in Ala l'allucinazione senitiweintefe, ma la deviazione senliimenteie derivati da un quantitativo di cause di ambiente, di letture, ecc. Nell'amore, nella passione rapida mentita verso la Viola prevale l'intonazione di dolora e di egoismo. Dovendosi definire una diagnosi dell'Ala all'epoca del reato, io crederei poterlo caratterizzare un psicastenico. Ma non il psicastenico della forma reale, perchè in essa le alterazioni psichiche vanno di pari passo colle alterazioni fisiche. E' una forma attenuata da tale malattia le cui stimmate in Ala si riassumono iit una incompletezza normale, 'in una diminuzione della funzione della realtà,. In Ala vi è stato come un malessere nella normalità delle idee: ma non è lo stato di malessere psichico per cui le idee si fissano assumendo il carattere di ossessione. Vi sono, state deviazione di sentimentalità, tono melanconico ed egoismo. In tale stato psicologico esistono però 1 poteri critici: egli ha la coscienza dell'atto che viene a commettere. Ma vi è una dimimuzione in lui del senso di ! valutazione del suo atto di fronte alle leggi che regolano l'equilibrio della società. Stefano Ala. che viene da una famiglia in cui si riscontra qualche lesione ed anomalia, che ha stimmate di malattia mentale, che avrebbe nel giorno del reato, astemio, bevuto una piccola quantità di alcool, e Imputabile o no e a -K" grado? Noi sappiamo che, perchè un agente sia re- j sponsobile sono necessarie tre condizioni, e ! cioè che l'agente abbia potuto conoscere l'es- > senza del dovtr-e e la natura dell'atto in sè; I che egli abbia, comproso che 11 suo fatto ave- : va per indole di violare il dovere: che egli i sia stato libero di ammetterlo o di astenersene. Coscienza adunque dei propri atti e libertà di scelta sono i momenti logici della responsabilità e per ciò stesso della imputabilità. Ma l'Ala bisogna pure ricordare che presenta delle disannonie nlla sua energia fisica e psichica: egli ebbe, per me, a soffrire di una forma non grave, ripeto, di psicastenia. E' intervenuto certamente in lui uno storto di agitazione passionaiiie: vi è stata una forniti psicologica per cui ha potuto essere nell'equilibrio dei poteri regolatori della coscienza sua o poteri critici, un tempo o periodo dì modificata, di alterata resistenza. Ma nella valutazione di una scusante allatto suo delittuoso, io non so intimamente convincermi se si possa arrivare fino all'applicazione dell'articolo 47.C. P. E' un passionale Anche il prof. Carrara ammette che l'Ala è un tipo passionale, e scliiewamente passionale il suo delitto, e che è la ereditarietà abbia creata in lui la predisposizione od agire sotto il dominio della passione, contro la quale non poteva opporre una resistenza normale. Ma questa sua predisposizione non è una inalai tia mentale, secondo il significato della legge. Non basta la taciturnità per ritenere scusato medico-legalmente il delitto : nè grande importanza nello studio della menlalita dell'Ala è la strana "facilità nell'Ala dì poetare. D'altra parte la gelosia del giovinétto non era una idea delirante, un'idea fissa: essa aveva delle ragioni e delle cagioni nell'indifferenza della ragazza che amava. Forse la sua accentuazione sentimentale ne esagerava la portata e le conseguenze. Ad ogni modo questa deviazione .sentimentale non aveva per riscontro una deviazione morale. Ala ha assunto con molta tranquillità l'idea omicida ed il suo sentimento morale non r-.agiva contro questa idea malvagia. La sua facile assuefazione all'idea del delitto dimostra la sua insensibilità morale, il che è dimostralo anche dalla sua facile adattabilità alla vita carceraria. Qui non si può pensare ad un raptus melanconico perchè da sei mesi Ala meditava il suo delitto; non si può affermare nè negare in modo assoluto che l'alcool abbia, avuto importanza in questo caso. Il delitto di Ala è l'esagerazione di un sentimento nobile: ma se il giovinetto è un passionale, non si può dire che mdtRnrbsagpdi1CL sia un pazzo. Il professore Carrara pure ani mettendo nell'Ala una certa diminuzione di regponsabilità, non crede che si possa adire nel giudizio ad una totale ed anche una semiInfermità mentale. Un giurato domanda al prof. Carrara se l'Ala possa come passionale ripetere qualche atto delittuoso. Il prof. Carrara dice che le sue alterazioni morali lo rendono pericoloso. Avv. Villabruna: — Ma dunque un delinquente per nobile passione dovrebbe essere » » ML3SS5 comune e volga. re? NoT1 le nare elle «a allt0Tli iw'<-h!am in ^J^^^L^^^U^ mentale? — Vi sono pareri discordi in proposito. 11 proif. Treves, che è perito di difesa, pone a base della sua perizia la tesi che sosterrà, e cioè che l'Ala è un tipico passionale, ma con elemento morboso preponderante e quindi un ddTo semi.responsabile'. pal hè ,.ora è ^a , ^ . , dj . " si riserva di W»*» *tt a lungo do- intanto mette in guardia i giurati f „ prevenzione che la tespui». d'Un BMUsat0 sia in «"Porto diretto ,.n1,te ffnav.i!A Aflì dritto mmmpssn » na.r»fra«. olle gravità del delitto commesso e parafrasa scientificamente, trattando della passione 'l'arguto detto del presidente: tutti abbiamo le nostre passioni, ma non per questo facciamo o abbiamo intenzione di fare quanto ha fatto Stefano Ala. Vi sono pure le passioii morbose. La discussione scientifica, appassiona il pub- c blico ancor più che la escussione testimoniale che pure ebbe dei momenti caratteristici e vi- Solo il piccolo accusato pare non interessarsene affatto. OINI. utl2C

Luoghi citati: Carrara, Francia, Piemonte, Susa, Torino