Giolitti ha composto il suo Gabinetto conservando ai loro posti sette dei precedenti ministri

Giolitti ha composto il suo Gabinetto conservando ai loro posti sette dei precedenti ministriGiolitti ha composto il suo Gabinetto conservando ai loro posti sette dei precedenti ministri telofi 11» Roma, -29, notte La crisi ministeriale, aperta il 18 marzo, «ara Chiusa nella giornata di domani con l'ahnimzio della sua soluzione diramato gall'Agewsin Stefani. E' durata dodici giorni perchè, come vi dissi a suo tempo, l'onorevole Giolitti volle che alle solenni inaugurazioni di ieri e di ierl'altro assistessero « ministri dimissionari; altrimenti sarebbe 6tata risoluta in meno di una settimana. Si osserva generalmente che invece di un .ninistero nuovo, avremo un rimpasto del v'occhio. L'osservazione, che pare giusta, non è però esatta; perchè, non si può mai parlare di « rimpasto » quando si cambia la mente direttiva- Un gabinetto prende non soltanto il nome, ina benanco l'indirizzo ed il colore dalla persona di colui ?he lo compone, lo presiede e lo dirige. Dal primo aprile 1910 lino ad ora abbiamo Avuto il gabinetto Luzzatti; d'ora innanzi avremo il gabinetto Giolitti; poiché non .-,'è nessuno, il quale possa affermare che la persona del fon. Giolitti, sia identica a quella dell'on. Luzzatti e che fra la mente, il temperamento e la spina dorsale dell'uno e dell'altro non ci sia differenza di sorta; non si può dunque affermare con esattézza che il nuovo ministero non sarà altro che il vecchio « rimpastato ». Si deve invece prevedere che il Parlamento, l'Amministrazione dello Stato ed i Comuni si accorgeranno fin dal primo giorno del radicale cambiamento avvenuto nella direzione della cosa pubblica. Passando dalle cose alle persone, troveremo cambiati soltanto quattro ministri; ma dobbiamo ricordarci che il gabinetto Luzzatti fu, nella sua massima parte, composto nel salone angolare pieno di aria, di luce e di sole di casa Giolitti e che il padrone di casa, dopo di averli proposti c tenuti a battesimo, ha costantemente sorretto con mano paterna quei suoi discepoli. Non soltanto i suoi discepoli, ma anche il Sacchi, capo del gruppo radicale; entrò nel gabinetto Luzzatti per volontà tenace dell'on. Giolitti. Egli, il Sacchi, disse allora, a me che se non avesse avuto il colloquio con Giolitti, non avrebbe aderito all'invito di Luzzatti. Non ho bisogno di aggiungere che se non fosse entrato l'onorevole Sacchi, non sarebbe entrato alcun altro radicale e quindi nemmeno il Credaro. Soltanto Fani e Raineri furono assunti al potere per volontà dell'on. Luzzatti.. E' quindi logico e naturale che essi seguano la sorte del loro maestro, al quale sono legati intimamente. Sapete già perchè Giolitti abbia fin dal primo momento deciso-di invitare il generale Spingardi e l'ammiraglio Cattolica a conservare i loro portafogli e perciò non ini resta che accennare ai motivi che hanno fatto prevalere l'opinione di lasciare al suo posto alighe l'attuale ministro degli esteri. L'on. Di San Giuliano era arrivato alla Consulta con una larga preparazione iniziata nel Parlamento e compiuta all'ambasciata di Londra, preparazione che si era specialmente vcrsiita nelle questioni orientali. Ma da un lato per il suo discorso sul bilancio degli esteri c segnatamente per le sue dichiarazioni relative ai rapporti fra Italia ed Austria, dall'altro lato per tutti gli incidenti tripolini, il suo credito aveva molto sofferto dentro c fuori eli Montecitorio. Alludo al periodo nel quale la pubblica opinione si mostrava tanto malcontenta di lui che si feco subito strada la notizia (non vera e da me perciò smentita) del suo ritiro dal gabinetto. La sua riappa.rizione .alla Camera in occasione dello svolgimento delle note interpellanze sui provvedimenti di Napoli, in ondine agli emigranti del porto di Napoli, gli giovò molto, perchè tanto nelle dichiarar rioni eri quel tema quanto nel discorso sul bilancio dell'emigrazione parlò in modo da cancellare, almeno in parte, il non lieto ricordo del suo discorso sul bilancio degli cstori e da meritare le congratulazioni di molti colleghi, fra i quali era l'on. Giolitti. Di più, da allora in poi cominciò a rendersi manifesto un lieve miglioramento nelle tristi condizioni degli italiani in Tnipolitania e conseguentemente dei rapporti nostri con la Turchia. Sopravvenuta la crisi ministeriale e prevalso il criterio di lasciare al loro posto la maggior parte dei ministri, si è dovuto riflettere quale impressione avrebbe potuto fare all'estero se il titolare della Consulta si fosse trovato non con la grande maggioranza ma con la piccola minoranza (lei suoi colleghi, cioè coi pochi che non sarebbero entrati nel gabinetto Giolitti; molto più che, pei- motivi che tutti comprendono, in tutti i paesi parlamentari del mando il ministro degli esteri, al pari dei ministri della guerra e della marina, anzi molto più di loro, suole sopravvivere alla crisi ministeriale. Mi basti citare Pichon, ministro degli esteri della repubblica francese, che, assunto al potere da Clemenceau, entrò nella combinazione Briand. Appunto perchè le sue dichiarazioni alla Camera sulle relazioni fra Italia ed Austria erano state accorte poco favorevolmente, essendo apparse troppo auslrotìle e perchè era stata biasimata la sua pretesa eccessiva longanimità verso la Turchia, la sua non entrata •nel gallinettio Giolitti, nel quale sarebbero citrali orni .soltanto i suoi colleglli della guerra e della marina, ma. I «viatico quelli dal tesoro, delle finanze, dei lavori pubblici, dell'istruzione ed anche 11 sottosegretario di Stailo agli interni, avrebbe potuto far credere all'estero, dove non sono ben conosciuti i sentimenti del Parlamento italiano, che il ministero Giolitti, in fatilo di politica estera, avesse un programma meno pacifico del programma dell'on. Luzzatti. I nemici d'Italia, che sono molto più numerosi di quanto gemeralmenltle non credano coloro che non sono mai usciti dai nostri confini e che di politica estera si occupano come mi occupo io di teologia, avrebbero avuto buon giuoco nei loro giornali e nei loro circoli diplomatici. Se a tutto ciò aggiungete la riflessione che in ogni crisi ministeriale italiana una delle scelte più diffìcili, se non la più difficile, è quella del ministro degli esteri, non vi meraviglicrcto che il marchese Di San Giuliano, al parri degli on.. Spingardi, Cattolica, Facla, Calissn.no, Tedesco, Sacchi e Creda.ro, sia stato" invitato a far parte del gabinetto Giolitti che sarà ufficialmente costituito nella giornata di domani. C.