Drammatico tumulto degli avvocati e degli imputati del processo Cuocolo

Drammatico tumulto degli avvocati e degli imputati del processo Cuocolo Drammatico tumulto degli avvocati e degli imputati del processo Cuocolo pGli interrogatori di "Pappino o' cnrto „ e di "0' diciasette (Per telefono dal nostro redattore giudiziario espressamente inviato) 5? Viterbo. 22, nera. La prima occhiata di qualunque nuovo spettatore del dibattimento — in verità gli spettatori sono pochi e tutti forestieri — e nvolta a don Ccnnaro Abbàtemaggio. Nel «enfronto della curiosità pubblica, don Gentaarino è in comunioni privilegiate. Ciò dipende da più ragioni. La storia di Abba*émaggio nel processo 6 la più romanzesca. HI suo atteggiamento, in. contrasto deciso con quello degli altri accusati, gli ha tatto assuntore una parte principalissima e singolare nel dibattimento. — E' ima spia! — grida la giovane e irrequieta Siniscalchi : — anzi, peggio della spia, ijUcl figlio di una serva: perchè la spia rivela cose vere, ed egli invece calunnia per prendere i soldi dei carabinieri. L'elegante gabbia nella quale 6 rinchiuso Gennaro Ahbateniaggio, diviso dai suoi compegni ed avversari, gli offre un posto sicuro tìalle rappresaglie violente, se non dagli intaniti che gli sciagurati gli lanciano come sferzate attraverso il viso: ed il suo viso porli del resto la cicatrice di un lungo sfregio M data antica. — Vedete — dice Fucci — pare cbiuso dontaro un bussolotto 1 — Quello là è un giuouitorc di bussolotti «— ribatte Cerrato. — Macché I Ben disse Veltro giorno don Ntfcolino : quello 6 un attore del teatro San ^Ferdinando, clic sta vendendo dentro al suo «fiabuzzino i biglietti per la rappresentazione. — F.' Zi' Desiderio che ha parlato con il teuo vocionc grosso od il suo umorismo facilone. Ma AJbbaleniaggJo disdegna di raccogliere le ingiurie e le insinuazioni: sta. nella gabbia con la gravità di un oratore antico in Wgcnc.ia, in attesa di parlare alla folla, tutto compreso, dice lui, del sogno li redenzione, l»r attuare il quale gli è apparso più comodo sistema fare la spia. Don Gennaro censitici gtusiSpdtie- 11dpddspdndtvbpsuicmMacSsf^J^'^r^rt/0,!»^ PMtaetWoìE" d'apostolo e martire: da quella cella sfoigo-ij«rà. sulla giustizia la luce della.verità'• Q"?; i «to e la convinzione che gli può permettere iidi sorridere di compatimento per la scienza.; psichiatrica, che già vorrebbe rubricarlo in ?W*lclio categoria di uomini col cervello ba- vtaste, e di dire al prof. Ottolenghi, che offre |(dt visitarlo: —• E' tempo perduto per me e per lei, pròMinore. Come vedete. Don Gennaro in criminalogia ha delle preferenze per la. scuola classica. fai criminalogia potrebbe portare i lumi HRa sua esperienza sul fenomeno della reciidività Giuseppe Salvi, che sta per essere sta|na'ane interrogato, perchè tutti i giurati, anche guelfe ieri infermo, si trovano al loro posto. Giuseppe Salvi, ladro emerito, è un tipo apparentemente insignificante. Porse sarebbe meglio dire tipo comune di piccolo delinquente. ;-Ha grandi orecchie, una testa piccola su un 'corpo meschino: non ha il fare elegante: ha piuttosto l'aspetto di un operaio campagnuolo. S,a sua statura meschina gli ha guadagnato il ■soprannome di Pepe o' Curto. Pure, a dispetto liei la sua statura e del suo aspetto, che farebbero credere, ad un uomo per nulla pericoloso, sarebbe dipinto dall'Accusa come il più feroce ?artecipaute alla strage dei coniugi Cuocolo, uomo che spontaneamente si sarebbe offerto di andare, a sgozzare la Cutinelli, una volta ;ohc a Gutacavassa gin Cuocolo aveva fatto la (sua atroce fine, e gli altri complici esitavano in. compiere il secondo misfatto. Ha una voce ;!Pessa e rauca. Non sa leggere, nè scrivere. E' scaricatore del porto. "Siete voi camorrista?,, • Il giurato De Maria, che s'è completamente ristabilito, è il più sollecito tra i giurati ad •Otrare neJi'auia, dove alle 9 precise si tro- Xo già gli accusati, meno il Bartclozzi, prc ammalato. Alle tì,30 si apre v:\dicnza e si procode alle consuete formalità. Pucci dichiara di nominare suo avvocato di fiducia l'avv. Colozza, che era stato nominato d'ufficio dal presidente. Il cancelliere dà lettura del verbale, dal quale risulta che, in conformità dell'articolo 1130 tìel Codice di procedura penale, egli si recò teri in carcere da! Bartolozzi per eonumiCanili quello che era avvenuto nell'udienza. Il Bartolozzi risulla pure oggi ammalata; e «uindi, con l'accordo di tutte le parti, si precede oltre nel dibattimento, il Bartolozzi ri«nanendo rappresentato dai suoi difensori. 11 presidente passa ad interrogare Giuseppe IBalvi (Pcppino o' curio), accusato dell'omicidio premeditato di Maria Cutinelli, di associaeione a delinquere, di ricettazione dell'anello ilei Cuocolo e di furio. 11 presidente lo fa veinire nel centro dell'emiciclo: egli fa un pioicelo accenno del capo per saluto alla Corte, ipoi subito si scusa di nou_sapere rispondere «e non a domande precise. Parla in dialetto unapoletano stretto. — Procurato — esorta il presidente — di parlare in italiano. — Bisognerebbe conoscerlo l'italiano! lo sono ignorante. — E dichiara di essere stato condannato dodici o tredici volto. — Sapete — dice il presidente — di che cosa siete accusato: dite quello che credete a iVoetra difesa. — Io non posso dire nulla : sono innocente; fee crede, può rivolgermi delle domande, tanto "più che io non ricordo nulla. Fui interrogato sedici o diciassette volte dal giudice... Presidente : — Va bene; vuol dire che voi vi (rimettete al vostro interrogatorio, e die rispondei e alle mie domande. — Sissignore. .— Siete voi camorrista ? domanda il presidente. — No : io sono nn povero infelice. ' — Eravate presente al banchetto dei Bagnoli? — Nossignore. Il 16, quando sarebbe avvenuto il banchetto ai Bagnoli, io ed un altro TOir.mettevamo il furto in danno delia canzonettista Santini. _;— Conoscevate gii altri accusati '.' r '__ No; nessuno. Gennaro Abliiuomaggio"; lo kcor.obbi nel Natale 1900, quando mi propose di consumare un furto. Quando Salvi dice di avere conosciuto Abhatémaggio perchè questi gli propone una volta di fare un furio, dal suo posto th isolamento don Gennariello ride del suo pi i bel riso d'i sarcasmo. — Lo conosceste dunque sei mesi dopo il delitto Cuocolo? — riprende ii Presidente. t — Precisamente. f - Eppure un testimonio avrebbe detto che bhv frequentavate la casa Stendardo, anzi ferodi-ale di una tariffa speciale. H — "el confronto con la Fallenga Giuseppa. fefn il giudice a farmi riconoscere. ' Anch' Poppe o' curio fa le sue lagnanze a- $tiare verso il giudice istruttore, che in car- fpcre lo indicò decisamente ad una falsa te- fcrtirnonia ■ quilina della casa Stendardo per potere poi -j nesEo che egi fcnorrist! clu- :lpr66idente lu — Ma povi-i Baila giustizi -flisgraxiati (ii •COtl birbo: i ioni, , Peppe o' curio i • <della giustizia toga: • — I magistrati non vogliono sentire ■cita: ma sole le meni • t II furto alla canzonettista Santini ! Questo contegno la g ■ ., ravrebbe tedino nei suoi confronti j, processo T>er furuj alla canzonettisti /e il presidente lo interroga \m Aidente gli ehiede: — Conoscevate Gennaro Cuo y.f ! — Nossignore: non l'Ilo inai i j -- Eppure, nel furto patito d.. el quale voi partecipaste e per i! Condannato a quattro a'tii, fu « buccolo. — Ecmtoiiga — risponde il Salvi ' m fu" Alfonso Capei». iatpfpclrmlvcdmgfapsrntcmidprtcrcdsddcvvdglqti«re nei gross'i volumi del proconosceva gran parte dei catrequentavano quella casa. 11 mpaiisce «ón graziosa ironia: • ' anche voi cosi maltrattato n voi tutti siete stati ben tare nelle mani di giudici un pessima opinione la ve¬ rni qua Il pre¬ sti-ilo. tini, 'lr'!e foste r-^ista u il ba¬ a — 'Ma perche volete che quel povero ragazzo avesse organizzato il furto? •Basista» tu Gennaro Cuocolo. — Già! gin! — dice il Salvi — la verità non si vuol conoscere. « Basista » del furto alla Santini fu Alfonso Catterò. L'accusato, die parla ip. puro dialetto napoletano, spiega come fosse stalo Catterò a dare tutto le indicazioni della casa della fantini v del luogo rtovn la canzonettista teneva e- gioielli, per un valore di diecimila lire. 11 presidente invece spiega come gli autori del furto furono arrestati in seguito a rapporto del brigadiere FaiTis, per rivelazione di corta Teresa Marianni, la quale prima del furto avrebbo visto in atteggiamento sospetto il Salvi parlare col'Cuocolo nei pressi della sua casa abitata dalla Santini. — Non è vero! — dice il Salvi — la Marianni monte. Io non conoscovo il Cuocolo. — Eppure che il Cuocolo sia stato » basista » del furto della Santini — dice il presidente — t affermato da molti tasti. Non è vero! — l'i la sera del 5 giugno non siete stato in via Narrtones, in casa della. Cut.inolli? — Non è vero! — Ci sarebbero testimoni oculari che direbbero il contrario, li testo Bardella, ad esempio, depose di avervi visto uscire alle 11 di seva dalla casa di via Nardonos, insieme con un altro, che. secondo l'accusa, sarebbe stato il Sonino. — Situi ini ha riconosciuto il Bardella; e poi conio mi avrebbe potuto riconoscerò dopo tanti mesi dai terribile fatto? — Voi — incalza il presidente — insieme col Morra e col Sonino, foste visto la sera stessa, alle lu, salire in casa Stendardo. Lo dice anche il portiere Tedeschi. — E1 falso! Non ho mai frequentato casa Stendardo. — Altri testimoni direbbero il contrario, e li sentiremo. — Quando venivano a fare gli atti di confronto erano presanti molti carabinieri in boi e la guardia prima di farmi riconoscere ij-m ci-.|uni.,ya mv nome i .- Tutti riconoscimenti artificiali! - esclama iironicamente il presidente ; _ xuttl. tutti — risponde, il Salvi, _ •,, guardiano vincenzo Conti vi avrebbe visto verso le 2 di notte, dal r. al li giugno, re |(m.vj in casa della Stendardo, insieme con un individuo assai allo —- Falso! falso! E che cosa ci sarei andato a fare dalla Stendardo? — Secondo l'accusa, ci sareste andato a portare gli oggetti rubati alla Cutinelli. La Stendardo, il Morra e gli alari accusati protestano vivacemente. L'anello nel materasso Il presidente continua: — E come spiegate- che in casa vostra, l'S febbraio 1907, si trovasse l'anello d'oro che apparteneva al Cuocolo? — Io ero in carcere: se trovarono l'anello, ce lo avranno messe:. — F. volere che i carabinieri abbiano messo loro l'anello nel vostro letto, commettendo un reato punibile con molti mesi di reclusione? I difensori fanno segno di assentimento e mormorano qualche parola. — So! so! — osserva il presidente — che loro, difensori, sosterranno onesto, salvo a vedere poi se l'ipotesi sarà credibile. II Salvi termina ripetendo di essere innocente. — Sono innocente come esiste Dio! —- Abbàtemaggio vi accusa — dice P. presidente. — Calunnie! — Ma perchè vi caiunnierebbo, se vi era amico e se vi offriva di fare i furti insieme? Peppe o curio, rosso, livido in volto, fa un gesto espressivo e significativo. — Quello lo fa per interesse — grida — lo fa per denaro, perchè è un povero come me, anzi è uno scavazzone più di me. Abbàtemaggio, con le braccia incrociate sul petto, lo sguardo diritto, sfolgorante di disprezzo, ride, ride con ostentata fragorosit-a. Gli av. ooati vorrebbero commentare le parole del Salvi, ma il presidente li trattiene energicamenté : — Discuterete pò! discuterete poi! Un avvocato. — E' attesta tutta la causa! l'ili altro avvocalo. — Questa e storia! Abbàtemaggio sibilla tra i denti bianchi, sotto i baffi neri, alla moschettiera: — Già, è storia! Avv. Leva. — Sul principio il Salvi di eh? cosa fu accusato? — 11 giudice — risponde il Salvi -- mi domandò se avessi ucciso Gennaro Cuocolo. — Poi — commenta l'avv. Leva — l'accusa Camillo; e oggi lo si imputa dell'assassinio della Cutinelli. Avv. Colozzi. — Il Salvi dove fu arrestato? -- In casa tuia — risponda il SaUi. Avv. Lioy: — Dopo l'arresto, il Salvi dova fu condotto dai carabinieri? — Nella caserma di Capodicliino, o qui fu interrogato dal capitano labbroni. Avv. Pistoiesi : — Queslo desidero che sia iscritto a verbale, perchè si tratta di un metodo, che è stato adottato dai carabinieri. Il Presidente leggo gli interrogatori scritti, resi dal Salvi. L'avv. Pestaloz/.a. a un certo punto, chiedo-. — 1 tostimoni indotti a difesa del Salvi, furono sentiti dal giudice? — Credo di no, — osserva il Presidente: — ma non furono neppure citati dalla Difesa. * — Molti tostimoni, indotti dagli accusati, non furono sentiti, — osserva l'avvocato Pi- jstatesi: — ò questo un altro metodo. L'interrogatorio, breve e non molti vivace, ha lumeggialo una figura volgare della bari- n Ida: Poppe o' curio, appartiene più al profeta ! rio nella camorra che alla classe più favorita e a e n |to"r n I o più potente, cui invece appartiene la mag Igioranza degli altri accusati. Egli era piuttosto destinato all'azione materiale dei delitti, che. erano da loro organizzati. | ì.e due sa si scaglia contro l'avv. Liquori Eppure, l'interrogatorio di una figura cosi i poco caratteristica doveva provocare al suo fi. | ni) la scena più violenta, cui finora abbiamo j assistito in questo processo. Una sua parola Illa gettato la scintilla tra i barili di polvere I degli accusati: questi, non aspettavano elio i l'accensione per esplodere in quella clamorosa | protesta di innocenza fatta di urii. di lamenti, di pianti, di singhiozzi, di invocazioni, di ! maledizioni, che è nella consuetudine di simile gente. 11 Presidente dà lettura di un altro interrogatorio subito dal Salvi, dopo la scoperta deljl'anello trovato in casa sua. — Sarà bone — dice il Presidente — aprire il pacco, che contiene l'anello di Gennaro Cuocolo. — L'anello — dice l'avv. Pistoiesi — non è inai stato di Gennaro Cuocolo. — Questo lo afferma lei —- dice all'avv. Pistoiesi', il comm. '..ignori, difensore di Abbatemaggio. —- Ma lei — chiede l'avv. Miceli, al commendatore Liguori, — 6 difensore di Abbàtemaggio. o c Parte Civile? Il comm. Liguori cerca di rispondere; ma la sua voce è ricoperta da quella di tutti i difensori. — E' una indecenza! è una vera indecenza! — grida l'avv. conte Rocco. Nella gabbia i 36 accusati incominciano ad agitarsi: serpeggia ormai infrenabile una commozione che non tarderà a diventare fragorosa. Solo Abbàtemaggio nel suo gabbioiimano freddo ed impassibile. 11 ritornello del conio Hocco aizza il coro dei colleglli, che a poco a poco, accalorandosi ed esaltandosi a vicenda, intonano il crucifige! contro il comm. Liguori, che pallido, ma apparentemente impassibile, rimaaic al suo posto. Il presidente si leva impetuosamente, alzando per quanto b possibile la voce, o richiama all'ordine ed al rispetto della serenità della, giustizia gli avvocati che, tutti in piedi, scalmanati, appuntano contro il comm. Liguori con lo dita le loro accuso. — .Signor Presidente. — urla l'avv, Gigante, — è una continua provocazione da parte del difensore di Abbàtemaggio! Un iwownorio sord'o, preannunci ante lo scoppio fragoroso di un tumulto, si leva d'ai gabbione. — Io non ho sentito tali provocazioni — dice il presidente, cercando di portare una parola di calma: — se avessi sentito, avrei represso più energicamente. Ma ogni consiglio di calma non è più ascoltato dagli avvocati: la loro animosa foga .giovanile fa alzare ancora ai toni più acuti ila loro protesta contro il difensore di \b[batemaggio. — Noi vogliamo che sia rispettata la forma! — prida con quanto flato ha in gola l'avv. Mi.n'i • _ Vadano anche flìrergastolò gli accusati: ma. siano condannati con la dovuta forma! L'avv. Liguori sia richiamato al suo dovere, nella stretta cerchia dei suoi diritti ! — Tolgo la seduta! tolgo la seduta! — dico il presidente, il quale ormai vede ogni suo sforzo vano. i| i I ! jlj | ;