Gli inconvenienti risultati da un compromesso fallito di Cesare Sobrero

Gli inconvenienti risultati da un compromesso fallito Gli inconvenienti risultati da un compromesso fallito Roma, £8, notte. Siamo alla fine. Giolitti, dopo l'incidente Bissolati, ba chiuso rapidamente alla meglio la combinazione ministeriale alla qua* le egli attende. Domani, salvo nuove complicazioni, il nuovo ministero vedrà la luce. Il 2 aprile verrà convocata la Camera e 11 nuovo Gabinetto affronterebbe subito la pròva, del fuoco. L'epilogo della crisi appare ispirato a questi due concetti dell'ori. Giolitti: sosti* tuire Fon. Bissolati con un deputato raditale, semplificare le rimanenti difficoltà, conservando un largo numero dei ministri dimissionari, dei quali se ne andrebbero soltanto gli on. Luzzatti, Fani, Raineri e Ciuflelli. La soluzione data dall'ori. Giolitti alla crisi viene giudicata molto modesta. L'improvviso rifiuto di Bissolati ha mutato la facciata del' nuovo edificio ministeriale. La partecipazione dei socialisti al Governo avrebbe dato un carattere ultra moderno alla esteriorità del nuovo Gabinetto. Rimane, è vero, immutata la sostanza, cioè il programma accettato da Bissolati. TI vino della bottiglia ministeriale sarà ugualmente buono, ma l'etichetta è mutata. Quali saranno le conseguenze di, questo <p(s aller, al quale l'on. Giolitti deve rassegnarsi? I pareri sono discordi. Gli uni ritengono Che Giolitti godrà in conclusione di tutti i vantaggi che sarebbero derivati dalla salita dei socialisti al potere; vale a dire che il gruppo socialista, per ragione di programma, 'darà l'appoggio al nuovo Gabinetto anche se Bissolati è rimasto fuori. Cosicché, secondo questa prima categoria di commentatori della crisi, l'uscita di Bissolati andrebbe tutta a beneficio di Giolitti, poiché, senza che glie ne derivi perdita alcuna, vede sfumare le minacciate ostilità per aver portato i socialisti al potere. - Secondo una seconda categoria di critici, Giolitti si presenterà diminuito alla Camera essendogli fallita la carta più importante della partita intrapresa, cioè la seduzione politica dei socialisti. Queste le duplici previsioni che si vanno facendo. Forse si è esagerato dal punto di vista. parlamentare l'importanza del fatto storico tentato da Giolitti, cioè la partecipazione dei socialisti .al Governo. Il senso di delusione che produrrà l'annunzio ufficiale del quarto Gabinetto Giolitti deriva invece dalla larga quantità di zavorra contenuta nella nuova combinazione ministeriale mantenendo in carica i due terzi dei ministri dimissionari. Ma l'on. Giolitti intendeva concludere, e colla fretta non si discute! Intanto il tema del giorno è accora il 'diniego opposto da Bissolati. Giolitti non serba rancore al deputato riformista del suo imprevisto distacco. Il colloquio di oggi tra i due uomini politici ha dissipato la possibilità di una freddezza avvenire di rapporti personali. Giolitti ha accettato, forse senza esserne convinto, la tesi della ripugnanza istintiva al cerimoniale prospettata dall'on. Bissolati, tesi che viene sostenuta anche dagli on. Bonomi e Cabrini. La triade socialista che doveva salire ini Governo è cosi perfettamente concorde. In questa tesi non convengono, a quanto pare, oltre l'on. Barzilai, l'on. Galimberti, uno dei più acuta e geniali osservatori dei fenomeni della crisi che sta per finire. L'onorevole Galimberti, in una conversazione che ebbi con .lui stasera a Montecitorio, ha, con chiruglca freddezza, vivisezionato il momento politico attuale. — Io non posso credere — mi ha detti» — al. motivo addotto da Bissolati circa di suo rifiuto. Non gli farò il torto di immaginare soltanto ohe un uomo serio, conte lui, noia avesse pensato che i ministri parlano in nome del Re e vestono una uniforme. D'altronde sarebbe puerile credere che, dato tutto ciò che egli aveva ottenuto o diceva di ayere ottenuto da Giolitti per il proletariato, non valesse la pena di indossare un uniforme, dato che l'abito teocia il monaco. — Dunque la ragione dello spadino deve essere scartata? — Come prestarvi fede? In fatto, questa ragione di incespicarsi nello spadino non c'era perchè, a tacere del lontano ricordo del marchese Ricasoli, che, senza essere socialista, andava' a Corte in giacchetta regnante il gran Re, vi è il ricordo più prossimo dell'on. Pantano che pose come condizione per la sua entrata nel Ministero Sonnino di non indossare l'uniforme e non l'indossò invero, con grande scandalo dei diplomatici stranieri, alla grande cerimonia della inaugurazione del traforo del Sempione. — E non crede che invece i compagni dèi gruppo socialista gli avrebbero creato degli impedimenti? — Neppure io ritengo che vi siano staiti impacci da parte degli amici del partito, perchè, meno gli on. Prampolini e Agnini, gli • altri furono favorevoli alla sua entrata al Ministero, ed io credo che avrebbero votaito, come voteranno, per di ministero Giolitti la piena fiducia. — Vale a dire? ■ — Vale a dire che non avendogli il gruppo socialista ritiratola tessera, Roicbè t'appre¬ stava a votare per lui, l'on. Bissolati non aveva ostacoli parlamentari, per ora, da sormontare. — E perciò quale sarebbe la vera ragione del rifiuto? — Io ritengo invece che Bissolati si sia spaventato delle conseguenze della sua en traìa nel gabinetto Giolitti; poiché le condizioni di cose e la logica delle cose stesse è più forte della volontà degli uomini, non portava che ai seguenti risultati: o l'on. Giolitti liquidava Bissolati o Bissolati liquidava Giolitti. Messo al bivio di perdere o il portafoglio di agricoltlura o la sua popola rita (perchè il potere ha sempre reso impopolari gli uomini usciti dai partiti di Estrema e passati alla viltà pràtica e fat tiva, non più ideologica, del Governo), Bissolati (dopo un infelice tentativo di assumere il portafoglio della pubblica istruzione in luogo di quello di agricoltura) ha preterito di accontentarsi dalla sua compromessa popolarità. L'on. Bissolati si era dimenticato forse quel suo ordine del giorno contro rinsegnamento religioso nelle scuole, ma viceversa se ne è ricordato l'on. Giolitti. — E quali sono, a di lei avviso, le conseguenze della condotta di Bissolati? — Intanto, quello che mi sembra liquidato, almeno per quanto riguarda il marxismo, è il partito socialista riformista parlamentare. — Per quali ragioni? — Il panflito socialista che noi conoscevamo, aveva per fine la socializzazione dei mezzi1 di produzione e per mezzo la lotta di classe, a cui i sindacalisti aggiunsero il simbolo dello sciopero generale. I nostri socialisti riformisti parlamentari hanno relegato fra le utopie la sooializzazione dei mezzi di produzione, accontentandosi « con largo profitto» della teoria opposta della cooperazione, e adesso alla lotta di classe sostituiscono non solo la collaborazione di classe, ma perfino la solidarietà coni il Governo di classe e la Monarchia che ci regge. Essi (aggiunse sorridendo l'on. Galimberti) vanno a Corte a consigliare il Re —speriamo certo non nel senso che accolga la socializzazione dei mezzi di produzione — e non di sicuro per proclamare la repubblica. Quindi — se il socialismo non è il cavallo di Troja e i suoi ministri in pectore non sono dei cittadini di Gand — il socialismo riformista parlamentare è diventato un istrumentum regni, come un partito progressista qualsiasi. A questo punto della- conversazione ho chiesto all'on. Galimberti quali potevano essere, non più per Fon. Bissolati ma per l'on. Giolitti, le conseguenze del grande rifiuto. — Adesso — mi osservò il mio acuto interlocutore — se l'on. Giolitti, conservando il programma di Bissolati, mantiene ed anzi aumenta il numero dei ministri radicali, panni un po' difficile che questa sua combinazione presemte abbia felice durata. — Ed i motivi quali sarebbero? — Anzitutto che avverrà se, o per un movimento di piazza o per un movimento avanzato parlamentare, i radicali voteranno di nuovo contro il ministero? Torneranno a dimettersi i ministri radicali? Ed allora una crisi ministeriale può prevedersi a non lunga scadenza. Oppure non si dimetteranno? Ed in tal caso l'on. Giolitti avrà ancora con sè Sacchi, Credaro e compagni, ma sconfessati dal partito radicale. — Quanto alla maggioranza giolittiana, quali sono le sue previsioni? — La sua domanda riguarda un'altra difficoltà della situazione. Io non posso persuadermi che una gran parte della maggioranza giolittiana non segua il suo capo e perciò saremo sempre alle solite.... — Cioè? — Cioè : o di vedere un ministero che governi con la minoranza contro la volontà della maggioranza oppure che questa minoranza andrà, a poco a poco, scomparendo in un beato nirvana di inazione completa perchè è soltanto col non far nulla che non si disgusta nessuno. Intanto — continuò l'on. Galimberti — è ben prevedibile che di discussione di riforme elettorali non se ne parlerà fino all'anno venturo e si aggiunga che, volendo l'on. Giolitti che si discuta prima la parte procedurale (vale a dire il progetto di legge già dinanzi alla Camera, del quale l'on. Bertolini è relatore per la sincerità delle urne), forse alla Pasqua del 1912 si parlerà di discutere in giugno la riforma elettorale col suffragio quasi universale oggidì predicato: suffragio che, se aumenterà le forze del partito socialista nelle città (ed ho i miei dubbi che sia gran cosa, dato lo sviluppo dell'istruzione nelle masse cittadine) triplicherà invece il numero degli elettori campagnuoli su cui il socialismo non ha ancora fatto presa ed è difficile che faccia presa, date le sue tendenze verso l'operaio manifatturiero, facilmente organizzabile per l'agglomerazione che si verifica nelle officine, agglomerazione che non avviene invece per l'artigiano disperso, specialmente nel settentrione d'Italia, per le campagne. — Le sue previsioni intorno all'avvenire del nuovo ministero Giolitti non sono insomma molto, rosee! — La mia opinione è questa: che se il ministero Giolitti, che si sta per varare, sarà un ministero di combattimento, grave sarà il sacrificio personale dell'on. Giolitti inteso da solo a sopportarne le fatiche, e se il nuovo ministero non vorrà essere di combattimento, allora non comprendo il perchè del commuovere e sommuovere tutta la Montagna parlamentare, quando — terminò l'on. Galimberti — a qualunque parte della Camera si fosse rivolto, l'on. Giolitti con tutta facilità poteva condurre in porto il suo programma. Cesare Sobrero.

Luoghi citati: Credaro, Italia, Roma