Giovane sacerdote che accusa il Vaticano di avere violato il segreto confessionale

Giovane sacerdote che accusa il Vaticano di avere violato il segreto confessionale Giovane sacerdote che accusa il Vaticano di avere violato il segreto confessionale msterounapassoneamorosa *F <• r M refonti alia Stampa). Roma, 18, multino. ' Vfesso.p{wo. narra una ijiiecip di scandalo vaticano che consiste u3le rivelazioni di un prele che ha abbandonato la Chiesa, cioè don Gustavo Ver<Le*i, il quale Mensa il Pupa <i i GeStnti di aver violato il «egrelo confessionale. N'crn si tratta di un prete rnodornipta, ma Noi, si tratta di un prete njodornifito. ma 'di un sacerdote ortodosso, amico anzi dei igesuiti é delle pereonahtH piy in vista del | 'mondo vaticano, fi quale, dice U Messa»-1cardinale Martinelli e più tardi cappellano Mìe Dame del beerò Cuore. Don Verdesi che si trova attualmente pres-so la Scuola Teologica metodista, diretta dal pastore protestante Nitti, interrogato, ha det- to: — Ho abbandonato definitivamente la Chiesa e sono venuto qui Ira i metodisti, fra i quali spero di entrare. Io ero fino a poco tempo fa prete cattolico convinto e mi ero dedicato al sacerdozio con grande fervore, sicuro di servire o di applicare la dottrina ili Cristo. Rivolsi subito la mia. opera al popolo, e fondai nel quartiere Salaria istitu- l,nrnn..|ir r\nt* il «nt,rtl« rìdilo ,-• , > - ■ ' ì «ont beneQclie per il popolo, delle quali istituzioni non è scomparsa la traccia. Maconstatai subito con doloro la rnntraddizi»- no stridente fra ,1 mio sacerdozio e quello praticalo dalla maggioranza del clero, l'a-bisso che divido la Chiosa dal popolo, la dir- ferenza fra il cloro ed il patriziato ecclesia- stioo. Quando bussavo per j poveri alle porte noi ricchi prelati e degli eminemissimi che avevano da mantenere la pariglia, l'apparta- mento sontuoso o vestivano di seta e si or-navano di gemme, la. risposta ora sempre negativa. Ma penetrato nel mondo ercle- siaslico ne fui per qualche tempo travolto, I gesuiti mi adescavano. Monsignor Ftòeri mi diede l'ottima cappcllama delle Dame del baerò Cuore. « In quel periodo io credetti sinceramente ni pericolo modernista ed in buona fedo mi prestai allo manovre dei miei superiori. ■.Monsignor Benigni mi faceva, spedire articoli ti giornali stranieri che egli compilava in segreteria di Stato o firmava col mio nome. I gesuiti, mici padri spirituali, mi istigavanoa spiare i miei colleghi sacerdoti sospetti di • modernismo. Il segreta del cor.?-ssicaale — Ma quale c. statfl. la causa che. l'ha deterìniiiata. ad abbandonare la Chiesa — fu domandalo al Verdesi. — E' doloroso dirlo, ma lo dirò a sgravio della mia coscienza. Io avevo a padre spirituali' un gesuila. il padre Bricarelli, scrittore della Civiltà Cattolica: egli era il mio confessore. A lui, in confessione, quando Più ferveva la persecuzione modernista, io dissi di aver frequentato la compagnia di preti modernisti, e deploravo il fatto, chiedendone perdono. Padre Bricarelli mi impose, sempre sotto il segreto confessionale, di rivelargli il nomo dei preti, od io glielo dissi. « Egli si recò immediatamente da! Papa, al quale riferì tutto, e quindi mi obbligò, a nome del Papa, sotto pena di peccato mortale, di stendere per iscritto quanto era a. min co-noscenza. e poi a tacere, sotto pena di un al-tro peccato mortale, lo, cosi costretto, scrissini un loglio di carta i nomi dei cinque proti. Essi erano amici'miei, benché io non condivi-nessi le loro idee. Essi si erano fidati di me, NeT'foglìò cheparlavano liberamente, esprimendo le loro ideo, clic io allora detestavo doveva servire al Papa scrissi, per istigazione e pressione del padre gesuita, i nomi: erano il sacerdote professore Ern<wio Bonaiuli, direttore della Rivista delle- Scienze Teologiche, che fu poi messa all'Indice, od egli venne destituito dall'impiego; il sacerdote professore Nicola Turchi, cho in destituito dall'insegnamento a Propaganda: il sacerdote dottor Mario Rossi, al linaio fu tolto un beneficio di vice-parroco; •il sacerdote dottor Luigi Piastroni, che fu fil-lontanato da Roma, ove studiava all'Universi-là; ed il sacerdote Ottorino Coppa. Riferii anello nel foglio i discorsi cho avevo inteso, ma conscio del grave fatto commesso, pregai ilpadre Bricarelli di ricopiare egli il foglio, prima di presentarlo al Papa. «11 Papa, appena «hbe lo scritto chiamòmousignor Funeri, segretario del Vicariato, alquale lo comunicò. Ma monsignor Fabcri, cheora all'oscuro di ••'gm cosa, fece le sue mera-viglio a Pio X, che tli ordinò di sorvegliare icinque proti, e prendere i provvedimenti con'irò di essi. ' • Oggi, invece, tutti e cinque sono isolali dal campo ecclesiastico, e sorvegliati come malfattori, .-enza dire che la loro attività;specie negli, studiosi, come il Buonaiiiti. vn-lorosissimo nel campo storico, e nel Turchi, eparalizzata. Si può comprenderenel r',iis.-.i. e (inalo rimorso io norti con ine. e come abbia desiderato di abbandonaTO la Chiesa, quando m uno sprazzo di luco della coscienza, ini avvidi della enormità che avevo commessa. " E pensi, che fn.tti di questo genere avvengono tutti i giorni nella Chiesa romàna. -— Ed i suoi ex-colleghi conoscono lo sue vicende '.' - Credo di si. Li ho informati indirettamente di ogni cosa ili questi giorni, chiedendo loro perdóno: Io non l'ho fallo per malanimo, ma si'-iij-u del segreto confessionale. Quando vidi clic il padre Bricarelli. d'accordo col Papa violava iil < grande segreto » • Iella Chiesa, inorridii per un momento. Quindini traiMpallizzai pensando che il Pa.pa avesse l'acuità ili farlo. Ma più tórdi, il rimorso ini rii'n'.v i compresi ilo spirilo clic li animavalo'U'i più che per colpa mia i cinque preti orami oggrtto delle più odiose persecuzioni. La corruzione nro.'onua. un fyi.i'i.ii eleni. Il" lincilo. iii.' aveva disi do. Ho vi rifilo pei i veniva svolgendo in nie una crisi ■ la luco poi ir irata nel min spirilo ••livore, tutta l'azione nefasta del ed il tu scorrere nello vene dell olerò esima corruzione clic, studente, mListato e spinto ri rinunziare al molilo inolio volle nel sacerdote un pela tranquillila desti alleni dianeMiri, il celibato dol ciorn! io ohe lo difendevo siheoramciiK', dopo ila constai aziono di tantfuti-i non Io polovu comprendere più se non Coinè teoria. La carità é scomparsa, noi oleròdetrattore senza scrupoli. ,a, patto di salire più in alto. L'amicizia : io mi sono visto solo alli..i.-lic potevo essere di inciampo. Tutta la miii ledo ha vacillato, ha rovinato letitaahènte liiscnaiìdo oppressa l'anima mia. Bisolei alloradi uscire dalia Chiesa per ricostruire la mia fede. Manifestali a monsignor I-'aberi il mio proposito ori ogli. a cui sono legato da vincoldi gratitudine, ini scongiurò di rimanere, dattendere, di non far noto a nessuno il mio pensiero Ep-ii mi offri il denaro per fare un lungo viaggio onde divagarmi, allontanarniinori far nascere lo scandalo. Ma rifiutai, pusapendo di andare incontro alla povertà, alledifficoltà delia vita. -So cho i clericali vanno ti , i miri cbe sono vanduio ai protestanti. Ma10 resoirijro -ideKnosa-ineute .l'insinuazione, poii-Iit' un" avrei «ritti acquistato la libertà, a cos, Tiro prezzo. Sono entrato fra i protestatili petrovare mi ambiente rav-oravole ai miei santii lerci ie uri è stata -lasci iti a la più completa libertà », J" dichiarazioni — conclude lo scritWessfiiiQvrQ ilio ho raccolto dai! quale un lui autorizzato a initilìiim sua importanza e superfluo iiilewiroM -unii recato al Vicariato per conoscere le unprosaioiil del segretario dal «piale dipende11 clero romano. Monsignor Fahaiti si fc schermir,! dicendo che desiderava il silenzio intorno a questo doloroso .avvenimento. lo ho l'atto tutto ciò che ora in mio po e Ita detto -- por far recedere don Ver desi da! proposito preso. Afe sembra che ii non vi sia riuscito. Mi auguro che eg>li vonitisparmiarci il dolore ridilo swwrta.l" Non lio ricevuto da,lui alcuna lomunicazione \\ che ini la ben sparare. un. i la violazione del segreto coiifassionai»monsignor l-aberi ha detto di non afar oullariiouu grande «jue iure de \ frèsa Cani Bgmria" Cherchez la (tinaie! „ Secondo un monsignore della Curia romana, l'abbandono da parte di don Venlosi dell'abito sacerdutale non sarebbe dovuto, come il Verdesi afferma, a disgusto per abusi e corruzione dell'alto olerò romano, ma bensì od una ragione eetremainente terrena. Anche questa: «■ o ^ secondo .ilmonsignore oggi tntépvftaàtó. 'X u cheTCilel ia temme Sarebbe la chiave del-l, | renittrria oarenDe ia eniave aei |„1 vj abbiamo gi4 trasmessa la narrazione di gogno e cultura, Temperamento romantico, ilI tc Verdesi, che si dilettava a dipingere acqua- jrj rolli, a comporre poesie accademiche per al-1 bums, a ritrarre fotografie di suggestive cam n- paglie, fu sedotto dalle nuovissime dottrine ia j modernistiche, cbe. sebbene aspramente com-: Pa I battute da principio e fulminate poi dalla nsuprema Autorità religiosa, continuano ad e-]ssercitare tanto fascino nell'anima del giovane I pclero. Frequentò così la compagnia di sacci- sdoti che del verbo modernistico erano ricono-; lscinti apostoli c banditori ferventi. Mons. Fa-iro o , a - ! beri, clie ha sempre, più o meno larvata i .«.n,. — ~ . - i . ~ : 7 .- i -. , .%,,/u.. r ! mente, protetto i sacerdoti modernisti, prese aja henevolcre il giovane don Verdesi. CU fece - ! assegnare un posto come cappellano delle lia ino del Sacro Cuore in Roma, con cento llre{ h, mensili, oltre vitto od alloggio nella, magnificai M villa Laute. Ove si rifletta — prosegni ii inon. i signore — elio molli vecchi sacerdoti, dopo e i lunghi anni di lavoro e di stenti, non percee piscono neppure la metà di quanto era asse- gnàto al Verdesi nella sua qualità di cappel-1 iano delle suore di villa Lanto, non si può e i negare che mons. Fabcri sia stato molto be nevolo con l'cx-nlunno del Seminario romano, egli, che pur si è mostrato spesso cosi inflesi i sihile verso tanti e lauti sacerdoti che nulla l mai fecero dire sul proprio conto ». j ji niojisicuore ha detto poi elio" mons. Fa- e • beri, segretario del" VTfiariato, allo scopo di o (crearsi una. piattaforma di simpatie che lo . ! mutasse nella sua rapida .ascensione, lui. fai I vorito sacerdoti modernisti," senza tonar caì-l mtlgcBgdnularn colo dol gravissimo dauuo che potrebbe dori . : vare alla Chiesa dalla sua condotta. ! o! Riguardo poi alla violazione del segreto s>i | coiifessionalc. denunziata dal Verdesi, il niou signore ha dotto: « Una parte di verità v'è I nella denunzia, n o e l , un'altra parte non è vera, 0 quest'ultima falsa completamente il carattere dei falli esposti dal neo-protestaiito. 11 Verdesi disse al suo confessore di alcuni amici 1 quali lavoravano alacremente e tenacemente al trionfo d'elle idee modernistiche, e il padre Bricarelli, suo confessore, lo avverti solo del dovere che gii incombeva, per il bene della Chiesa, cui egli :-i era. dedicalo, di denunziare i nomi di tali sacerdoti, facendogli presente che egli non avrebbe potuto assolverlo qualora non si fosse deciso a tale passo; .e poiché al Verdesi ripugnava la, denunzia, cosi egli si assunse l'incarico di far presente la cosa al lJont£iice, esigendo però dal sacerdote penitente la lista dei sacerdoti incriminati, compilala, di suo pugno. Il Verdesi aderì, e il Bricarelli compì la sua. missione, la quale non avrebbe egli eseguito qualora il sacerdote non lo avesse a ciò autorizzato. Cosi, se qualcuno -,,, - j y*,.a..c°?{?.!l?5s!,.d.' Jl'l.1.!!^0i j . confessore non può assolverlo dal peccato se egli non intende di restituire il mal tolto, ma può assumere - '''"«""'co di effettuare egli medesimo la resti, i Hizipnn per conto della persona che a lui si confessa. Che le cose siano precisamente in e!,;l! modo si rileva facilmente dal fatto della 'denunzia, scritta che il Bricarelli .volle dal Verdesi. A che sarebbe servito' infatti tale documento se il Bricarelli avesse subito riferito al Pupa, le parole del Verdesi-? Si poteva forse dubitare dello, di lui lealtà per esigere la denunzia scritta. •—- Allora — fu chiesto al monsignore -• quale è stato il vero movente dell'apostasia di o e l e a a , I ; non Verdesi? -! ~ 13°n Verdesi — ha Tisposto l'intervistato — -1 tocca leggermente, nelle dichiarazioni fatte a l, , ; intonala tutta, la musica del nuovissimo scan i dalo. Il Verdesi amava ed ama ancora una ò fanciulla che sarà presto sua sposa: da quel sto amore il disgusto dulia corruzione dei e preti, da questo lo sdegno per la pretesa vie- nazione del segreto della confessione, da esso i infine la rinunzia dell'errore ed il cammino ' verso In Iucfi.-H'fterc/ie; In fumine — concluse j il monsignore: -- c la vecchia massima die un tasto che non dà tanto suono da. farsi percepire, cioè il celibnto ecclesiastico. Eppure e proprio su questo leggerissimo suono che. è sspppRvnpsenvolo in molti casi, ci. e lo dimostra il (aito di i e ;! a«lvsdcdimsi mdcsssbo

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