Un eroe di che si imbarca per l'Italia di Ernesto Ragazzoni

Un eroe di che si imbarca per l'Italia Un eroe di che si imbarca per l'Italia il(Nostra corrispondenza particolare) he i i Londra, aprile C'era una, volta un piccolo bambino il quale si era messo in mente di non diventare grande. Perchè? Chi lo sa; chi li spiega certi capricci dei bimbi ! Forse egli aveva intuito nella sua anima semplice e<l intatta che il vasto mondo dei maggiori non vale il cantuccio di focolare dove Cenerentola aspetta la fata; forse aveva indovinato che non mette conto mutare le care f alitasi me dell'infanzia, che non hanno nome, per quelle altre fantasiine degli uomini che si chiamano la potenza, la gloria, l'amore, l'oro e che il più delle volte non sono altro che spettri; forse gli rincresceva di guadagnare di sussiego e perdere di grazia, di abbandonare la fodc in qualche meraviglia per acquistare 1. dubbio intorno a qualche idea, di imparare come si sogghigna per dimenticare come si sorride... Insomma, sia una ragione o sia l'altra, il piccino ha vc~ Juto rimaner piccino. Egli, un bel giorno te ne è andato a cercare un mondo che fa- PETER PAN cesse por lui, e l'ha trovato e c'è rimasto. E' un mondo uscito da una testolina di bimbo, ma sempre un mondo. Là. dunque, tranquillo ed i?uorato, si rifugiò, e nessuno mai. probabilmente, avrebbe sentito parlare di lui e delle sue gesta se un poeta inglese, .T. M. Barrie. non lo avesse scopsrto e non avesse portato il piccolo eroe, © la sua storia e le sue imprese ed il atto proprio universo sulle scene, dinanzi al pubblico. Così si conobbe, furono precisamente sette anni fa, l'esistenza di Peter Pan. Fu una rivelazione, un delirio di entusiasmi, un successo. Sul teatro non si era. mai veduto niente di simile. In sette anni, fino ad oggi, le rappresentazioni si sono succedute ininterrottamente- Or l'uno or l'altro dei teatri di Londra ogni giorno ancora porta sui suoi manifesti Peter Pan. Siamo alla dttemilaeentoundicesima rejìlica o si va sempre innanzi. Il suo autore ci ha già guadagnato tanto che non s'era nemmeno accorto che il suo amministratore sbagliava i conti a suo danno (di lui, signor Barrie) di settecentomila belle lirette. Il « piccolo personaggio che non vuol diventar grande » ha ricevuto la pieua ed assoluta cittadinanza britannica. E' pei bimbi di qui un'istituzione come il Babbo Natale o Santa Clans. E i grandi, a cui Peter Pan reca la .fi-esca ineffabile fragranza dei giorni perduti e l'illusione di un ritorno ai dolci paesi dei primi anni, i brandi, lo prendono sul serio quanto i bimbi. Uno scultore s'è innamorato di lui e fra poco vedremo sorgere nei giardini di Kensington un Peter Pan di bronzo. C'è stato mai eroe iti fiaba onorato di monumento? Ebbene, lo si vede ora. Ed intanto, dopo avere empito del suo nome e della sua fama l'intera Inghilterra, dopo avere lasciato un'effigie di sè in un parco di Londra, Peter Pan, il quale ha già fatto parecchie visite fortunato a Parigi, si prepara ad un più lungo e più lontano viaggio. Peter Pan. si imbarca per l'Italia. Sui giornali italiani già avrete potuto leggere la notizia. Cara mba gli prepara abiti nuovi, Rovescalli gli mette intorno il cielo, i beschi magici, le lagune incantate, le terre prodigiose di cui ha bisogno per vivere, e l'apparizione del felice eroe dinanzi ai pubblici della Penisola è imminente. E' per questo che non mi pare inutile farvene una preventiva, sommaria presentazione. Poi, fa così piacere far conoscere le persone simpatiche ! »** Ho detto che J. M. Barrie è poeta. Lo è iufatti, quantunque — per far dispetto probabilissimamente a quei versaioli che mettono nelle loro rime la fantasia che c'è in una lista della lavandaia od in un orario ferroviario — scriva in prosa. Lo è perche solo un'anima di poeta riesce ad infondere ad un'ombra, dove altri non vedrebbe che un soffio vano, inafferrabile ed assurdo, una consistenza di realtà ed una vita; lo è per- l a a a e a e e r i , o i a e r a ~ - o. di e, o e e, n a o oa, e, ul che non ci sono che i poeti i quali sappiano esplorare quei mondi. dove vivono i Peter Pan, e le creature della loro specie- Wagner, che ne conosceva la strada., ci ha trovato il giovinetto Siegfried; Shakspeare vi ha scoperto Puck e Titania, Oberon ed Ariele; Rudyard Kipling ha veduto Mowgli in colloquio coll'orso Balco ed in compagnia dei suoi amici lupi; in fondo ad una foresta, Perrault, ha ridestato dal suo sonno secolare la Bella addormentata; Andersen ha sontito parlare i fiori della piccola Ida; Barrie ne ha riportato « il bimbo che vuol restar bimbo ». Mettere la mano su questa trama di sogno, si risica troppo di vederla dileguare e così io mi limiterò solo a sfiorarla. Figuratevi di leggere la trascrizione di un'opera per mandolino od ocarina. Finché, dunque, non vi sarà dato di fare con Peter Pan una. personale e più intima conoscenza, dove la mia parola è opaca, aiutatevi coH'immaginazione. I casi di Peter Pan, quelli che vengono portati davanti al pubblico, incominciano con un'avventura poco comune- Lo straordinario bimbo ha perso la sua ombra ! Se Peter Pan fosse andato a scuola e sapesse tutte le belle cose che sappiamo voi ed io avrebbe imparato che le ombre non si possono staccare, isolare dai corpi, stare di per se sole, ma egli non ha imparato nulla, non sa nulla : il mondo non è per lui quale glie l'hanno insegnato gli altri, ma quale se lo immagina col suo cervellino; e siccome Peter Pan crede realmente che lo ombre si possano perdere, svestire dalla persona come abiti, egli ha perduta la sua! L'ha perduta una sera fuggendo preci pitosameute dalla camera dei tre fratellini D'arling (due bimbi ed una ragazzina), dove si insinuava ed appiattava volentieri ad ascoltare le bel'le favole oho si raccontavano ai piccini. La finestra per cui usciva si era chiusa troppo subitamente dietro di lui e l'ombra che si trascinava dietro è stata tagliata via. Peter Pan, una notte, ritorna a ricercare la sua ombra perduta, ma quantunque sia cautissimo e sfiori appena il suolo, la sua presenza nella camera risvegliò la ragazzina, la piccola, gentile Wendy, la quale sbarra è vero tanto d'occhi verso di lui, ma non ne è grandissimamente stupita, giacche i bambini non tardano molto a famigli arizzarsi colle cose insolite. Ed è qui, in un dialogo pieno di grazia, di poesia, di fantasia, di umorismo che per la prima volta facciamo la conoscenza con Peter Pan. Qualche battuta della scena, che mi è stato permesso tradurre dal manoscritto (il lavoro non è mai stato stampato) ve ne potrà dare l'idea e farvi comprendere il tono letterario dell'intera opera.— Io — dice Peter Pan — sono scappato via il giorno stesso in cui sono nato ! Wendy. — Scappato?... Perchè? Peter. — Perchè ho sentito il babbo e la mamma parlare di quello che avrebbero fatto di me quando fossi stato un uomo. Io non vorrò mai essere un uomo. Sono scappato per essere sempre un bimbo e starmi lieto. Sono scappato via ed ho vissuto un pezzo, un pezzo insieme alle fate. Wendy. — Tu conosci le fate, Peter! Peter. — Si, ma ora sono quasi tutte nior- te. Vedi, Wendy, quando il primo bimbo sorrise per la prima volta, il suo riso si sbriciolò in un milione di pezzettini, o-gnuno di essi prese una figura e così fu ilprincipio delle fate. E sempre, ancora, quan.do nasce un bimbo il suo primo sorriso di-venta una fata. Così, ci dovrebbero essere,. . , ,. . , altrettante fate quanti sono 1 bambini e lebambine... Wcndy. — Ci dovrebbero essere?... non cisono dunque? Peter. — Capisci, i bimbi imparano tauteiso adesso! Essi presto presto, finisconocoso adesso ! jìssi presto presto, nmsconocou non più credere nelle fate, ed ogni voltache un bimbo dice u io non credo nelle fate »,c'è in qualche luogo una fata che muore 1 *> Interrosrato poi da Wendy dove egli viva,Peter risponde: — Vivo coi bambini jierdufci. .' '■ • " di Mai, mai, Wendy. — Chi sono? Peter. ■ - Sono i bambini che cadono dal le loro carrozzelle quando le loro nutrici-uardano da un'altra parte. Senou vengono reclamati entro sette giorni,vengono mandati lontano lontano, al Paesemai |>erchò nou restino sullespese... Io sono il capitano Wendìj. — Come dev'essere bello ! Peter. — Sì; ma siamo troppo soli... Vedi, non abbiamo con noi nessuna signorina... Ti endif. — Come? nou c'e nessuna delle altre bambine? Peter. — Oh, no! lo bambine, sai, sono troppo furbo per cadere dalle loro carrozzelle!... E mentre la sua piccola nuova amica ascolta ed ascolta affascinata, Peter non dura molta fatica ad indurre lei od i suoi due fratellini a seguirlo nel paese di fantasia meraviglioso. La logica di un racconto di fate è una logica rigorosa ma che nou ha nulla di comune con quelle dello filosofie legalmente costituite, riconosciute e brevettate. Essa parte dal principio che, siccome la sostanza di un racconto di fato è la fantasia, nessun altro elemento all'infuori della fantasia deve mescolarsi a rischio di rompere il fascino subitamente. Se i pedanti ci vogliono mettere dell'ordine, i letterati delle frasi, la gente scrupolosa delle spiegazioni, i pedagoghi degli ammaestramenti, addio incanto! Sono gli sguardi profani (ricordate in Shakspeare?) che fanno scappare i silfi a rifugiarsi in fondo ai bocciuoli di rosa. E' la mano che troppo si appesantisce che -riduce la farfalla in bruco. Bisogna, perchè essa conservi la sua, freschezza, che la fiaba si fabbrichi quasi da sé come certe canzoni che il popolo canta e non si sa come nate e da chi create, e che diventano così, non l'espressione di un individuo singolo, ma la manifestazione dell'anima multipla di una popolazione e d'un paese. Bisogna, insomma, che l'autore sostenga continuamente la sua creazione colla sua fede, che egli sopra tutti creda nel suo mondo. Se Hoffman, pel primo, non avesse avuto paura delle sue visioni, i suoi lettori non le avrebbero vedute è* non ne sentirebbero il brivido che invece sentono. Poe viveva col prigioniero del pozzo: Alessandro Dumas era d'Arte gnau. Barrie ha creduto in Peter Pan, in Wendy, nei piccoli bimbi perduti nel paese di fantasia; egli ha veduto la terra di Mai, mai, mai; ha conosciuto Thinlter Bell (la fata Tintinna) che scivola e danza leggiera sulle cose come quegli occhi di sole che gli specchi mossi percotono su una parete; Barrie ha avuto fede nella sua immaginazione, e la sua immaginazione ha conquistato lo spettatore come una realtà. Il paese di Mai, mai, mai, dove ci troviamo trasportati a volo dalla camera in cui Peter Pan è andato a cercare la sua ombraè un paese precisamente quale solo lo può architettare e figurare una mente di bimboe le avventure straordinarie a cui assistia mo sono degne del pa-3«o. Chi è quegli di noi, dotato di qualche fantasia, che, bimbonou abbia vissuto nel suo sogno (come in una novella raccontata a so stesso) in un paese di continui prodigi, e non abbia avuto, sempre nella propria immaginazione, un popolo di compagni di infanzia di cui n'era il re, e rifugi straordinari, e viaggi e caccio e battaglie di cui si era sempre vin cito ri i In Peter Pan vi troviamo le novelle che si raccontavano da noi quando eravamo bimbi. Il paese di Mai, mai, mai lo rico- nosciamo; Wendy è la piccola amica cheprima ha destato i rostri puri inconsci so-gni di fanciullo; la casa di foglie e di mu- j echio che i minuscoli eroi di Barrie costruì- scono in fondo al bosco per Wendy noi pure, l'abbiamo costrutta; e pure noi armati di'soli bastoni abbiamo dato caccio disnerate1 " SIUUI *ooiu.m\> uara caccio disperate^ lupi fantastici; e siamo scesi pei crepacci degli alberi a cercar asili sotterra tra iligrovigUo delle radici; ed abbiamo navigato : per lagune incantate con un nido per barca 0a un cencio per vela; e ci siamo sospesi ; alla .coda degli aquiloni; ed abbiamo assa- ; alla coda dcg]i aquiloni; ed abbiamo assa-. i;t0 e sconfitto bande feroci di pirati sulla | ]oro stessa nave... j In p„" riviviamo ritorniamo in reter fan riviviamo noi, ritorniamoinoj quali eravamo ai nostri primi anni, 'molto più ingeuui, molto più ignari ma assai | migliori, ritroviamo i nostri antichi sognirira'iini.:; U'i! i: i tu.-ciio a ucirauuarct uei so-che ben valgono i nostri ragionamenti di j oggi ; l'illusione, la sola che non ci abbia;^ tradifci, ma che invece e sfata tradita jda t.; vilu.c alM.or.u.. e dimentichiamo persino che, una volta tanto, un autore j dram,,,^,^ è riuscito a defraudarci del solito adulterio. Buon viaggio, . iPeter Pan, pel mio paese.Ernesto Ragazzoni. Iva capanna dei fanciulli perduti in mezzo al bosco

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