Gli amici del "bel paese,,

Gli amici del "bel paese,, Gli amici del "bel paese,, (Impressioni, ricordi e auguri) Roma, 3, notte. Il «Giornale d'Italia» ha chiesto, in occasione del cinquantenario, alle più alte personalità di Germania il' loro- pensiero -sull'Italia. Ecco alcune risposte: Ernesto Haeckel, il sommo naturalista, scrive da Jena: il molteplici rapporti spirituali e materiali che da più di due secoli legano intimamente l'Italia e la Germania, contano sicuramente tra i più seri e interessanti fattori della storia universale. In molti viaggi, da cinquanta anni a questa parte, ho potuto conoscere perfettamente codesta terra meravigliosa e ne seguii le vicende dell'unificazione con lo stesso vivo interesse con cui seguii poi la risurrezione dell'Impero tedesco. Principalmente scopi scientifici mi attirarono in Italia, specialmente per i miei studi sulla fauna marina, sulla flora meridionale, sul vulcanismo, e pure andavo fissando nelle mie gite in acquerelli le bellezze del paesaggio italiano. Per la profonda gratitudine, che sento per l'Italia, di cui conobbi, compiacendomene, i tesori di arte e di cui godetti tutte le manifestazioni del genio, altro desiderio non ho che gli intimi rapporti spirituali e politici che legano l'Italia e la Germania si facciano sempre più forti e più intimi». Adolfo Harnack, il grande storico del cristianesimo, consigliere segreto del Kaiser, scrive da Berlino: «Noi tedeschi amiamo l'Italia, perchè è per noi il paese del sole e dei colori, l'archivio della storia universale, lo scrigno dei tesori dell'arte, ma anche per il suo popolo che ha conservato la meravigliosa freschezza e naturalezza di sentimento e di pensiero. E da questa energia una vita primordiale zampilla, e germogliano grandi creazioni. Possa il suo progresso non arrtstarsi mal e possa sempre dirsi che in codesto paese vivono i più nobili spiriti ». Fischer, il «rande chimico, scrive da Berlino: «In questi ultimi trent'anni ho spefso visitato l'Italia e ho dovuto rallegrarmi del suo colossale progresso. Gli osservatori spassionati hanno l'impressione di un nuovo finascimento ». Il sommo economista prof. Wagner si augura che l'Italia e la Germania, di cui le storie politiche sono intimamente connesse, possano, legate all'antico nemico comune, l'Austria, costituire un aggruppamento cosi forte da assicurare per lungo tempo la pace europea. 11 popolo tedesco manda ai pronipoti dei romani le più vive felicitazioni, ricordando con gratitudine che è debitore al popolo italiano della luce di progresso politico e civile, unica al mondo, che da esso è emanata. Il dominatore dell'aria, conte Zeppelin, si augura che i nuovi dirigibili passino le Alpi sempre come messaggeri tra fedeli alleate. Il maggiore Von Parseval, i cui dirigibili formano una formidabile forza dell'esercito tedesco, invia il saluto e l'augurio di tutti i circoli più colti della Germania. «Possa l'Italia, il cui nome esercita sui tedeschi uno speciale fascino, ascendere a quel posto sempre più fulgido e più alto che le tocca fra i popoli: possa economicamente ed intellettualmente progredire sempre per il bene dei suoi cittadini e la gioia dell'umanità ». Gerhard Hauptmann scrive che l'unità d'Italia è uno dei fatti più sani e più confortanti del presente. Ludovico Fulda scrive che Roma è indimenticabile, l'unica città che ha largito preziosi tesori alla cultura tedesca. Il poeta Helse dichiara che da più di mezzo secolo si tiene onorato di sentirsi chiamare « italianissimo » di cuore. Manda i suoi saluti ed augurii cordialissimi, per la continuazione della prosperità della sua diletta seconda patria. Richard Voss scrive di avere dedicato all'eterna bellezza dell'Italia la sua opera artistica come un amante dedica la sua vita all'amata, come un sacerdote la vota alla divinità. Possa l'Italia unita sempre più prosperare e fiorire in questo suo secondo rinascimento. Il conte Posadovahi, uno dei maggiori uomini di Stato che abbia oggi la Germania; scrive che l'importanza dell'unificazione del-1 l'Italia consiste nel fatto che una nazione mediterranea è messa cosi nuovamente nella! possibilità di riattaccarsi alle gloriose tradì-' zioni di Roma antica, e assicurarsi nel Mediai terraneo una seria influenza sia economica,! sia morale ; e che la nuova Italia già si rat-' forzi progressivamente è provato dal suo ri-1 sorgimento finanziario. Bebel, che pure è innamorato dell'Italia,; porta una nota discorde. Egli non è contenta di quello che i governanti italiani hanno fat4 to. Infatti egli scrive: «Se dovessi dire quello che in questi cinquant'anni il Governo ed) i partiti in Italia non hanno fatto, dovrei! scrivere un atto d'accusa». Il deputato Frank, il futuro capo del par-; tito socialista tedesco, scrive: «Noi tedeschi' amiamo l'Italia, molti la invidiamo, e mentre essa ha una libera Chiesa in libero Stato«j noi abbiamo una spadroneggiarne Chiesa in uà non libero Stato ». Il musicista insigne E. Humperdinok scrii, ve: «Se io fossi un poeta o un pittore teihi terei di rendere in versi o in colori il fascinoj d'Italia: come musicista nordico non posso; degnamente musicare le bellezze d'Italia, che' tutte le melodie, che le dovrebbero rendere. ?ono già nella musica italiana». « La mia magi, ior gioia — scrive Franz voi» Stuck — è che i miei lavori siano piaciuti in' Italia ». I direttori dei maggiori giornali tedeschi,; Ernesto Ross, Th. Curii, Hermann, Bach» mann, Teodoro Wolff, Otto Rosé, Franz Ulkj stoin, danno 1 loro giudizi sulla rinasoenzal dell'Italia, inviando i saluti e gli augurili della stampa e della nazione tedesca. Massimiliano Harden, il noto polemista ai scrittore politico, scrive da Griinewald: « D| tutti i fatti della storia d'Italia nessuno mostra così chiaramente l'istinto politico della) nazione quanto l'atteggiamento assunto ver*j so la potenza alla quale dovette togliere ili simulacro del potere temporale, onde da»' alla propria unità una capitale. La preoccu-i pazione di non mutare in arroganza il senti-! mento della propria forza vittoriosa non e1 stato forse sempre caratteristico della politicai italiana, ammirata appunto per questo T CM) Ni compiace nel notare una superficiale somiglianza dei destini delle due nazioni dimeni tic<\ una differenza sostanziale. Le forze, che coLdrastavano l'unificazione italiana, sonospa-i rite dal mondo della realtà, mentre le Potenze che la Germania riuscì a vincere sono! nazioni forti, che non hanno abbandonato le' loro speranze. Perciò, nel festeggiare con gli amici italiani i ricordi di ieri, la Germania non può dimenticarsi e non preoccuparsi del domani ».