L'"amico lontano" L'omaggio del re dei "Fiord"

L'"amico lontano" L'omaggio del re dei "Fiord"L'"amico lontano" L'omaggio del re dei "Fiord" | .„ , . ì (Snbrero) 'omaggio del re dei "Fiord". ,: Roma, 2i,notte Il secondo re venuto a Roma nel 1911, recando l'abbraccio ideale del suo i popn,° nl P°Pol°-i-l-u-Hano, ha sollevato l'en-' fusiasnio della popolazione romana. Dopo; il Re eli Serbia, è oggi la volta del Re di i T'7 : dalle a a Svezia attraverso ad un intermezzo segnato visite del Kronprinz germanico, del principe inglese, e della Missione militare francese. Non vi è giornata in questo felice periodo delle foste cinquantenarie in cui Roma non accolga qualche personaggio eminenitemente rappresentativo: così nella più radiosa mattinata di questa primavera patriottica i buoni quiriti salutarono con vibrante slancio la figura severa di Gustavo di Svezia, la cui gravità era temperata dal dolco sorriso della regina Vittoria. L'entusiasmo fu vero e reale: il Re dalla figura quasi ascetica, dagli occhi scrutatori dissimulati dalle lenti dodi occhiali, dmette affaeeioi'si tre volle insieme alla Regina consorte ed ai Sovrani d'Italia al balcone ilei Quirinale, La dimostrazione dovette sembrare così commovente al fred»do temperamento di quel re nordico che il ro Gustavo, prima di ritirarsi definitivamente dal balcone, rimase qualche minuto solo abbracciando in un largo sguardo la sottostante marea di teste, di bocche urlanti, di fazzoletti sventolanti, alla quale sovrastavano i gruppi marmorei della fontana del Quirinale. li Re, ospite di Roma, dovette comprendere che ,'accoglienza erasincera c sentita, poiché in via Nazionalodinanzi al palazzo delle Relle Arti, provò il bisogno, lui che i biografi dipingono come un temperamento chiuso e rigidamente formalistico, di alzarsi in piedi nella enrrozza dove sedeva, a fianco del Re e di ringraziare, commosso, la folla portento al. petto la feluca dall'enorme pennacchio giallo che è l'insegna della regalità svedese. ' , Quali sono dunque i coefficienti dell'odierno entusiasmo romano? Conoscevano, ricordavano quanti oggi applaudivano, le linee salienti della figura morale del Re di Svezia? , , E' lecito dubitarne. Eppure, nessun popolo dovrebbe, a ragione della sua storia, mostrarsi più sensibile del popolo di Ro1ma a tutto ciò che ha tradizioni di libertà. Nessun ro può ricordare tale tradizione più del monarca svedese. L'intima unione fra popolo e ro da lungo tempo è un alto compiuto in Svezia. Il Ro oggi applaudito a Roma è veramente un re democratico. Salendo al trono, egli, in un telegramma del 3 gennaio 1908, rimasto storico, rifiutò la cerimonia dell'Incoronazione, perchè inutili triudicava le spese relativo e perchè suo proposito era di rifiutare ogni cerimoniale di lusso. Poco appresso l'odierno ospite di Roma, affermando il carattere democratico del suo regno, invocava l'appoggio di ogni ora del popolo e dichiarava di non volersi dal popolo scostare mai, Un simile re-nante meritava dunque, per guest© ragioni astratte, le accoglienze avute, tanto più che egli 6 il capo di masso degne di ammirazione, nelle quali è completamente scomparso l'analfabetismo. Una seconda ragione poteva indurrò In folla all'applauso, il ricordo cioè del padre Oscar di Svezia che fu uno ilei più caldi fautori dell'unità italiana; ma altri motivi di natura più sensibile ulle folle provocarono gli scrosci di applausi salutanti il Sovrano al suo passaggio. Là folla ama lo sfoggio della regalità. Tale sfoggio fu oggi imponente. Tanto ieri, per ragioni di cerimoniale, fu semplice e modesto il ricevimento della Missione francese, altrettanto oggi, per lo stesso motivo, fu solenne e fastoso l'apparalo che accompagnò il passaggio dei Sovrani di Svezia dalla stazione al Quirinale. La doppia siepe di truppe facenti ala al corteo, il suono delle musiche, lo scintillìo al sole delle corazze delle guardie del Re, il luccichio dell'uniforme di qualche migliaio di ufficiali in congedo facenti ala ai Sovrani, tutto questo insieme di cose che accarezzano l'occhio e l'orecchio ha elettrizzato la folla per la quale il panem et circenses costituisce seraprR u.na delle molte dell'esistenza * . K : . . Il sorriso eli due regine, la curiosità per la coppia rogale che poneva oggi per la prima volta il piede sul suolo di Roma, hanno fatto il resto Il popolo 'Aie si assiepava dietro i cordoni di truppe, le donne che si pigiavano alle finestre ed ai balconi adornati dai colori giallo ed azzurro della bandiera svedese, che ascoltavano come una musica nuova le note gravi e cadenzate dell'Inno svedese, intuivano il significato profondo di questa visita die ci giungo tanto di lontano dal paese dello brume e dei fiorili. La folla comprendeva che questo nuovo anello di una catena di omaggi deve essere considerato come il più lusinghiero fra tutti, poiché nessun interesse politico immediato lo suggerisce. L'omaggio del Re di Svezia alla terza Italia è infatti assolutamente spontaneo ; esso rappresenta pertanto ciò che d'i più puro, di più nobile, di più disinteressato il nostro paese può desiderare. E' insomma il fiore modesto che giunge nell'ora del trionfo da un amico lontano al quale non si poteva pensare, al quale nulla si poteva chiedere ; neppure ragioni di scambi commerciali possono suggerirci di restringere per ragioni egoistiche i legami fra le due nazioni brindisi, che domani sera al pranzo di gain al Quirinale verranno pronunciati dal re Gustavo e dal nostro Re, rappresenteranno pertanto l'abbraccio veramente ideale fra i due popoli liberi. Nessuna ricerca di sottintesi, nessuna interpretazione di frasi dal significato recondito sarà possibile: per que jsto i brindisi di domani avranno il profumo |delle cose semplici e veramente sentite, co- me sentite furono le accoglienze della folla adunata lungo le vie dell'urbe che salutava il regale viandante venuto da un paese ter se sconosciuto al popolo, per offrire i fior della memoria alla nazione italiana.

Persone citate: Vittoria