Il bilancio della "Fiat" al 31 dicembre 1907 nella requisitoria del P. M.

Il bilancio della "Fiat" al 31 dicembre 1907 nella requisitoria del P. M. Il bilancio della "Fiat" al 31 dicembre 1907 nella requisitoria del P. M. Era tifato proposto ai periti fi seguente quesito: i Se il bilancio 31 dicembre 1907 dimo stri la reale situazione della Società stessa a| tale epoca •. La prima perizia cosi concluse: domecciqu« Il bilancio 31 dicembre 1907, presentato dagli peamministratori all'approvazione degli azionisti; nuin assemblea del 27 marzo 1908, non dimostra! tule reali risultanze economiche dell'esercizio, ! mne tanto meno la reale consistenza pati-imo-1 daniale della Società a tale epoca. Deve tuttavia varitenersi che la funzione di tale bilancio sia1 qustata Imposta dalle condizioni finanziarie gra- ziovissime, in cui venne a trovarsi la Società e fin dall'inizio dell'esercizio 1907 ed a stento ; cu trascinato sino alla ohiusura dell'esercizio namedesimo, guindi non tanto per effetto della. 25 crisi generale sopravvenuta, quanto in conse- ' hoguen.a della artificiosa formazione del bilan-1 mcio 31 dicembre 1906 e del relativo riporto di su utili. A rendere maggiormente gravi le re- rimsponsabilità incontrate dagli amministratori! sudella Società concorse il procedimento per là alsvalutazione e la reintegrazione del capitale. dasociale, giustificata come esclusiva conseguen- j piza di una crisi che, in piccola parte soltanto, | alinflul sulle condizioni finanziarie della Fiati I»mentre in realtà fu conseguenza diretta ed nifirrimcdiabile dell'opera degli stessi ammini-' paStratori. Tanto la svalutazione, inlatti, quanto sela reintegrazione vennero deliberate di fronte'ag ad un bilancio che, occultando lo reali condì- ' d«ioni economiche e patrimoniali della Società. I inzasereddcocoirapedi agli azionisti di conoscere le vere cau se che loro imponevano il sacrificio atto a (rimediare alla situazione finanziaria ». E le conclusioni della perizia collegiale furono queste: « a) Il bilancio al 31 dicembre 1907 dimo'stra la reale situazione patrimoniale della Soi-cietù, che venne determinata facendo forti, I svalutazioni ed ammortamenti ed adottando iificriteri di valutazione indicati nella relaziono!]-del Consiglio. Il conto economico risponde a ! ?[verità ed allo risultanze contabili: in esso ' ''venne esposto in modo evidente che il conto \ a«sercizio chiudevasi con uno sbilancio, dopo ! n"di essere stato gravato delle svalutazioni, amimortamcntl e deperimenti I « 6) La relazione del Consiglio di animi Distrazione, accompagnativa del bilancio, illustra largamente le condizioni della Società, lo ^valutazioni e gli ammortamenti: ò però ine-1 léattà la notizia in essa contenuta circa l'am! mortamente e la svalutazione delle merci ei 'del materiale, perchè venne dichiarata cifra • inferiore di L. 581,193 14 a quella effettiva ». ! Anche per rispondere a questo quesito la iperizia Astuti esaminò in modo particolareg1 giato tutte le voci del Bilancio dell'esercizio |1B07. Rilevò che la cifra delle svalutazioni, [ammortamenti ed accantonamenti straordinari fu di L. 9,511,000 — che la partita svalutazioni o perdite 1907 risultante dal bilancio [patrimoniale fu di IT. 7,436,063 84, perfettaItnente corrispondente al saldo passivo del hiilancio economico (conto Perdite e Profitti), il tquale si chiuse con la partita eccedenza perfdite, spese e svalutazioni per ugual somma — te che la differenza fra codeste due somme in L. 2,074,936 16 (portata a L. 2,07:>,u00) rappre- • senta in realtà Ti beneficio economico dell'e1 sercizio 1907, indipendentemente dalle svalutazioni straordinarie. Negò che la situazione finanziaria nella miaile si trovò la Fiat alla chiusura dell'esercizio • 1907 sia slata (come si sostiene nella memoria ; defensionale Broglia! conseguenza esclusiva della mancata attuazióne del programma industriale e commerciale per effetto della so•■pravvenuta crisi generale, il che avrebbe avuKo per effetto immediato il mancato svolgimento del programma finanziario, sufficiente i.se avesse potuto avere piewi attuazione, a ji-einteErare l'importo del dividendo pagato sul [bilancio 1906, ed a ridurre notevolmente le ^passività dell azienda, ed osservò che tale proIgrainma. se completamente attuato, avrebbe ipotuto tutt'al più produrre un utile di i milioni. La perizia collegiale invece contestò che tutte le svalutazioni, distinte dal primo pe"rito, come straordinarie, fossero tali, ed in Iparticolare osservò: *■ l.o che era errato per lire 118,000 il computo del deperimento del macchinario fatto eulla rimanenza iniziale, anziché sulla finale: 2.o che era pure errato.' per lire 30,000 il computo dell'ammortamemV sul valore residuo della marca e brevetti, anziché su quello iniziale; 3.0 che non fu ammesso fra le spese di esercizio del 1007 l'ingente accantonamento per imposte di competenza dell'esercizio 1906 . in cifra supcriore alle lire 500,000; 4.0 cho tutta l'ingente svalutazione di lire 2,281,499 00 apportata sui titoli venne considerata straordinaria, mentre una parte di essa corrispondeva realmente al diminuito valore corrente dei titoli alla Borsa di Torino: 5.o che non fu computato alcun ammortamento sul valore degli stabili. I! parere dai P. M. Il sostituto procuratore generale acv. Facchi) netti, prescindendo dai primi due rilievi, attesa la loro poca importanza, tanto ,iiù che; ìli secondo venne riconosciuto giusto anche dai i iperito Astuti nella, *ua ultima relazione, approfondisce la discussione sui numeri 3, 4 e 5della questione. .Sul 3.o non si ha che da richiamare quanto hi P. M. ha già dotto m occasione dell'osarne | del bilancio, circa l'omissione nel medesimo fdi un fondo di ammortemento destinato aliai i lassa di ricchezza mobile e di circolazione j ideile azioni relative a tale esercizio, perchè se l .queste passività erano di competenza del nie-l [ desimo i\ logicamente inoppugnabile l'illazione che non dovevano gravare su quelle del] !1907 agli effetti della riduzione dell'utile reale. [Né si potrebbe opporre che sul bilancio dell'e-j ' sercizio 1907 non abbiano figurato le imposte (■ad esso inerenti e clic siano state rimandale al futuro, sia perchè noi medesimo non ligularono utili sui quali dovesse essile pagata la! Massa, di ricchezza mollile, sia perchè le iinpo-l ste di altra natura (redditi di categoria C e| 'lasse di circolazione delle azioni: erano co-; i porte abbondante]nènie dal fondo di L. 900,000 I all'uopo impostato. •Sul quarto si osserva dal p. M. che non si • 'intese dal primo perito oppugnare la svalu- nvlieremc10scgLsdestucnczpdsrrdcdvccsdcddusslvlcntpnBdgctrvsqdtn1rcevcletccnrllcaiilsdcetI I lInli m: e• rt■ i m•azione dei"titoli riconosciuta- anzi giuStiSsl-| ^ma, ma e innegabile che tale svalutazione fu restranea all'esercizio industriale F. finalmente sul G.o è facile rispondere che fc i:tm fu dal primo perito ammessa la valutazione di lire 1.009.000 t-'isli Maliili, rio avvedile, vuoi per adottare un criterio uguale, a quello adottato in ordine al bilanci.) 1006, vuoi principalmente, perchè tale valutazione I non rispónde alla verità, essendo in quell'epoca il valore degli stabili, posseduti dalla Fiat, i;i continuò accrescimento. La perizia \ collegiale volle quindi stabilire le vere risultanze economiche dell'esercizio 1907, confron-] landole coi dati delie scritture contabili della Società, e trovò che alla .stregua, delle medesi' me risulta, precisamente la perdita di lira 7;436.063 84, denunziata nel bilancio presentate dall'assemblea generale degli azionisti del 2' marzo 1908, il quale, perianto, avrebbe, secon pegasi goneRudo lo conclusioni superiormente riferite, dimostrato le reali condizioni patrimoniali ed economiche della Società stessa. Ma l'artificiosità, di tale ragionamento è manifesta, in quanto nessuno ha pensato mai di negare la perfetta concordanza del bilancio coi risultati Gio numerici delle scritture contabili all'uopo na-, turalmonte preordinate, ma soltanto si after- *. ma dal primo perito; ne 6 possibile dissentire acA da tale giudizio, che ben altra cosa è l'equi-! valenza tra le somme esposte in bilancio ciun quelle che realmente rappresentano lo condl-|vjn zioni patrimoniali ed economiche dell'azienda "Jp e die il bilancio 1907 presentò, ed in parte oc- ch culto, svalutazioni ed ammortamenti straordi-l Vr nari e nemmeno giustificati, come quelli del aa 25 0/0 sugli stabili, di oltre il 75 0/0 sul mobi-'■ tra ho ed impianti, dell'80 0/0 sullo rimanenze di ' me magazzino della sezione automobili, del 20 0,0 « sul macchinario ed attrezzi, del 35 0/0 sulle. 5.^ rimanenze di officina e di deposito,* del 60 0/0 Ed sui titoli, e di quasi il 55 O/O sui crediti, oltreifm alla svalutazione integrale dei disegni, ino- dalli e brevetti, alle spese, anticipate e di im- pianto, per somma superiore a L. 620.000, ed all'accantonamento por le imposte di più che unQveste I» 900.000, maggiore 'delle imposte effettiva-!R,0 niente accertate ed in gran parte destinate al pagamento di quelle relativo al precedente o sercizio, di modo che fu certamente impedito agli azionisti di giudicare sulle vere causo del dissesto, che era puramente finanziario e non industriale. Ne si dica che mediante la rela¬ zione del Consiglio di Amministrazione, che accompagnò il bilancio, l'assemblea potè essere chiaramente informata delle condizioni reali in cui si trovava la Fiat, alla chiusura dell'esercizio 1907, imperocché, a prescinderò dalla considerazione che l'ultimo inizio dello conclusioni della perizia collegiale semina contraddire a tale giudizio — anche uggiun- fen<Ì2j!i Part'i* accantonamento imposto in ]-- 900.000, che figura al passivo, al totale dcl ? Partita svalutazioni e perdite di 7.436.063 84 ''Tc- Indicato nel bilancio patrimoniale, non ?, ancora dimostrato l'importo delle svalutazio n,< ammortamenti ed accantonamenti effetti1 i l 6 a e; i o e o ai e j e l -l l] . -j e e a! -l e| -; 0 i - allCi tni, vamenté apportati al patrimonio socialo in lire 10.753.240 31,-e d'altra parte la relazione elenca solo una parte dello svalutazioni in lire 7.432.234, accennando in seguito a provvedimenti presi per la valutazione dei crediti, accantonamento imposto e partite da liquidare, 10 quali partite appariscono dal bilancio nella somma complessiva di un milione, di guisa che. addizionato insieme le due cifre, si è ugualmente lontani da quella sopra indicata di L. 10.750.000. E poiché si deduce dagli imputati che le svalutazioni vennero imposto dai creditori, dei quali, nella compilazione del bilancio 1007, essi dovettero subire la volontà, non è inopportuno ricordare che sino dal 10 novembro 1907 crasi stipulata tra la Società Fiat, gli amministratori in carica, le Banche od i banchieri creditori della Società, una speciale convenzione, al fine di ottenere una proroga dello passività, a tutto novembre 1908 e di provvedere al fabbisogno, mediante sconto, per la somma di !.. 1.500.000, degli effetti cambiari rilasciati, e da rilasciarsi alla Fiat dai suoi rappresentanti nazionali ed esteri, comprendendosi fra le passività, per le quali venne consentita la proroga, l'importo del rischio di un milione, per un effetto emesso dalla Brevetti Fiat e girato alla Banca Commerciale; che sotto la stessa data crasi stipulato altra convenzione tra la Fiat e la Brevetti Fiat, i suoi amministratori e la Banca Commerciale, diretta a regolare i rapporti fra le due Società ed a garentire alla Banca l'estinzione del suo credito: che con successiva scrittura del 20 marzo 190S venne assicurata alla Fiat una proroga ulteriore della scadenza delle sue passività a tutto maggio 1900 ed il necessario fabbisogno per la gestione ordinaria dell'azienda, elio infine, mediante altra scrittura venne costituito un sindacato di garanzia polla reintegrazione del capitale sociale, che si compose del presidente Scarfiotti e dell'amministratore deiegato Agnelli, i quali dichiara tono di agire tanto in proprio, quanto in rappresentanza della Società, nonché degli amministratori Damevino e Ceriana Maineri. delle Banche fratelli Ceriana ed A. Grasso e figli, della Società Italiana e della Società di navigazione Alta Italia. Evidentemente in seguito a questi accordi, che vennero in tutti i loro dettagli diligentemente riassunti dalla prima perizia, occorreva procedere ad una svalutazione delle attività sociali sufficiente a raggiungere i 'imiti stabiliti dall'art. 146 cod. di comm.. cu è a questo scopo che venne formato il bilancio 31 dicembre 1907. Ma l'esistenza delle suddette convenzioni fu tenuta occulta agli azionisti nell'assemblea generalo ordinaria del 27 marzo 1908, alla quale 11 Consiglio riferì che lo fatte svalutazioni eraiio state rese necessarie unicamente dalla crisi finanziaria generale, inducendo cosi in errore gli azionisti stessi, die dovettero convincersi di una perdita del 65.80 per cento del capitale sociale, mollo maggioro di quella reale, tanto che nell'assemblea straordinaria sueecssiva del 27 aprilo 1908, approvarono la reintegrazione quale era stata concordata fra i creditori, e di cui il Consiglio dichiarava assicurato l'osilo dell'intervento di un gruppo finanziario che, assumendone il rischio, ne "arentiva il felice risultato. Resta cosi dimostrala, ai fini dell'arti 247 X. 1. cod. di commercio, la lalsità del bilancio 31 dicembre 1007 e delle comunicazioni l'atte all'assemblea, senza che a scriminare gli amministratori dalla relativa imputazione, possa invocarsi l'osservazione ilei nriiiio nerito che la formazione di tale bilancio sia siala più che altro, necessaria conseguenza dell'artificiosa formazione di quello del precedente esercizio (che non si volle confessare, non che del riporto del dividendo, essendo la questiono risoluta in diritto dal testo chiaro e preciso dell'art. 77 del c. p. In quanto alla relaziono del Consiglio di I amministrazione clic accompagnò fi detto )>iI lancio, la stessa perizia collegiale riconobbe Inoli veritiera I enunciazione della cifra dell'ammortaménto o dello svalutazioni della i marce e del materiale, pur limitandosi, con : evidente eufemismo, a qualificarla inesatta c • riducendo la differenza a !.. 1.531.193,14, mentre secondo la perizia Astuti, questa differenza ■ essendo rappresentata dall'espressione ariti melica 10.753.240,31 —7.433.224 + 1.000.000 sale a "".0.016,31; uè. su tale discussione, suE sctacich—rinIl di prsainvequceagfopefeBro[ostloti silaastdPDe pzsecdte-| ^toX'è ditto?" il "asHulistcré uffeu riormcnte. «iowvvih uni e , 6, e I Vedremo prossimamente come il P. M. tratti delle sinirolo e specifiche responsabilità desìi amministratori n sindaci della Società per questo alterazioni od iticsaltezze di bilanci, delle quali egli ritiene avere dimostrala In generica sussistenza. eingLtpcfapdlUcLfspsAncmnlalespcntgrsqshd

Persone citate: Agnelli, Broglia, Ceriana, Facchi, Maineri, Profitti, Scarfiotti

Luoghi citati: Italia, Torino