Per la verità e per mio conto

Per la verità e per mio conto tavia rm^^^^ veripCon questo titolo l'on. Galimberti ci manda la lettera che segue. L'on. Galimberti sa che noi non partecipiamo alla visione un po' catastrofica, che egli ha, del presente momento politico. Tut- che ci rivolge, di pubblicare questa sua lettera, e ciò facciamo per un riguardo personale all'amico, e perchè pensiamo che il ornale non debba essere una palestra iusa ma, riservato il giudizio di chi lo rige, un campo aperto alla trattazione ogni argomento, al dibattito di tutte le ee sinceramente professate: Caro amico, » Pea- la nostra ormai vecchia amicizia, ti iedo, in cortesia, di farmi un po' di posto nonnulla; e avrebbe quindi fatto benissimo il Presidente del Consiglio a telegrafare ai Pre fotti di non darsene pensiero. ■ Ora che i fatti dolorosissimi di Giarratar na, di Candela, di Torre Annunziata, di Ce- pmdconaa plaer, desi! cedeste colonne a rispondere brevemente ad . nun non ingiurioso attacco, però, in modo esplicito e mouiinale, fatto a me dal Secolo di Milano (per un mio scritto imparzialmente pubblicato dalla Stampa. " Il giornale milanese mi accusa d'essere un fautore della scuola del « prima uccìdere e poi filosofare »; e ciò in. proposito dei miei commenti sulle parole detta dal Presidente del Consiglio riguardo ai fatti del 1904. * Le parole pronunciate alla Camera dall'on. Giolitti, che quei fatti erano o una cosa effimera, un movimento pazzesco da non preoccuparsene », sono giudicate dal Secolo parole di un uomo tranquillo, aggiungendo non esservi niente di pKi onesto e di più giudizioso. Insomma, i fatti del 190» sarebbero stati un rignoln. di Buggerru, di Castelluzzo, di Sestri Ponente, ecc., in cui il sangue cittadino scorse largamente per le vie. e non lieve fu il numero dei morti e dei feriti, che questi fatti fossero e restino una. « cosa effimera », si po- tra facilmente dirlo e ripeterlo, però è un po' diffìcile, se non impossibile, provarlo, « Lo sciopero generale fu proclamato, per la loro gravità, precisamente VII settembre 1904, dai socialisti milanesi a Porla Romana, | guidati dal Dugoni; gli on. Morgari e Todo sellini e compagnia fecero eco da Roma, in nomo della. Direzione del partito; mentre, nel gnau Congresso socialista di Brema, lo stesso niuderaito riformista Edoardo Bernstein proponeva e faceva approvare un grande voto di plauso a Quel movimento imurrczionule politico. ■ L'Estrema Sinistra, nei suoi tre gruppi, si radunò alilora in Milano, presieduta dall'odierno ministro Sacelli, « dichiarando che » le repressioni feroci sistematicamente fatte » dal Ministero Giolitti sono indegne d'un Go» verno civile, e ne rendono impossibile la » permanenza al potere ». Tale ordine del giorno fu comunicato al Presidente della Camera dall'on. Sacchi, con accompagnante minaccia del più fiero ostruzionismo, e l'on. Giolitti corse subito dopo in Germania, dove si abboccò in Homburg col Biilow. Circolò in quei giorni la voce, raccolta specialmente dai giornali francesi, che egli avesse chiesto l'intervento del Kaiser presso il Vaticano per attenere dal Papa la sospensione del noti expedit. E che ■non fossero detti fogli (fra cui alcuni cattolici) molto lontani dal vero, lo provò il fatto che, per la prima volta dopo il 1S60, ufficialmente i cattolici intervennero alle urne, battendosi dappertutto, auspico Titloni, per i candidati ministeriali. « Tutto questo è ormai tutto dimenticato: ed lo mi sorprendo a ripetere quel detto dell'autore della Comédic Humaine: «il est dans le ea.ractére francais de s'enthousiasiner. de se colerei-, de se passionner pour le meteore du moment, pour ics bàtons flottnnts de l'actualité. Les ètres collectifs, les penples, seraint-ils donc sans mémoire? ». •L'on. Giolitti, allora, tutt'altro che parlare qubeseml.a chlitoneprpediquancoelersatucl'ootLpodastzifalabpnsalendeurtern r',00?*effimera, da non preoccuparsene, nella 1 vogliono ordinate ì popolazione Urbe» o e a e o 4 . - relazione che precedeva le elezioni generali, diceva che « H Paese ero. stato profondamente « turbato da disordini, i tinnii crearono uno « 'Stato di cose che difficilmente avrebbe con" sentito alia Camera la serenila necessaria ' per la discussione di vitali problemi, dalla « cui risoluzione dipendeva l'avvenire econo« mieo per una lunga serie d'anni! 1. Egli faceva, implicitamente, ricorso a tutte le forze conservatrici contro le forze rivoluzionarie: ed il Paese interrogato sotto la penosa, urtante impressione di cruoi fatti, lo seguiva. ■Bene è vero che l'on. Turati condannò lo sciopero generale dal MOi; ma ciò fece nella riunione dei socialisti riformisti milanesi ai 1 in.i!ni ,|j ottobre: cioè quando del senno del poi erano piene tutte le fosse. Mésso il Secolo mi dipinge Ira quelli che 1 colpi di fucile contro la so',.Tia il Secolo che cosa zpirì?rtdcl•/mei e! n a' e e e o a ì e o l i -1stampavo io il 0 settembre l'jn» nel N. iili della Sentinella delle Alpi (cioè prima dello scoppio dello sciopero generalo, e subito dopo i falli ili Buggerriì): «Urge che il Governo faccia «comprendere ai funzionari, ai cooinmìantt e I ■' ai soldati, come il piombo sia riservato con; tro i nemici-.della patria, e non contro i la' •■ voratori scioperami, lì nei momenti di agi, « (azione, i funzionari ed i soldati devono «■mantenere un grande sangue freddo: Quelli I « die hanno una natura eccitabile, si tengano j « in. caserma od in ufllr.ln n. | E citali diversi encomiabili esempi riporiati Idalla'Francia concludevo: « Impariamo dalla 1, Trancia ad essere un Paese civile, e i fun : zionari. gli uilioiali, i solidali che ignorano il « non ammazzare, siano puniti severamente ». Pero dui parlare cosi all'approvare le parole j dell'on. Giolitti e; corre un abisso, che non 1 colma la sua autorevole non preoccupazione. ^k'abisso cioè sia segnato dal conte di Cavour. ielle non voleva « dia l'Italia svincolandosi dall'assolutismo monarchico, cadesse nel dispotismo rivoluzionario ». Fra l'uccidere all'impazzata e lasciare che la piazza sgoverni e infuriando impazzi, c'è ancora una bella differenza: quella sentita da chi, conio abbona dalle tirannie d'in alto, cosi stigmatizza quelle che vengono d'in basso. Le mie enunciate teorie sono state precisarheùite quelle che, con grande eloquenza di parola e forza, di dottrina, dopo gli scioperi del nord, speciailniente, Giorgio Clemenceau sostenne contro lo laure:') alla tribuna francese, cono quelle stesse che, non meno eloquenteìnèhte, sosteneva testò, dopo lo sciop.ero dei ferrovieri. Aristide Briand contro i socialisti francesi. Non indietreggiare mai dinanzi al disordine, ed assumere contro ad esso ogni dovuta, imprescindibile responsabilità, è la virtù del vero uomo di Stato, che non può dire mai di non preoccuparsi quando ci sono dei morti e dei I feriti in sulle piazze e nelle vie MhgpctsSdIBieusMduztdBiMScrdndmmutgpdI- G11 è one noi ci assuefacciamo troppo ad I ai cnniodiU,e lit nostra coscienza secondo il vo- a here ^ ,i CTidare della piazza o del .pochi che h£ dominano. E questo è un vizio che si ra!- generale dappertutto riguardo al partito linea vale. .Nella stessa Inghilterra, nella terra clasi- sica della libertà, parlamentare, un uomo certo e insospetto per la sua lede altissimamente de- e i ia hiIdeva: n- nostra i istrada mocratica, il Lloy'dè George icome leggo nel suo recente volume Heller Times) a N'o\veast/ie, dopo avere enumerato tutte le variazioni, osoilIasioni e contraddizioni della politica demo eretica inglese por seguire la piazza, conciti Ce troppa tendenza ad accordare la llira coi suoni che salgono su dalla'anziché attenerci ai sani principi dei i o e noao c, i , i ai. a i m* -, a. i a liberalismo -. .Noi, per obbedire alla piazza, la libertà di sciopero imo a libertà; obbligando quelli che vogliono lavorare a sottostare a coluro che vogliono scioperare. Dnpn aver negato" iil diritto di sciopero nei servizi .pubblici, per la natura del contratto c perchè ne va di nnezzo -l'interesse degli scioperanti stessi (se una città è al buio ri-stimo al buio tutti, o se 1 treni non partono più, non partono Più per nessuno), ci siamo poi levalo il cappello all'ostruzionismo, e l'amnistia che non giova al contravventore alle leggi saniInrie giovo a quanti, abbandonando il servizio, hanno .-issai più allentato alla pubblica sicurezza. -Noi stiamo per sottometterci al sabotage come ad arma onesta; e finiremo col trovar biiuiio anche l'uso dc-Me armi proprie, chiedendo ognuno soltanto che non siano contri' lui maneggiate. , , vdt •-■> stiamo preparando I? elezioni coi so ■uili--;:. chiamati dal presidente de! Consiglio \r,pertameiiie collaborare con lui; ed io non libiamo spinto I iopprimere la esito Ha; n li 1. dir.: ••.ita sa non inauguriamo invece politica diversa, pratico, nuova e lontana 1 estremi, in tanta presente confusione . • aldo, arriveremo alla impossibilità asta ili governare. A immo eli» non si reai:i profezia delVex-ministro radicale lJi<?r li 1 figlio a quell'Alfonso Bandito die muri • barricati nel t-r.ì e immortalato da Victor 0 tti-i CA'itimc/tfs . il qual^ Ina scritto: ;-!.t6« seti'.- les pania do désordro sauront ! gouwiier t„ l Per la verità e per mio conto

Luoghi citati: Buggerru, Candela, Germania, Inghilterra, Italia, Milano, Roma, Torre Annunziata, Urbe